3^ Domenica del tempo ordinario
3^ Domenica del tempo ordinario
21 gennaio 2024
Oggi è la Domenica della Parola di Dio
Non rinunciamo alla Parola di Dio! È la lettera d’amore scritta per noi da Colui che ci conosce come nessun altro: leggendola, sentiamo nuovamente la sua voce, scorgiamo il suo volto, riceviamo il suo Spirito. La Parola ci fa vicini a Dio: non teniamola lontana. Portiamola sempre con noi, in tasca, nel telefono; diamole un posto degno nelle nostre case… chiediamo al Signore la forza di spegnere la televisione e di aprire la Bibbia; di chiudere il cellulare e di aprire il Vangelo… Perché non leggerlo anche da soli, un piccolo passo ogni giorno? Ci farà sentire il Signore vicino e ci infonderà coraggio nel cammino della vita”. (Papa Francesco)
“Rimanete nella mia Parola”
(Gv 8,31)
Dal 18 al 25 gennaio
Settimana di preghiera
per l’unità dei cristiani
“Ama il Signore Dio tuo…
e ama il prossimo tuo
come te stesso”
Nella Messa delle ore 18,00 ci
uniamo a questa grande intenzione
di preghiera che da più di 110 anni
tutta la Chiesa e le altre confessioni
cristiane presentano al Signore.
* * *
Percorso di
preparazione al matrimonio
Parrocchia San Bartolomeo
giovedì sera alle ore 20,45
presso le opere parrocchiali
22 e 29 febbraio 2024
7, 14, 21 marzo 2024
Festa di
DON BOSCO
Sabato 27 ore 15,30
Giochi in Oratorio per tutti i bambini e
ragazzi dalla 1^ elementare alla 3^ media
– Merenda
– S. Messa per ragazzi e genitori
Ancelle Parrocchiali dello Spirito Santo
Dal 15 settembre 2006 è presente a Porto Viro una piccola comunità di suore appartenenti alla congregazione denominata ANCELLE PARROCCHIALI DELLO SPIRITO SANTO.
Seguendo il carisma della loro Fondatrice Madre Giuditta Martelli la loro presenza si è rivelata molto preziosa per le comunità di Donada e Contarina.
Essendo la “Parrocchia” il punto di riferimento specifico del loro carisma sono state in questi anni presenza e testimonianza di amore alla Chiesa ed hanno svolto una pastorale di “promozione umana e di evangelizzazione”.
Madre Giuditta scrive: “Il primo apostolato di un’Ancella è un volto ilare e sorridente, ma la gioia che esso esprime deve essere vera, cioè deve nascere da un cuore traboccante di gioia per la presenza dello Spirito Santo”.
Suor Consolata presente tra noi da circa 13 anni, ora ci lascia.
E’ stata chiamata a ritornare nella sua terra, in Tanzania, per una nuova fondazione.
Ci lascia il ricordo del suo volto sorridente, del suo tratto pacato e sereno, della sua laboriosità instancabile.
Grazie Suor Consolata del buon profumo di Cristo che hai sparso tra noi!
La salutiamo nelle nostre comunità domenica 28 gennaio.
Sempre domenica 28 pranziamo assieme a lei al ristorante “La Donada”.
Chi desidera partecipare al pranzo e al dono che le offriremo si rivolga in parrocchia.
Il regno di Dio è vicino
Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo. Sono le prime parole di Gesù nel vangelo di Marco. Il tempo dell’attesa è finito, è arrivato il momento decisivo: Dio inaugura il regno, si fa presente nella storia dell’uomo per liberarlo e salvarlo. Per entrare nel regno è necessario convertirsi e credere al vangelo. Convertirsi significa fare spazio a Dio, abbandonare un modo di pensare e agire non conforme alla sua parola. Credere significa accogliere e aderire alla persona e all’azione di Gesù, significa aprirsi con fiducia al suo annuncio mettendo Lui a fondamento della nostra vita. I due imperativi convertitevi e credete non indicano un atto momentaneo, transitorio, ma un comportamento costante e continuativo, significano: perseverare nella conversione e nella fede.
Questa sintesi del messaggio di Gesù è seguita dalla chiamata di Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni. In questi episodi di vocazione Gesù è la figura dominante, il protagonista assoluto, il soggetto dei verbi principali: vedere, dire, chiamare. Tutto è messo in movimento dalla sua parola autorevole. Non sono i quattro che scelgono Gesù, ma è Gesù che li sceglie e li chiama. La sua chiamata è esigente, ma è anche tale da dare pienezza di senso alla loro vita.
La chiamata dei primi discepoli aiuta a comprendere cosa significa essere discepoli di Gesù. Il discepolato parte da una chiamata di Gesù – Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi (Gv 15,16) – e si realizza nel seguire Gesù, significa comunione di vita con Lui. Per sfuggire al pericolo di una fede individuale e spiritualista, la vocazione a coppie (Pietro e Andrea, Giacomo e Giovanni) sottolinea che la vocazione cristiana chiama a una vita comune, chiama a vivere all’interno di una comunità. Il discepolato, infine, ha come finalità la missione, il compito di annunciare il vangelo non è limitato o riservato a pochi prescelti, ma riguarda ogni battezzato.
d.G.
2^ Domenica del tempo ordinario
2^ Domenica del tempo ordinario
14 gennaio 2024
LA STRADA DA SEGUIRE
C’è un’ora bella, importante, decisiva nella nostra vita?
Giovanni e Andrea la ricordano ancora tanti anni dopo.
Da lì è cominciato tutto non solo per loro, ma anche per noi.
Si sono fidati dell’indicazione del Battista.
Abbiamo persone di cui fidarci per la strada da percorrere nella fede?
Anche il giovane Samuele ha avuto bisogno del suggerimento del suo maestro.
Noi chi ascoltiamo?
A nostra volta possiamo essere buona occasione per altre persone:
un giovane, un figlio…
Aiutiamoci a guardare e a seguire ciò che è vero.
Dovendo, in questi giorni, riordinare la nuova agenda per la celebrazione delle S.S. Messe
in suffragio dei defunti, le persone che desiderano o sono abituate a far celebrare
mensilmente la S. Messa, sono pregate di riconfermarlo quanto prima.
Percorso di
preparazione al matrimonio
Parrocchia San Bartolomeo
giovedì sera alle ore 20,45
presso le opere parrocchiali
22 e 29 febbraio 2024
7, 14, 21 marzo 2024
Dal 18 al 25 gennaio
Settimana di preghiera
per l’unità dei cristiani
“Ama il Signore Dio tuo…
e ama il prossimo tuo
come te stesso”
Nella Messa delle ore 18,00 ci
uniamo a questa grande intenzione
di preghiera che da più di 110 anni
tutta la Chiesa e le altre confessioni
cristiane presentano al Signore.
