XX^ Domenica del Tempo Ordinario

XX^ Domenica del Tempo Ordinario

14 agosto 2022

RISVEGLIO E PASSIONE

Il cuore di Gesù brucia di amore verso il Padre, e di passione per il destino dell’umanità e di ciascuna persona.
Questo è il ‘fuoco’ che Gesù vuole comunicarci.
Vivere intensamente la vita, accogliendo con fortezza e dedizione le condizioni del vivere quotidiano, godendo dei beni e collaborando al bene di tutti.
Possiamo avere davanti agli occhi tante persone, del passato e del presente, che ci testimoniano un sano impegno di vita: i santi del passato e del presente.
Tante opere di bene, tanta dedizione, tanta passione, che ogni giorno risveglia e rinnova il mondo.

Lunedì 15 agosto 2022
Assunzione  della Beata Vergine Maria

MARIA, IL NOSTRO PASSATO,  PRESENTE, FUTURO

Maria attraversa tutta la nostra vita, fino al compimento finale che è la gloria del Paradiso.
Non cenere, non dispersione nel nulla, ma una vita piena.
Così come Maria è stata ‘piena di grazia’, sulla terra:
rispondendo alla chiamata del Padre, accogliendo il Figlio come Madre,
collaborando con la grazia dello Spirito Santo.
Maria riunisce tutto il nostro passato,
ci accompagna nel presente, ci attende e accoglie per il futuro.

 CA’ CAPPELLINO – MEA

  Nel mese di agosto  viene sospesa la celebrazione
della S. Messa nelle frazioni di Mea e Ca’Cappellino.

A San Bartolomeo l’orario delle Messe resta invariato:
al sabato la messa festiva anticipata è alle 18,00 e alla domenica alle 8,30, 10,30, 18,00.

I SANTI DELLA
SETTIMANA

 Lunedì 15 agosto

Assunzione B. V. Maria

L’Assunzione di Maria
al cielo è la Pasqua della Madre
che partecipa per prima
alla gloria del Figlio.

 

Martedì 16 agosto

San Rocco

San Rocco fu il pellegrino
per eccellenza, e anche il
suo abbigliamento perpetuato
dagli artisti, è restato tipico
del pellegrino: cappello largo,
mantello a mezza gamba,
in mano il bastone, con appesa
la zucca per l’acqua, sotto il mantello,
in cintola, un rosario dai grossi grani,
e sul petto una conchiglia marina,
che era, per il pellegrino, l’indispensabile
strumento per attingere l’acqua,
dalle polle a fior di terra come dai
fiumi impetuosi.

Di distinse per le opere di carità
verso gli appestati.

 

Sabato 20 agosto

San Bernardo di Chiaravalle

Abate e Dottore della Chiesa del XII secolo

Beato Don Sandro Dordi

a Taglio di Donada,
alle ore 21
in sua memoria,
viene celebrata la S. Messa.

 Domenica 21 agosto

San Pio X

Nato nel 1835 a Riese,
in provincia di Treviso,
morì il 20 agosto 1914.
Da poche settimane in
Europa era scoppiata
la prima guerra mondiale.

Sono venuto a portare un fuoco sulla terra

Il Gesù che si mostra nel Vangelo di oggi non è il Gesù che conosciamo, un Gesù misericordioso e amorevole che si rivolge ai peccatori, che cerca coloro che hanno smarrito la strada e si lascia crocifiggere perché gli uomini siano salvati. Gesù dice: Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! … Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. Ci siamo forse sbagliati su Gesù? Era un predicatore fondamentalista che nel suo fanatismo invitava alla guerra santa?
Il fuoco e la divisione di cui parla Gesù non hanno nulla a che fare con i conflitti armati tra nazioni e popoli. Si tratta invece della lotta interiore che ha luogo nei nostri cuori. Il fuoco al tempo di Gesù era simbolo di purificazione, lo paragona infatti a un battesimo. Il fuoco che Gesù porta sulla terra è il fuoco dell’amore: l’amore per Dio, l’amore per il prossimo e per sé stessi. Gesù vuole far ardere di nuovo questo fuoco. Lo stesso vale per la spada e la divisione. La spada era simbolo di decisione. Quindi Gesù invita a prendere una decisione. Dio ci ha creati liberi, siamo quindi in grado di dire “sì” ma anche “no” a Lui. Gesù invita a decidersi per lui, anche se questo può significare venire derisi e umiliati anche all’interno della nostra stessa famiglia.
La fede non è un hobby a cui posso dedicarmi poiché ne sento il desiderio. Gesù intende essere preso sul serio fin nelle cose più piccole della nostra vita quotidiana, non è una mascotte che metto fuori dal cassetto a piacimento e poi di nuovo dentro quando non mi piace. Se Gesù non diventa un amico fidato, se non lo amiamo con amore ardente, se non lasciamo che questo amore sia vivo in noi, allora vedremo solo qualcosa di restrittivo nel nostro cristianesimo. Chiediamo al Signore che ci doni di incontrare testimoni che ardano di amore per Lui, che ci diano il coraggio di seguire la stessa strada e chiediamogli che noi stessi diveniamo per gli altri testimoni credibili.

d.G.

Sere in preparazione alla festa
di San Bartolomeo Apostolo

in parrocchia San Bartolomeo – Porto Viro

Lunedì 22 agosto alle ore 21.00

Presso le Opere Parrocchiali proiezione del film

LA SORPRESA

l’eccezionale storia di P. Olinto Marella

Martedì 23 agosto alle ore 21

In Chiesa, serata  di preghiera, ascolto e riflessione
con la partecipazione del
quartetto di Ottoni e Organo

Mercoledì 24 agosto alle ore 18,00

Solenne Celebrazione presieduta dal nostro Vescovo
e processione in piazza Matteotti con la Statua  del Santo


XIX^ Domenica del tempo ordinario

XIX^ Domenica del tempo ordinario

7 agosto 2022

UNA STORIA, UN COMPITO

Siamo partecipi di una grande storia, una storia buona, come ci suggeriscono le prime due letture che richiamano le vicende dell’antico popolo di Israele.
Questa storia prosegue nella nostra vita personale, nella Chiesa e nel mondo.
Siamo responsabili non solo della nostra vita, ma anche del bene di tutti, a partire dai più vicini “fino agli estremi confini della terra”.
Domandiamo la grazia di partecipare con gioia e vitalità a questa storia, collaborando con i nostri fratelli di fede e con tutti gli uomini di buona volontà.

