Battesimo del Signore

Battesimo del Signore

8 gennaio 2023

UNA VITA NUOVA

Con il Battesimo di Giovanni al fiume Giordano, Gesù partecipa alla vicenda umana che domanda salvezza, e crea un nuovo inizio per l’umanità.
Lo Spirito che scende su di lui lo manifesta come Figlio di Dio e Salvatore.
Il nostro Battesimo ci rende partecipi della vita del Figlio di Dio:
possiamo vivere come figli e fratelli.
Domandiamo che la semente del Battesimo fiorisca nella nostra vita, accompagnati dalla famiglia e dalla comunità cristiana, in unità con il popolo di Dio.

Catechismo per i ragazzi

 

Riprende domenica 15 gennaio dopo la Messa delle 10,30

Premiazione dei presepi

Per i presepi esposti nelle varie Chiese di Porto Viro, costruiti dai ragazzi con i propri genitori o a scuola,
la premiazione avviene domenica 8 gennaio alle ore 15 nella Chiesa di Scalon.
Se si viene premiati il premio verrà  consegnato solo a chi è presente. I presepi poi si possono ritirare.

Percorso Fidanzati

in preparazione alla celebrazione
del Sacramento del Matrimonio
nel nostro vicariato di Loreo:

di sabato sera

14, 21, 28 gennaio
4, 11, 18, 25 febbraio 2023
nella parrocchia di Taglio di Po;

 

al mercoledì sera

1, 8, 15, 22, 29, marzo
19, 26 aprile 2023
nella Parrocchia di Loreo.

Fate arrivare la proposta nelle
vostre famiglie, ai giovani,
alle coppie, a chi magari
già convive e crede che la
vocazione al Sacramento
del Matrimonio possa
essere una cosa bella,
importante e da
valutare seriamente.

Dovendo, in questi giorni,
riordinare
la nuova agenda
per la celebrazione
delle
S.S. Messe in suffragio
dei defunti,
le persone che
desiderano o sono abituate

a far celebrare mensilmente
a S. Messa,
sono pregate di
riconfermarlo quanto prima.

Tu sei mio Figlio, in te mi sono compiaciuto!

Il battesimo di Gesù segna in tutti e tre i vangeli sinottici (Matteo, Marco e Luca) il momento che inaugura l’attività pubblica di Gesù e rivela i due volti del mistero di Gesù. Egli viene presentato tra i peccatori in atteggiamento di conversione e come loro riceve il battesimo che è un segno di penitenza. Allo stesso tempo egli è dichiarato dalla voce celeste Figlio di Dio. Il grande fascino di questo episodio è che Gesù non si pone al di fuori della storia del suo popolo, ma si inserisce in essa, profondamente solidale con il momento di conversione che il popolo sta vivendo. È questa logica di solidarietà che costituisce la novità del messianismo di Gesù: egli non si sottopone al battesimo per i propri peccati, ma per i peccati del suo popolo. Non prende le distanze dagli uomini peccatori, ma prende sulle sue spalle i loro peccati. Questa logica di solidarietà guiderà tutta la vita di Gesù e raggiungerà il suo culmine sulla croce. Nel battesimo al Giordano troviamo il germe dell’intera vita di Gesù, come nel nostro battesimo c’è il germe di tutta la nostra esistenza cristiana.
Il Battesimo di Gesù è un invito a riscoprire il nostro battesimo e gli impegni che ne derivano. Agli inizi del cristianesimo il battesimo veniva conferito solo agli adulti e dopo un lungo periodo di preparazione (catecumenato). Il battesimo non era visto solo come una cerimonia, ma come un nuovo stato di vita. Oggi, purtroppo, il Battesimo corre il serio rischio di essere ridotto solo a un atto formale che serve a registrare tra gli appartenenti alla religione cristiana. Il battesimo deve tornare a essere ciò che era nei primi secoli di vita della Chiesa: un nuovo modo di vivere e realizzare la propria vita, un impegnarsi a fare di Gesù il proprio modello. Vivere il Battesimo significa sentirsi collaboratori di Dio per la salvezza dei fratelli, persone che gridano la propria fede con la testimonianza della vita e con la parola.
La vita è un dono prezioso che siamo chiamati a vivere facendone dono a Dio e ai fratelli. Offrire la nostra vita a Dio significa mettersi con fiducia nelle sue mani, lasciare che la sua volontà si compia in ciascuno di noi; significa vivere ogni momento della giornata come occasione per fare il bene e del bene. Così potranno risuonare anche per noi le parole dette dal Padre a Gesù: «Tu sei mio Figlio, in te mi sono compiaciuto».

