3^ Domenica del tempo ordinario

3^ Domenica del tempo ordinario

23 Gennaio 2022

Domenica della Parola di Dio

Formidabile l’inizio del Vangelo di Luca, che dobbiamo ringraziare per la sua attenta documentazione.
Bellissimo l’inizio del ministero di Gesù  nella sinagoga di Nazaret, dove si fa riconoscere per colui che compie la promessa di salvezza.
Gesù è presente e ci parla nella assemblea eucaristica e si comunica a noi.
Abbiamo un punto a cui guardare e al quale affidarci, per rinnovare la fede e insieme un retto giudizio sulle cose del mondo.
Siamo lieti, come gli ebrei che esultano per aver ritrovato il libro della Parola dopo l’esilio.
Il Maestro, il Salvatore, la Parola viva è con noi, ci accompagna e ammaestra.

Presso il monastero  delle Clarisse
23 gennaio 2022
domenica della Parola di Dio

ore   7,30   S. Messa con intronizzazione della Parola
ore   9,15   Ufficio delle Letture
ore 17,30   Celebrazione della Parola ascoltando alcuni brani del Vangelo secondo Luca
ore 18,15   Secondi Vespri

La Diocesi di Chioggia saluta
Mons. Adriano Tessarollo
domenica 23 gennaio 2022
nella Cattedrale di Chioggia

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Il nuovo Vescovo farà l’ingresso
in Diocesi di Chioggia
domenica 30 gennaio 2022.

 

°°°°°°°°°°

 

Nelle 3 domeniche
del mese di gennaio (16, 23, 30)
interessate all’avvicendamento
dei Vescovi, sarà celebrata
in tutta Porto Viro
una sola messa vespertina
a Donada alle ore 18,30

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Percorsi di preparazione
al matrimonio:

 Parrocchia  di Rosolina
Sabato 15, 22, 29 gennaio
e 5, 12, 19 febbraio.

 Contarina – San Bartolomeo

Mercoledì 2, 9, 16, 23, 30 marzo
e  6 aprile.

Oggi si è compiuta questa Scrittura

Il vangelo presenta due brani: il prologo (1,1-4) e l’inizio dell’attività pubblica di Gesù nella sinagoga di Nazareth (4,14-21). Nel prologo al vangelo Luca precisa argomento, fonti, metodo e scopo del suo lavoro. L’«argomento» sono i fatti che riguardano la vicenda di Gesù di Nazareth; le «fonti» sono la tradizione e i vari tentativi di stesura scritta; il «metodo» è quello dello storico che, oltre a documentarsi con indagini accurate, espone in modo chiaro il frutto delle sue ricerche; lo «scopo» si ricava dalla dedica: Teofilo deve riconoscere la solidità dell’insegnamento che ha ricevuto.
Nel secondo brano, Gesù si presenta come colui che compie le Scritture: Oggi si è compiuta questa Scrittura. La salvezza non è più una promessa rinviata a un futuro lontano, ma una realtà, un fatto concreto che si adempie oggi «nelle orecchie di chi ascolta». Il brano di Isaia che Gesù legge non è più una speranza che orienta l’ascoltatore a un futuro migliore e/o lo dispone all’attesa del tempo messianico quando tutto si realizzerà, sulla bocca di Gesù si trasforma nella salvezza che Dio offre «oggi» a tutti. La salvezza annunciata nelle pagine del vangelo non è un insieme di belle parole, ma «un fatto» concreto.
La parola di Gesù però diviene fonte di salvezza solo se la si accoglie con fede, se la si mette in pratica con coerenza. Un proverbio dice: «tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare», ebbene ogni cristiano è chiamato a colmare questa distanza, a darsi da fare per arrivare all’equazione tra parola e vita. La parola di Gesù non va dimenticata quando si varca in uscita la porta della chiesa, ma è, e deve essere, lampada per i nostri passi e luce sul nostro cammino (Sal 119,105), deve essere meditata e custodita nel cuore. La Parola di Dio deve diventare sorgente di rinnovamento per il mondo in cui viviamo. Bisogna imparare a confrontarsi con la Parola e lasciarsi guidare e contestare da essa. Solo allora Dio diviene la nostra guida, e solo allora siamo davvero in stato di vera conversione.

d.G.

 

Il passaggio da un vescovo all’altro, che senso ha, quale valore comunica? La Diocesi di Chioggia ha una lunga storia, percorsa da 80 vescovi. Ora, dopo il commiato del vescovo Adriano, segue l’accoglienza del vescovo Giampaolo. Nelle vicende del tempo, il vescovo accompagna un popolo che vive e lavora, sul mare, in laguna, nei fiumi, nei campi, tra guerre e alluvioni, carestie e pestilenze, imprese e sviluppo, santità e peccato, dedizione ed egoismo. Il vescovo costituisce il punto di convergenza di un popolo, l’attracco della fede di ciascuno, la strada da percorrere per risalire alla sorgente del Mistero che ci salva. Siamo di Gesù Cristo perché apparteniamo alla chiesa, con i Sacramenti che fanno vivere e la Parola che illumina. Cristo è un avvenimento presente non per una nostra immaginazione, ma per un fatto che sale lungo la storia e scende dal cielo con la grazia dello Spirito Santo…

 (dall’editoriale di Nuova Scintilla)


2^ Domenica del tempo ordinario

2^ Domenica del tempo ordinario

16 Gennaio 2022

LO SPOSO CHE CI AMA

Non abitiamo una terra abbandonata e devastata, ma una terra chiamata Mia Gioia e Sposata.
Gesù alla festa di nozze è segno di questa benevolenza di Dio per noi.
E’ Lui lo sposo fedele che ci ama e accompagna.
Lo troviamo riflesso nei pastori che in Lui si identificano.
Come il nuovo vescovo di Chioggia, Giampaolo Dianin, che oggi viene consacrato, e che ha scelto come motto SICUT ET CHRISTUS DILEXIT ECCLESIAM: Come anche Cristo ha amato la Chiesa.
Accogliamo Cristo nelle nostre famiglie, nelle comunità, nella vita, nelle amicizie: Cristo, fattore di unità e missione.

  • Padri e madri oggi. Anche con l’adozione. pag. 4

  • I Santi della settimana. pag. 10

  • Perché avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica? pag. 11

Questa domenica 16 gennaio 2022
alle ore 16,30

nella Cattedrale di Padova riceve
l’ordinazione episcopale

Mons. Giampaolo Dianin

nuovo Vescovo di Chioggia
(diretta TV su Telechiara canale 14)

 

Nelle 3 domeniche
del mese di gennaio (16, 23, 30)
interessate all’avvicendamento
dei Vescovi, sarà celebrata
in tutta Porto Viro
una sola messa vespertina
a Donada alle ore 18,30

 

Dal 18 al 25 gennaio
Settimana di preghiera
per l’unità dei cristiani

Nella Messa delle 18 ci uniamo
a questa grande intenzione
di preghiera che da più di 110 anni
tutta la Chiesa e le altre confessioni
cristiane presentano al Signore.

Percorsi di preparazione
al matrimonio:

 Parrocchia  di Rosolina
Sabato 15, 22, 29 gennaio
e 5, 12, 19 febbraio.

