SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO

SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO

11 giugno 2023

EUCARISTIA, VITA E UNITA’

L’ Eucaristia è il vincolo che stringe in unità il popolo cristiano, le nostre comunità, le nostre famiglie.
L’ Eucaristia è il pane di vita che sostiene la fede cristiana, la carità che ci apre all’amore vero, la speranza che ridesta le energie, di questo pane vivo abbiamo bisogno.
Tutti i beni del mondo, i cibi, i luoghi, le bellezze, le vacanze, sono insufficienti al cuore dell ’uomo e spesso ci dissipano e ci disperdono.
Desideriamo ed accogliamo l’E ucaristia che ci fa diventare Corpo di Cristo insieme con i nostri fratelli.

Martedì 13 giugno 2023

Festa di S. Antonino da Po

ore 20,30 S. Messa
presieduta da

Mons. Francesco Zenna

Vicario generale della nostra Diocesi
segue la Processione

Dio con noi

La festa del Corpo e Sangue del Signore viene celebrata il Giovedì Santo, nel cuore della Settimana santa, ma la chiesa vuole nuovamente solennizzarla, dopo la domenica della Santissima Trinità, perché il mistero eucaristico è talmente profondo e importante da meritare di essere continuamente ripensato. È il mistero che fa memoria di tutti in prodigi di Dio, culminati nel dono del Figlio, del Verbo fatto carne, morto in croce e risorto per la nostra salvezza, per renderci partecipi della vita eterna, della vita d’amore trinitaria.
Questa solennità è un invito a ravvivare la nostra fede in Gesù presente nel sacramento dell’Eucaristia. Il Quarto vangelo non parla esplicitamente dell’istituzione dell’Eucaristia, ma tutto il capitolo sesto è la sintesi dell’insegnamento di Gesù sul sacramento del suo Corpo e del suo Sangue. Gesù è la realizzazione di ciò che è stato prefigurato dalla manna, che ha sfamato gli Israeliti nel deserto. Dio aveva educato il popolo di Israele peregrinante nel deserto a fidarsi di lui, si era dimostrato capace di sfamarlo; la sua parola e la sua presenza durante il cammino nel deserto sono state il vero alimento che l’ha salvato dalla morte. Così ieri e così oggi.
Gesù nell’Eucaristia si lascia mangiare, offre sé stesso per la nostra salvezza, dona la sua vita perché l’umanità abbia la Vita. Il discepolo di Gesù è colui che “mangia e beve” la carne e il sangue di Gesù, e cibarsi del Corpo e Sangue di Gesù significa condividere la sua vita e trovare in lui la realizzazione della nostra vita. Colui che mangia di me, vivrà per me (Gv 6,57): colui che mangia di Cristo deve essere disposto a divenire pa-ne spezzato e a lasciarsi mangiare dagli altri, come Cristo.
Nel Padre nostro chiediamo a Dio di donarci il pane quotidiano: pane materiale e pane per lo spirito. Deve essere nostra continua preoccupazione chiedere a lui non solo il cibo che perisce, ma anche quello che viene dal cielo e dona la vita eterna. Sostenuti da questo pane celeste, come il popolo pellegrino nel deserto, cammineremo per i sentieri della storia fino al monte di Dio, là dove siamo attesi per contemplare la presenza del Signore, l’Emmanuele: il Dio con noi.
d.G.

Corpus Domini

Domenica 11 giugno ore 9,30
Solennità del Corpus Domini
unica celebrazione in San Bartolomeo
(sospese le Messe a Mea e Ca’Cappellino)
segue la processione fino
alla Chiesa delle Clarisse.
I bambini potranno spargere
lungo il cammino petali di fiori.

Domenica 11 giugno
ricorre anche la festa
dei Santi Felice e Fortunato

Patroni della nostra Diocesi.
Sono anche i Patroni di Mea.
 nel pomeriggio in
località Mea alle ore 18,00

ci sarà la S.Messa
e una breve processione

Giovedì 15 giugno,
in occasione della giornata
mondiale di santificazione sacerdotale
tutti i sacerdoti della diocesi trascorrono
la giornata assieme al Vescovo.
Per questo motivo nelle parrocchie
non si celebra la Messa.
Venerdì 16 giugno
Si celebra la Solennità del Sacro Cuore di Gesù


Solennità della SS.ma Trinità

Solennità della SS.ma Trinità

4 giugno 2023

TRINITA’: IL MISTERO CHE CI FA VIVERE

Trinità: un Mistero che avvolge la nostra vita e l’universo.
Dio Padre è all’origine del mondo e della vita di ogni persona;
Dio Figlio entra nella storia, vivendo la nostra vita e portandola alla pienezza della risurrezione;
Dio Spirito Santo abita nel profondo del nostro essere e ci apre ai fratelli.
Un solo Dio in tre persone: la vastità e profondità del Mistero di Dio si rivela e si consegna a noi.
Amati per il tempo e per l’eternità, desideriamo far conoscere ed amare questo Dio ad ogni uomo, per vivere come figli e fratelli.

Corpus Domini

Domenica 11 giugno ore 9,30
Solennità del Corpus Domini
unica celebrazione in San Bartolomeo
(sospese le Messe a Mea e Ca’Cappellino)
segue la processione fino
alla Chiesa delle Clarisse.
I bambini potranno spargere
lungo il cammino petali di fiori.

***

Domenica 11 giugno
ricorre anche la festa
dei Santi Felice e Fortunato

Patroni della nostra Diocesi.
Sono anche i Patroni di Mea.
 nel pomeriggio in
località Mea alle ore 18,00

ci sarà la S.Messa
e una breve processione

***

Martedì
13 giugno 2023

Festa di S. Antonino da Po

ore 20,30 S. Messa
presieduta da

Mons. Francesco Zenna

Vicario generale della nostra Diocesi
segue la Processione

Macerata – Loreto

45° Pellegrinaggio a piedi

Sabato
10 giugno 2023 ore 20,30

C’è ancora qualche posto disponibile
tel. 347 0878919

Dio è amore

Nelle ultime domeniche abbiamo ricordato alcuni avvenimenti importanti della storia della salvezza: la Pasqua, l’Ascensione, la Pentecoste. Oggi non ricordiamo un avvenimento ma il mistero dal quale è scaturita tutta la storia della salvezza e che distingue la religione cristiana da tutte le altre. Il popolo ebraico adorava un solo Dio; i popoli pagani adoravano più divinità; il cristianesimo si è fatto nel mondo portatore della fede in un Dio in tre persone: Padre, Figlio e Spirito Santo.
La nostra vita è profondamente legata alle tre persone divine. Ci sono senza dubbio persone che nella vita ci sono più familiari (i genitori, i figli, gli amici…), ci sembra quasi di non poter concepire la nostra vita senza di loro, sono come rami della nostra vita, e ce ne accorgiamo quando qualcuno di loro viene a mancare. Nessuna persona però è radicata in noi come le tre persone divine: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Nel loro nome e in dialogo con loro si svolge tutta la nostra vita dalla culla alla tomba. Alla soglia della nostra vita fummo battezzati «nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo», al tramonto di essa partiremo ancora «nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo». Segnandoci con il segno della croce, dichiariamo ogni volta la nostra volontà di appartenere alla Trinità.
Camminiamo con le tre persone divine, ma spesso senza riconoscerle, come i due discepoli di Emmaus che fecero la strada con Gesù senza accorgersi che era lui. Dovremmo, invece, avere la capacità di scorgere il volto di Dio dappertutto, un volto amico che ci accompagna, aiuta e sostiene. Questo Dio trinitario che ha intessuto una storia d’amore con l’uomo ci attende accanto a sé. La Trinità è «il grande oceano di pace verso il quale sta scorrendo il piccolo ruscello della nostra vita» (Sant’Agostino). Il cristiano è chiamato a prepararsi giorno dopo giorno a questo incontro, a questa speranza che non delude, proprio perché basata sull’amore fedele di Dio.

d.G.