Gesù invita i discepoli a non avere paura: Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno, e rivolge anche a noi queste stesse parole per infonderci coraggio. La Chiesa nelle difficoltà non deve avere paura e mentre attende il ritorno del Signore è chiamata a diffondere con coraggio il messaggio del Vangelo.
Gesù invita i discepoli anche alla vigilanza: Tenetevi pronti perché nell’ora che non immaginate viene il Figlio dell’uomo. Nessuno di noi sa quando avverrà l’incontro con il Signore e proprio per questo Gesù ci esorta a essere vigilanti illustrando questo invito con tre parabole: la parabola del padrone che ritorna nel cuore della notte, la parabola del ladro che tenta di scassinare la casa e la parabola dell’amministratore infedele. La prime due parabole invitano a essere pronti ad accogliere il Signore quando verrà; la terza qualifica la vigilanza come «servizio fedele»: se il servo al quale è stata affidata l’amministrazione dei beni farà il prepotente e sciuperà i beni del padrone, sarà punito e posto tra i servi infedeli. Il tempo dell’attesa del ritorno del padrone è il tempo della chiesa, tempo nel quale ogni credente è chiamato a vivere con perseveranza e impegno il messaggio del vangelo, per preparare giorno dopo giorno l’incontro con lui.
L’invito alla vigilanza è unito all’esortazione a farsi un tesoro nei cieli. Gesù invita a usare saggiamente i beni di questo mondo, per non perdere di vista ciò che è veramente essenziale e importante. La vera ricchezza è il regno di Dio. Procurarsi questo «tesoro sicuro» significa servire il Signore nelle persone che condividono le nostre giornate, significa prendersi a cuore le situazioni di gioia e dolore con cui veniamo a contatto, significa impegnarsi fattivamente a vivere il comandamento dell’amore. Così, quando giungerà il momento dell’incontro con lui, potremo sperare di sentirci dire: Bene, servo buono e fedele, prendi parte alla gioia del tuo padrone (Mt 25,21).

Ca’ Cappellino
Mea

Nelle domeniche di agosto
viene sospesa la celebrazione
della S.Messa nelle frazioni
di Mea e Ca’ Cappellino

A San Bartolomeo
l’orario delle Messe
rimane invariato

al sabato ore 18,00

alla domenica
8,30 – 10,30 – 18,00

Mercoledì 11 Agosto

Santa Chiara

Il Vescovo celebra
la festa di santa Chiara
con la Messa delle
ore 7,30 presso le Clarisse


XVII° Domenica del Tempo Ordinario

XVII° Domenica del Tempo Ordinario

24 Luglio 2022

DI FRONTE AL PADRE

Gesù sta di fronte alla vita, a cose, persone, avvenimenti, guardando il Padre.
Non insegna una formula di preghiera, ma l’atteggiamento dei figli e dei fratelli.
La preghiera ci educa alla confidenza in Dio e nella sua Provvidenza, all’apertura e alla misericordia verso i fratelli.
Nella preghiera diventiamo collaboratori di Dio per la sua opera di bene nel mondo.
Pregando, scopriamo di essere figli amati e perdonati, rinnoviamo le nostre energie, ritroviamo la chiarezza del cammino e ci abbandoniamo al Padre.

I giovedì di
Santa Chiara

Sono ripartiti i Giovedì
di Santa Chiara,
in preparazione della
festa della Santa.
Quest’anno sono stati
pensati con il
coinvolgimento di
varie parrocchie
della nostra diocesi
di Chioggia, ma
restano aperti a tutti!

Tema di questo anno è:

Con Chiara e Francesco
pellegrini cercatori di Dio

Insieme ci ritroviamo in
questo nuovo percorso.
Pace e ogni bene.

Appuntamento per
la nostra Unità Pastorale

Giovedì 28 luglio
alle ore 21,00
presso la Chiesa
delle Clarisse

Signore, insegnaci a pregare!

Il vangelo presenta la versione lucana del «Padre nostro». I discepoli rimangono colpiti nel vedere Gesù che prega e gli domandano: Signore, insegnaci a pregare! Gesù, con la preghiera del «Padre nostro», insegna ai discepoli quello che bisogna chiedere e lo stato d’animo che deve avere colui che prega. La parola «Padre» sigla l’inizio della preghiera del cristiano. Questo termine ricorda che la signoria di Dio non è per dominare, ma per donare. Il padre è colui che si prende cura, che indica la strada, di qui l’obbedienza, che non è la negazione della libertà, ma lo scrigno che la custodisce. Se Dio è Padre, l’uomo è «figlio» e la condizione di figlio non appartiene a una stagione della vita, ma a tutta la vita. L’uomo è sempre figlio, desideroso di essere amato, di avere un punto di riferimento, di avere qualcuno che lo accompagni. Al centro del «Padre nostro» c’è la domanda del pane: Dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano. Il pane è l’elemento essenziale per la vita dell’uomo, simboleggia tutto ciò che è necessario al suo sostentamento. La formulazione della domanda del pane merita attenzione, perché esprime una visione del mondo capovolta rispetto al sentire comune. Chiedendo al Padre il pane, si riconosce la nostra «dipendenza» da lui. Il pane è nostro, frutto del nostro lavoro, e tuttavia lo si chiede al Padre come un dono. Chi recita il «Padre nostro» rifiuta di farsi padrone di sé stesso, delle proprie cose, del mondo. Accanto al senso della dipendenza, la richiesta esprime un vivo senso di «fraternità». La domanda è al plurale: il «nostro» pane. Si chiede il pane per tutti, non soltanto per sé stessi. Probabilmente noi il pane l’abbiamo, ma quanti sono nel mondo coloro che non ce l’hanno? Sono nostri fratelli, e
la preghiera di Gesù insegna a preoccuparci di loro. Ogni volta che si recita il Padre nostro, il pensiero dovrebbe correre alla parte meno fortunata del mondo. Se fosse così la mentalità del nostro mondo sazio e sciupone cambierebbe. Infine, dalla domanda del pane traspare un vivo senso di «sobrietà», si chiede al Padre il pane sufficiente per oggi, nulla di più. Nessun inutile affanno, nessuna spinta all’accumulo, nessuna ingordigia. Questa non è mortificazione, ma libertà: liberi dall’ossessione delle cose, dal troppo e dall’inutile, per far posto alle relazioni e alla condivisione. La bellezza delle cose non sta nell’accumularle, ma nel goderle insieme.

d.G.

Due occhi e un dente:
è questa l'amicizia con Gesù Cristo

Sulla parete Nord della chiesa di Ognissanti a Pellestrina c’è un dipinto che da piccolo mi ha sempre incuriosito. Non tanto per la Santa Lucia coi due occhi nel piattino ma per la sua compagna che non conoscevo: Sant’Apollonia.
Teneva in mano una pinza con quello che poi ho scoperto essere un dente.
Ricordo che all’inizio della sua storia mi ha turbato, come quella di molti altri santi martiri, ma poi man mano una strana quiete è scesa in me diventando grande e riguardando quel bel quadro.
Forse ho intuito che quei volti sereni, quei volti santi rivolti a Maria e Gesù sono così perché sono stati presi, afferrati, fino ai “denti”, fin dentro la fibra dei loro occhi, in un abbraccio così grande e vero da salvare anche ciò che noi consideriamo inutile, secondario.
Come a dire: non c’è vero amore che non faccia suo ogni piccolo frammento di noi, ogni dente, ogni sguardo. E in paradiso le anime dovranno pur sorridere no?