d.G.

EPIFANIA 2023 – ANNUNCIO DELLA PASQUA

Fratelli carissimi,
la gloria del Signore si è manifestata
e sempre si manifesterà in mezzo a noi
fino al suo ritorno.
Nei ritmi e nelle vicende del tempo
ricordiamo e viviamo i misteri della salvezza.
Centro di tutto l’anno liturgico

è il Triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto,
che culminerà nella domenica di Pasqua, il 9 aprile.

In ogni domenica, Pasqua della settimana,
la Santa Chiesa rende presente questo grande evento
nel quale Cristo ha vinto il peccato e la morte.

Dalla Pasqua scaturiscono tutti i giorni santi:
le Ceneri, inizio della Quaresima, il 22 febbraio;
l’Ascensione del Signore, il 21 maggio;

la Pentecoste, il 28 maggio;
la prima domenica di Avvento, il 3 dicembre.
Anche nelle feste della santa Madre di Dio, degli apostoli, dei santi

e nella Commemorazione dei fedeli defunti,
la Chiesa pellegrina sulla terra proclama la Pasqua del suo Signore.
A Cristo, che era, che è e che viene,
Signore del tempo e della storia,
lode perenne nei secoli dei secoli. Amen.


MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO

MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO

Solennità - 1° gennaio 2023

Iniziamo l’anno nuovo incontrando, insieme con i pastori, ‘Maria e Giuseppe e il Bambino’.
Ci stupiamo con ‘tutti coloro che udivano le cose dette dai pastori’, e guardiamo ‘Maria che custodisce tutte queste cose, meditandole nel suo cuore’.
La ‘Madre di Gesù’ ha generato l’umanità del Figlio di Dio: per questo la riconosciamo come vera Madre di Dio.
La invochiamo come Madre della nuova umanità, nella ricerca della pace e nella fraternità tra popoli e persone, come ci invita il Papa nel messaggio per questa giornata. 

Grazie!

In occasione del Natale, molti si sono spesi, nella Comunità,
per la buona preparazione e celebrazione della Festa:

LE SUORE, I CANTORI E L’ORGANISTA, LE SIGNORE DELLE PULIZIA DELLA CHIESA,
LE CATECHISTE CHE HANNO PREPARATO IL MERCATINO DI NATALE IN CHIESA
E IN PIAZZA REPUBBLICA, LE FAMIGLIE CHE HANNO CONTRIBUITO
ECONOMICAMENTE ALLE NECESSITA’ DELLA CHIESA.

A tutti vada, indistintamente, da parte di noi Sacerdoti e dell’intera
Comunità, un sentito ringraziamento per la loro opera e per il loro prezioso e indispensabile contributo!
Senza il loro supporto, il loro  entusiasmo e la loro presenza, non potremmo infatti
definirci una Comunità e senza essere una comunità non potremmo
vivere la fede e la missione che Cristo stesso ha affidato alla sua Chiesa.

Venerdì 6 gennaio
Epifania del Signore

SS.Messe
San Bartolomeo
ore 8,30 – 10,30 – 18.00

Mea
ore 9.00
Ca’Cappellino
ore 11.00

Nella Chiesa
delle Clarisse

L’incontro con il Messia
riempie il nostro cuore di pace,
stare davanti a Lui in silenzio
ci trasforma e ci rimette in cammino.