La Confraternita della SS.ma Trinità di Loreo

La confraternita, istituita nel 1608, in breve crebbe talmente di numero, erano 10mila gli iscritti durante l’800 e sono 2mila attualmente, che ben presto i fradèi ebbero necessità di un proprio oratorio, quello attuale a fianco della chiesa parrocchiale, che si iniziò a costruire nel 1613, in seguito ampliato e restaurato varie volte. Ai confratelli si imponevano l’obbedienza al priore e al padre guardiano, il dovere della penitenza, dell’assistenza e dell’elemosina, l’osservanza di una condotta moralmente retta .

“Fratelli, che dimandate?”, chiede il priore. “La misericordia di Dio e la pace di questa compagnia?”, rispondono i novizi che, presentati da un fratello anziano, chiedono di essere iscritti alla confraternita. E così, dopo il canto del Miserere,  ormai da quasi cinque secoli ha inizio la cerimonia che si celebra la notte della SS. Trinità.  Da 496 anni, alla data prescritta, gli aderenti alla Confraternita dei flagellanti o dei battuti della SS. Trinità, con i loro suggestivo saio e cappuccio rossi,  convengono a Loreo.  La cerimonia inizia verso la mezzanotte nell’oratorio della Scuola, con la vestizione dei nuovi fratelli. Dopo questa prima parte pubblica alla presenza anche delle sorelle, inizia la parte segreta del rito cui possono assistere solo gli iscritti: “Avvertiti tutti i fratelli d’un perfetto silenzio, chiuse tutte le porte e conoscendo il priore essere i tutti fratelli al loro posto e bene preparati.” Alle tre di notte circa, i fradèi escono e si recano processionalmente alla chiesa del Pilastro per la veglia cimiteriale. All’alba tutto è concluso ed ognuno ritorna al suo paese. Da precisare soltanto che il lungo tragitto verso il  Pilastro è innovazione ottocentesca, quando cioè i cimiteri vennero spostati fuori dai luoghi abitati; prima di allora, la processione si esauriva attorno alla parrocchiale, accanto alla quale come ovunque si tumulavano i defunti. La fantasia popolare si è da sempre sbizzarrita sui fradèi dla Scuola d’ Loré. Tante cose si dicevano e si dicono ancora: che è assai difficile essere ammessi e che  si deve subire una ispezione fisica per dimostrare di essere maschi,  dal momento che le donne non sono ammesse al rito segreto; che al momento della morte, si deve porre un mattone sotto il capo e provvedere subito alla cancellazione dall’elenco altrimenti il fratello non troverà pace e apparirà di notte; che durante la parte segreta, se estraneo si nascondesse in chiesa, la cerimonia sarebbe impossibilitata a proseguire. E via dicendo.  In realtà niente di negromantico o di strane iniziazioni, nessun occultismo o formule esoteriche. Tutto si svolge nel segno della più rigorosa ortodossia.


Solennità di Pentecoste

Solennità di Pentecoste

28 maggio 2023

LO SPIRITO SANTO: UN’OPERA CHE CONTINUA

Pentecoste: continua l’azione di Dio nel cammino della storia e nel cuore degli uomini;
come agli inizi della creazione, come nella prima Pentecoste.
Lo Spirito entra nel cuore delle persone e lo ridesta e rilancia:
nella vita familiare, nella società, attraverso la te-stimonianza della fede e l’azione della carità.
Ne abbiamo un segno anche attraverso la voce di tanti fratelli colpiti dall’alluvione.
Addestriamo il cuore e gli occhi a riconoscere l’opera dello Spirito Santo nel mondo e la sua presenza efficace nella Chiesa.

Domenica 11 giugno ricorre anche la festa dei Santi Felice e Fortunato
Patroni della nostra Diocesi. Sono anche i Patroni di Mea.
 nel pomeriggio in località Mea alle ore 18,00
ci sarà la S.Messa e una breve processione

Corpus Domini

Domenica 11 giugno ore 9,30
Solennità del Corpus Domini
unica celebrazione in San Bartolomeo
(sospese le Messe a Mea e Ca’Cappellino)
segue la processione fino
alla Chiesa delle Clarisse.
I bambini potranno spargere
lungo il cammino petali di fiori.

Conclusione del Fioretto
del mese di Maggio
Martedì 30 ore 20,45
Con sorpresa per tutti i ragazzi

* * *

31 maggio
festa della
Visita di Maria a S. Elisabetta
è il titolo della Parrocchia di Donada.
Sospendiamo la Messa delle 18,
per partecipare insieme
a Donada, alla Messa delle 18,30

* * *

Giugno mese dedicato al
Sacro Cuore di Gesù
Domenica 4 giugno:
Festa della SS. Trinità

Il vento e il fuoco dello Spirito

Lo Spirito Santo è il gigante invisibile, la forza che tutto sostiene, l’architetto che tutto progetta e crea. Il libro degli Atti descrive la venuta dello Spirito utilizzando le immagini del vento e del fuoco. La scelta del «vento» e del fuoco come immagini dello Spirito sono molto indovinate. Il vento non si può imbrigliare, inscatolare, soffia dove come e quando vuole. Così anche lo Spirito di Dio: agisce dove vuole, quando vuole, come vuole. Lo Spirito non è proprietà dei cristiani, può trovarsi e operare in tutti gli uomini, il bene può provenire anche da dove meno ce l’aspettiamo. Il vento impedisce all’acqua di stagnare.
Anche lo Spirito smuove, impedisce di stagnare. Spesso siamo attaccati alle nostre abitudini, alle nostre sicurezze e certezze, così come l’ostrica è attaccata allo scoglio. L’idea della novità ci terrorizza, di qui la ripetitività, il calo della fantasia. Il vento modella le montagne. Allo stesso modo lo Spirito tocca un pagano, Abramo, e ne fa nostro padre nella fede; tocca un ragazzino, Davide, e ne fa un re; tocca il persecutore Saulo e lo trasforma nell’apostolo delle genti; tocca un peccatore, Agostino, e ne fa un dottore della Chiesa. Il vento è creativo. Quando soffia il vento nel deserto o sulle dune della spiaggia, il paesaggio cambia. Anche lo Spirito è creativo, ci dice: «Sii te stesso». Lo Spirito è fantasia, novità, suscitatore di futuro. Quando il suo soffio incontra una vela disposta a lasciarsi portare, avvengono miracoli.
Il «fuoco» è la seconda immagine dello Spirito. Il fuoco illumina. Lo Spirito Santo è luce, e la luce è vita, senza luce tutto morirebbe. Anche lo Spirito è vita: ha dato vita alla prima comunità cristiana, dà vita anche a noi e alle nostre comunità se gli permettiamo di lavorare dentro di noi. Il fuoco fonde insieme elementi diversi. Lo Spirito ci dice che non basta stare l’uno accanto all’altro, è necessario camminare insieme, avere un cuore e un’anima sola. Il fuoco riscalda. Lo Spirito accende e ravviva l’amore per Dio, l’impegno a vivere la parola di Dio. È lui che lavora i cuori e li trasforma.

d.G.