Ascensione del Signore

Ascensione del Signore

29 maggio 2022

GESU’ AL DI LA’ E AL DI QUA

Gesù sale al Padre con tutta la la ricchezza della sua vita umana e con l’offerta del suo sacrificio.
Inizia la sua nuova presenza nella Chiesa, con la potenza del suo Santo Spirito mandato a Pentecoste.
E’ il gran finale del Vangelo di Luca, e l’inizio degli Atti degli Apostoli.
Vivendo nella storia, ormai noi percorriamo con la nostra vita la via di Cristo, nella sua compagnia visibile nella Chiesa:
Camminiamo verso un compimento che è dato non solo dalle nostre umane imprese, ma dalla Sua Grazia che ci accompagna.

Conclusione del Fioretto  del mese di Maggio

Lunedì 30 concludiamo il Fioretto del mese di Maggio.
Con il gruppo di persone che è stato fedele a questo appuntamento
vogliamo lodare Maria e ringraziare il Signore per il dono di grazia ricevuto.

Martedì 31  la Parrocchia di Donada
celebra la festa titolare della Visitazione di Maria.
Alle 18,30 ci invita a partecipare alla celebrazione.

Incontro del
Consiglio Pastorale Parrocchiale

 Venerdì 3 giugno alle ore 21,
in Canonica si incontra
il Consiglio Pastorale Parrocchiale, con il seguente odg:
– La vacanza a Lorenzago di
Cadore con i ragazzi
– Preparazione della festa
di San Bartolomeo.

 

* * *

 

Pellegrinaggio diocesano al Santo

 E’ previsto per mercoledì 8 giugno.
Con la vicina parrocchia di Scalon
si sta organizzando un pullman
con partenza alle 14,30
dalla Piazza della Chiesa.

Con l’inizio dell’estate ricordiamo
a tutti che, nonostante il caldo,
siamo invitati a presentarci in chiesa
con abiti che tengano conto
della sacralità del luogo.
Confidiamo nel buon senso di tutti.

Perché state a guardare il cielo?

Perché state a guardare il cielo?Gesù … verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo(At 1,11). Con queste parole, piene di nostalgia verso il cielo e che nello stesso tempo invitano al realismo e a darsi da fare qui sulla terra, si apre la solennità dell’Ascensione. Queste parole racchiudono un duplice invito: sono un richiamo al cielo, dove Cristo è asceso e siede alla destra di Dio, e sono un rimando alla nostra situazione di creature legate alla storia e alla pesantezza di ogni giorno. La ricerca delle cose di lassù non deve essere motivo di evasione dalle cose di quaggiù. Il «cielo» non è un alibi per il disimpegno, il desiderio della «Patria celeste» non smobilita le forze del cristiano, piuttosto le stimola. Nessun problema della chiesa o del mondo è estraneo al credente. Egli li assume tutti e vi apporta quel supplemento d’anima che solo il vangelo sa offrire, cosicché «ciò che è l’anima per il corpo, questo sono i cristiani per il mondo» (Lettera a Diogneto). Cercare le cose di lassù e non quelle della terra non significa essere persone con la testa fra le nuvole, ma significa leggere la realtà e illuminarla alla luce della fede. Un tratto essenziale del cristianesimo sta proprio nella sintesi tra l’assunzione generosa e responsabile degli impegni di quaggiù e la nostalgia della gloria di lassù.
L’ascensione inaugura un nuovo modo di presenza di Gesù che va cercato nei «segni» ecclesiali: la parola, i sacramenti. I discepoli dovranno innanzitutto fare riferimento alla parola di Dio: Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno. Gesù si riferisce alla parola raccolta nei libri dell’Antico Testamento, che aveva parlato di lui e del suo mistero pasquale. Ma si riferisce anche alla parola da lui proclamata lungo il suo ministero e che ora viene affidata alla mente e al cuore dei discepoli, per aiutarli a capire sempre più il significato della sua vita e della sua missione.
I discepoli, dopo che Gesù è salito al cielo, ritornano a Gerusalemme con grande gioia. Gesù non è più fisicamente tra loro, tuttavia ha promesso che sarà con loro per sempre. È questo il motivo della gioia cristiana: Cristo è con noi! È con noi nella sua Parola, con la quale continua a illuminare la nostra vita e le scelte di ogni giorno. È con noi nel suo Spirito, che abbiamo ricevuto nel battesimo, con il quale ci dona vigore e forza per vivere e agire come cristiani nel mondo. È con noi nell’Eucaristia, nella quale si offre a noi come cibo di vita eterna. Sorretti da questi segni viventi della presenza di Cristo, siamo messi in grado di affrontare con coraggio le nuove situazioni, le prove e le difficoltà che la vita di ogni giorno presenta.

d.G.

E’ più di una firma, è molto di più

Al Lunedì mattina dalle ore 9,00 alle ore 11,00
è disponibile una persona per un aiuto alla compilazione


Domenica II^ di Pasqua o della Divina Misericordia

Domenica II^ di Pasqua o della Divina Misericordia

24 Aprile 2022

INCONTRARE E CONOSCERE
ATTRAVERSO LE PERSONE

Gli apostoli riconoscono il Signore:
la fede nasce da un fatto guardato, riconosciuto, accolto.
La fede nasce dalla testimonianza di coloro che hanno visto e udito, come gli Apostoli verso Tommaso.
La grazia è un avvenimento che accade sotto i nostri occhi.
E’ una grazia presente, che si trasmette oggi nella Parola, nella comunità riunita, nel pane condiviso.
Una presenza che ci apre alla vigilanza per scoprire i segni della Sua presenza, e ci sospinge a testimoniarla.

Pace e ogni bene

Nel tempo pasquale desideriamo celebrare con voi l’Ufficio divino,
per gustare insieme ed entrare sempre più nella via nuova dello Spirito.

Ogni sabato sera alle 20,45

Le Sorelle Clarisse

Nel giorno della Divina Misericordia
celebriamo il Sacramento
della 1^ Confessione per:

Mantovani Benedetta
Dan Giovanni
Pedon Sofya
Maglito Ryan
Odoardi Francesco
Mescalchin Achille
Pozzati Mia
Ravazzolo Alessio
Cavallari Anna
Caverni Alessandro
Mazzocco Barbara
Zanellato Francesco
Curri Lavinia

“La Sorpresa”

Il film sulla vita del Beato Padre Marella

Giovedì 28 aprile ore 21
Cinema teatro don Bosco
Chioggia

Signore mio e Dio mio!