 Contarina – San Bartolomeo

Mercoledì 2, 9, 16, 23, 30 marzo
e  6 aprile.

Qualsiasi cosa vi dica, fatela!

.

Gesù insieme a Maria e ai discepoli è invitato a una festa di nozze a Cana di Galilea. Nel corso della festa viene a mancare il vino. Di fronte a questa situazione incresciosa, Maria interviene ed espone la necessità a Gesù. La risposta di Gesù è sconcertante: «con quale diritto mi rivolgi questa richiesta?». Gesù motiva questa dura risposta affermando che non è ancora giunta la sua «ora». Maria, però, nella sua sensibilità materna ha capito che Gesù interverrà e, in forma discreta, facilita l’opera del figlio dicendo ai servi: Qualsiasi cosa vi dica, fatela. Queste parole di Maria esortano a porsi in ascolto della parola di Gesù.
La trasformazione dell’acqua in vino da parte di Gesù è un segno del passaggio dalla vecchia alla nuova alleanza. Le sei anfore di pietra sono simbolo della Torah (= della Legge): Gesù cambia il contenuto della Legge, dona all’uomo la rivelazione ultima e definitiva di Dio. Le anfore sono riempite fino all’orlo, cioè con Gesù la rivelazione raggiunge il suo culmine, non ci sarà più nulla da aggiungere. L’evangelista chiude l’episodio scrivendo: Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui. Le nozze di Cana sono il primo dei «segni» attraverso i quali Gesù manifesta la vera identità della sua persona e le intenzioni di Dio nei confronti dell’umanità. Su indicazione del Battista i discepoli si erano messi al seguito di Gesù, ma non avevano ancora compreso chi si nascondesse nella persona del loro nuovo maestro, solo adesso si afferma che essi «credettero in lui». Il «segno» dell’acqua mutata in vino, aiuta i discepoli a comprendere che Gesù è il Messia, lo Sposo messianico colui che dona la rivelazione piena e definitiva di Dio all’uomo.

d.G.

I gesti e i segni dell’ordinazione  episcopale

Il primo gesto che il candidato all’episcopato compie è quello di prendere pubblicamente gli impegni inerenti al ministero che andrà poi a svolgere come vescovo e pastore di una Chiesa diocesana.
In piedi, rivolto verso i tre vescovi consacranti, risponderà affermativamente a nove domande che gli verranno poste in un crescendo nell’intensità delle richieste.
Seguirà poi una seconda parte con la prostrazione a terra.
Dopo il canto delle litanie i vescovi presenti imporranno le mani sul capo dell’Ordinando.
Durante la preghiera di ordinazione viene tenuto aperto il libro dei Vangeli sul capo dell’Ordinando.
Quindi l’unzione del capo, con il sacro Crisma, del nuovo Vescovo,
la  consegna del Vangelo,
la consegna dell’anello,
l’imposizione della mitria,
infine la consegna del pastorale.


Battesimo del Signore

Battesimo del Signore

9 Gennaio 2022

La vita nuova del Battesimo

La festa del Battesimo di Gesù ci conduce a prendere coscienza del nostro Battesimo con il quale è iniziata la nostra storia di fede.
Inseriti in Cristo, facciamo parte del suo Corpo che è la Chiesa e veniamo introdotti a una vita nuova.
Un nuovo senso del vivere, un nuovo pensiero, una nuova considerazione per gli altri, per le circostanze che accadono, per il nostro destino finale.
Siamo figli amati e accompagnati dalla sua grazia, attesi nella sua casa.
Una vita ricca di presenza e di speranza.

L’ordinazione episcopale di
Mons. Giampaolo Dianin
avverrà domenica
16 gennaio 2022
nella Cattedrale di Padova.

La Diocesi di Chioggia saluta
Mons. Adriano Tessarollo
domenica 23 gennaio 2022
nella Cattedrale di Chioggia.

Il nuovo Vescovo farà l’ingresso
in Diocesi di Chioggia
domenica 30 gennaio 2022

Nelle 3 domeniche
del mese di gennaio (16, 23, 30)
interessate all’avvicendamento
dei Vescovi,
sarà celebrata in tutta Porto Viro
una sola messa vespertina
a Donada alle ore 18,30


Percorsi di preparazione
al matrimonio:

 Parrocchia  di Rosolina
Sabato 15, 22, 29 gennaio
e 5, 12, 19 febbraio.

 Contarina – San Bartolomeo

Mercoledì 2, 9, 16, 23, 30 marzo
e  6 aprile.

Ringraziamo di cuore tutte
le Persone e le Attività che
si sono prestate per la buona
riuscita della
“lotteria della befana”
e per tutti i parrocchiani che hanno
colto l’occasione del Natale
per sostenere la propria parrocchia.

Rinati a vita nuova

La festa del battesimo di Gesù ci invita a riandare al nostro battesimo e agli impegni che ne derivano. Agli inizi del cristianesimo il battesimo veniva conferito solo agli adulti e dopo un lungo periodo di preparazione (catecumenato); non era visto come un rito o una cerimonia, ma come un nuovo stato di vita, un nuovo modo di condurre la vita di ogni giorno. Oggi purtroppo il Battesimo corre il rischio di essere ridotto a un atto formale che registra tra gli appartenenti alla religione cristiana. Il battesimo deve invece tornare a essere ciò che era nei primi secoli di vita della Chiesa: un nuovo modo di vivere e realizzare la propria vita, un impegnarsi a rendere Cristo modello della propria esistenza. Vivere il Battesimo significa sentirsi apostoli e collaboratori di Dio per la salvezza dei fratelli, persone che gridano la propria fede con la testimonianza della parola e della vita. Nel battesimo anche a noi Dio dice: Tu sei mio figlio, io ti ho scelto. Dio, nella sua bontà, ci sceglie per essere suoi figli, e questa scelta è allo stesso tempo un atto di fiducia e una responsabilità.
A noi è affidato l’impegno di riscoprire ogni giorno la nostra condizione di battezzati e il dono dello Spirito che abbiamo ricevuto all’inizio della nostra vita cristiana. Con questo dono, è possibile affrontare con fiducia le difficoltà della vita; è possibile combattere il male e il peccato che ci separano da Dio e dal prossimo; è possibile camminare sulla via del bene, nell’ob­bedienza al Padre e alla sua Parola di verità. Lo Spirito è il segno che il Signore è il «Dio con noi», colui che dà significato al nostro impegno, anche e soprattutto quando ci sembra di essere soli e smarriti, quando ci sembra di essere insignificanti come una goccia d’acqua che si perde nell’oceano. Ma, come amava dire Madre Teresa di Calcutta, se quella goccia d’acqua non ci fosse, all’oceano mancherebbe qualcosa.
L’evangelista Luca, nella presentazione del Battesimo di Gesù, si sofferma su un particolare: lo Spirito scende su Gesù mentre sta pregando. Anche a Pentecoste avvenne la stessa cosa: mentre la giovane Chiesa era riunita in preghiera, lo Spirito scese su di essa. Anche oggi la preghiera continua a essere lo spazio privilegiato del dono dello Spirito che dona la forza di vivere e testimoniare il proprio battesimo.

d.G.