Ave Maria, nostra Signora del fango.
Tu hai sperimentato la precarietà quando, nella stalla di Betlemme, hai dato alla luce il tuo Figlio Primogenito. Tu sai cosa significa scappare nel bel mezzo della notte e lasciare tutto, perché hai affrontato il viaggio in Egitto con Giuseppe e Gesù, per sottrarvi all’ira di Erode. Svariate volte tu e Giuseppe avete dovuto ricominciare da zero, per continuare a custodire il Figlio di Dio che vi era stato affidato. Solo tu sai cosa ha significato la vita in Egitto e il ritorno a Nazareth; solo tu puoi dire come è stato accompagnare Gesù fino alla croce e lì, tra le lacrime, ricevere come figlio il discepolo amato e, in lui, tutti i discepoli del tuo Figlio. Guarda te ne preghiamo – la nostra terra e il nostro popolo, che sperimenta la precarietà e la voglia di ricominciare; che si rimbocca le maniche e, con il badile in mano, canta in mezzo al fango; che accoglie l’aiuto generoso di quanti si fanno compagni di strada per alleviare, anche solo per un attimo, le ferite di questa immane tragedia. Maria, nostra Signora del fango, ottieni per noi, e per tutti i tuoi figli, quella stessa forza che ti ha sostenuta durante tutta la tua vita: consola le lacrime di chi ha perso tutto e intercedi perché abbiamo sempre la forza di ricominciare e di costruire un mondo sempre più giusto e solidale. Amen.

Perle nel fango

Paolo Cevoli è conosciuto come comico di Zelig, ma nella vita privata è un imprenditore riminese nel settore della ristorazione. In questi giorni ha visitato la zona di Faenza travolta dal fiume Lamone. In un’intervista ha raccontato gli incontri che lo hanno colpito: «Lisa, una ragazza di Brisighella, aveva un vivaio e l’alluvione ha distrutto tutte le piante. “Però la struttura del vivaio è rimasta intatta”, mi ha detto. Una nonna aveva 80 galline, ne è rimasta viva una sola. Lei sorrideva e mi ha detto: “Però una si è salvata”. Alla scuola di musica l’acqua ha inghiottito un pianoforte che valeva 50mila euro. “Ma siamo riusciti a salvare un clavicembalo antico”, mi hanno detto tutti contenti. C’è dolore, ma non c’è lamentela e soprattutto non c’è disperazione. C’è sempre una chiusura positiva. E c’è una solidarietà mostruosa. Poi ho ricevuto questo messaggio da un amico: “Mio padre compirà tra poco 93 anni e ha perso tutto. Ma è forte. E quando io e mio fratello gli abbiamo detto che la sua casa e il vecchio mulino non c’erano più, lui ha tirato un sospiro, ha voluto guardare il video della rotta dell’argine e della casa distrutta, poi ha detto: “No, non ho perso tutto. Sono qui con voi. E questo è tutto”. Io ho pianto molte volte, in questi giorni».


VI domenica di Pasqua

VI domenica di Pasqua

14 maggio 2023

UNA SPERANZA CERTA

Sempre nell’ultima cena Gesù promette la continuazione della sua presenza e della sua opera attraverso il dono dello Spirito Santo che fa vivere la Chiesa.
Egli ci affida il comandamento dell’amore verso Dio e verso il prossimo, come inizio del mondo nuovo.
Nella prima e seconda lettura vediamo come si espande la fede, ad opera degli apostoli, dei diaconi, dei semplici cristiani: un popolo nuovo, un corpo vivo, una speranza certa per il mondo.

FESTIVAL BIBLICO

CHIOGGIA 19 – 21 maggio

Sarà il libro biblico della Genesi – e in particolare i capitoli dall’1 all’11 – il filone tematico attorno al quale si articolerà la proposta culturale della 19° edizione del Festival Biblico, il festival promosso da Diocesi di Vicenza e Società San Paolo per stimolare una riflessione sulla contemporaneità alla luce delle Sacre Scritture ebraico-cristiane. Al progetto aderiscono le Diocesi di Verona, Padova, Adria-Rovigo, Vittorio Veneto, Treviso, Chioggia – quest’ultima alla sua prima edizione.

Vi invitiamo a seguire il ricco programma proposto nel volantino

Il Fioretto
del mese di Maggio

Il mese di Maggio ci mette
insieme
a pregare con
il Rosario
per chiedere alla
Madonna di Fatima
il dono della pace.

Si recita il Rosario ogni sera

in Chiesa
alle 17,30, prima della Messa.

A Sant’Antunin da Po
ogni sera alle ore 20,30

In Parrocchia
dal lunedì al venerdì
alle ore 20,45

Con i ragazzi e i genitori il Fioretto si terrà
al mercoledì alle ore 20,45, in Chiesa

Gesù risorto testimoniato dall’amore

Il vangelo si apre e chiude con un invito di Gesù ad amarlo e a dimostrare questo amore mettendo in pratica i suoi comandamenti. Gesù afferma che ciò che verifica la realtà dell’amore verso di lui è l’obbedienza alla sua parola, l’osservanza concreta dei comandamenti che si riassumono in quello dell’amore. Per quanto riguarda il comandamento l’amore viene sottolineata la concretezza: non parole ma fatti. È nella concretezza della carità, del dono di sé, che si incontra la presenza del Signore risorto: Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Gesù sa che questo comandamento non è facile da vivere e per questo promette il dono dello Spirito, il “Paraclito” (= consolatore), che continuerà il compito svolto da lui e che accompagnerà l’uomo nel cammino verso la casa del Padre.
Dio mantiene le sue promesse e continua a donare alla Chiesa il suo Spirito. Dio non ci promette un mondo o una Chiesa libera da problemi. Non ci promette nemmeno dei fratelli sempre con la bontà nel cuore e il sorriso sulle labbra. Non ci promette neppure una vita libera da difficoltà e persecuzioni. Ci promette il suo Spirito. Forse a noi sembra poco, invece è tutto. Lo Spirito ci dona la forza di tradurre in pratica il messaggio del vangelo, ci fa dono della capacità di camminare incontro a lui pur in mezzo alle difficoltà e ai problemi della vita.
Oggi come e dove avvertiamo la presenza dello Spirito “consolatore”? La avvertiamo nell’essere arrivati alla fede, nell’accogliere i comandamenti del Signore e nel cercare di viverli. La sperimentiamo nella luce di verità che spesso intuiamo nell’ascolto attento e aperto della Parola di Dio, che ci raggiunge, ci interroga, a volte ci mette in crisi e giudica la nostra vita per farla crescere e maturare. La sperimentiamo nella gioia e nello stupore che viviamo quando siamo capaci di amare in modo autentico e disinteressato, quando la vediamo operare nei fratelli, alcuni dei quali ancora oggi donano la loro vita per Cristo. È esperienza viva nei Sacramenti, segni di Dio nei quali egli opera in noi e nel mondo. La ritroviamo nella Chiesa animata sorretta e guidata dallo Spirito perché sia sposa fedele del suo Signore.

d.G.