Dal settimanale diocesano
Nuova Scintilla
Un percorso umano e spirituale
Chiusa la mostra
“The Mystery Man”
pp. 7 e 8
– Speciale Ucraina p. 3
– CEI Insegnanti di Religione
firmata l’Intesa sul concorso p.4
Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani
(18 - 25 gennaio)
«Ama il Signore Dio tuo … e ama il prossimo tuo come te stesso»
I cristiani sono chiamati ad agire come Cristo, ad amare come il buon Samaritano, misericordiosi e compassionevoli verso chi è nel bisogno, a prescindere dalla sua identità religiosa, etnica o sociale. La forza che spinge a questo non deve risiedere nel fatto di condividere la medesima identità dell’altro, ma nel considerarlo “prossimo”. Questo amore, al quale Gesù ci sprona, è tuttavia messo a dura prova nel mondo di oggi, non solo nei Paesi lacerati da guerre e altri disastri sociali, ma anche in Italia, dove la continua pressione causata dall’afflusso di migranti e profughi avviene in, e aggrava, un contesto di perdurante criticità, sia economica che morale e sociale. La difficoltà ad amare il prossimo può aversi anche in campo ecumenico, quando, rispetto al confronto fiducioso, prevalgono altre preoccupazioni, come la rivalità tra le Chiese, che porta i cristiani a perdere tante opportunità per entrare in relazione tra loro. Gesù ha pregato che i suoi discepoli fossero tutti una cosa sola (cf. Gv 17,21); per questo motivo, anche quest’anno i cristiani sono concordi, con la Settimana di preghiera per l’unità, nel chiedere al Signore di venire in loro aiuto e di curare le loro ferite. Solo così essi avranno la garanzia che le vie percorse sono le vie di Dio.
Che cosa cercate?
La vocazione dei primi discepoli, secondo il vangelo di Giovanni, avviene sulle rive del Giordano. L’incontro è favorito da Giovanni che indirizza a Gesù due dei suoi seguaci proclamandone l’identità: «Ecco l’Agnello di Dio». L’iniziativa della chiamata è però di Gesù che si volta verso i due discepoli del Battista e li interpella sulla loro ricerca, invitandoli ad andare con lui, per «rimanere» con lui. Il ruolo del Battista nel vangelo di Giovanni è quello di fare da cerniera tra i due Testamenti: egli prepara la strada al Messia, lo rivela presente e conduce a lui i primi discepoli.
La domanda di Gesù: «Che cosa cercate?» spinge i due amici a esplicitare la loro intenzione. I due discepoli domandano: «Maestro, dove dimori?». Essi non chiedono a Gesù dove sia accasato, il senso della domanda è un altro: qual è la tua vita, qual è il mistero della tua persona? Gesù risponde: «Venite e vedrete». Non sappiamo che cosa Gesù disse e fece in quel pomeriggio, sappiamo solo che nacque nei due discepoli la certezza di avere trovato quello che cercavano. L’indicazione dell’ora («circa le quattro del pomeriggio») suggerisce l’importanza dell’avvenimento e il cambiamento avvenuto in loro. La loro ricerca poteva dirsi conclusa.
Andrea, dopo questo incontro, trova il fratello Simone e con entusiasmo gli annuncia: «Abbiamo trovato il Messia!». È l’inizio di una catena che non terminerà più. Chi ha conosciuto Gesù diventa uno che a sua volta invita anche gli altri all’incontro con lui, perché questa gioiosa esperienza non può tenerla solo per sé, così di generazione in generazione fino a oggi. Gesù fissa lo sguardo su Simone e, dandogli un nome nuovo (Cefa = Pietro), gli rivela anche la sua missione: guidare la chiesa di Dio.
All’incontro con il Signore si può essere indirizzati dalla parola o dall’esempio di qualche testimone, ma viene poi il momento di compiere una scelta personale. Il discepolato consiste nel «rimanere» con il Maestro e farsi guidare da lui dovunque voglia condurci.
d.G.
Epifania del Signore
Epifania del Signore
6 gennaio 2024
EPIFANIA PER IL MONDO
Con l’Epifania, la stella del Natale apre la strada al mondo. Gesù è venuto per tutti e si propone come salvatore di tutti, particolarmente dei bambini, inizio della vita del mondo.
Consideriamo il nostro cuore, la nostra attesa di vita e di felicità: chi vi corrisponde?
Consideriamo il bisogno del mondo, di pace, giustizia, fraternità, riconciliazione e perdono, accoglienza e misericordia: chi vi corrisponde?
Gesù è venuto, è tra noi. Andiamo verso di Lui portandogli tutto il bisogno del cuore e tutto il dramma del mondo: preghiera che domanda, carità che condivide.
BATTESIMO: UNA VITA NUOVA
Nel battesimo al fiume Giordano, Gesù apre un varco di vita nuova per tutti gli uomini. Agnello di Dio che prende su di sé i peccati del mondo; Figlio di Dio proclamato davanti a tutti; pieno di Spirito Santo per essere il Salvatore di tutti. E’ questa sua nuova presenza nel mondo che agisce nel nostro Battesimo. Gesù ci raggiunge al livello della nostra condizione di peccatori per donarci la sua vita di Figlio, per vivere come figli di Dio e fratelli e sorelle. Il Battesimo è all’origine di una nuova personalità umana e di un nuovo mondo.
Dovendo, in questi giorni, riordinare la nuova agenda per la celebrazione delle S.S. Messe in suffragio dei defunti, le persone che desiderano o sono abituate a far celebrare mensilmente la S. Messa, sono pregate di riconfermarlo quanto prima.
Ringraziamento
Ringraziamo tutte le persone che, in questo periodo, hanno collaborano, in diversi modi, per far fronte alle necessità della nostra Chiesa. Dalle buste natalizie (34) abbiamo raccolto 615,00 euro.
Una famiglia, attraverso bonifico bancario, ha donato 1.500 euro.
SABATO 6 GENNAIO
EPIFANIA DEL SIGNORE
S.S. Messe
San Bartolomeo ore: 8,30; 10,30; 18.00
Mea ore 9.00 – Ca’ Cappellino ore 11.00
Domenica 7 gennaio
nel pomeriggio, nella Chiesa di Scalon,
premiazione dei presepi
costruiti dai ragazzi.
Lutto
Partecipiamo cordialmente al
lutto che mercoledì 3 gennaio
ha colpito la famiglia di don
Gastone con la morte
del fratello Gianfranco.
Il funerale si terra lunedì 8
gennaio alle ore 11 nella
Chiesa della Navicella a Sottomarina
EPIFANIA 2024
ANNUNCIO DELLA PASQUA
Fratelli e sorelle, la gloria del Signore si è manifestata e sempre si manifesterà in mezzo a noi fino al suo ritorno. Nei ritmi e nelle vicende del tempo ricordiamo e viviamo i misteri della salvezza. Centro di tutto l’anno liturgico è il Triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto, che culminerà nella domenica di Pasqua, il 31 marzo.