Il brano evangelico presenta il nascere della fede in Gesù e l’edificarsi della Chiesa dopo gli eventi pasquali. La sera di Pasqua, quando Gesù appare per la prima volta, Tommaso non è presente. Egli probabilmente aveva sentito più degli altri la delusione per la fine in croce di Gesù e, messo di fronte al fatto della risurrezione, non vuole credere, teme di dover provare altre frustrazioni. L’intenzione dell’evangelista è chiara: aiutare il lettore a capire che bisogna credere in Gesù anche senza avere la fortuna di vederlo; credere nella sua presenza invisibile ma reale nella vita della Chiesa; credere nell’azione liberante e salvante che continua a esercitare nella e attraverso la Chiesa.
L’apparizione, presente Tommaso, avviene «otto giorni dopo». Gesù si rivolge a Tommaso, riprende le parole che il discepolo dubbioso aveva detto otto giorni prima, e si mostra pronto a esaudire le richieste alle quali aveva condizionato il suo credere. Ma l’apostolo Tommaso, dinanzi a Gesù che entra a porte chiuse, che mostra di conoscere per filo e per segno tutte le sue pretese, non può far altro che aprire il cuore e la mente alla fede. Tommaso riconosce nel Gesù che gli è apparso il Gesù terreno, ma capisce anche che qualcosa è cambiato in lui e si rivolge a lui dicendo: Signore mio e Dio mio. Questa confessione di fede si ricollega all’affermazione iniziale del prologo: il Verbo era Dio (1,1) e si aggiunge alle tante altre che ricorrono nel quarto vangelo.
Gesù accetta la confessione di fede di Tommaso ma non si esime dal rimproverarlo. Si tratta però di un rimprovero formulato in vista della beatitudine successiva: Perché mi hai veduto, hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto. Con questa beatitudine l’evangelista volge lo sguardo ai cristiani del futuro che, pur non avendo la fortuna di Tommaso e degli altri discepoli, credono in lui. Questa beatitudine è scritta per noi ed è motivo di fiducia e speranza. Chi crede senza vedere è detto da Gesù «beato». Ogni domenica risuona anche per noi questa beatitudine della fede e ci invita a rendere sempre più viva a forte la nostra adesione a Gesù. Il nostro credere e sperare in lui non è un’illusione o un’alienazione, ha come fondamento colui al quale ognuno di noi può dire con verità: Signore mio e Dio mio!

d.G.

“Voi avete il fiuto della verità”

Lunedì 18, lunedì dell’Angelo, di buon mattino, siamo partiti per Roma. Eravamo in 42, 20 adulti e 22 ragazzi che si stanno preparando alla celebrazione dei Sacramenti dell’Iniziazione cristiana.
Il Papa aveva espresso il desiderio di incontrare gli adolescenti italiani, e noi abbiamo accolto volentieri l’invito.
Tutto è stato un incanto,  le inevitabili difficoltà quasi non le abbiamo colte.
Blanco che doveva essere presente in piazza San Pietro per animare l’attesa del Papa, mandava in visibilio le nostre ragazze.
…ma il Papa, gli amici, l’esperienza vissuta han fatto sbiadire la presenza del cantante, tanto che al ritorno, in corriera, nessuno più si è ricordato di Blanco.
Siamo stati in compagnia di più di 70 mila ragazzi, abbiamo ascoltato il Papa che ci ha invitato ad usare il fiuto tipico dei ragazzi, abbiamo anche visitato, martedì 19, i monumenti più significativi di Roma, abbiamo concluso il nostro viaggio nella Chiesa di Santa Croce in Gerusalemme, e poi siamo tornati a casa.
Che cosa potevamo desiderare di più?

d.A.


Domenica delle Palme

Domenica delle Palme

10 Aprile 2022

PASQUA 2022

La sua risurrezione non è una cosa dal passato;
contiene una forza di vita che ha penetrato il mondo.
Dove sembra che tutto sia morto,
da ogni parte tornano ad apparire i germogli della risurrezione.

Papa Francesco

Liturgia della Settimana Santa

Domenica delle Palme – 10 aprile –
Ore 9.00: Benedizione dell’Ulivo a Mea
Ore 10.30: Benedizione dell’Ulivo sul piazzale della Chiesa
San Bartolomeo, processione e Messa
Ore 11.00 Benedizione dell’Ulivo a Ca’ Cappellino

Giovedì Santo – 14 aprile

Ultima Cena del Signore
Ore 21.00: Celebrazione della Messa dell’ultima Cena e Lavanda dei piedi – San Bartolomeo

Venerdì Santo – 15 aprile –

Passione e morte del Signore
(giornata di digiuno e astinenza)

Ore 15.00: Celebrazione della Croce

Ore 20.45: Via Crucis lungo via Contarini, partendo dalle Clarisse. 

Sabato Santo  – 16 aprile –

Confessione per gli adulti:  ore 9.00-12.00 e 15.00-19.00

Grande Veglia Pasquale e Messa di Risurrezione

Ore 21.00  – San Bartolomeo –

DOMENICA DI PASQUA   – 17 aprile

Risurrezione del Signore

S.S. Messe:

Mea ore 9.00
San Bartolomeo ore 8,30, 10.30, 18.00
Ca’ Cappellino ore 11.00

Lunedì di Pasqua  – 18 aprile –

San Bartolomeo – SS. Messe ore 10.30 e 18.00

Adorazione Eucaristica
QUARANTORE

Lunedì 11 aprile

Ore 8,30:   S. Messa e recita delle Lodi
Ore 15.00: Esposizione del SS. Sacramento
c.so Risorgimento, Via N. Sauro,
Via degli Asfodeli,
via 1° maggio, Via Signoria.
Ore 16.00
via G. Marconi,  via N. Fregnan,
via R. Giuliani, via Collettore dx e sx,
via Zara, via Argine Po.
Ore 17.00
via Ca’ Pesara, via Rossini,
via Ca’ Contarini, via C. Battisti,
via Papa Giovanni XXIII.
Ore 18.00: S. Messa

Martedì 12 aprile

Ore 8,30 S. Messa e recita delle Lodi
Ore 15.00: Esposizione del SS. Sacramento
via Romea, via dei Salici, P.zza Matteotti,
via Contarini, via Carrer, via don Minzoni, via Morandi.
Ore 16.00
via Gorizia, Golena S. Antonio, via Trento,
via S. Pasquale, Villaggio Eridania.
Ore 17.00
Piazza Repubblica,, via Verdi,
via delle Risaie, via Campagna Vecchia.
Ore 18.00: Canto del Vespro

Ore 19.00
Conclusione delle Quarantore e celebrazione
del Sacramento della Confessione
con Assoluzione generale.

Mercoledì 13 aprile

Ore 18.00   S. Messa
 Ore 21.00 S.Messa del Crisma
in Cattedrale a Chioggia

Un sincero augurio
di Buona Pasqua
dai Sacerdoti e dalle Suore

CONSACRAZIONE
DI RUSSIA E UCRAINA A MARIA

La decisione di Papa Francesco di consacrare
al Cuore Immacolato di Maria la Russia e l’Ucraina, il 25 marzo u.s.,
ha una motivazione profonda, come ci spiega
Mons. Paolo Pezzi Vescovo di Mosca.

“ Nelle scorse settimane un amico mi ha ricordato come Bulgakov conclude il suo romanzo teatrale La guardia bianca: “Tutto passa [solo il presente resta]. Passano le sofferenze e i dolori, passano il sangue, la fame, la pestilenza. La spada sparirà, le stelle invece resteranno, e ci saranno, le stelle, anche quando dalla terra saranno scomparse le ombre persino dei nostri corpi e delle nostre opere. Non c’è uomo che non lo sappia. Ma perché allora non vogliamo rivolgere lo sguardo alle stelle? [ora, nel presente] Perché?”.

Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito

La «domenica delle Palme» apre le celebrazioni della Settimana santa e ci invita a orientare il nostro sguardo sulla croce. Gesù duemila anni fa non ha subito la croce, non l’ha accettata sulle spalle con rassegnazione, non ha accettato di esservi appeso come conseguenza del fallimento della sua missione fra gli uomini. Gesù ha scelto la croce, ha accettato questa morte riservata ai delinquenti comuni, per farci toccare con mano la grandezza del suo amore per noi. Tutta la sua vita è stata una costante testimonianza di amore, un amore che ha trovato il suo vertice sulla croce: Non c’è amore più grande di colui che offre la vita per la persona che ama.
Quando guardiamo al Crocifisso che cosa vediamo? Quelle mani che hanno guarito tante persone sono fredde, non si muovono più; quella bocca che ha insegnato ad amare, perdonare e servire, che ha incoraggiato e sostenuto tante persone è chiusa, senza respiro; quel cuore che ha tanto amato è fermo e trapassato da una lancia. Gesù, che si è mostrato potente nei confronti delle forze della natura, che ha compiuto miracoli, che ha guarito tante persone, non ha fatto nulla per sé, è rimasto in agonia con le braccia aperte, quasi a voler abbracciare il mondo intero. Guardando il crocifisso, avvertiamo che in questo abbraccio universale che raggiunge tutti gli uomini e di tutti i tempi, ci siamo anche noi. Le braccia allargate di Gesù ci dicono: sei anche tu nell’abbraccio del mio amore, sei anche tu nell’abbraccio della mia misericordia che supera i tuoi limiti e i tuoi peccati. Sei anche tu nell’abbraccio di questo amore infinito e gratuito che niente e nessuno potrà mai interrompere.
Le croci che vanno e vengono, che camminano per le nostre strade e si infilano nelle nostre case, sono tante. Talvolta portano alla disperazione o al più alla rassegnazione. La croce di Gesù ci invita a vedere nelle nostre croci un qualcosa che il Signore permette per prepararci a qualcosa di più grande che non riusciamo ancora a scorgere. Gesù dalla croce invita ciascuno a mettere la sua croce in rapporto con la sua e a non disperare.

d.G.


5^ Domenica di Quaresima

5^ Domenica di Quaresima

03 Aprile 2022

LA MISERICORDIA CHE FA VIVERE

Il Signore apre ‘una strada nel mare e un sentiero in mezzo ad acque possenti’.
La novità del perdono ricostruisce un popolo, ridona la vita alla donna che tutti volevano condannare.
Gesù smaschera l’ipocrisia di chi condanna con disinvoltura gli altri per i loro peccati, con la pretesa di essere considerato giusto.
Invece tutti siamo peccatori.
Gesù giudica con chiarezza il peccato, e nello stesso tempo guarda con misericordia il peccatore.
Tutti abbiamo bisogno di essere guardati e di guardare con misericordia: domandiamo questo cuore mentre viviamo in casa, nel lavoro, in parrocchia…

R o m a

18 aprile 2022

lunedì dell’Angelo, il Papa ha convocato a Roma i giovani e gli adolescenti.

D’accordo con i genitori e i catechisti, abbiamo pensato di partecipare anche noi a questo evento
con i ragazzi che si stanno preparando ai Sacramenti dell’Iniziazione Cristiana,

il 18 e il 19 aprile 2022

Ci stiamo preparando con grande entusiasmo.

Se qualcuno è interessato c’è ancora qualche posto disponibile

Il cammino della Quaresima 

A livello Vicariale vengono proposte le
Stazioni Quaresimali

Martedì 5 aprile
ore 21,00 a Rosolina Mare

“Chiamati alla pienezza dell’Amore”
preparazione alla celebrazione
della Riconciliazione.

Domenica prossima, 10 aprile,
Domenica delle Palme

La celebrazione inizia

alle 9,00 Mea,
alle 10,30 San Bartolomeo
alle 11,00 Ca’ Cappellino.

Benedizione dell’olivo, processione,
Messa con lettura della Passione.
Viene preparato l’olivo benedetto
da portare nelle proprie famiglie.

Martedì 12 aprile ore 19.00

Conclusione delle Quarantore e
celebrazione del Sacramento della
Confessione con Assoluzione generale

 *****

Domenica 24 aprile ore 15

1^ Confessione dei ragazzi
di 3^ e 4^ elementare.

La misera e la Misericordia

Gesù nel tempio insegna una parola nuova nella quale spicca soprattutto il messaggio della misericordia: Siate misericordiosi … non giudicate … non condannate … (cfr. Lc 6,36-37). Alcuni scribi e farisei vogliono obbligare Gesù ad applicare queste sue parole. Gli portano una donna sorpresa in adulterio, gli ricordano che la legge di Mosè comanda di lapidarla e gli chiedono come devono comportarsi. Di fatto gli tendono un tranello che sembra senza via di uscita: se la perdona, Gesù si oppone alla Legge di Dio; se la condanna, cade in contraddizione con le parole che dice di pronunciare a nome di Dio. Gesù non risponde, abbassa la testa, si mette a scrivere per terra e solo in seguito alla loro insistenza dà la risposta: Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei. Gesù obbliga gli accusatori a riconoscersi per quello che sono: peccatori, chiamati a giudicare sé stessi e non gli altri. Gesù torna a scrivere per terra mentre gli accusatori se ne vanno uno dopo l’altro, a cominciare dai più anziani. Alla fine, rimangono solo Gesù e la donna: la miseria e la Misericordia (scrive S. Agostino), la debolezza umana e la bontà divina. La donna poteva andarsene contenta, rimane invece lì, forse per dire il suo grazie a colui che ora chiama Signore, e Gesù le dice: Neanche io ti condanno, va’ e d’ora in poi non peccare più.
Gesù è misericordia, condanna il peccato non il peccatore. Noi invece siamo così facili a condannare! L’abitudine di scagliare la pietra contro chi sbaglia è una tentazione irresistibile. Spesso sembra che non abbiamo altro da fare che scagliarci addosso la pietra della critica, della condanna. Si fa presto a scagliare una pietra, ma sappiamo tutti com’è difficile far ripercorrere alla pietra il cammino inverso, ottenere cioè che l’offesa o l’accusa venga dimenticata. La vita degli altri non si corregge e non si salva con la condanna. L’atteggiamento che Gesù ci suggerisce dinanzi agli sbagli dei fratelli è la misericordia, l’incoraggiamento, il promuovere la rinascita morale e spirituale della persona.
Ogni volta che ci presentiamo davanti al Signore nel sacramento della riconciliazione facciamo anche noi l’esperienza di quella donna. Gesù ci dona il suo perdono, ma ci affida anche un compito: camminare sulla via del bene. Non peccare più è un impegno serio ed esigente, che deve stare davanti a noi come obiettivo a cui tendere, come meta da raggiungere.

d.G.

Arrendersi o difendersi?

“Non pensi che la cosa migliore sarebbe arrendersi? Per evitare di spargere altro sangue, come dicono certi pacifisti?”