Ecco una opportunità:

 Sabato 31 dicembre 

      ore 22,30 Adorazione
ore 23,15 Ufficio delle Letture

Maria meditava queste cose nel suo cuore

Maria che nell’annunciazione aveva fatto posto al figlio di Dio nel suo cuore prima che nel suo grembo, vive la sua maternità con un atteggiamento di profonda e silenziosa unione con il figlio appena nato: Maria custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore. Maria ascolta con attenzione quanto i pastori dicono del bambino che ha dato alla luce: è il Salvatore, il Cristo Signore, il Messia uscito dalla discendenza di Davide. Maria ascolta le parole dei pastori e continua a crescere in quella fede che la cugina Elisabetta aveva elogiato: Beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto. Maria «medita» e approfondisce nel silenzio l’esperienza che sta vivendo. Il suo meditare è un continuo rinnovare il «sì» a Dio pronunciato nell’annunciazione: Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola.
Dio, che si è fatto uomo in Maria grazie al suo «sì» pronto e generoso, oggi continua a «farsi uomo» in ciascuno di noi, continua a essere presente nel mondo grazie anche alla nostra collaborazione. A noi il compito di imitare Maria dicendo il nostro «sì» a Dio ogni giorno, cercando di conformarci sempre più alla sua volontà. Il vangelo ci dice che Maria era attenta alle meraviglie che Dio operava. Sapremo anche noi, come lei, scoprire i segni dell’amore di Dio e ringraziarlo del suo operato e offrirci a lui per diventare suoi collaboratori?
Oggi si celebra la giornata mondiale della pace; pace che purtroppo non ha abitato il tempo che è trascorso, né domina su quello presente (Ucraina, e non solo). Quanto al futuro, abbiamo solo domande senza risposta. Di fronte all’attuale situazione mondiale ci accomuna un terribile senso di impotenza. Che fare? Ognuno di noi è chiamato a portare il suo contributo alla pace pregando e domandando al Signore che l’odio e la violenza cedano il passo all’amore e al perdono. È necessario essere uomini e donne di pace, persone che sanno perdonare, dimenticare, spegnere i bollori di gente troppo focosa, far ragionare; persone che si lasciano pervadere da sentimenti di pazienza e servizio. Solo così offriremo il nostro contributo alla costruzione di una umanità nuova, unita nella vera pace.

d.G.

Nessuno può salvarsi da solo.
Ripartire dal Covid-19 per tracciare insieme sentieri di pace

«Riguardo poi ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; infatti sapete bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte» (Prima Lettera di San Paolo ai Tessalonicesi 5,1-2).

  1. Con queste parole, l’Apostolo Paolo invitava la comunità di Tessalonica perché, nell’attesa dell’incontro con il Signore, restasse salda, con i piedi e il cuore ben piantati sulla terra, capace di uno sguardo attento sulla realtà e sulle vicende della storia. Perciò, anche se gli eventi della nostra esistenza appaiono così tragici e ci sentiamo spinti nel tunnel oscuro e difficile dell’ingiustizia e della sofferenza, siamo chiamati a tenere il cuore aperto alla speranza, fiduciosi in Dio che si fa presente, ci accompagna con tenerezza, ci sostiene nella fatica e, soprattutto, orienta il nostro cammino….
  2. Il Covid-19 ci ha fatto piombare nel cuore della notte, destabilizzando la nostra vita ordinaria, mettendo a soqquadro i nostri piani e le nostre abitudini, ribaltando l’apparente tranquillità anche delle società più privilegiate, generando disorientamento e sofferenza, causando la morte di tanti nostri fratelli e sorelle.

Assieme alle manifestazioni fisiche, il Covid-19 ha provocato, anche con effetti a lungo termine, un malessere generale che si è concentrato nel cuore di tante persone e famiglie, con risvolti non trascurabili, alimentati dai lunghi periodi di isolamento e da diverse limitazioni di libertà….