In ogni domenica, Pasqua della settimana, la Santa Chiesa rende presente questo grande evento nel quale Cristo ha vinto il peccato e la morte.
Dalla Pasqua scaturiscono tutti i giorni santi: le Ceneri, inizio della Quaresima, il 14 febbraio; l’Ascensione del Signore, il 12 maggio; la Pentecoste, il 19 maggio; la prima domenica di Avvento, il 1 dicembre. Anche nelle feste della santa Madre di Dio, degli apostoli, dei santi e nella Commemorazione dei fedeli defunti, la Chiesa pellegrina sulla terra proclama la Pasqua del suo Signore. A Cristo, che era, che è e che viene, Signore del tempo e della storia, lode perenne nei secoli dei secoli. Amen.
Tu sei mio Figlio
Al termine del ciclo natalizio la festa del battesimo di Gesù costituisce un’ulteriore contemplazione del mistero dell’incarnazione e, nello stesso tempo, un’anticipazione del suo compimento nella Pasqua di morte e risurrezione. «Se tu squarciarsi i cieli e scendessi» (Is 63,19) avevano implorato i profeti dell’Antico Testamento. Ora Gesù, dopo avere consumato lunghi anni nell’oscurità e nell’anonimato, si presenta tra la folla di quanti accorrono all’appello dell’ultimo grande testimone dell’antico patto: Giovanni Battista. Sulle rive del Giordano – un fiume carico di memoria per la storia d’Israele – Dio riapre i cieli. Riprende nuovamente la comunicazione tra Dio e gli uomini. Dio non si è stancato dei continui rifiuti delle sue ingrate creature, ma viene a cercarle perché divengano portatrici di grazia e vita nuova. Lo Spirito infatti aleggia come colomba su questa nuova creazione e l’umanità può ricominciare la sua storia di salvezza attorno al grande testimone dell’amore del Padre: Gesù, venuto per mostrarci il volto del Dio «amore».
Il grande fascino di questa pagina evangelica è che Gesù non si pone al di fuori della storia del suo popolo, ma si inserisce in essa, solidale con il momento di conversione che il popolo sta vivendo. Questa solidarietà costituisce la novità del messianismo di Gesù, che non si sottopone al battesimo per i propri peccati ma per i peccati del suo popolo. Gesù non prende le distanze dagli uomini peccatori ma prende sulle sue spalle i loro peccati. Questa logica di solidarietà guiderà tutta la vita di Gesù e raggerà il suo culmine sulla croce.
Il battesimo di Gesù è un invito a riscoprire il nostro battesimo, un invito a scegliere ancora una volta, e con maggior consapevolezza, di vivere da veri discepoli di Gesù. Nel battesimo anche a noi Dio dice: «Tu sei mio figlio». Dio, nella sua bontà, ci sceglie per essere suoi figli. Questa scelta di Dio è un grande atto di fiducia nei nostri confronti e una grande responsabilità. Non deludiamo le sue attese!
d.G.
SANTA FAMIGLIA DI GESU’, MARIA E GIUSEPPE
SANTA FAMIGLIA DI GESU’, MARIA E GIUSEPPE
31 dicembre 2023
IN FAMIGLIA
Nati in una famiglia, cresciuti nella fede cristiana; accolti e accompagnati dai sacramenti della Chiesa – Battesimo, Cresima, Eucaristia, Matrimonio… – in una comunità cristiana: questo è il grande dono di Dio per noi. Per molte persone questo non è accaduto oppure questo dono è andato disperso. Occorre sempre ritornare all’origine, alla fonte: la fede, accompagnata dall’amicizia cristiana. Ripartiamo come Abramo dalla promessa di Dio e dalla vocazione con la quale il Signore ci chiama a svolgere il nostro compito nel mondo.
Domenica 31 dicembre 2023
SS.. Messe
San Bartolomeo ore: 8,30 – 10,30
18.00 S. Messa di ringraziamento
con il canto del Te Deum
Mea ore 9.00 – Ca’ Cappellino ore 11.00
LUNEDì 1 gennaio 2024
Maria SS.ma Madre di Dio
SS.. Messe
San Bartolomeo ore: 10,30
18.00 con il canto del Veni Creator
Mea ore 9.00 – Ca’ Cappellino ore 11.00
SABATO 6 GENNAIO
EPIFANIA DEL SIGNORE
S.S. Messe
San Bartolomeo ore: 8,30; 10,30; 18.00
Mea ore 9.00 – Ca’ Cappellino ore 11.00
Domenica 7 gennaio
nel pomeriggio, nella Chiesa di Scalon,
premiazione dei presepi costruiti dai ragazzi.
Nella Chiesa delle Clarisse
Domenica 31 dicembre
ore 22,30 Adorazione
ore 23,15 Ufficio delle letture
Lunedì 1 gennaio
ore 7,25 Recita delle Lodi
ore 8 S. Messa
ore 17,30 Secondi Vesperi
La Giornata Mondiale della Pace 2024 sarà celebrata come ogni anno il 1° Gennaio, quella del 2024 sarà la 57.ma edizione, la ricorrenza è stata istituita da Paolo VI nel 1967 e sarà l’11.ma celebrata da Papa Francesco. Scopo della Giornata è dedicare il giorno di Capodanno alla riflessione ed alla preghiera per la pace. Nei suoi messaggi, Papa Francesco ha sempre invitato ad agire concretamente per creare una cultura di pace. Il tema di quest’anno è “Intelligenze artificiali e pace”, risulta estremamente interessante l’attenzione di Papa Francesco ad un tema attualissimo e di grandissimo impatto sulle società contemporanee quale le intelligenze artificiali. La prospettiva indicata, si inserisce infatti nel dibattito che ha trovato largo spazio sui media negli ultimi tempi: sia per gli aspetti legati più direttamente all’impiego dell’intelligenza artificiale negli scenari di guerra, lo constatiamo ad esempio nel conflitto russo-ucraino, sia per le ricadute che potrebbero avere un grande impatto sulla vita delle nostre società.
Luce per illuminare le genti
Il vangelo della prima domenica dopo Natale, festa della Santa Famiglia, presenta la purificazione di Maria e la presentazione di Gesù al tempio. I genitori di Gesù compiono un atto di obbedienza e sottomissione alla Legge. Maria e Giuseppe educano alla fede il bambino Gesù con l’esempio e lo coinvolgono nella propria vita di fede. Secondo la Legge la partoriente doveva offrire un agnello per l’olocausto e un colombo o una tortora per il sacrificio espiatorio. Se non avesse avuto la possibilità di offrire un agnello, per il duplice sacrificio avrebbe dovuto offrire due tortore o due colombi. L’offerta di Maria e Giuseppe (una coppia di tortore) dice che sono poveri, ma fedeli nel portare Gesù a Gerusalemme per presentarlo al Signore. Gesù appartiene a Dio, e Maria e Giuseppe lo offrono a lui. La presentazione di Gesù, il suo essere offerto, preannuncia l’offerta della sua vita in sacrificio sulla croce.