Il racconto di Papa Francesco

Il Pontefice è intervenuto durante la terza edizione degli Stati Generali della Natalità, l’evento che mira a raccogliere idee e proposte per combattere il trend demografico negativo in atto nel nostro Paese.

Durante il suo intervento, avvenuto dal palco dell’Auditorium della Conciliazione, Papa Francesco ha raccontato di come, circa una quindicina di giorni fa, durante l’udienza del mercoledì, mentre salutava i fedeli si trova davanti a una signora, che gli chiede “Me lo benedice il mio bambino?”.

Fin qui tutto normale, se non fosse che il “bambino” era in realtà, come raccontato dal Papa, “un cagnolino. Lì non ho avuto pazienza e ho sgridato la signora: ‘Signora, tanti bambini hanno fame e lei col cagnolino’.”.

Le paure del Pontefice per il futuro

“Queste sono scene del presente, ma se le cose vanno così sarà l’abitudine del futuro, stiamo attenti” ha poi continuato Papa Francesco, rimarcando la paura per un futuro nel quale vede probabilmente più animali che bambini.

E guardando indietro possiamo trovare altre occasioni nelle quali il Papa ha espresso preoccupazione verso le persone che hanno animali e non bambini, per quella che a volte viene vista, forse con un po’ di superficialità, quasi come una preferenza.

Lo scorso 26 agosto ad esempio (neanche a farlo apposta, giornata mondiale del cane), il Pontefice aveva espresso preoccupazione per “l’inverno demografico”, puntando il dito contro le persone che “preferiscono avere cani, gatti, che è un po’ l’affetto programmato: io programmo l’affetto, mi danno l’affetto senza problemi. E se c’è dolore? Beh, c’è il medico veterinario che interviene, punto. E questa è una cosa brutta. Per favore, aiutate le famiglie ad avere dei figli. È un problema umano, e anche un problema patriottico”.


V domenica di Pasqua

V domenica di Pasqua

7 maggio 2023

L’OPERA DI DIO  E LA  NOSTRA

Anche noi come gli apostoli nel cenacolo, riceviamo le confidenze di Gesù e con l’apostolo Filippo gli domandiamo:
Mostraci Dio, mostraci il Padre.
Ritroviamo Dio nel segno concreto di Gesù, Figlio mandato dal Padre a compiere la sua opera di salvezza.
Quali altre strade cercare, quali altre strade percorrere?
Gesù è via, verità e vita.
Stringendoci a Lui, pietra viva, nella comunità della Chiesa, la nostra vita e la nostra opera non vanno perdute, ma servano per la costruzione di un mondo nuovo.

FESTIVAL BIBLICO

CHIOGGIA 19 – 21 maggio

Sarà il libro biblico della Genesi – e in particolare i capitoli dall’1 all’11 – il filone tematico attorno al quale si articolerà la proposta culturale della 19° edizione del Festival Biblico, il festival promosso da Diocesi di Vicenza e Società San Paolo per stimolare una riflessione sulla contemporaneità alla luce delle Sacre Scritture ebraico-cristiane. Al progetto aderiscono le Diocesi di Verona, Padova, Adria-Rovigo, Vittorio Veneto, Treviso, Chioggia – quest’ultima alla sua prima edizione.

Vi invitiamo a seguire il ricco programma proposto nel volantino

Il Fioretto
del mese di Maggio

Il mese di Maggio ci mette
insieme
a pregare con
il Rosario
per chiedere alla
Madonna di Fatima
il dono della pace.

Si recita il Rosario ogni sera

in Chiesa
alle 17,30, prima della Messa.

A Sant’Antunin da Po
ogni sera alle ore 20,30

In Parrocchia
dal lunedì al venerdì
alle ore 20,45

Con i ragazzi e i genitori il Fioretto si terrà
al mercoledì alle ore 20,45, in Chiesa

Gesù via, verità e vita

Il vangelo di questa domenica segna l’inizio dei «discorsi di addio» (Giovanni cc. 14-17). L’«ora» di Gesù si avvicina e nelle sue parole domina la preoccupazione di consolare i discepoli per la sua imminente partenza. Queste pagine sono il testamento spirituale di Gesù preoccupato per il bene dei suoi che sta per lasciare. Egli intende rassicurare i discepoli sul proprio e loro destino. La sua partenza non è da considerare la conclusione della loro bella avventura insieme. Gesù parte per andare a preparare un posto nella casa del Padre e per potersi poi ricongiungere tutti: Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi.
Gesù si presenta ai discepoli come colui che apre l’accesso alla «casa» del Padre, colui che apre agli uomini la possibilità dell’incontro con Dio. Gli interrogativi posti da Tommaso e da Filippo consentono a Gesù di chiarire la sua funzione e la sua missione. Tommaso desidera conoscere la via per arrivare al luogo dove Gesù sta per andare. Gesù gli risponde: Io sono la via, la verità e la vita. Gesù propone sé stesso, la sua persona e il suo messaggio come colui che dà autenticità ai desideri più profondi dell’uomo, come colui che dona significato alla vita e la riempie di speranza. Gesù è la via che porta alla vera vita e alla verità della vita, proprio perché lui stesso è la Verità. La richiesta di Filippo – Mostraci il Padre e ci basta – esprime invece la tentazione frequente di prendere scorciatoie per arrivare a Dio e alla verità di sé. Gesù ribadisce di essere l’immagine del Padre, di essere colui che consente l’accesso a Dio. Egli afferma che la salvezza è davanti a loro, è la sua stessa persona, è la relazione con lui che dona la vera vita.
La parola di Gesù ci pone alcune domande e sollecita da noi le risposte. Vogliamo conoscere la «via»? Guardiamo a Cristo: tra i tanti maestri dell’umanità è l’unico in grado di insegnarci la via giusta. Vogliamo conoscere la «verità»? Guardiamo a Cristo: ascoltiamo la sua Parola, unica verità che rischiara il nostro cuore. Vogliamo possedere la pienezza della «vita»? Guardiamo a Cristo: l’unico che sa dare un significato e un fine nuovo al nostro vivere ed è via sicura verso una vita autentica che non finirà mai.

d.G.

Una firma che fa bene

“Se fare un gesto d’amore ti fa sentire bene, immagina farne migliaia”.

Questo il claim della nuova campagna di comunicazione 8xmille della Conferenza Episcopale Italiana, che mette in evidenza il significato profondo di un semplice gesto che permette ogni anno la realizzazione di migliaia di progetti in Italia e nei Paesi in via di sviluppo
Ecco, quindi, che attraverso una semplice firma, quella per l’8xmille, è possibile moltiplicare la sensazione di benessere che si prova quando si fa un gesto d’amore. Come fa la Chiesa ogni giorno con i suoi interventi arrivando capillarmente sul territorio a sostenere e aiutare chi ne ha più bisogno: poveri, senzatetto, immigrati, ma anche italiani che attraversano momenti di difficoltà. “L’obiettivo della campagna 2023 è far comprendere il valore di un gesto molto semplice come una firma, abbinandolo a momenti della vita di tutti i giorni.
Nella campagna 2023 la Chiesa si racconta attraverso otto storie di speranza e di coraggio.
Dalla Casa della Carità che, a Seregno, offre ospitalità ai più fragili senza fissa dimora, alla mensa delle Parrocchie solidali di Brindisi, una mano tesa rivolta a quanti sono a rischio di esclusione sociale. Dalla Casa Santa Elisabetta, un condominio solidale nel cuore di Verona per donne sole con minori ad Opera Seme Farm, una filiera etica che, nel Salento, promuove i prodotti del territorio generando valore ed occupazione, passando per il Centro di ascolto diocesano di Albano, un luogo accogliente e familiare per chi ha bisogno di assistenza alimentare e non solo. Farsi prossimo con l’accoglienza è la mission del progetto Un popolo per tutti che, a Roccella Jonica, rappresenta un nuovo inizio per i migranti in fuga in cerca di un futuro migliore.