Forse questa è una domanda che si può fare in astratto, no il mio popolo non può arrendersi, perché in tutta la nostra storia, per moltissimo tempo siamo stati senza una patria, inglobati nell’impero russo, poi nell’URSS.
Adesso è un momento in cui non ci si può arrendere. L’avranno vinta solo arrivando a distruggere tutto il popolo, ma perdere la nostra terra ormai non si può. Non potremo più far parte della Russia… non è possibile nel vero senso della parola.
Perciò capisco che o la Russia distruggerà tutto il paese, farà terra bruciata, e allora non ci saranno più né gli ucraini, né l’Ucraina. O resistiamo. Vedo che è dura, che fa paura, è doloroso, non si capisce perché stia succedendo questo, perché muoiono tante persone, ma nessuno è disposto ad accettare, perché noi lottiamo per la nostra casa. In 28 anni è la prima volta che ho sentito un legame così forte con la mia terra, che è la mia casa. Io amo molto l’Europa, ho viaggiato, ma voglio tornare a casa, non sono disposta a restare a vivere qui. Anche se qui avete un livello molto più alto nel campo della medicina, dell’istruzione, della cultura, voglio tornare a casa, a Kiev, costruire il mio teatro, educare i miei figli e vivere nella mia terra; adesso si è risvegliata in me la sensazione di essere legata alla mia terra…

( l’intervista a Kristina Ursulijak da “La Nuova Europa” continua su Nuova Scintilla di questa settimana )


4^ Domenica di Quaresima

4^ Domenica di Quaresima

27 Marzo 2022

UN CUORE NUOVO
PER UN MONDO NUOVO

Il Vangelo ci fa rivivere l’esperienza del figlio che si disperde nella falsità dei sogni che illudono;
l’esperienza del padre che attende con pazienza e accoglie con misericordia;
l’esperienza del fratello, dominato da una giustizia solitaria e non misericordiosa.
In qualche modo ci possiamo ritrovare in ciascuna di queste persone.
Lasciamoci dominare dalla figura del Padre, rinnovando la nostra fiducia e speranza in Lui.
Domandiamo che la sua accoglienza e misericordia diventi anche nostra,
per rinnovare il volto della nostra famiglia, della comunità, della Chiesa e del mondo.

Il cammino della Quaresima 

A livello Vicariale vengono proposte le
Stazioni Quaresimali

Martedì 5 aprile
ore 21,00 a Rosolina Mare

“Chiamati alla pienezza dell’Amore”
preparazione alla celebrazione
della Riconciliazione.

La porticina del Tabernacolo

 della Chiesa di San Bartolomeo,
per l’usura del tempo,
necessita di un restauro.
Ringraziamo di cuore
chi desidera collaborare
per quest’opera della nostra Chiesa.

*****

Caritas interparrocchiale
di Porto Viro

organizza un incontro di formazione
martedì 29/03 alle ore 20,45
presso le nostre opere parrocchiali

Nelle domeniche di Quaresima,
alle ore 20,30
ci diamo ancora appuntamento
presso le Clarisse, per chiedere
e supplicare il dono della pace.
Confidiamo nella potente intercessione
della Vergine Maria, Regina della pace,
Madre di Gesù, nostra pace e nostra vita!
Pregheremo a volte con i Salmi a volte con il Rosario, facendoci voce di ogni fratello e sorella che in ogni parte della terra sperimenta odio e violenza.

 Il padre misericordioso

Il vangelo presenta una delle pagine più belle del terzo vangelo: la parabola del padre misericordioso, raccontata da Gesù in risposta a coloro che lo criticavano per il suo atteggiamento di accoglienza verso i peccatori. Ogni volta che cadiamo nel peccato facciamo anche noi l’esperienza del figlio prodigo, una esperienza di allontanamento da Dio. Rifiutiamo la sua paternità, ci sentiamo in grado di fare da soli. Ci illudiamo di poter essere veramente liberi, mentre in realtà diventiamo schiavi di noi stessi, dei nostri beni, della mentalità comune che giustifica tutto e tutti perché «tutti fanno così». Oggi, il Signore ci invita a ritornare a lui, per essere da lui accolti e rinnovati, per sperimentare la gioia di essere suoi figli. Figli veramente liberi da ogni compromesso con il male; liberi di costruire in pienezza la nostra esistenza continuando a camminare sulla via della Vita.
Confrontandoci con il figlio maggiore della parabola dobbiamo riconoscere che anche noi, spesso, siamo come lui: obbediamo a Dio, ma lo sentiamo come un tiranno; osserviamo la sua Legge, ma facendo solo il minimo indispensabile; lo invochiamo nella preghiera, ma solo per chiedere aiuto e mai (o quasi mai) per dire grazie. Se siamo così, il Signore ha qualcosa da dire anche a noi: ci chiama «figli», affinché non ci dimentichiamo che lui è nostro Padre e non il nostro padrone; ci ricorda che «noi siamo sempre con lui» e ci esorta a vivere uniti a lui; ci dice che «tutto ciò che è suo è anche nostro», perché siamo davvero suoi figli e ha a cuore il nostro bene e la nostra felicità. E, se siamo figli di un solo Padre, siamo anche fratelli fra noi, e quindi non dobbiamo rinnegare chi sbaglia, ma accoglierlo come un fratello, per riconoscerci, come lui, peccatori perdonati dal Padre e per fare festa con lui, che era morto ed è tornato in vita.
Noi a chi rassomigliamo? Al figlio minore, al maggiore o a tutti e due? Un dato è certo, ed è il messaggio centrale della parabola: Dio è buono, è misericordioso, non chiude mai la porta, la lascia socchiusa, attende il peccatore e ne festeggia il ritorno!

d.G.

DARE UN’ANIMA ALL’EUROPA

Tre rimbalzi in una settimana. Tre incontri che gettano nuove sementi nel cuore di una primavera straziata. Si comincia appunto il 21 marzo con la Veglia ecumenica per la pace, in una cattedrale invasa dal silenzio, pervasa dalle voci dei lettori e dei testimoni, percossa dal canto di Padre Michele, convinta dalla parola del vescovo Giampaolo. In seconda battuta, giovedì 24 la serata di preghiera con i missionari martiri.
Per ultimo, nel giorno dell’Annunciazione, tutti attorno a Papa Francesco che consacra al Cuore Immacolato di Maria Russia, Ucraina e l’intero mondo.
Che cosa abbiamo da fare dunque per questa umanità ferita dalla guerra, dilaniata dall’inganno e dalle contese? Le persone in fuga dall’Ucraina entrano nelle nostre case accanto alle donne che già assistono i nostri anziani e nelle scuole i nuovi bambini imparano il nostro alfabeto.
L’Ucraina è vicina. Le immagini degli edifici sventrati e delle piazze distrutte, dei volti arrossati dal freddo e dal pianto, soppiantano la delusione dell’Italia che perde i mondiali. Sentiamo nostro il disastro di questa guerra.
Eppure è appena un tassello di una guerra mondiale a pezzi. Dopo il passato delle guerre mondiali, delle violenze coloniali che hanno depredato intere civiltà, della disastrosa ‘esportazione della democrazia’ in varie parti del mondo, oggi si contano a decine le guerre che incendiano e opprimono paesi dell’Asia e dell’Africa e dell’America Latina, che uccidono e imprigionano la libertà e devastano l’ambiente.
Che cosa possiamo fare dunque? In una Europa che programmaticamente ha deciso di privarsi della sua anima, riducendosi allo scheletro dell’economia e dell’energia, possiamo donare il nuovo respiro della preghiera, la nuova speranza dei figli di Dio, il nuovo calore della fraternità cristiana. Possiamo domandare al Padre l’abbraccio di misericordia, allo Spirito di Dio il soffio di vita nuova, al Medico celeste il massaggio che risveglia il battito del cuore.
Per ridonare all’Europa l’anima che ha perduto.
Che cosa possiamo fare dunque? Possiamo fare i cristiani, possiamo essere cristiani.
Perché l’Europa viva, perché il mondo ritrovi la pace.