Segue l’incontro con Simeone e Anna. Entrambi, con la loro vecchiaia, simboleggiano che la lunga attesa del Messia è giunta a termine. Simeone presenta Gesù come il centro della storia della salvezza, come punto di arrivo delle promesse veterotestamentarie e punto di partenza di una salvezza che è destinata a tutte le nazioni, chiamate a formare l’unico popolo di Dio: Luce per illuminare le genti. Le sue ultime parole però non lasciano presagire nulla di buono: Egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione e anche a te una spada trafiggerà l’anima. L’evangelista Luca presenta allora un altro personaggio, Anna, e annuncia che il rifiuto di Israele non sarà totale, che ci sono fin da subito persone che riconoscono Gesù e lodano Dio per averlo incontrato. La profetessa Anna, illuminata dallo Spirito, riconosce in quel bambino il Messia e subito rivolge la buona notizia al gruppo ristretto di coloro che aspettano la liberazione di Israele, al quale ella stessa, così come Simeone, appartiene. Il testo evangelico si chiude annotando la crescita umana e spirituale di Gesù.
d.G.
4^ DOMENICA DI AVVENTO
Santo Natale
25 dicembre 2023
LA NOSTRA VITA: UNA TERRA ABITATA
Può la terra accogliere il Figlio di Dio Padre che viene ad abitare tra noi?
Non basta il tempio progettato da Davide e costruito da Salomone.
Dio prepara il cuore e il grembo di una donna e viene a vivere nella sua vita e nella sua casa.
Da questo punto di accoglienza, la Sua presenza si dilata nel mondo e arriva alla soglia del cuore di ogni uomo.
Come? Attraverso la mia e la tua accoglienza, il mio e tuo annuncio, la mia e tua vita, attraverso i santi e nell’opera dei missionari.
Viviamo un Natale cristiano nella liturgia, nella confessione, nella carità.
Preghiera per la pace
A Betlemme, Signore,
ci hai regalato la pace,
cantata dagli angeli ai
pastori.
Sulle strade della Galilea,
lungo le rive del lago,
sui monti e nei villaggi,
hai proclamato beati gli
operatori di pace.
Alla vista di Gerusalemme
hai pianto, perché la città
non aveva accolto la pace.
La tua pace, Signore,
è esigente, perché non
è la pace che il mondo vuole;
non è la semplice tregua
dai combattimenti,
non è la sottomissione
compiacente ai dittatori
di turno, non è il silenzio
dell’indifferenza egoistica.
Tu non dai la pace come
la dà il mondo, ma dai la
“tua” pace, che è impegno
per la giustizia, vicinanza ai
fragili, profezia del regno,
semplicità di vita, umiltà del cuore.
I bambini, Signore, sanno che
cos’è la tua pace, la sognano,
la implorano, la attendono;
sono loro le prime vittime delle
guerre degli adulti e i primi testimoni
di pace. Gesù, bambino di Betlemme,
vinci l’ostilità dei potenti di questo mondo,
regalaci la tua pace, perché da
soli non riusciamo a costruirla.
Amen
IL CUSTODE DI BETLEMME
racconto
I grossi grani di legno d’olivo del suo rosario gli scivolavano fra le dita e li sentiva più freddi del solito, mentre percorreva la navata deserta, guardando in alto le figure di angeli che sembravano correre insieme a lui verso il luogo della grotta. Era appena rientrato da un giro nella città vecchia di Betlemme, deserta e silenziosa, attonita nella paura e nell’angoscia di quello che accadeva non lontano da lì. Si avvicinava un Natale strano: dove prima tutto era festa, luce, colore e gioia, ora c’era solo silenzio, terrore, impotenza e povertà. La gente, che abitualmente animava i vicoli in festa, stava ora rintanata nelle case ed il silenzio era denso, senza il chiacchiericcio lieto dei pellegrini stranieri. Mentre scendeva gli scalini che portavano al luogo della natività, come faceva tutti i giorni prima di chiudere la basilica, il frate custode sentì un pianto leggero
rompere il silenzio che da giorni ormai gli faceva compagnia dentro e fuori la chiesa. Si arrestò un attimo per ascoltare meglio e gli fu chiaro che nella grotta c’era qualcuno. Scese gli ultimi gradini e guardò sulla sinistra, verso la piccola cripta che custodiva una grande stella d’argento che segnava il luogo assegnato alla nascita di Gesù. A pochi passi c’era un’altra nicchia dedicata alla mangiatoia, dove si diceva il bambino fosse stato deposto dopo la nascita, illuminata appena dalle fioche luci delle antiche lampade. Nella penombra, il vecchio frate riuscì a vedere una bambina che singhiozzava sommessamente, inginocchiata e appoggiata di lato al muro della cripta, come sopraffatta da un dolore indicibile. La bambina sentì il frate avvicinarsi e si voltò verso di lui senza paura, così che finalmente egli potesse vederle il viso. “Basma, che ci fai qui a quest’ora?”
La piccola lo guardò con gli occhi gonfi di lacrime ma non gli rispose. “Piccola mia, non dovresti essere a casa?” Allora lei rispose in modo deciso: “Devo sapere…” “Che cosa devi sapere?”
“Mi hanno sempre detto che Gesù è nato proprio qui, e che è venuto per noi, a portare la pace…” “Quello che ti hanno detto è vero, mia cara…” “Ma se è vero, perché succede quello che succede?” Aveva la voce in pianto, come se tutto il male che stava accadendo non lontano da lei ricadesse come la frana di una montagna sul suo piccolo cuore.
Il frate fu preso alla sprovvista da quelle parole, pronunciate da una bimba di 7 anni, proprio lì, proprio a lui e, dopo un attimo di imbarazzo, riuscì a balbettare: “E’ proprio perché lui sa come siamo che è venuto, perché da soli combiniamo solo grossi guai…” La bambina sembrò riflettere su quelle parole ma replicò poco convinta: “Dov’è ora la pace annunciata dagli angeli?” “Vedi Basma, è difficile da spiegare ma tu prova ad immaginare che cosa sarebbe di noi se Lui non fosse nato, se il suo piccolo corpo non fosse stato posato proprio lì dove sei inginocchiata tu… Solo facendoci prendere per mano da quel bambino può cambiare qualcosa, a cominciare dal nostro cuore, anche da tuo piccolo cuore che soffre…” Consapevole che quelle parole erano più grandi lei, si avvicinò alla fanciulla e le porse la mano. Lei esitò ma poi l’afferrò e si lasciò sollevare dal frate che la strinse, come si fa con i figli che si sono fatti male e hanno solo bisogno di quell’abbraccio e di quell’amore affinché la ferita bruci di meno. Sentiva il cuoricino della bimba rimbombare forte contro il suo stesso petto e, piano piano, lei si calmò e smise di piangere. “Ora ti accompagno dalla tua mamma e dal tuo papà che saranno preoccupati per te.” Quando il frate stava per salire le scale, la bimba gli intimò: “Aspetta! Fammi scendere!”