IV domenica di Pasqua

IV domenica di Pasqua

30 aprile 2023

60^ giornata di preghiera per le vocazioni

LA PORTA, L’OVILE, IL PASTORE

Un luogo a cui riferirsi, una casa in cui abitare, un popolo a cui appartenere, un pastore a cui guardare: a questo ci chiama Gesù.
Chi è solo e guarda solo se stesso, è una pecora solitaria che si perde.
Gesù è la porta per entrare nell’ovile della Chiesa.
Gesù è il pastore che custodisce, conduce al pascolo, ha cura di ciascuno.
Questa non solo un’immagine, ma una realtà.
Scopriamo l’ovile e seguiamo il pastore.
Senza questo, finiamo in balia del disorientamento e del nulla.

 FESTIVAL BIBLICO

CHIOGGIA 19 – 21 maggio

Sarà il libro biblico della Genesi – e in particolare i capitoli dall’1 all’11 – il filone tematico attorno al quale si articolerà la proposta culturale della 19° edizione del Festival Biblico, il festival promosso da Diocesi di Vicenza e Società San Paolo per stimolare una riflessione sulla contemporaneità alla luce delle Sacre Scritture ebraico-cristiane. Al progetto aderiscono le Diocesi di Verona, Padova, Adria-Rovigo, Vittorio Veneto, Treviso, Chioggia – quest’ultima alla sua prima edizione.

In preparazione al Festival Biblico incontro di preparazione presso le nostre opere parrocchiali
venerdì 5 maggio alle ore 20,45

Il Fioretto

del mese di  Maggio

 Il mese di Maggio
ci mette insieme
a pregare con il Rosario
per chiedere alla Madonna di Fatima
il dono della pace.

Si recita il Rosario ogni sera

in Chiesa
alle 17,30, prima della Messa.

A Sant’Antunin da Po
ogni sera alle ore 20,30

In Parrocchia
dal lunedì al venerdì
alle ore 20,45

Con i ragazzi e i genitori il Fioretto si terrà
al mercoledì alle ore 20,45, in Chiesa

Festa dell’Oratorio
San Giusto

30 aprile – 1° maggio

Martedì 2 maggio
ore 21,00

presso le opere parrocchiali
presentazione de

“Il Senso Religioso”

Io sono la porta

Il vangelo presenta la similitudine del «pastore». Il tema del pastore e del gregge percorre tutta la Bibbia. Il Salmo 23 ed Ezechiele 34 mettono in luce l’amore di Dio per il suo popolo, la conoscenza reciproca, la comunione di vita, la condanna dei falsi pastori, l’impegno di Dio a radunare il suo popolo. Raccontando la similitudine su questo sfondo biblico, Gesù si presenta come il vero pastore perché, a differenza del mercenario, non viene per rubare le pecore, ma per donare la vita. Il falso pastore pensa a sé stesso e sfrutta le pecore; il vero pastore, invece, pensa alle pecore ed è disposto a dare per loro la vita.
Gesù applica a sé stesso anche l’immagine della «porta»: Io sono la porta delle pecore. Questa similitudine può avere due significati: in riferimento ai capi, Gesù è la porta per la quale si deve passare per essere legittimi pastori; in riferimento ai fedeli, Gesù è la porta per la quale si entra nel Regno e si raggiunge la salvezza. In entrambi i casi si afferma la centralità di Gesù. Solo in Lui vi è salvezza e vita, solo Lui è la porta che conduce alla libertà. Per attraversare questa porta, però, bisogna convertirsi, perché entra solo chi ascolta la voce del pastore.
Il brano evangelico parla anche del comportamento delle pecore e fa’ emergere un terzo tema: la sequela. La sequela è frutto di una chiamata (egli chiama le pecore ciascuna per nome), implica un’appartenenza (le sue pecore), esige ascolto (ascoltano la sua voce). La sequela è comunione di vita, è camminare insieme (cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono), richiede il rifiuto di ogni altro pastore e maestro (un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui). Solo Gesù è il «pastore» e la «porta» dell’ovile, affidarsi a lui significa scegliere la guida sicura che conduce alla vita. Gesù «pastore» si rende visibile nella Chiesa attraverso i suoi ministri. Oggi siamo invitati a pregare il signore della messe perché mandi operai nella sua messe (Lc 10,2). Preghiamo perché coloro che sono chiamati rispondano con un sì generoso al suo amore.

d.G.

Giornata mondiale delle vocazioni

30 aprile 2023

 Messaggio del vescovo

La giornata mondiale delle vocazioni non mette a tema solo le vocazioni al presbiterato o alla vita consacrata, anche se queste particolari chiamate ci stanno tanto a cuore. La Chiesa in questa giornata invita tutti i cristiani a rileggere la loro vita come risposta a una chiamata del Signore. Preti, consacrati e consacrate, sposi e missionari, battezzati impegnati nella vita pubblica. Quest’anno papa Francesco nel suo messaggio per questa giornata ha voluto richiamare l’attenzione sulla reciprocità delle diverse vocazioni nella Chiesa. Così scrive nell’Esortazione Apostolica post-sinodale rivolta ai giovani e a tutto il popolo di Dio: «La pastorale [giovanile] non può che essere sinodale, vale a dire capace di dar forma a un “camminare insieme” che implica una valorizzazione dei carismi che lo Spirito dona secondo la vocazione e il ruolo di ciascuno dei membri della Chiesa attraverso un dinamismo di corresponsabilità […]. In questo modo, imparando gli uni dagli altri, potremo riflettere meglio quel meraviglioso poliedro che dev’essere la Chiesa di Gesù Cristo. Essa può attrarre i giovani proprio perché non è un’unità monolitica, ma una rete di svariati doni che lo Spirito riversa incessantemente in essa, rendendola sempre nuova nonostante le sue miserie» (Christus vivit, 206-207). La figura geometrica del poliedro è cara a papa Francesco che ce l’ha presentata fin dall’inizio del suo ministero e sta ispirando e provocando tutti noi che operiamo nella pastorale (EG 236). Mentre la sfera richiama, in questo contesto, le ricche e feconde riflessioni sul tema della vocazione, il poliedro ci invita a contemplare la pluralità delle vocazioni nella Chiesa. Mentre la sfera richiama la perfezione e il ricco pensiero teologico e pastorale sulla vocazione, un essenziale quadro di riferimento ma troppo perfetto e inevitabilmente un po’ statico, il poliedro rappresenta la complessità, la ricchezza e anche le relazioni e le interazioni tra le vocazioni.