Ecco il Natale

Ecco il Natale

25 dicembre 2021

Ecco, è Natale. E’ esploso nelle luci delle strade e nelle vetrine dei negozi; s’è acceso nel desiderio di buona salute e di libertà.
L’abbiamo atteso in un filo di ansiosa speranza che ci ha condotto a questo giorno, il giorno di Natale.

Ma lui, il Natale, cos’è? L’annuncio misterioso che sorprende una ragazza di Nazaret e sconvolge la vita del promesso sposo Giuseppe; germoglia nel grembo della giovane sposa, e nasce nella periferia di Betlemme. Un avvenimento che tocca la vita di chi lo incontra come maestro, medico, amico, e lo riconosce come Figlio di Dio.
Una Presenza che attraversa la storia, e arriva fino ad oggi, raggiunge me, te e tante persone con noi.

Non viviamo solo dei riflessi della sua luce, non respiriamo appena la dolcezza dell’aria natalizia, non ci riscalda soltanto l’emozione di un buon sentimento. “In manibus nostris sunt codices, in oculis nostris facta”, scrive Sant’Agostino: abbiamo in mano i libri dei Vangeli che raccontano, abbiamo negli occhi i fatti, il fatto della sua Presenza, della sua Persona.
Come Maria e Giuseppe, i pastori e i magi, gli apostoli e le donne, i santi e poveri, i peccatori e i malati, anche noi oggi lo incontriamo. Più che in un presepio vivente, Egli è un fatto che accade e tocca oggi la nostra vita. Diventa un Amico, un Amore, una Compagnia, nel volto di nostra madre e di nostro padre, nella comunità chiamata Chiesa, nella mano tesa del povero e nel sospiro dell’anziano.
Egli è qui, come il primo giorno, come il primo Natale.
Dentro gli avvenimenti della vita, Egli è l’Avvenimento che ci incontra e ci salva. Egli è il Natale, Natale è Gesù.

BUON NATALE!!!!

Ringraziamento

Ringrazio tutte le persone che, in un periodo di difficoltà come quello
che stiamo attraversando, collaborano in diversi modi
alle necessità della nostra Chiesa.

FESTE  del
Santo  NATALE
Venerdì 24 Dicembre
Vigilia di Natale

Ca’ Cappellino:
ore 21.00 S. Messa della Notte Santa
San Bartolomeo:
ore 23.30 Veglia di Natale
con Canti e Letture
ore 24.00 Santa Messa
della Notte di Natale

Sabato 25 dicembre
SANTO NATALE

San Bartolomeo ore 8.30; 10.30; 18.00
Mea ore 9.00  Ca’ Cappellino  ore 11.00

Domenica 26 dicembre
Santo Stefano

L’orario delle S.S. Messe è quello festivo

Venerdì 31 dicembre

San Bartolomeo ore 18.00
S. Messa di ringraziamento
con il canto del Te Deum

Sabato 1 gennaio 202
Maria SS.ma Madre di Dio

SS. Messe: San Bartolomeo
ore 10.30; 18.00 con il Veni Creator
Mea ore 9.00 – Ca’Cappellino ore 11.0

Giovedì 6 gennaio
Epifania del Signore

SS. Messe: San Bartolomeo
ore 8,30; 10,30; 18.00
Mea ore 9.00; Ca’ Cappellino ore 11.00


4^ Domenica di Avvento

4^ Domenica di Avvento

19 dicembre 2021

GESU’ ACCOLTO E
TESTIMONIATO

Gesù accolto da Maria, viene portato a incontrare Elisabetta e Giovanni: è il primo annuncio della presenza del Salvatore nel mondo. Oggi Gesù si dona per essere accolto da ciascun cristiano e dalla Chiesa intera e annunciato e portato agli uomini e alle donne di oggi. Gesù riconosciuto e manifestato nella casa di Zaccaria ad opera di due donne, oggi può essere accolto nella nostra casa e nella casa del mondo: ai nostri familiari, amici, colleghi. La più grande carità è portare Cristo. Cominciamo con il dare al Natale del Signore il suo vero nome.

“Il presepe è l’immagine del paradiso:
La nascita di questo bambino cambia il destino di tutti noi:
la nostra vita è destinata, all’eternità, alla pienezza”

Buon Natale
Don Alfonso, Don Gastone, le Suore

 FESTE  del  Santo  NATALE
Venerdì 24 Dicembre Vigilia di Natale

Ca’ Cappellino: ore 21.00 S. Messa della Notte Santa
San Bartolomeo: ore 23.30 Veglia di Natale con Canti e Letture
ore 24.00 Santa Messa della Notte di Natale

Sabato 25 dicembre SANTO NATALE

San Bartolomeo ore 8.30; 10.30; 18.00
Mea ore 9.00  Ca’ Cappellino  ore 11.00

Domenica 26 dicembre, Santo Stefano

L’orario delle S.S. Messe è quello festivo

Venerdì 31 dicembre

San Bartolomeo ore 18.00
S. Messa di ringraziamento con il canto del Te Deum

Sabato 1 gennaio 202 Maria SS.ma Madre di Dio

SS. Messe: San Bartolomeo ore 10.30; 18.00 con il Veni Creator
Mea ore 9.00 – Ca’Cappellino ore 11.0

Giovedì 6 gennaio, Epifania del Signore

SS. Messe: San Bartolomeo ore 8,30; 10,30; 18.00
Mea ore 9.00; Ca’ Cappellino ore 11.00

Novena di Natale

da Giovedì 16 è iniziata
la Novena di Natale.

Sono i nove giorni che aiutano,
attraverso il canto e le letture,
a preparare il Natale del Signore.
Ci diamo appuntamento alla messa delle 18
per vivere insieme questo grande momento.

CONFESSIONE NATALIZIA

“… anche in occasione di questo Natale, rinnovo l’opportunità e l’invito a celebrare il Sacramento della Riconciliazione nella forma della celebrazione della Parola e dell’Assoluzione pubblica. E’ un atto comunitario nel quale ciascuno di noi, celebra l’amore misericordioso del Signore, riconosce gli atteggiamenti e le azioni che allontanano da Dio e dai fratelli (peccato) ed esprime il serio impegno a ‘ritornare’ all’obbedienza a Lui e all’amore ai fratelli (conversione). Rimane sempre la possibilità, per chi lo desidera, di richiedere la confessione individuale ai propri sacerdoti, compatibilmente con la situazione di pandemia”. (Vescovo Adriano)

Nella Chiesa di San Bartolomeo:

preparazione comunitaria
martedì 21 dicembre ore 18,45

celebrazione pubblica con Assoluzione
giovedì 23 dicembre ore 18,45

Ringraziamento

Ringrazio tutte le persone che,
in un periodo di difficoltà come quello
che stiamo attraversando,
collaborano in diversi modi
alle necessità della nostra Chiesa.