Lui obbedì, sorpreso da quell’ordine inatteso e perentorio. Lei fece i pochi passi che la separavano dalla grotta, si genuflesse e accarezzò delicatamente il metallo freddo della stella argentata, come se fosse la cosa più
cara che aveva in quel momento. Poi fece il segno della croce e tornò dal frate che la riprese in braccio. “Dimmi Basma, che cosa hai chiesto a Gesù Bambino?” “Che domani nessuno muoia”. Il frate la sollevò per accompagnarla fino a casa. Mentre saliva gli antichi scalini ripensava alla preghiera della bimba: sapeva bene che era una richiesta quasi impossibile da esaudire ma quel desiderio di bene, che era anche il suo, gli sembrava rappresentasse un nuovo inizio. Ripercorse la navata e, sollevando ancora lo sguardo verso gli angeli dipinti rivolti alla grotta, gli parve che il senso di vuoto che aveva sentito pochi istanti prima cominciasse a colmarsi di speranza.
2^ DOMENICA DI AVVENTO
2^ DOMENICA DI AVVENTO
10 dicembre 2023
SPERANZA E PRESENZA
Nel nostro mondo confuso e disperato, il Vangelo lancia una nuova speranza.
Il Signore pone in mezzo a noi la sua presenza di Salvatore.
Come la gente che va dal Battista, anche noi domandiamo misericordia per il nostri peccati e le nostre debolezze.
Domandiamo di poter riconoscere e accogliere il Signore che viene, come principe di pace, suscitatore di nuova energia e speranza.
Non possiamo rassegnarci a un mondo cattivo e disperato.
Da dove ci verrà l’aiuto?
Solo accogliendo Lui la vita personale e sociale prende una svolta di bene e di pace.
AVVENTO
…ma c’è una strada
per la nostra vita?
Per aiutarci in questo
cammino vi proponiamo
alcuni incontri significativi:
Lunedì 11 dicembre
Il nostro Vescovo
ci introduce nel tema:
Maschio e femmina li creò
Domenica 17 dicembre
Visita a Chioggia alla mostra:
The Mystery Man
Il mistero dell’Uomo della Sindone.
Partenza dal piazzale della
Chiesa alle ore 14,30.
Chiediamo di iscriversi
in parrocchia
Caritas
Per la Colletta di Avvento fissata
per domenica 17 dicembre, la
Diocesi propone di appoggiare il
progetto della costruzione di una
scuola in Burundi dove ci sono le
Suore Serve di Maria Addolorata
di Chioggia.
Presepio Vivente
Ca’Cappellino 24 dicembre ore 16
Raddrizzate le vie del Signore
La seconda domenica di Avvento propone la figura di Giovanni Battista come modello. Anche se Gesù non si è ancora rivelato pubblicamente, il precursore ha già posto la sua vita a servizio di Gesù. Il suo attendere, vigilare, mettere in guardia le folle che venivano a lui, gli daranno la possibilità di intuire i segni di Dio e riconoscere Gesù quando si presenterà nelle acque del Giordano per essere battezzato. Il Battista riconosce Gesù confuso tra i peccatori perché di fatto desiderava vederlo. Il forte desiderio sviluppò in lui la capacità di discernimento, seppe distinguere tra i peccatori colui che è il Santo di Dio, il Figlio prediletto in cui Dio si compiace perché venuto a salvare i peccatori.
L’evangelista Marco ci dice che si presentò a battezzare nel deserto. La scelta del “deserto” come luogo di predicazione si innesta nella tradizione profetica che descrive il deserto come luogo di ritrovata intimità tra Dio e il suo popolo, è un richiamo all’Esodo, all’alleanza sinaitica. Perciò la venuta della gente nel deserto per farsi battezzare indica un nuovo esodo a cui tutti siamo chiamati verso quella terra promessa che è Cristo, Figlio di Dio in cui si compie la nuova e definitiva alleanza. Preparare la strada del Signore, raddrizzare i suoi sentieri è mettersi in profonda sintonia con lui incamminandosi nella strada della conversione, rimuovendo il vero ostacolo che è il male, il peccato.
In questa logica di conversione e in vista della venuta del Signore, anche l’abbigliamento e la dieta del Battista, eccessivamente rigorose per la nostra cultura (vestiva con peli di cammello, si cibava di locuste e miele selvatico), diventano provocazione a scelte di vita meno condizionate dal consumismo, per dire di chi veramente ci fidiamo e che si può vivere sereni anche con poche cose, condividendo con i fratelli quello che abbiamo.
d.G.
1^ DOMENICA DI AVVENTO
1^ DOMENICA DI AVVENTO
3 dicembre 2023
RICOMINCIARE
E’ una grazia la voglia di ricominciare, attratti da una nuova speranza che ridesta le energie.
Da dove viene la risposta al nostro bisogno di vita, di pace, di fraternità?
Domandiamo una ripresa della fede, uno sguardo nuovo per riconoscere l’azione di Dio nel nostro cuore e nel mondo.
Quando il Signore Gesù, con la sua vita e la sua parola, viene riconosciuto e accolto, noi ci rinnoviamo e il mondo cambia attorno a noi.
Desideriamo vivere l’Avvento cristiano:
attesa e domanda di Gesù, riscoprendo i segni della sua presenza.
Natale 1223 Natale 2023
Il Presepio ha 800 anni
Per questo ottavo centenario dall’8 Dicembre 2023 al 2 Febbraio 2024
è offerta una particolare Indulgenza Plenaria pregando
davanti al presepe nelle chiese francescane.
AVVENTO
…ma c’è una strada
per la nostra vita?
Per aiutarci in questo
cammino vi proponiamo
alcuni incontri significativi:
Giovedì 7 dicembre
in Chiesa, alle ore 21
Concerto dalla Banda
Cittadina di Porto Viro
in preparazione alla
Festa dell’Immacolata
Domenica 10 dicembre
Partecipiamo tutti ad
un’opera di carità
preparando o acquistando
delle torte proposte al
termine delle SS. Messe.
Lunedì 11 dicembre
Il nostro Vescovo
ci introduce nel tema:
Maschio e femmina li creò
Domenica 17 dicembre
Visita a Chioggia alla mostra:
The Mystery Man
Il mistero dell’Uomo della Sindone.
Partenza dal piazzale della
Chiesa alle ore 14,30.