+ Giampaolo Dianin


III domenica di Pasqua

III domenica di Pasqua

23 aprile 2023

GESU’ TORNA A CAMMINARE CON NOI

I discepoli in cammino (in fuga?)
verso Emmaus sono uno specchio in cui possiamo riflettere
la nostra vicenda umana.
Siamo cristiani e abbiamo seguito il Signore.
Siamo rimasti delusi? Perché?
Ci siamo veramente accorti di Gesù risorto o ‘siamo scappati via prima’?
Ci lasciamo accompagnare dalla sua parola che illumina, nel Vangelo e nella parola della Chiesa, o rimaniamo chiusi nella tristezza e nel pregiudizio?
Nell’Eucaristia, nella comunità cristiana, nelle occasioni della vita, Gesù ci incontra oggi e cammina con noi.

60^ GIORNATA MONDIALE
DI PREGHIERA
PER LE VOCAZIONI
30 APRILE 2023

Veglia diocesana di preghiera
per le vocazioni
giovedì 27 aprile ore 21

chiesa di Rosolina

FESTIVAL BIBLICO

CHIOGGIA 19 – 21 maggio

Sarà il libro biblico della Genesi
– e in particolare i capitoli dall’1 all’11
il filone tematico attorno al quale si articolerà la proposta culturale della 19° edizione del Festival Biblico, il festival promosso da Diocesi di Vicenza e Società San Paolo per stimolare una riflessione sulla contemporaneità alla luce delle Sacre Scritture ebraico-cristiane. Al progetto aderiscono le Diocesi di Verona, Padova, Adria-Rovigo, Vittorio Veneto, Treviso, Chioggia – quest’ultima alla sua prima edizione.

In preparazione al Festival Biblico incontro di preparazione a Loreo il 05.05 ore 20,45

GITA – PELLEGRINAGGIO

 Lunedì 24 aprile gita pellegrinaggio
al Santuario della Madonna della Corona
con escursione poi sul Lago di Garda.
E’ partita come proposta fatta ai ragazzi
del catechismo e ai loro genitori.

Lo riconobbero nello spezzare il pane

Il vangelo presenta l’incontro di Gesù con due discepoli che, la sera del giorno di Pasqua, stanno ritornando al loro villaggio, Emmaus. Lungo la strada, tristi e sfiduciati, parlano degli avvenimenti riguardanti la fine del loro maestro. Mentre discutono si affianca a loro Gesù, ma non lo riconoscono. Mentre Gesù parla comincia a cambiare qualcosa nel loro animo, lentamente rinasce nel loro cuore la fede in Gesù. Giunti al loro villaggio, i due discepoli invitano il forestiero a fermarsi presso di loro, perché il giorno era ormai al tramonto. È questo gesto di ospitalità che dà loro la possibilità di riconoscere che quel forestiero è Gesù. È un’indicazione importante anche per noi: condividere la gioia, il tempo, il pane con chi è nel bisogno è una delle strade che portano all’incontro con Cristo. Gli occhi dei discepoli si aprono e riconoscono che il pellegrino che si era unito a loro è Gesù quando a tavola spezza il pane. In quello stesso momento Gesù scompare dalla loro vista. Lo scopo dell’apparizione è stato raggiunto: Gesù si è mostrato risorto e li ha resi testimoni della risurrezione. L’annuncio che le donne avevano portato il mattino di Pasqua, e che i discepoli avevano ritenuto non attendibile, non era affatto chiacchiere di donne, era realtà! La gioia dei due discepoli è grande, non possono tenerla per sé e, anche se l’ora è tarda, tornano a Gerusalemme per comunicarla agli altri discepoli.
Questa pagina intende ravvivare in noi la certezza che Gesù è vivo e presente nel mondo. Il Gesù che si affianca ai due discepoli e conversa con loro è il Gesù che cammina nelle strade del mondo al fianco di ogni uomo, di ciascuno di noi. Il Cristo risorto lo incontriamo nel fratello che cammina accanto, nella parola di Dio contenuta nelle Scritture, nell’Eucaristia. Sono questi i tre momenti che hanno portato i due discepoli a riconoscere che quel «forestiero» era Gesù. L’eucarestia alla quale partecipiamo ogni domenica ripercorre l’itinerario scelto da Gesù per farsi riconoscere: Gesù ci raccoglie attorno alla Parola, spezza il pane per noi e con noi, perché sappiamo riconoscerlo e annunciarlo ai fratelli, diventando noi stessi parola e presenza che consola, pane che dona vita e speranza.

d.G.

IL CONVEGNO SULLE TRIVELLAZIONI
IN ALTO ADRIATICO

 “Terre fragili e provate”
I vescovi sono preoccupati

Ci sono voluti i Vescovi del Delta del Po: Mons. Giampaolo Dianin per la Diocesi di Chioggia; Mons. Pierantonio Pavanello per la Diocesi di Adria-Rovigo; Mons. Gian Carlo Perego per la Diocesi di Ferrara-Comacchio per prendere l’iniziativa “lontani dalle parti politiche e perché vogliamo bene alle nostre terre ed è in questa logica che siamo accanto alle istituzioni” – ha detto nell’introduzione mons. Dianin, che ha continuato – “Da qualche mese è calato il silenzio mentre la logica del problema doveva essere quella di affrontare un tema che per il Delta è molto serio ed importante. Terre fragili e provate. E il convegno vuole essere un momento di ascolto per capire meglio il problema e cosa fare”. Il Delta del Po è un laboratorio a cielo aperto. Mons. Pavanello: “Abbiamo invitato esperti che possano informare noi e i cittadini sulle possibili conseguenze di nuove trivellazioni”. Mons. Perego: “Consegniamo il problema alla politica chiedendo la virtù della prudenza. Non affrettate scelte su un territorio vivo ma fragile e il nostro compito continuerà non come protesta ma perché chi deve, prenda le decisioni migliori”.
La cronaca e gli interventi Il moderatore della serata, dott. Antonio Maria Mira di Avvenire, con radici polesane, ha rilevato: “Un tema centrale per un incontro informativo con tre vescovi che aprono il confronto con esperti e comunità locali sul futuro del Delta del Po, di nuovo interessato a nuovi progetti industriali, meritano un pubblico così numeroso e attento. Il disastro ambientale della subsidenza nel territorio del Delta del Po, non può essere disatteso”.
Alberto Riva, geologo dell’Università di Ferrara. “L’estrazione selvaggia prima e ora quella programmata porteranno solo ulteriori danni e la subsidenza continuerà. Il territorio del Delta è calato di qualche metro rispetto al livello del mare e ritornare alle trivelle significherà dare un’ulteriore accelerazione all’abbassamento del suolo con danni enormi per la perdita delle spiagge, cuneo salino incontrollato e abbassamento degli argini dei fiumi”.


II domenica di Pasqua

II domenica di Pasqua  della Divina Misericordia

16 aprile 2023

ESPERIENZA VIVA

Gesù risorto si presenta oggi, come ai primi:
gli apostoli (e le donne e altre persone!) riuniti nel cenacolo, il saluto di pace, il dono della misericordia, la concretezza della sua presenza che finalmente convince anche Tommaso e con lui i dubbiosi e increduli.
Così ancora Gesù si mostra a noi e ci salva.
La fede diventa un passo e una esperienza personale, e nello stesso tempo un gesto della comunità e un dono dello Spirito Santo.
La fede: esperienza concreta che fa vivere.