François Xavier Van Thuan

François Xavier Van Thuan nacque a Ph Cam in Vietnam, il 17 aprile 1928, da una famiglia cattolica. Entrato adolescente in Seminario, venne ordinato sacerdote nel 1953 e proseguì gli studi a Roma.
Una volta tornato in patria, divenne docente in Seminario, poi Vicario generale della diocesi di Huè e nel 1967 vescovo titolare della diocesi di Nha Trang. Il 15 agosto 1975, poco dopo essere stato nominato da papa Paolo VI arcivescovo coadiutore di Saigon, venne convocato con un pretesto dalle autorità comuniste e accusato di essere una spia al servizio del Vaticano e delle potenze straniere. Iniziò così il suo travagliato percorso, durato 13 anni, tra domicili coatti, celle d’isolamento, campi di prigionia  e torture di ogni sorta, costantemente illuminato da un’incrollabile  speranza.
Il 21 novembre 1988 venne finalmente liberato; espulso dal paese, riparò a Roma, dove papa Giovanni Paolo II lo nominò Presidente della Commissione Giustizia e Pace della Santa Sede. Fu voluto dallo stesso Pontefice come predicatore degli Esercizi spirituali per la Curia Romana nella Quaresima del 2000 e venne creato cardinale nel Concistoro del 21 febbraio 2001. Proprio mentre si preparava alla cerimonia, ricevette gli esiti di alcuni esami; aveva un cancro molto raro che lo portò alla morte il 16 settembre 2002.
La sua causa di beatificazione, ottenuto il nulla osta l’8 marzo 2010, si è svolta nel Vicariato di Roma dal 22 ottobre 2010 al 5 luglio 2013 ed è stata convalidata il 22 novembre dello stesso anno.
Il 4 maggio 2017 papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui è stato dichiarato Venerabile.
I suoi resti mortali riposano dall’8 giugno 2012 nella chiesa di Santa Maria della Scala a Roma

Fede e servizio

La protagonista di questa ultima domenica di Avvento è Maria. È lei che ha preparato la nascita storica di Gesù, ed è lei che può insegnarci a passare dall’attesa all’accoglienza di Colui che ancora una volta torna in mezzo a noi. Nell’episodio della visita di Maria alla cugina Elisabetta è bello cogliere il bisogno di Maria di fare qualcosa per rendere operante la sua fede. Maria, appena uscita dal dialogo dell’annunciazione, si ritrova la gioia di chi ha incontrato Dio ed è impaziente di comunicare la sua gioia. Il suo è un gesto di servizio ma nello stesso tempo anche di testimonianza. La «fretta» di Maria è la fretta di chi ha intuito la necessità di una occasione da non perdere, e agisce con spirito di disponibilità e servizio. Spesso l’occasione di fare il bene ci passa accanto in modo inatteso; perciò, certe decisioni bisogna prenderle in un attimo. Un «sì» generoso può orientare in modo esaltante tutta la vita, un «no» detto oggi può chiudere il nostro cuore a tante altre esperienze positive.
L’incontro di Maria con Elisabetta mette in rilievo la grandezza dell’atto di fede che Maria ha com­piuto, si è fidata della Parola di Dio, non si è fermata neanche davanti all’inspiegabile. Prima ancora di accogliere Gesù nel suo seno, Maria lo ha accolto nella fede. Di qui la beatitudine che Elisabetta le rivolge: Beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto. La grandezza di Maria è legata alla sua fede: è beata perché ha creduto. Come Abramo si è fidata di Dio. Il brano evangelico si chiude con i primi versetti del «Magnificat»: L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. Maria è stupita e ammirata che proprio su di lei, giovane donna di un umile villaggio della Galilea, sia caduta la scelta di Dio che la rende madre del Messia, ed è per questo che canta la bontà e grandezza di Dio.
Questa pagina evangelica mette in luce tre importanti atteggiamenti di Maria: la fede, il servizio e la preghiera, atteggiamenti che devono caratterizzare anche il cammino della nostra vita. Poniamoci alla scuola di Maria!

d.G.


3^ Domenica di Avvento

3^ Domenica di Avvento

12 dicembre 2021

INCONTRO AL SIGNORE

Giovanni Battista ci invita ad attendere la venuta del Signore con le opere della giustizia e della carità.
Egli riconosce che Colui che deve venire è più grande di lui.
Non basteranno dunque le nostre pur necessarie buone opere a salvarci.
Occorre aprire il cuore e la mente per accogliere il Signore che viene.
La vera conversione comincia dagli occhi e dal cuore, riconoscendo il Signore che ci viene incontro nelle occasioni della vita e si manifesta in coloro che lo annunciano e lo testimoniano.

CONFESSIONE NATALIZIA

“… anche in occasione di questo Natale, rinnovo l’opportunità e l’invito a celebrare il Sacramento della Riconciliazione nella forma della celebrazione della Parola e dell’Assoluzione pubblica. E’ un atto comunitario nel quale ciascuno di noi, celebra l’amore misericordioso del Signore, riconosce gli atteggiamenti e le azioni che allontanano da Dio e dai fratelli (peccato) ed esprime il serio impegno a ‘ritornare’ all’obbedienza a Lui e all’amore ai fratelli (conversione). Rimane sempre la possibilità, per chi lo desidera, di richiedere la confessione individuale ai propri sacerdoti, compatibilmente con la situazione di pandemia”. (Vescovo Adriano)

 Nella Chiesa di San Bartolomeo:

preparazione comunitaria martedì 21 dicembre ore 18,45
celebrazione pubblica con Assoluzione giovedì 23 dicembre ore 18,45

Il cammino dell’Avvento

Egli è qui come il primo giorno”

16 dicembre, ore 20,45
Chiesa di Rosolina

Incontro con
Stefano Vitali

miracolato dalla Beata Sandra Sabatini
proclamata Beata il 24 ottobre 2021
nella cattedrale di Rimini.

Novena di Natale

Giovedì 16 iniziamo
la Novena di Natale.

Sono i nove giorni che aiutano,
attraverso il canto e le letture,
a preparare il Natale del Signore.
Ci diamo appuntamento alla messa delle 18
per vivere insieme questo grande momento.

UNA CARITAS CITTADINA:
A PORTO VIRO SI PUO’?

 17 dicembre, ore 20,30
presso l’Oratorio di San Giusto

Benedizione del
Bambinello

Domenica 19 dicembre

alla messa delle ore 10,30
a san Bartolomeo,
alle ore 9 a Mea
alle ore 11 a Ca’ Cappellino
che verrà posto nel presepio o in qualche
posto dignitoso della propria casa.