Chiediamo di iscriversi
in parrocchia
VENERDI’ 8 DICEMBRE
Solennità
dell’ IMMACOLATA
L’orario delle S.S. Messe è quello festivo
Villaregia di Porto Viro
Sosta di Avvento
“Giustizia e pace si baceranno”
Sabato 9 dicembre 15,30 – 18,00
Caritas
Per la Colletta di Avvento fissata per domenica 17 dicembre,
la Diocesi propone di appoggiare il progetto della costruzione di una scuola in Burundi dove ci sono le Suore Serve di Maria Addolorata di Chioggia.
Presepio Vivente
Ca’ Cappellino
24 dicembre dalle ore 16
Lo dico a tutti: vegliate!
Il vangelo di questa prima domenica di Avvento è una forte esortazione alla vigilanza, perché il passare del tempo può farci cadere in una sorta di immobilismo, come se fossimo padroni del tempo. Viviamo nel tempo, ma non possiamo delimitarne i confini a piacimento. Il cristiano sa che oltre il tempo non c’è il vuoto, ma l’eterno, dove Cristo già si trova e dove anche la vita dell’uomo sarà portata a piena maturità. Il tempo di Avvento è sì preparazione a fare memoria della venuta storica di Gesù in mezzo a noi (= il Natale), ma è anche un invito a vivere la nostra esistenza con lo sguardo rivolto a Cristo che certamente tornerà.
Quando tornerà? Nessuno lo sa e Gesù mette in guardia: Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. Cosa fare nel tempo dell’attesa? La risposta si trova nella breve parabola del portiere. In assenza del padrone partito per un viaggio, compito del portiere, e insieme con lui dei servi, è quello di gestire con serietà la casa, secondo il compito affidato a ciascuno e vigilare. Vigilare non è facile. Non a caso Marco, parlando del ritorno del Signore e del rischio di essere sorpresi all’improvviso, usa l’immagine della notte quando si è appesantiti dal sonno. Non si sa bene quando il Signore verrà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino. L’immagine della notte ha lo scopo di far capire che c’è sempre il pericolo di essere appesantiti dalle mille occupazioni e preoccupazioni di ogni giorno e cadere in un torpore capace di distogliere dall’impegno nella vita cristiana.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate! Il rischio di essere sorpresi e colti impreparati dal Signore può essere una triste realtà. Ricordando la prima venuta di Cristo, la chiesa, mentre si prepara a celebrare il mistero del Natale, vuole anche e soprattutto prepararci all’appuntamento della sua venuta finale nella gloria, perché ogni giorno ci alleniamo con amore ad attenderlo, e ci invita a pregare: Vieni, Signore Gesù! (Ap 22,20).
d.G.
N.S. GESU’ CRISTO RE DELL’UNIVERSO
N.S. GESU’ CRISTO RE DELL’UNIVERSO
26 novembre 2023
RE CHE ACCOGLIE E SALVA
l Vangelo di questa domenica ci mette di fronte a un punto decisivo:
la nostra persona, e tutta la nostra vita davanti al Signore Dio, nel momento finale.
Che cosa gli presenteremo?
Il tempo, le energie, le azioni.
Soprattutto il rapporto con le persone:
familiari, amici, colleghi, compaesani, estranei…
Come li abbiamo guardati e trattati?
Come li abbiamo amati e serviti?
Ogni persona diventa amabile se la vediamo come segno e riflesso di Gesù, nostro Re e Signore, che ci ama e desidera abbracciarci.
I fiori della preghiera e della carità
In tutti i mercoledì di novembre alle 18,00 recita del Vespro e
S. Messa con Catechesi sulla lettera del Vescovo:
“Partirono senza indugio”
Si ripropone l’iniziativa:
“I Fiori della carità”.
Sul foglio, per aderire all’iniziativa, possiamo scrivere i nomi dei defunti
che desideriamo ricordare nella S. Messa del mercoledì.
AVVENTO
…ma c’è una strada
per la nostra vita?
Per aiutarci in questo
cammino vi proponiamo
alcuni incontri significativi:
Giovedì 30 novembre
Don Gastone
ci ripropone i primi capitoli della Genesi:
La creazione del mondo e dell’uomo
Giovedì 7 dicembre
in Chiesa, alle ore 21
Concerto dalla Banda
Cittadina di Porto Viro
in preparazione alla
Festa dell’Immacolata
Lunedì 11 dicembre
Il nostro Vescovo
ci introduce nel tema:
Maschio e femmina li creò
Venite, benedetti del Padre mio
Il vangelo presenta il grande affresco del «giudizio universale». Il criterio sulla base del quale verrà formulato il giudizio è il comportamento avuto nei confronti dei «più piccoli», vale a dire nei confronti di chi si trova nel bisogno e consiste in sei atti elementari di misericordia: «nutrire l’affamato, dar da bere all’assetato, accogliere lo straniero, vestire colui che è nudo, visitare il malato e il carcerato». Questi sei gesti hanno due caratteristiche che li accomunano. Da una parte portano il segno dell’«evidenza»: dinanzi a un affamato o a un assetato … non è necessario aver frequentato un maestro o aver fatto studi particolari per capire ciò a cui si è chiamati. Dall’altra, questi sei gesti si impongono per la loro «urgenza»: le situazioni di bisogno richiedono un intervento immediato altrimenti diventano irrimediabili. Questi sei atti sono il prolungamento e l’illustrazione del comandamento dell’amore.
Gesù pone un rapporto molto stretto tra questi gesti di misericordia e la sua persona: «In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me». Questa solidarietà tra Gesù e coloro che si trovano nel bisogno suscita la sorpresa di coloro che vengono giudicati. Sia gli «eletti» che gli «altri» non avrebbero mai immaginato che stessero amando o odiando il Signore nel momento in cui dimostravano misericordia o indifferenza verso i «più piccoli». Insistendo su questo stupore e rivelando la solidarietà di Gesù con i bisognosi, il testo lascia capire ciò di cui vuole convincere il lettore e/o ascoltatore. Nell’attenzione ai bisogni del prossimo si manifesta il rapporto tra il credente e il suo Signore. Se ogni decisione presa a favore del prossimo in stato di necessità è una decisione presa a favore di Cristo, se ogni rifiuto opposto al misero è rifiuto di Cristo, questo significa che il comportamento concreto dimostra la serietà del discepolo, la verità della sua fede.
Questa pagina evangelica indica qual è il «luogo della fede»: Cristo è creduto e confessato là dove i discepoli sono impegnati nella fedeltà all’amore. Solo l’aiuto concreto nei confronti degli altri testimonia l’autentico rapporto con Cristo. L’appartenenza alla chiesa non conferisce alcuna sicurezza, tutti, e in particolare i credenti, sono in marcia verso il giudizio. Non c’è fede vera e rapporto vivo e autentico con Gesù Cristo senza l’impegno concreto a vantaggio di chi si trova in stato di bisogno e necessità. Solo se faremo questo risuonerà anche per noi al termine del nostro cammino terreno: «Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo».
d.G.