VISITA  DEL VESCOVO

Lunedì 17, alle ore 21,
ci sarà tra noi Mons. Vescovo il quale incontrerà i membri del Consiglio Pastorale,

del Consiglio per gli affari economici, i catechisti, gli animatori liturgici e pastorali.
Il dialogo che il Vescovo intende fare è attorno al lavoro che è stato fatto sulla
sua lettera pastorale in vista del Sinodo della Chiesa Universale.
Affidiamo al Signore, nella preghiera questo momento di lavoro del Pastore con la nostra Comunità.

GITA
PELLEGRINAGGIO

Stiamo organizzando per lunedì 24 c.m
una gita pellegrinaggio al
Santuario della Madonna della Corona
con escursione poi sul Lago di Garda.
E’ partita come proposta fatta ai ragazzi
del catechismo e ai loro genitori.
Per chi vuol approfittarne
c’è ancora qualche posto disponibile.

Acqua benedetta

Nella Messa della Veglia Pasquale
è stata benedetta l’acqua che abbiamo
usato nel Battesimo.
Ora l’acqua benedetta si trova in
una vaschetta accanto all’altare della
celebrazione vicino al Cero Pasquale.
Chi desidera avere in casa dell’acqua
benedetta può liberamente prendersela.

Angolo dell’amministrazione

In occasione della Pasqua sono state
offerti alla Chiesa, per sostenere
le sue diverse necessità,
€ 1.294,40.
Ringraziamo di cuore!

Mio Signore e mio Dio!

 L’evangelista Giovanni, mediante le due scene del brano evangelico, presenta il rinascere della fede in Gesù dopo la Pasqua. L’evento, iniziato il mattino del giorno di Pasqua, prosegue e raggiunge il suo culmine la sera. Il contesto notturno (sera) suggerisce l’incredulità nella quale erano sprofondati i discepoli, mentre l’accenno alle porte chiuse rimanda alla paura che li attanagliava. Il fatto che Gesù entri nel luogo dove si trovano i disce­poli mentre erano chiuse le porte, significa che Gesù è entrato in un ordine di vita totalmente nuovo; la risurrezione ha con­ferito al suo corpo un nuovo modo di essere. Gesù è stato restituito alla sua originale somiglianza con Dio. Il Risorto dona ai discepoli la sua pace: Pace a voi! Non è un semplice saluto o un gesto di cortesia, è invece un gesto di amore e fiducia. Gesù rinnova la sua amicizia a coloro che l’hanno ab­ban­donato, li perdona, elimina la loro infedel­tà, da vita a un nuovo inizio. Con una sola parola (Shalom = pace), Gesù cancella il peccato e dona una vita nuova, un futuro ricco di speranza.
Quando Gesù appare per la prima volta Tommaso non è presente e si chiude nell’incredulità. L’intenzione dell’evangelista è chiara: aiutare il lettore a capire che bisogna credere in Gesù anche senza vederlo; credere nella sua presenza invisibile ma reale nella Chiesa. Otto giorni dopo Gesù appare nuovamente mostrando di conoscere le pretese dell’incredulo Tommaso. L’incontro con Gesù spinge Tommaso a esprimere la più alta e chiara professione di fede di tutto il Quarto vangelo: Mio Signore e mio Dio! Gesù apprezza l’atto di fede di Tommaso ma aggiunge: Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto! Questa beatitudine è per noi, è rivolta a tutti coloro che, pur non avendo avuto la fortuna di Tommaso, credono e crederanno in lui, ed è fonte di fiducia e speranza. Gesù dice beato a chi crede in lui anche senza vederlo. La vera fede in Gesù risorto non nasce dagli occhi ma dal cuore, nasce dalla disponibilità a lasciarsi illuminare dai segni che sono stati scritti nel vangelo affinché, credendo in Gesù, abbiamo la vita nel suo nome.
Nei versetti conclusivi l’evangelista chiarisce il fine del suo vangelo: il suo lavoro non è stato quello di un semplice storico che racconta dei fatti, ma quello di un testimone che desidera convincere a partire dalla descrizione di segni che chiedono però di essere letti e interpretati. Noi oggi siamo rimandati alla responsabilità di accogliere e lasciar parlare questi segni, perché ci guidino alla conoscenza concreta e vitale del Signore Gesù.

d.G.

COS’È E COME È NATA
LA FESTA DELLA DIVINA MISERICORDIA

La festa della Divina Misericordia è stata istituita ufficialmente da Giovanni Paolo II nel 1992 che la fissò per tutta la Chiesa nella prima domenica dopo Pasqua, la cosiddetta “Domenica in albis”.

QUALI SONO LE ORIGINI DELLA FESTA?

Gesù, secondo le visioni avute da suor Faustina e annotate nel Diario, parlò per la prima volta del desiderio di istituire questa festa a suor Faustina a Płock nel 1931, quando le trasmetteva la sua volontà per quanto riguardava il quadro: “Io desidero che vi sia una festa della Misericordia. Voglio che l’immagine, che dipingerai con il pennello, venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua; questa domenica deve essere la festa della Misericordia”. Negli anni successivi  Gesù è ritornato a fare questa richiesta addirittura in 14 apparizioni definendo con precisione il giorno della festa nel calendario liturgico della Chiesa, la causa e lo scopo della sua istituzione, il modo di prepararla e di celebrarla come pure le grazie ad essa legate.


Domenica delle Palme

Domenica delle Palme

2 aprile 2023

Pasqua 2023

La sua risurrezione non è una cosa del passato;
contiene una forza di vita che ha penetrato il mondo.
Dove sembra che tutto sia morto, da ogni parte
tornano ad apparire i germogli della risurrezione.
Papa Francesco

Un sincero augurio di Buona Pasqua
dai Sacerdoti e dalle Suore

Adorazione Eucaristica
QUARANTORE

 Lunedì 3 aprile

Ore 8,30:   S. Messa e recita delle Lodi

Ore 15.00: Esposizione del SS. Sacramento

c.so Risorgimento, Via N. Sauro, Via degli Asfodeli,
via 1° maggio, Via Signoria.

Ore 16.00
via G. Marconi,  via N. Fregnan,
via R. Giuliani, via Collettore dx e sx,
via Zara, via Argine Po.

Ore 17.00
via Ca’ Pesara, via Rossini, via Ca’ Contarini,
via C. Battisti, via Papa Giovanni XXIII.

Ore 18.00: S. Messa

Martedì 4 aprile

Ore 8,30     S. Messa e recita delle Lodi

Ore 15.00: Esposizione del SS. Sacramento

via Romea, via dei Salici, P.zza Matteotti,
via Contarini, via Carrer,
via don Minzoni, via Morandi.

Ore 16.00
via Gorizia, Golena S. Antonio, via Trento,
via S. Pasquale, Villaggio Eridania.

Ore 17.00
Piazza Repubblica, via Verdi, via delle Risaie,
via Campagna Vecchia.

Ore 18.00: Canto del Vespro e S. Messa.

Ore 19.00:
Conclusione delle Quarantore
e celebrazione del
Sacramento della Confessione.

Mercoledì 5 aprile

Ore 18.00   S. Messa

Ore 21.00  S. Messa del Crisma,
in Cattedrale a Chioggia.