Il Signore è vicino

Varie categorie di persone si rivolgono al Battista e gli chiedono: Che cosa dobbiamo fare? Coloro che avevano accolto l’invito alla conversione ora chiedono cosa significhi convertirsi, cosa fare per trasformare la Parola di Dio in vita nuova che manifesti la volontà di cambiamento. Giovanni invita folle, pubblicani e soldati a cambiare atteggiamento nei confronti del prossimo, a vedere negli altri non persone da sfruttare o nemici da vincere, ma fratelli da amare e con i quali camminare insieme. Permettere al Signore di entrare nella propria vita significa condividere le necessità dei fratelli, spezzare il pane con l’affamato, aiutare chi soffre, vivere la giustizia, vedere l’autorità come servizio e non come esercizio di potere. Giovanni Battista non chiede di imitare la sua vita austera e ritirata nel deserto, chiede invece di dare valore e significato alla propria vita, riconoscendo in essa un dono di Dio, un segno del suo amore, una opportunità per migliorare se stessi e il mondo in cui si vive.
Nella parte finale del vangelo si passa dal livello dell’azione (Che cosa dobbiamo fare?) a ciò che è più fondamentale: Giovanni Battista è il Messia o no? E’ la «Parola» o è soltanto la «voce»? Il dito del Battista puntato verso Gesù – così come lo presenta l’iconografia cristiana – indica l’«Unico» al quale vale la pena di guardare per scommettere su di lui il senso della vita, e ci dice anche i motivi per cui dobbiamo fare questo: Gesù è il più forte, in lui risiede la potenza di quel Dio che è sempre più grande dell’uomo e delle sue attese; solo lui battezza in Spirito Santo, solo lui immerge nella vita di Dio, perché lui stesso è Dio. L’azione di Gesù però è anche giudizio, egli agisce come il fuoco che brucia ambiguità, compromessi e falsità e che è insostenibile per chi ha la leggerezza della paglia.
I contemporanei del Battista si misero in crisi e si chiesero cosa dovessero fare. Anche a noi è rivolta la sua parola, e anche noi dobbiamo domandarci cosa dobbiamo fare. C’è purtroppo il pericolo di fare orecchio da mercante e non aprire la porta al Signore che passa e bussa. Il Signore sta per venire, è vicino: accogliamolo, facciamogli spazio potenziando la nostra capacità di amore, solo a questa condizione lo incontreremo e riceveremo in dono la vera gioia.

d.G.

Rosario Livatino

Rosario Livatino è nato a Canicattì il 3 ottobre 1952. Laureato in giurisprudenza all’Università di Palermo il 9 luglio 1975 a 22 anni col massimo dei voti e la lode. Entra giovanissimo nel mondo del lavoro presso la sede dell’Ufficio del Registro di Agrigento dove vi restò dal 1° dicembre1977 al 17 luglio 1978. Nel frattempo partecipa con successo al concorso in magistratura e lavora dapprima a Caltanissetta poi al tribunale di Agrigento, dove dal 29 settembre ‘79 al 20 agosto ‘89, come Sostituto Procuratore della Repubblica, si occupa delle più delicate indagini antimafia, di criminalità comune, ma anche di quella che poi sarebbe scoppiata come la ‘Tangentopoli siciliana’. Fu proprio Rosario Livatino, assieme ad altri colleghi, ad interrogare per primo un ministro dello Stato.
Fu ucciso in un agguato mafioso la mattina del 21 settembre ‘90, mentre senza scorta e con la sua auto, si recava in Tribunale. Per la sua morte sono stati individuati, grazie al supertestimone Pietro Ivano Nava, i componenti del commando omicida e i mandanti che sono stati tutti condannati.
Il 9 maggio 1993, Papa Giovanni Paolo II, in occasione della sua visita pastorale in Sicilia, dopo aver incontrato ad Agrigento i genitori di Livatino, dirà degli uccisi dalla mafia: “Sono martiri della giustizia e indirettamente della fede”. Nella Messa di commiato, il suo Vescovo lo descrisse come giovane “impegnato nell’Azione Cattolica, assiduo all’Eucarestia domenicale, discepolo fedele del Crocifisso”.
Nel periodo in cui lavorava ad Agrigento, prima di entrare in tribunale, andava a pregare nella vicina chiesa di San Giuseppe.


2^ Domenica di Avvento

2^ Domenica di Avvento

5 dicembre 2021

GESU’ AL CENTRO

Il Vangelo di Luca colloca Cristo al centro della storia umana.
Attraverso la presenza della Chiesa e la testimonianza dei cristiani, Cristo diventa speranza per tutto il mondo.
Nell’attesa di Lui il cuore si ridesta alla gioia.
Il racconto del Natale, la preparazione del Presepio e dell’albero, la disponibilità alla preghiera e alla carità sono la strada aperta di cui parla il Battista.
Camminiamo verso il Natale cristiano perché non si spenga la speranza nel nostro cuore, nel corso delle giornate e nelle circostanze più laboriose e difficili, e perché Cristo venga riconosciuto da tutti come vera salvezza per tutti.

Mercatino di Natale 

È allestito in Chiesa, è opera delle catechiste e di diverse signore che
sono state coinvolte, è il desiderio di compiere un atto di carità.

Le ringraziamo per la testimonianza, mentre rivolgiamo
alle loro opere tutta la nostra attenzione.

Il cammino dell’Avvento

Incontro del Vangelo

“E il Verbo si è fatto carne”
Perché la Parola del Signore
diventi carne anche nella nostra vita.

Ogni venerdì alle ore 20,45
in canonica

“Egli è qui come il primo giorno”

Incontro con

Stefano Vitali

miracolato dalla Beata Sandra Sabatini
proclamata Beata il 24 ottobre 2021
nella cattedrale di Rimini.

16 dicembre, ore 20,45
nella Chiesa di Rosolina

Messa nei giorni feriali

 Da lunedì 29 novembre
la S. Messa viene celebrata
alle ore 18 nella sala maggiore
delle opere parrocchiali.
L’accesso è dal cortile dietro la canonica

Mercoledì 8 dicembre

Solennità dell’ IMMACOLATA

L’orario delle S.S. Messe è quello festivo

Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio

Il vangelo presenta la figura di Giovanni Battista, colui che ha preparato il suo popolo ad accogliere Gesù che sarebbe venuto di lì a poco. Giovanni Battista non si mette a predicare di sua iniziativa, è la Parola di Dio che scende su di lui e che lo spinge a predicare. Dio fa nuovamente scendere la sua parola su un uomo che si è reso disponibile, e tramite lui annuncia la salvezza prossima a venire. La salvezza è un dono di Dio che viene a noi attraverso persone e strumenti che agiscono a nome di Dio e con la sua forza (il sacerdote, la Parola, i sacramenti). La data, i nomi di persona, le indicazioni geografiche con cui si apre il vangelo indicano che ciò che succede con la predicazione del Battista riguarda il mondo intero: i rappresentanti di Roma e del giudaismo, della politica e della religione, vengono presi a testimoni del dono di Dio che cambia la storia. La parola di Dio che scende su Giovanni dice che ogni frammento di storia umana può diventare “storia di salvezza”.
Le parole del Battista esortano alla conversione, a fare in modo che la nostra persona diventi una strada piana, diritta, che possa essere percorsa facilmente dal Signore che viene in mezzo a noi. Ci è chiesto di riempire i burroni, che rappresentano l’indifferenza, il vivere alla giornata, la lontananza da Dio e dai fratelli. Ci è chiesto di abbassare monti e colli, simboli della superbia, dell’egoismo, della presunzione che ci fanno sentire più grandi degli altri e, magari, ci spingono a contrapporci a Dio fino a prenderne il posto. Ci è chiesto di raddrizzare le vie tortuose e spianare quelle impervie, segno delle prove, sofferenze e delusioni vissute nella chiusura verso gli altri e nella ribellione verso Dio. In una parola, un invito a cambiare il nostro modo di vivere per ritornare al Signore.
Accogliamo le parole del Battista, raddrizziamo nei nostri cuori i sentieri che conducono a Dio, così da accogliere e vivere con fede la venuta del nostro salvatore Gesù Cristo.