Venga il tuo regno di verità e di pace
Nel 1925, a seguito degli eventi della prima guerra mondiale, papa Pio XI indisse un “Giubileo della pace”; l’11 dicembre dello stesso anno, con l’enciclica “Quas primas”, istituiva la Solennità di Gesù Cristo Re, a coronamento del Giubileo. Originariamente la ricorrenza era collocata nell’ultima domenica di ottobre, ma con il Concilio Vaticano II è stata spostata all’ultima domenica dell’anno liturgico ed è stata adottata anche dalle Confessioni luterana e anglicana. Parlare di regalità di Cristo oggi ha ancora un senso e se sì, come farla vivere nella nostra società post-cristiana sempre più autonoma da ogni riferimento a Dio e a Cristo? Il prefazio della Messa definisce, quello di Cristo, regno eterno e universale, di verità e di vita, di santità e di grazia, di giustizia, di amore e di pace. Le ragioni che spinsero Pio XI, su richiesta di pastori e fedeli, a istituire la ricorrenza valgono ancora? Nella citata enciclica, il Papa chiedeva ai cattolici un maggiore impegno nella società per accelerare il ritorno alla regalità sociale di Cristo, per opporre «un rimedio efficacissimo a quella peste che pervade l’umana società», cioè il laicismo con tutti i suoi errori. Lo scopo del richiamo di Pio XI è proprio contrastare la nascita e la crescita di una società atea e secolarizzata, per l’avere i cristiani allontanato Cristo «e la sua santa legge» dalla pratica della vita quotidiana, dalla famiglia e dalla società. Continuando a negare e rigettare «l’impero di Cristo Salvatore» diviene, così, impossibile una speranza di pace duratura fra i popoli. Da qui la necessità di «instaurare il Regno di Cristo e proclamarlo Re dell’Universo». Dopo quasi cento anni, resta attuale l’analisi di Pio XI, la quale ci aiuta a constatare che anche oggi, l’umanità, quasi idolatrando il principio di autodeterminazione, sceglie di fare a meno di Dio. «Se comandiamo che Cristo Re venga venerato da tutti i cattolici del mondo – afferma il Papa –, con ciò Noi provvederemo alle necessità dei tempi presenti, apportando un rimedio efficacissimo a quella peste che pervade l’umana società».
+ mons. Giovanni D’Ercole, vescovo
Domenica XXXIII^ del Tempo Ordinario
Domenica XXXIII^ del Tempo Ordinario
19 novembre 2023
VIVERE INTENSAMENTE LA VITA
Verso la conclusione dell’anno liturgico percepiamo che tutta la vita è dono:
noi siamo dono, con tutti i doni che ci sono affidati perché crescano e portino frutto.
Questo ci apre alla responsabilità, cioè alla risposta verso il Donatore.
Interroghiamoci sull’uso del tempo, intelligenza, doti affettive, e quindi anche di casa, denaro, oggetti.
Sono orientati al nostro vero Bene, al nostro Destino?
La vera soddisfazione sta nel “crescere davanti a Qualcuno”,
donandoci per il bene di tutti.
Con l’esempio dei santi e di tanti cristiani.
I fiori della preghiera e della carità
In tutti i mercoledì di novembre alle 18,00 recita del Vespro e
S. Messa con Catechesi sulla lettera del Vescovo:
“Partirono senza indugio”
Si ripropone l’iniziativa:
“I Fiori della carità”.
Sul foglio, per aderire all’iniziativa, possiamo scrivere i nomi dei defunti
che desideriamo ricordare nella S. Messa del mercoledì.
Uno solo è la vostra Guida, il Cristo
Il c. 23 del vangelo di Matteo è una denuncia del comportamento di scribi e farisei, e nello stesso tempo un ammonimento per la comunità cristiana. Gesù si scaglia contro la distorsione tra il dire e il fare, tra l’apparire e l’essere. Gli scribi e farisei descritti in questo tratto del vangelo, più che personaggi del passato, sono caricature delle deviazioni che minacciano la coscienza religiosa in tutte le epoche. Gesù intende smascherare atteggiamenti che possono essere presenti anche all’interno delle comunità cristiane dei nostri giorni. Egli esige dai suoi discepoli un comportamento del tutto diverso: condanna la vanagloria, i titoli onorifici, mette in guardia quanti nella comunità hanno un ruolo di guida dal pericolo di rivendicare per sé trattamenti di particolare riguardo e deferenza. L’unico vero maestro è Cristo e l’unico vero Padre è Dio. I cristiani sono fratelli tra loro, figli dello stesso Padre. Di fronte a questa fondamentale uguaglianza tutti i ruoli passano in secondo piano, e devono essere svolti come servizio ai fratelli. Nessuna funzione e nessun ministero nella chiesa ha significato se non è immagine e segno di Cristo servo: Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo. All’interno della comunità cristiana chi ha compiti di guida è chiamato a conformarsi a Cristo, che ha scelto la strada di un messianismo povero e umile, un messianismo di vicinanza e compassione per gli ultimi. Farsi piccoli di fronte a Dio, rinnegando ogni atteggiamento di orgoglio e superbia, è la condizione indispensabile per poter entrare nel regno di Dio. L’umiltà è necessaria per dar vita a una comunità di fratelli, caratterizzata dal servizio, libera da espressioni di dominio dei forti sui deboli.
Gesù presenta sé stesso come il solo maestro da imitare e seguire: Uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Contrariamente a quanto avveniva per scribi e farisei, in Gesù non c’è stato squilibrio tra pensiero e azione, non ha camminato ai margini delle sue idee, ma dentro le sue idee e ha versato il sangue per le sue idee. Gesù è stato un uomo coerente, forte e deciso, e così deve essere il vero discepolo. Il c. 23 di Matteo non è solo una dura requisitoria contro il giudaismo farisaico del tempo di Gesù, è anche un monito alla comunità cristiana di ogni tempo che si trova sempre nel pericolo di cadere in quegli stessi errori.
d.G.
Consiglio
Pastorale Parrocchiale
Si raduna venerdì 24 alle ore 21,
in canonica, con il seguente
o.d.g:
– uno sguardo sulla vita
della nostra Comunità;
-tempo di Avvento e di Natale.
Martedì 21 novembre
nel giorno in cui si celebra la festa
della Presentazione al Tempio di
Maria SS.ma, nel Veneto si celebra
la festa della
Madonna della Salute
a cui è intitolata la
Casa di Cura di Porto Viro.
In tale circostanza
alle ore 15,30
il Vescovo Giampaolo
celebrerà la Messa.
In Parrocchia viene sospesa la
Messa delle ore 18,00.