Liturgia della Settimana Santa

Domenica delle Palme – 2 aprile –

Ore 9.00: Benedizione dell’Ulivo a Mea

Ore 10.30: Benedizione dell’Ulivo sul piazzale della Chiesa
San Bartolomeo, processione e Messa

Ore 11.00 Benedizione dell’Ulivo a Ca’ Cappellino

Giovedì Santo 6 aprile –

Ultima Cena del Signore

Ore 21.00: Celebrazione della Messa dell’ultima
Cena e Lavanda dei piedi – San Bartolomeo

Venerdì Santo – 7 aprile –

Passione e morte del Signore

(giornata di digiuno e astinenza)

Ore 15.00: Celebrazione della Croce

Ore 20.45: Via Crucis lungo via Contarini, partendo dalle Clarisse.

Sabato Santo  – 8 aprile –

Confessione per gli adulti:  ore 9.00 – 12.00 e 15.00 – 19.00

Grande Veglia Pasquale e Messa di Risurrezione

Ore 21.00  – San Bartolomeo –

DOMENICA DI PASQUA   – 9 aprile –

Risurrezione del Signore

S.S. Messe:

Mea ore 9.00

San Bartolomeo ore 8,30 – 10.30 – 18.00

Ca’ Cappellino ore 11.00 

Lunedì di Pasqua  – 10 aprile –

San Bartolomeo – SS. Messe ore 10.30 e 18.00

All’uomo che soffre, Dio non dona un ragionamento che spieghi tutto, ma offre la sua risposta nella forma di una presenza che accompagna, di una storia di bene che si unisce a ogni storia di sofferenza per aprire in essa un varco di luce. In Cristo, Dio stesso ha voluto condividere con noi questa strada e offrirci il suo sguardo per vedere in essa la luce. Cristo è colui che, avendo sopportato il dolore, «dà origine alla fede e la porta a compimento» (Eb 12,2).
Papa Francesco

Ricominciare è una parola molto vicina alla parola più cristiana, alla parola finale cristiana: «Risorgere», «risurrezione». Quante volte ci siamo ricordati che proprio per questo la Pasqua è il mistero principale, il mistero grande della vita cristiana! È per Colui che è tra noi che ognuno di noi riprende, ognuno di noi ricomincia, ognuno di noi rinasce, ognuno di noi risorge. Per ogni giornata e ora e istante della nostra vita, la risurrezione, la ripresa, il ricominciare debbono dettare il cammino, debbono essere la legge.
Luigi Giussani


5^ domenica di Quaresima

5^ domenica di Quaresima

26 marzo 2023

GESU’, VITA NUOVA

Samaritana, cieco nato, Lazzaro: acqua, luce, vita. Fatti e racconti che ci svelano il senso della vita, mettendoci in contatto con Gesù Salvatore.
Nasce un nuovo sguardo su cose e persone, una nuova speranza, un nuovo modo di vivere in famiglia e in società, nella salute e nella malattia, nella prova e nella gioia.
Il vangelo ci mostra che Gesù c’entra con tutto.
Impariamo a riconoscerlo, perché rinasca in noi una vita nuova, come nelle persone che il Vangelo di queste settimane ci presenta.

 Sabato 25 e domenica 26 Marzo 2023

Colletta Nazionale
pro Terremotati Siria e Turchia

In preparazione alla Settimana Santa

Sabato 1 aprile ore 21.00

Stabat Mater

di G. B. Pergole

presso il Monastero delle Clarisse 

Soprano: Giovanna Manzato
Mezzosoprano: Elisabetta Fantinati
Maestro Accompagnatore: Paolo Sottovia

Domenica prossima
2 aprile

Domenica delle Palme

La celebrazione inizia

alle 9,00 a Mea
alle 10,30 a San Bartolomeo
alle 11,00 a Ca’ Cappellino.
Benedizione dell’olivo, processione,
Messa con lettura della Passione.
Viene preparato l’olivo benedetto
da portare nelle proprie famiglie.

SACRAMENTO
DELLA CONFESSIONE

Nei prossimi giorni
in preparazione alla Pasqua,
si offre la possibilità del
Sacramento della Confessione
con la presenza di alcuni sacerdoti:

Martedì 28 marzo
ore 18,30 a Taglio di Donada
ore 21.00 a Donada

Lunedì 3 aprile
ore 21.00 a Scalon

Martedì 4 aprile
ore 18,30 a San Bartolomeo

Io sono la risurrezione e la vita

Il vangelo in queste ultime domeniche ci ha aiutato a riflettere sul mistero della persona di Gesù con alcune immagini significative: Gesù è l’«acqua» che disseta e purifica (samaritana), Gesù è la «luce» che illumina il cammino (cieco nato). L’immagine di questa domenica riassume e contiene in sé tutte le altre: Gesù è la «Vita» (Lazzaro), è venuto nel mondo perché quanti credono in lui abbiano la vita eterna. La risurrezione di Lazzaro è l’ultimo e il più grande dei sette «segni» che scandiscono il quarto vangelo e costituisce il culmine dell’autorivelazione di Gesù.
Il ritorno alla vita di Lazzaro annuncia che Gesù vincerà la morte e assicurerà la risurrezione a tutti coloro che credono in lui. Gesù dice a Marta: Se crederai, vedrai la gloria di Dio. Tra questi due verbi, «credere» e «vedere», si colloca la speranza cristiana. «Se crederai, vedrai», cioè: la realtà imprevedibile, addirittura impossibile, si concede esclusivamente alla fede. Dio non chiede la fede come conseguenza e ricompensa per il miracolo compiuto, ma come condizione necessaria perché lui possa agire da Dio. Lui non è «la risurrezione e la vita» dopo che ha fatto risorgere Lazzaro (lo era già prima!), ma Lazzaro è uscito dalla tomba perché qualcuno prima ha proclamato con convinzione: Io credo.
Non sappiamo che cosa fece Lazzaro di quel supplemento di vita che si trovò a trascorrere. C’è da supporre che l’abbia utilizzato al meglio, considerandolo un dono meraviglioso ricevuto dal suo amico Gesù. Così dovrebbe essere anche per noi. Dobbiamo considerare la vita come un dono prezioso che Dio ha fatto a ciascuno di noi e aprirci alla speranza della risurrezione. La fede nella risurrezione non toglie nulla alla durezza della vita, alla sua sofferenza, alla sua fatica. Tuttavia, ciò che crediamo e speriamo è che nella morte si realizza una nascita. Dobbiamo credere che tutto conduce alla «Vita» non alla morte. Dobbiamo vivere nella certezza che il Dio dell’inizio è anche il Dio della fine, che il Dio creatore del mondo e dell’uomo è anche il Dio che porta a compimento e a realizzazione la nostra vita.

d.G.

Vicariato di Loreo

STAZIONI QUARESIMALI
In Cammino verso la Pasqua

di cantiere in cantiere secondo il cammino sinodale

Sabato 25 e domenica 26 Marzo 2023

Colletta Nazionale pro Terremotati Siria e Turchia

Venerdì 31 marzo 2023

Scalon ore 21.00
Quarto cantiere: Il cantiere delle “parrocchie sinodali”
con la testimonianza di due Collaboratori Pastorali
della Parrocchia di Piove di Sacco

Mercoledì 10 maggio 2023

Donada ore 21.00
Terzo cantiere: Il cantiere della formazione e del servizio
con la testimonianza di Gianluca Bergamaschi
delle “Case della Carità” di Modena