 d.G

Charles de Foucauld

Charles de Foucauld nasce a Strasburgo il 15 settembre 1858 e muore a Tamanrasset (Algeria) il 1 dicembre 1916. Figlio del suo tempo, partecipa all’impresa coloniale francese prima come militare in Algeria, poi come esploratore del Marocco. Durante il pericoloso viaggio, il contatto con i musulmani risveglia in lui quella fede che aveva perduto a quindici anni.
Conquistato da Dio, mentre cerca di capire quale sia la Sua volontà su di lui, è illuminato durante un viaggio in Terra Santa. Intravede nell’esistenza umile e nascosta di Gesù a Nazareth la misura dell’amore di Dio che vuol imitare. Da quel momento in poi la sua vita sarà una ricerca incessante di riprodurre la vita del divino operaio. Prima facendosi monaco in una poverissima Trappa in Siria, poi diventando il domestico delle clarisse di Nazareth, infine tornando in Algeria, dopo aver ricevuto gli ordini sacri, come monaco missionario.
All’inizio a Beni-Abbès, sul confine marocchino, poi a Tamanrasset, nel profondo Sahara algerino. Charles si immerge sempre più profondamente nella vita degli abitanti del luogo, in particolare i Tuareg. Ne impara la lingua, le usanze, le tradizioni, fino a comporre un monumentale lessico tuareg-francese, una vera e propria enciclopedia dell’universo tuareg.
“Seppellito” in mezzo a loro, solo, pur desiderando dei compagni, vuole essere segno della presenza di Gesù, il Fratello universale, attraverso l’ospitalità e l’amicizia offerta a tutti, il lavoro e la preghiera silenziosa davanti al Santissimo. La sua vita sarà offerta fino al sangue, seme dal quale nasceranno numerose famiglie spirituali che si ispireranno al suo carisma.


1^ Domenica di Avvento

1^ Domenica di Avvento

28 novembre 2021

La Bella Attesa di Colui che ci viene incontro

La fine del mondo.
Non sappiamo quando avverrà, ma constatiamo la fragilità del nostro mondo personale e di quanto ci circonda: persone e cose franano, e che cosa ci resta?
Di fronte ai drammi e alle difficoltà, l’Avvento ci ricorda che la vita rinasce sulla promessa di Gesù: alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
La nostra attesa si volge a Colui che ci viene incontro.
Manteniamo questa speranza certa, grati di essere accompagnati da una comunità, una Chiesa, un Papa.
Non disperdiamoci in attese vuote e in dissipazioni, ubriachezze, affanni della vita.

Mercatino di Natale 

È allestito in Chiesa, è opera delle catechiste e di diverse signore che
sono state coinvolte, è il desiderio di compiere un atto di carità.

Le ringraziamo per la testimonianza, mentre rivolgiamo
alle loro opere tutta la nostra attenzione.

Il cammino dell’Avvento

giovedì 2 dicembre ore 20,30
chiesa Santa Chiara

“Pregate dunque il Signore della messe,
perché mandi operai nella sua messe”

Gesù passa e chiama  

“E il Verbo si è fatto carne”

Incontro del Vangelo

Ogni venerdì alle ore 20,45 in canonica

Perché la Parola del Signore
diventi carne anche nella nostra vita.

“Egli è qui come il primo giorno”

17 dicembre, ore 20,45,
nella Chiesa di Rosolina incontro con

Stefano Vitali

miracolato dalla Beata Sandra Sabatini
proclamata Beata il 24 ottobre 2021
nella cattedrale di Rimini.

Messa nei giorni feriali

 Da lunedì 29 dicembre,
la S. Messa viene celebrata
alle ore 18 nella sala maggiore
delle opere parrocchiali.
L’accesso è dal cortile dietro la canonica

MARIA BERTILLA BOSCARDIN

Anna Francesca Boscardin nasce il 6 ottobre 1888 a Brendola (VI) da famiglia di agricoltori. L’8 aprile del 1905, a sedici anni Annetta entra nell’Istituto delle Suore Maestre di Santa Dorotea a Vicenza nonostante le ritrosie e perplessità del parroco, al quale pare che quella ragazza non sia molto dotata per inserirsi in una comunità religiosa. Invece l’8 dicembre 1907 diventa suora con il nome di Maria Bertilla: E’ destinata all’ospedale di Treviso dove – a parte la parentesi della prima guerra mondiale, durante la quale con infinita tenerezza assiste i soldati feriti – rimane al servizio degli ammalati, vivendo la carità eroica come concretizzazione del carisma trasmesso dal fondatore, San Giovanni Antonio Farina.
Nei primi anni di servizio ospedaliero S.Berilla lavora nel reparto dei bambini difterici, dove sofferenza e paura sono di casa, ma lei, con il cuore di mamma e la fermezza dell’infermiera, notte e giorno, senza riposo è accanto ai piccoli pazienti mantenendo la calma e regalando serenità, affiancando i medici nella tempestività dell’atto operatorio.
E poi sempre di reparto in reparto, con nella mente un punto chiaro e fermo: essere in ogni momento uguale a se stessa, facendo affidamento alla forza derivante dal contatto vivo con Gesù.
Pur accostando un numero interminabile di sofferenti, riesce a non inaridirsi nell’abitudine, conservando un cuore palpitante e chinandosi su tutti senza distinzione fra ricchi e poveri, giovani e vecchi, incurante del male che la sta divorando, si dona ai suoi ammalati fino a pochi giorni prima della sua morte, a 34 anni, il 20 ottobre 1922.

Vegliate!

Inizia un nuovo anno liturgico: un cammino che ci farà rivivere i grandi eventi della vita di Gesù. Il tempo di Avvento ci prepara a rivivere il Natale del Signore, la sua «prima venuta» fra noi nell’umiltà della nostra condizione umana. Noi però stiamo aspettando anche la sua «seconda venuta», ossia il suo ritorno glorioso alla fine dei tempi. Così, all’inizio di un nuovo anno, siamo invitati a guardare già alla fine, alla mèta del nostro cammino, a Colui che già ora dà senso e valore alla vita dell’uomo e del mondo. In questa prospettiva, si capisce il significato del brano evangelico che sembra suscitare solo paura e terrore. Gesù, infatti, ha descritto la sua seconda venuta, quella finale, gloriosa. Quello sarà un giorno di sconvolgimenti nel sole, nelle stelle, nel mare, segni di morte ma anche di vita, segni della fine del mondo esistente e, al tempo stesso, segni dell’inizio di un mondo nuovo, senza fine, eterno.
Nella seconda parte del vangelo, Gesù esorta alla vigilanza, una vigilanza attenta e operosa che deve caratterizzare tutta la nostra vita, che è attesa della sua venuta, del nostro incontro con Lui. Non sappiamo quando verrà la fine del mondo, forse la sentiamo come una realtà lontana, che non ci toccherà mai. E’ forte allora il rischio che l’attesa divenga rilassatezza, superficialità, indifferenza, una vita che si trascina per forza d’inerzia, nella monotonia e nella ripetitività. Gesù, invece, ci esorta a non lasciar appesantire i nostri cuori in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita: ci invita cioè a fuggire la leggerezza nell’affrontare la vita, smarrendosi in cose inutili e futili; ci invita a fuggire l’uso smodato dei beni di questo mondo; ci invita a non lasciarci vincere dalle difficoltà, quasi incapaci di affidarci a Lui, Signore e Salvatore.
L’apostolo Paolo invita i cristiani di Tessalonica (seconda lettura) a essere fedeli al Signore e a condurre una vita santa e irreprensibile, perché fedeli all’insegnamento ricevuto e irreprensibili nella carità, attendano con speranza la venuta del Signore. Questo invito vale anche per noi. Esso racchiude in sé il nostro programma per l’Avvento: per l’Avvento di quattro settimane e per l’Avvento della vita.

d.G.


Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo

Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo

21 Novembre 2021

QUALE RE

Gesù e Pilato, l’uno di fronte all’altro. Una scena imponente, che fa venire a mente il Racconto dell’Anticristo di Soloviev:
l’Imperatore di fronte allo staretz Giovanni che gli dice:
”Quello che abbiamo di più caro è Cristo…”.
Due ‘regni’, due modi di concepire la vita e di viverla.
A conclusione dell’anno liturgico, e mentre celebriamo la Giornata diocesana dei Giovani, ci poniamo di fronte a Cristo, perché la sua signoria ci liberi dal potere del mondo.
Con lo sguardo fisso su Gesù che ci ha amato donando se stesso sulla croce, possiamo ritrovare la verità di noi stessi e del nostro compito nel mondo.

Giornata del Ringraziamento
Domenica 21 novembre con la Messa delle ore 10,30

ognuno è invitato a parteciparvi come gesto
di ringraziamento e di carità.
Al termine della Messa benedizione
dei mezzi agricoli
e degli automezzi.

 

 

 

I fiori della preghiera e della carità
in tutti i mercoledì di novembre
incominciando dal 10 novembre
alle 18,00 recita del Vespro

e S. Messa in suffragio
dei nostri defunti con catechesi su
S. Giuseppe “Patris corde”.
Si ripropone l’iniziativa: “I fiori della carità”
Sul foglio per aderire all’iniziativa
possiamo scrivere i nomi dei defunti
che desideriamo ricordare nella S. Messa

La Giornata Nazionale
della Colletta Alimentare

torna in presenza
sabato 27 novembre 2021.
Saremo presenti in diversi
supermercati della zona.
Urge la disponibilità di volontari.

Rivolgersi a Marco Tiengo

Tu lo dici, io sono re

Siamo alla conclusione dell’anno liturgico e la liturgia pone a coronamento del cammino annuale la solennità di Cristo Re dell’universo. Celebrare la festa di Cristo Re significa porre Gesù Cristo in cima alla scala dei valori della vita, prendere coscienza che deve essere Lui a guidare e orientare il nostro cammino. Papa Paolo VI aprendo la seconda sessione del Concilio Vaticano II descriveva con queste parole il primato di Cristo: «Cristo da cui veniamo, per cui viviamo e a cui andiamo. Nessun’altra luce […] che non sia Cristo, luce del mondo; nessun’altra verità interessi le nostre anime che non sia la parola del Signore, unico nostro Maestro; nessun’altra aspirazione ci guidi che non sia il desiderio di essere a Lui assolutamente fedeli; nessun’altra fiducia ci sostenga se non la certezza che egli è con noi» (EV 145). Nella nostra vita siamo chiamati a dare a Cristo questo primato: sull’intelligenza per mezzo della fede, sul cuore per mezzo dell’amore, sulla volontà e sulla vita con l’accettazione del suo volere, cosicché egli diventi «l’Alfa e l’Omèga» di quello che pensiamo, amiamo e siamo.
Gesù è re, ma non di questo mondo. La sua regalità non entra in competizione con i poteri di questo mondo, consiste invece nel dono della vita per salvare l’umanità. Gesù sarà un re deriso e torturato, avrà come scettro una canna, per diadema una corona di spine, per trono una croce. Tuttavia, questa regalità gli assicurerà un trionfo universale ed eterno. Iniziata quaggiù nelle lacrime e nel sangue, sarà instaurata definitivamente con il suo ritorno glorioso alla fine dei tempi.
La domanda che oggi ognuno si deve porre non è se Gesù Cristo regni o no nel mondo, ma se egli regni o no dentro di me; non se la sua regalità sia riconosciuta dagli stati e dai governi, ma se è riconosciuta e vissuta da me. Chi regna dentro di me, chi fissa gli scopi e stabilisce le priorità: Cristo o qualcun altro? Secondo l’apostolo Paolo esistono due possibili modi di vivere: per sé stessi o per il Signore (cfr. Rom 14,7-9). Vivere «per sé stessi» significa vivere un’esistenza tesa solo alla propria soddisfazione e alla propria gloria. Vivere «per il Signore» significa vivere in vista di lui, per la sua gloria, per il suo regno. In una delle invocazioni del Padre nostro preghiamo: Venga il tuo regno! Ebbene la festa di oggi sia per noi un invito a costruirlo con la vita, la santità, la grazia, la giustizia, l’amore e la pace (cfr. prefazio di Cristo Re)

d.G.

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA XXXVI GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ

21 novembre 2021

Alzati! Ti costituisco testimone di quel che hai visto vsto!(cfr. At 26,16)

Carissimi giovani!
Vorrei ancora una volta prendervi per mano per proseguire insieme nel pellegrinaggio spirituale che ci conduce verso la Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona nel 2023.
L’anno scorso, poco prima che si diffondesse la pandemia, firmavo il messaggio il cui tema era “Giovane, dico a te, alzati!” (cfr Lc 7,14). Nella sua provvidenza, il Signore già ci voleva preparare per la durissima sfida che stavamo per vivere.
Nel mondo intero si è dovuta affrontare la sofferenza per la perdita di tante persone care e per l’isolamento sociale. L’emergenza sanitaria ha impedito anche a voi giovani – per natura proiettati verso l’esterno – di uscire per andare a scuola, all’università, al lavoro, per incontrarvi… Vi siete trovati in situazioni difficili, che non eravate abituati a gestire. Coloro che erano meno preparati e privi di sostegno si sono sentiti disorientati. Sono emersi in molti casi problemi familiari, come pure disoccupazione, depressione, solitudine e dipendenze. Senza parlare dello stress accumulato, delle tensioni ed esplosioni di rabbia, dell’aumento della violenza.
Ma grazie a Dio questo non è l’unico lato della medaglia. Se la prova ci ha mostrato le nostre fragilità, ha fatto emergere anche le nostre virtù, tra cui la predisposizione alla solidarietà. In ogni parte del mondo abbiamo visto molte persone, tra cui tanti giovani, lottare per la vita, seminare speranza, difendere la libertà e la giustizia, essere artefici di pace e costruttori di ponti.
Quando un giovane cade, in un certo senso cade l’umanità. Ma è anche vero che quando un giovane si rialza, è come se si risollevasse il mondo intero. Cari giovani, quale grande potenzialità c’è nelle vostre mani! Quale forza portate nei vostri cuori!
Così oggi, ancora una volta, Dio dice a ciascuno di voi: “Alzati!”. Spero con tutto il cuore che questo messaggio ci aiuti a prepararci a tempi nuovi, a una nuova pagina nella storia dell’umanità. Ma non c’è possibilità di ricominciare senza di voi, cari giovani. Per rialzarsi, il mondo ha bisogno della vostra forza, del vostro entusiasmo, della vostra passione. È in questo senso che insieme a voi vorrei meditare sul brano degli Atti degli Apostoli in cui Gesù dice a Paolo: “Alzati! Ti costituisco testimone di quel che hai visto” (cfr At 26,16).