3^ Domenica di Quaresima

3^ Domenica di Quaresima

20 Marzo 2022

CAMMINO DI CONVERSIONE E DI PACE

Dio si rivela come salvatore.
Prende l’iniziativa chiamando Mosè a liberare il suo popolo.
Manda a noi il Figlio Gesù, con tutta pazienza e misericordia.
Ogni giorno il Signore ci accompagna nel cammino della conversione.
Viviamo senza lasciarci opprimere dalle cattive notizie di mali e di guerre, ma accogliendo il dono della speranza, fedeli al nostro compito quotidiano, aperti alla carità e accoglienza.
Per ricominciare nuovamente, lasciamoci abbracciare dalla sua misericordia nel sacramento della confessione.
Il mondo nuovo comincia con la nostra conversione.

Nelle domeniche di Quaresima, alle ore 20,30 ci diamo ancora appuntamento
presso le Clarisse, per chiedere e supplicare il dono della pace.
Confidiamo nella potente intercessione della Vergine Maria,
Regina della pace, Madre di Gesù, nostra pace e nostra vita!
Pregheremo a volte con i Salmi a volte con il Rosario, facendoci voce
di ogni fratello e sorella che in ogni parte della terra sperimenta odio e violenza.

Il cammino della Quaresima 

A livello Vicariale vengono proposte le
Stazioni Quaresimali

Martedì 22 marzo
ore 21,00 a Scalon
“Siate di  quelli che mettono in pratica
la Parola, e non ascoltatori soltanto,
illudendo voi stessi”
Vescovo Giampaolo Dianin.

*****

Martedì 5 aprile
ore 21,00 a Rosolina Mare

“Chiamati alla pienezza dell’Amore”
preparazione alla celebrazione
della Riconciliazione.

Incontro con genitori dei ragazzi
di 1^ media e 5^ elementare

Martedì 22 Marzo
dalle ore 18,30 alle ore 19,30
nella sala maggiore
delle opere parrocchiali.

*****

Al venerdì, prima della messa, alle 17,30
celebriamo in Chiesa, la Via Crucis.

Venerdì 25 Marzo
festa della Annunciazione del Signore,
faremo anche la
consacrazione al
Cuore Immacolato di Maria.

Padrone, lascialo ancora quest’anno

Il vangelo ricorda due fatti di cronaca. Alcuni Galilei avevano organizzato una rivolta contro i romani e per sfuggire alla cattura si erano rifugiati nel Tempio. I soldati romani, su ordine di Pilato, li avevano inseguiti, catturati e uccisi nei piazzali del Tempio, mescolando il loro sangue con quello degli animali offerti in sacrificio. Qualche tempo prima nei pressi della piscina di Siloe era crollata improvvisamente una torre e aveva ucciso diciotto operai. La gente ragionava così: se questi uomini sono morti in modo così violento e/o improvviso, significa che erano dei peccatori, per questo Dio li ha puniti. Gesù invece afferma che questi fatti non sono un castigo per i morti, ma un appello alla vigilanza e alla conversione per i vivi: Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. Non è vero che quegli uomini fossero particolarmente meritevoli di essere puniti, né è certo che Dio abbia voluto colpirli direttamente. Ciò che non lascia spazio a dubbi è che queste disgrazie improvvise possono capitare, e che l’unico atteggiamento intelligente, per chi ha fede, è vivere nella vigilanza, perché la vita è appesa a un filo che si può spezzare un qualunque momento.
Questo invito alla vigilanza e alla conversione è ribadito dalla parabola del fico sterile. Il centro della parabola è costituito dal dialogo tra il padrone e il contadino. Il padrone è convinto che ormai quell’albero occupi inutilmente dello spazio utile; il contadino al contrario pensa alla fatica che ha fatto e alla speranza che ha riposto su quella pianta, e chiede ancora un anno di tempo per vedere se darà frutti. Il fico è immagine dell’uomo, il contadino rappresenta invece il Signore che ci dona ancora un po’ di tempo; quel tempo che è l’intero arco della nostra vita, che va vissuta come momento favorevole per la nostra conversione, come momento propizio per una rinnovata adesione a Dio e alla sua volontà. Il tempo concesso, un solo anno, sottolinea l’urgenza della conversione e la necessità che la decisione non venga ulteriormente rimandata. Dio è paziente, ma non dobbiamo abusare della sua pazienza.
La Quaresima è il tempo adatto per una revisione profonda della nostra vita, per verificare la mèta verso la quale siamo diretti e, se necessario, per cambiare direzione.

d.G.

Venerdì 25 marzo, durante la celebrazione della Penitenza che presiederà alle 17 nella Basilica di San Pietro, Papa Francesco consacrerà al Cuore immacolato di Maria la Russia e l’Ucraina.

A Vatican News l’arcivescovo dell’arcidiocesi della Madre di Dio a Mosca, monsignor Paolo Pezzi, sottolinea che questo atto di consacrazione è un invito ad accendere la fiammella della speranza in un momento buio. Il significato di questa consacrazione, aggiunge monsignor Pezzi, è quello “di convertire i nostri cuori a Cristo”.

Il Papa ha deciso di rimettere tutto nelle mani di Maria. Cosa significa questo     affidamento alla Madonna?

È un periodo buio. Di cosa c’è bisogno quando c’è il buio? C’è bisogno di luci, almeno di fiammelle. La consacrazione è un invito ad accendere questa fiammella di speranza che non si è mai sopita nel nostro cuore, che non è mai sopita. Questo è anche il significato per cui il Papa può, con libertà e con forza, rivolgersi a tutta la Chiesa e chiedere, in particolare, che queste fiammelle di speranza si riaccendano nei popoli di Russia e Ucraina.

Quale è il senso e il significato di questo atto che Francesco compirà il 25 marzo a Roma, mentre a Fatima farà altrettanto il cardinale Krajewski?