GIORNATA DEL
RINGRAZIAMENTO
Domenica prossima 26 novembre
in occasione della solennità di
Cristo Re dell’Universo
celebriamo nelle parrocchie di
Mea, Ca’Cappellino
e San Bartolomeo,
la festa del
Ringraziamento
per i frutti della terra, del mare
e del lavoro dell’uomo.
Quanto sarà portato all’altare
sarà devoluto in opere di carità.
Al termine della Messa sul
piazzale delle rispettive Chiese sarà
impartita la benedizione alle macchine,
agli automezzi e ai mezzi di lavoro.
Domenica XXXII^ del Tempo Ordinario
Domenica XXXII^ del Tempo Ordinario
12 novembre 2023
L’OLIO DELL’ATTESA
In questo ultimo mese dell’anno liturgico siamo richiamati a volgere
lo sguardo a Cristo che tutti ci invita alla festa con Lui nel suo
Regno. Occorre che la nostra speranza e il nostro desiderio siano rivolti
verso di Lui in modo attivo e attento: questo significa l’olio nelle lampade.
Una fede viva per poterlo riconoscere quando viene; una carità attiva verso
il prossimo, in famiglia nel lavoro, nella società. Il dono della sapienza ci
fa riconoscere il bene della vita vissuta come anticipo e preparazione
all’incontro con Lui.
I fiori della preghiera e della carità
In tutti i mercoledì di novembre alle 18,00 recita del Vespro e
S. Messa con Catechesi sulla lettera del Vescovo:
“Partirono senza indugio”
Si ripropone l’iniziativa:
“I Fiori della carità”.
Sul foglio, per aderire all’iniziativa, possiamo scrivere i nomi dei defunti
che desideriamo ricordare nella S. Messa del mercoledì.
Colletta Alimentare
Quest’anno la Giornata Nazionale
della Colletta Alimentare sarà sabato,
18 novembre 2023. Partecipa anche
tu: recati in uno dei 14.000
supermercati d’Italia …
Che cos’è
L’iniziativa prevede la presenza di
volontari presso i Punti Vendita
aderenti della Grande Distribuzione
Organizzata che invitano centinaia
di migliaia di persone che
vanno a fare la spesa a donare
una parte della propria spesa per
le persone in difficoltà.
L’obiettivo di questo evento
è sensibilizzare la società
civile sul problema
della povertà, richiamando
ai concetti di condivisione,
gratuità e carità e raccogliere
alimenti attraverso le donazioni
delle persone che vi partecipano
secondo il principio educativo
“Condividere i bisogni
per condividere il senso
della vita”.
SMS
Grazie per l’incontro di
ieri sera (10 nov.) sul libro
“Cento ripartenze”.
Abbiamo bisogno di
imparare a ripartire anche noi !!
In alcuni momenti mi sono
commosso!! Grazie, non stancarti
di riproporci testimonianze
come quella di ieri sera!!
Vegliate, perché non sapete
né il giorno né l’ora
La «parabola delle dieci vergini» presenta tre scene: nella prima le vergini vengono suddivise in due gruppi, cinque vengono definite «stolte» (sbadate) perché non prendono con sé una riserva di olio per le lampade, e cinque vengono dette «sagge» (prudenti) perché portano con sé una scorta di olio. La seconda scena presenta l’improvvisa venuta dello sposo. Le stolte si rendono conto troppo tardi della loro poca avvedutezza e chiedono alle sagge di dividere con loro l’olio. Nella terza e ultima scena giunge lo sposo, le vergini pronte entrano alle nozze e la porta viene chiusa. Il versetto finale presenta la morale: bisogna essere vigilanti, perché non si conosce né il giorno né l’ora in cui il Figlio dell’uomo tornerà.
Per ogni singolo elemento della parabola si potrebbero trovare dei significati, ma la cosa importante è non perdere di vista i termini iniziali della similitudine: Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che … uscirono incontro allo sposo. È questa dinamica d’incontro, caratterizzata dalla prontezza che è importante. Tutta l’azione trova unità nella persona dello «sposo» che è determinante in tutti e tre i momenti della parabola: la prima lo definisce «colui che è atteso», la seconda «colui che sta arrivando», la terza «colui che è arrivato». La comunità cristiana (= le vergini) deve vivere il tempo presente come tempo di attesa del ritorno del Signore (= lo sposo) e poiché nessuno conosce il momento del suo ritorno bisogna essere vigilanti. L’olio delle lampade è simbolo del fare la volontà di Dio, delle opere buone, e proprio per questo le sagge non possono passare il proprio olio alle stolte.
La parabola è stata inserita da Matteo all’interno del discorso escatologico per rispondere a una precisa domanda posta dai discepoli: «Quando verrà la parusìa? (= il ritorno finale di Gesù)». Gesù non dice quando verrà, ma invita a prepararsi a questo evento. Il tempo dell’attesa deve essere tempo operoso, perché l’incontro finale con il Signore, che viene per invitarci a fare festa con lui, potrà trasformarsi in condanna non per la sua severità ma per la poca vigilanza e/o preparazione che avremo dimostrato. Alla venuta del Signore bisogna prepararsi già da ora, perché quando verrà sarà troppo tardi. Le vergini stolte sapevano della venuta dello sposo e l’aspettavano, ma nonostante questo non si erano preparate nel modo conveniente.
d.G.
INDI GREGORY E IL PARADISO
Il papà di Indi, Dean Gregory esprime gratitudine all’Italia. Ma commuove immensamente che lui, che non è religioso, né battezzato, di fronte al dolore della sua bambina, all’ingiustizia della malattia e all’incomprensione del mondo intuisca che c’è una felicità che nessuno può togliergli e la individui nel Battesimo. La felicità, con coloro che amiamo, che Dio dona per sempre. La Sua risposta di amore al dolore degli innocenti e all’ingiustizia.
“Non sono religioso e non sono battezzato.
Ma quando ero in tribunale mi sembrava di essere stato trascinato all’inferno.
Ho pensato che se l’inferno esiste, allora deve esistere anche il paradiso.
Era come se il diavolo fosse lì. Ho pensato che se esiste il diavolo allora deve esistere Dio.
Una volontaria cristiana visitava ogni giorno il reparto di terapia intensiva e mi ha detto che il battesimo ti protegge e ti apre la porta del paradiso.
Mi hanno colpito molto anche i miei avvocati del del Cristian Legal Centre, Louis Browne, Bruno Quintavalle, e Pavel Strollov, il modo in cui mi hanno sostenuto e la loro dedizione.
E’ stato come se il battesimo di Indi fosse anche un modo per riconoscere il loro lavoro. Ho visto com’è l’inferno e voglio che Indi vada in paradiso.
Anzi, ho deciso che anche io e mia figlia dovremmo battezzarci.
Vogliamo essere protetti in questa vita e andare in paradiso”.