XXXIII^ Domenica del Tempo Ordinario

XXXIII^ Domenica del Tempo Ordinario

14 Novembre 2021

Dalla precarietà all'eternità della vita

Gli ultimi tempi segnano l’ultima venuta del Signore.
Il Vangelo comunica il senso di precarietà delle cose: sole, luna, astri che cadono…, ma anche una viva speranza: Gesù glorioso verrà a compiere la sua opera radunando gli eletti.
La vita di fede, la vita che viviamo nell’esperienza quotidiana nella comunità della Chiesa, trova compimento nell’ultimo incontro con Lui.
Un germoglio fiorisce dentro le nostre giornate, come il ramo di fico:
le nostre azioni hanno un peso eterno.
Una vita di carità è il primo germoglio di paradiso.

Dal settimanale diocesano  Nuova Scintilla

*  Editoriale: Uomini e donne che lavorano – editoriale –

*  Giornata  dei poveri pag. 1 e 2

*  Il lavoro e la persona pag. 3

*  “Alzati! Ti costituisco testimone di quel che hai visto”.
Dal messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Gioventù. Pag.4

*   Intervista al nuovo Vescovo Giampaolo pag. 11

In questa domenica si celebra
la giornata mondiale dei poveri.

L’UNITALSI
in questi giorni organizza
una vendita di olio
per sostenere le opere di carità

 Giornata del Ringraziamento
Domenica 21 novembre con la Messa delle ore 10,30

ognuno è invitato a parteciparvi come gesto
di ringraziamento e di carità.
Al termine della Messa benedizione
dei mezzi agricoli
e degli automezzi.

Missione Bontà
I missionari di Villaregia vendono una
confezione di cioccolato a
sostegno delle Missioni

I fiori della preghiera e della carità
in tutti i mercoledì di novembre
incominciando dal 10 novembre
alle 18,00 recita del Vespro

e S. Messa in suffragio
dei nostri defunti con catechesi su
S. Giuseppe “Patris corde”.
Si ripropone l’iniziativa: “I fiori della carità”
Sul foglio per aderire all’iniziativa
possiamo scrivere i nomi dei defunti
che desideriamo ricordare nella S. Messa

La Giornata Nazionale
della Colletta Alimentare

torna in presenza
sabato 27 novembre 2021.
Saremo presenti in diversi
supermercati della zona.
Urge la disponibilità di volontari.

Rivolgersi a Marco Tiengo

Il cielo e la terra passeranno

La volta stellata, la luna e il sole sono simboli di eternità, di ciò che non passa.
Eppure, il vangelo di oggi, penultima domenica dell’anno liturgico, dice che anche le grandi luci del cielo un giorno si spegneranno, tutto avrà fine. Anche ciò che sembra eterno un giorno terminerà la sua corsa: il cielo e la terra passeranno. Solo la parola di Colui verso il quale cammina l’intero universo non muterà, solo la parola di Dio rimane come «stella polare» che orienta il cammino della storia.
Gesù, nel parlare degli eventi finali, attinge alla tradizione apocalittica che ama esprimersi attraverso immagini catastrofiche e frasi enigmatiche. Lo scopo di Gesù non è di incutere paura e neppure di soddisfare la curiosità su come e quando avverrà la fine del mondo.
Il «quando» verrà la fine rimane misterioso e segreto, l’attenzione viene spostata sul «come» prepararsi e sul «cosa» fare nell’attesa del grande evento. L’immagine che Gesù utilizza è evocativa: una pianta che si risveglia dal letargo invernale e vive la sua primavera (Dalla pianta di fico imparate…). Le prime gemme non hanno solo la bellezza di una nuova fioritura, sono il segno della stagione che cambia, della primavera che arriva con il suo carico di luce e calore. La storia che viviamo è una pianta che giunge a maturazione. Il destino dell’universo è quello di giungere alla sua fioritura. E la nostra primavera ha un nome solo: Gesù Cristo. Così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, alle porte. Dio non usa effetti speciali, ci chiede di percepire la sua azione discreta e continua. Forse troppe volte la routine quotidiana fa dimenticare il passare lento ma costante del tempo, e fa dimenticare che siamo pellegrini in cammino. La solidità apparente del mondo che ci circonda non ci deve far dimenticare che siamo su un treno in corsa … di qui la necessità nell’impegno cristiano. Nessuno conosce quando sarà la fine del mondo, ma essa potrebbe essere questa notte stessa o domani. Per questo Gesù dice: Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento!

d.G.

Il nuovo Vescovo: primo incontro

La delegazione che sabato 6 novembre ha incontrato Mons. Dianin era composta dai membri del Collegio dei Consultori, accompagnati dal vescovo Adriano e dal suo segretario (sette persone in tutto). L’incontro, avvenuto presso il Seminario di Padova, di cui Mons. Dianin è Rettore, si è svolto in maniera estremamente cordiale.
L’incontro aveva carattere informale, tuttavia si è arrivati a concordare la data dell’ingresso del nuovo vescovo in diocesi di Chioggia, che sarà nel pomeriggio di domenica 30 gennaio.
Abbiamo portato il saluto della Diocesi, in particolare del Presbiterio; abbiamo espresso la nostra soddisfazione per la sua nomina; ci siamo soffermati a descrivere alcune peculiarità del territorio e della storia della nostra Chiesa locale. Egli, dopo aver raccontato come gli è stata comunicata la nomina da parte del Santo Padre, ha ribadito di aver accettato con gioia e spirito di servizio, di essere molto sereno e desideroso di esprimere tutto l’amore che sente già di avere verso la nostra realtà ecclesiale e civile. Ci ha parlato della sua mamma, che vive ancora a Teolo, suo paese natale; e del fratello qualche mese più vecchio di lui, che vive a Praglia con la famiglia composta dalla moglie e da due figli già laureati.
Siamo già famiglia! Ha ribadito chiaramente che non viene con programmi precostituiti, ma col desidero di mettersi in ascolto di tutto e di tutti, a cominciare dai confratelli. Verrà presto a fare una prima visita anch’egli informale alla nostra diocesi, accostando le realtà più significative, tra cui il monastero di Porto Viro. Ci siamo lasciati con l’impegno di approfondire la reciproca conoscenza e di pregare gli uni per gli altri.

Don Francesco Zenna

Le date da ricordare:

L’ordinazione episcopale di Mons. Giampaolo Dianin avverrà domenica 16 gennaio 2022 nella Cattedrale di Padova.

La Diocesi di Chioggia saluterà Mons. Adriano Tessarollo domenica 23 gennaio 2022 nella Cattedrale di Chioggia.

Il nuovo Vescovo farà il suo ingresso nella Diocesi di Chioggia domenica 30 gennaio 2022.