Penso che sia un significato molto simbolico ed esortativo. Intanto, mi sembra significativo di per sé che il Papa abbia scelto di fare questa consacrazione sia a Roma sia a Fatima. Sappiamo benissimo che nel quarto messaggio, quello di luglio del 1917, Maria parlò esplicitamente della conversione della Russia. Il significato di questa consacrazione è proprio quello di convertire i nostri cuori a Cristo, di tornare a dare il posto a Cristo nella nostra vita. Cristo è il Principe della pace, Colui che – come dice San Paolo – ha riunito i popoli divisi, li ha riuniti in sé. E sappiamo che il Cuore immacolato di Maria è esattamente il modo attraverso cui la Madonna partecipa a queste sofferenze di Cristo che continuano a vivere laddove non c’è pace, laddove non c’è amicizia tra gli uomini. In un certo senso, è come il voler consegnare questi popoli, in particolare, a ciò che di più intimo c’è nella Vergine e come specchio della Trinità potremmo dire nel cuore stesso di Dio. È come un invito a essere anche noi presi dentro questo magnete d’amore che è la croce.


2^ Domenica di Quaresima

2^ Domenica di Quaresima

13 Marzo 2022

UNA GRANDE PROMESSA

Questa seconda domenica di Quaresima ci dona una grande promessa.
Come ad Abramo, la promessa del futuro.
Come agli apostoli, la presenza del Signore piena di bellezza anche nella vita presente; la promessa della gloria finale con il Signore (2.a lettura).
Possiamo scendere dal monte e percorrere i sentieri accidentati della vita con uno sguardo illuminato e un cuore consolato.
Con questo sguardo e questo cuore viviamo le nostre giornate, aprendoci con generosità e fiducia ai fratelli vicini e a quelli che ci raggiungono da lontano.

Nelle domeniche di Quaresima, alle ore 20,30 ci diamo ancora appuntamento
presso le Clarisse, per chiedere e supplicare il dono della pace.
Confidiamo nella potente intercessione della Vergine Maria,
Regina della pace, Madre di Gesù, nostra pace e nostra vita!
Pregheremo a volte con i Salmi a volte con il Rosario, facendoci voce
di ogni fratello e sorella che in ogni parte della terra sperimenta odio e violenza.

Il cammino della Quaresima 

A livello Vicariale vengono proposte le
Stazioni Quaresimali

Martedì 22 marzo
ore 21,00 a Scalon
“Siate di  quelli che mettono in pratica
la Parola, e non ascoltatori soltanto,
illudendo voi stessi”
Vescovo Giampaolo Dianin.

*****

Martedì 5 aprile
ore 21,00 a Rosolina Mare

“Chiamati alla pienezza dell’Amore”
preparazione alla celebrazione
della Riconciliazione.

Quaresima di Carità 2022 

Su Nuova Scintilla di questa settimana
ci sono diverse indicazioni di carità
in favore dei profughi ucraini

Celebrazione dei sacramenti
dell’iniziazione cristiana
 

domenica 8 maggio alle ore 18

Il suo volto cambiò d’aspetto

La trasfigurazione di Gesù avviene pochi giorni dopo il primo annuncio della passione. I discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni, scoraggiati e delusi di fronte alla prospettiva della morte violenta di Gesù, vengono sostenuti e incoraggiati da questa esperienza eccezionale, che mostra loro chi è veramente Gesù e qual è il suo vero e ultimo destino. Accanto a Gesù appaiono Mosè ed Elia, per indicare che in Gesù si realizza quanto annunciato nella Legge (Mosè) e nei profeti (Elia). Al culmine della trasfigurazione risuona la voce di Dio: Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo! La voce dalla nube invita a porsi in ascolto di Gesù, perché in lui è Dio che parla, è Dio che fa conoscere la sua volontà. La sua è una Parola che rischiara il cammino e dà senso alla vita. È una Parola che dona la vera sapienza, la capacità di cogliere il senso vero e profondo delle realtà che ci circondano.
Gesù prima della trasfigurazione si raccoglie in preghiera. È un momento di incontro con il Padre e di ricarica spirituale per ricevere la forza di portare a compimento la missione ricevuta. Questa esperienza di incontro con Dio è possibile anche per noi, se ci impegniamo a crearne le condizioni: Dio non lo si incontra nella confusione, nel rumore, nel caos, nell’attivismo frenetico delle nostre giornate, ma nel silenzio, nella quiete, nella preghiera. Il silenzio, il rientrare in noi stessi ci pone nella condizione ideale per vivere l’esperienza dell’incontro con Dio. La preghiera è un’esperienza di incontro con il Signore ma non dispensa dallo sforzo e non pone nella beata speranza dell’intervento di Dio. La preghiera – come l’episodio della trasfigurazione – ci ricarica e rimanda più agguerriti alle cose di ogni giorno, perché grazie a essa la nostra debolezza sposa la forza stessa di Dio. Gli ostacoli restano, siamo noi che grazie a Dio siamo cambiati e messi in grado di affrontare le difficoltà e vincerle.
Il racconto della trasfigurazione ha sullo sfondo la croce: alla gloria si arriva passando attraverso la sofferenza e la croce. Questo è stato il progetto di Dio sulla vita di Gesù, ed è anche il progetto di Dio sulla nostra vita: senza la croce, senza affrontare la vita in modo che diventi obbedienza a Dio non ci sarà trasfigurazione né risurrezione.

d.G.

Percorso di preparazione
al matrimonio: 

Contarina – San Bartolomeo

Mercoledì 16, 23, 30 marzo ore 20,45
Mercoledì 6 aprile ore 20,45

Maria
Colei che è tutta speranza

Ci sono dei giorni in cui i patroni e i santi
non bastano,
i più grandi patroni e i più grandi santi.
I patroni ordinari, i santi ordinari.
E in cui bisogna salire, salire ancora, salire sempre;
sempre più in alto, e andare e andare.
Fino all’ultima santità, l’ultima purezza,
l’ultima bellezza, il patronato ultimo.
Allora bisogna prendere il coraggio a due mani.
E rivolgersi direttamente a colei
che è al di sopra di tutto.
Essere arditi. Una volta.
Rivolgersi direttamente a colei che è infinitamente bella.
Perché anche infinitamente buona.
A colei che intercede.
La sola che possa parlare con l’autorità di una madre.
A colei che è tutta Fede e tutta Carità: perché è anche tutta Speranza.
A colei che è infinitamente celeste:
perché è anche infinitamente tra di noi.
A colei che è la madre e la regina degli angeli.
Perché è anche la madre e la regina degli uomini.
A tutte le creature manca qualcosa,
e non soltanto di non essere Creatore.
A quelle che sono carnali, lo sappiamo, manca di essere pure.
ma a quelle che sono pure, bisogna saperlo, manca d’essere carnali.
Una sola è pura essendo carnale.
Una sola è carnale insieme essendo pura.
E’ per questo che la santa vergine
non è solo la più grande benedizione
che sia caduta sulla terra.
Ma la più grande benedizione stessa
che sia scesa in tutta la creazione.
Lei non è solo la prima tra tutte le donne.
Benedetta fra tutte le donne,
lei non è solo la prima fra tutte le creature,
lei è una creatura unica,
infinitamente rara.

Charles Pèguy