  1. Al tempo stesso, nel momento in cui abbiamo osato sperare che il peggio della notte della pandemia da Covid-19 fosse stato superato, una nuova terribile sciagura si è abbattuta sull’umanità. Abbiamo assistito all’insorgere di un altro flagello: un’ulteriore guerra, in parte paragonabile al Covid-19, ma tuttavia guidata da scelte umane colpevoli. La guerra in Ucraina miete vittime innocenti e diffonde incertezza, non solo per chi ne viene direttamente colpito, ma in modo diffuso e indiscriminato per tutti, anche per quanti, a migliaia di chilometri di distanza, ne soffrono gli effetti collaterali – basti solo pensare ai problemi del grano e ai prezzi del carburante….
  2. Cosa, dunque, ci è chiesto di fare? Anzitutto, di lasciarci cambiare il cuore dall’emergenza che abbiamo vissuto, di permettere cioè che, attraverso questo momento storico, Dio trasformi i nostri criteri abituali di interpretazione del mondo e della realtà….


Natale

NATALE

25 dicembre 2022

EMMANUELE DIO CON NOI

BUON NATALE di GESU’

che viene a fare nuova la nostra vita e tutta l’umanità.

Sia un Natale all’insegna della sobrietà e dell’umiltà,
mantenendo lo spirito della festa e la tradizione dei regali,
ma con il cuore e lo sguardo alla popolazione ucraina quest’anno al buio,
al freddo, a combattere con la fame e l’assenza di cure mediche.

“Natale sì, ma con gli ucraini nel cuore”.

AUGURI DI BUON NATALE A TUTTI

 Don Alfonso, don Gastone e le Suore

SABATO 31 dicembre 2022

San Bartolomeo ore 18.00

S. Messa di ringraziamento
con il canto del Te Deum

DOMENICA 1 gennaio 2023

Maria SS.ma Madre di Dio

SS.. Messe

San Bartolomeo ore: 8,30; 10,30;
18.00 con il canto del Veni Creator

Mea ore 9.00
Ca’ Cappellino ore 11.00

Nella Chiesa delle Clarisse

Sabato 31 dicembre

ore 22,30 Adorazione
ore 23,15 Ufficio delle Letture

Domenica 1 gennaio

ore 7,25 Lodi
ore 8,00 S. Messa
ore 17,30 Secondi Vespri

È nato per noi

Il Natale ci dona la gioia di poter riascoltare la lieta notizia che, una notte lontana nel tempo ma vicina al cuore di ognuno di noi, un angelo del Signore rivolse ai pastori: Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. È una lieta notizia anche per noi, perché anche noi facciamo parte del popolo al quale è rivolto questo annuncio. In questo bambino, nato nella povertà, si rivela la gloria di Dio, il volto di un Dio che si fa’ uomo. Con l’incarnazione del Figlio di Dio, la traiettoria di Dio si è incontrata con l’uomo, e ha dato origine a un abbraccio che non avrà mai fine.
Le parole dell’angelo spingono i pastori a mettersi in cammino: Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere. Accogliere l’annuncio del Natale significa interessarsi di ciò che è accaduto e «andare e vedere». La meta del cammino dei pastori è una realtà paradossale: il Messia lungamente atteso ha le sembianze di un bambino avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia. Il mistero del Natale è proprio questo: il Figlio di Dio nasce in una stalla, atteso e accolto da gente semplice come i pastori, rifiutato o ignorato dai grandi del suo popolo. La pace, la giustizia, la salvezza vengono da un bambino che non ha avuto neppure una casa per nascere. Colui che era fin da principio, colui senza il quale nulla è stato fatto di ciò che esiste è nato nella più grande povertà. In questo modo Dio ha dato speranza agli ultimi, a quelli che non contano. Ha dato una speranza a tutti, anche a noi: perché non tutti possono essere ricchi, forti, sapienti, ma tutti se vogliono possono essere umili.
La conseguenza del cammino dei pastori è diventare testimoni del bambino incontrato. Dal Natale si sprigiona un forte slancio missionario. Fu così per i pastori: E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro, e deve essere così anche per noi. Se si accoglie la lieta notizia del Natale non è possibile trattenere per sé questo annuncio di gioia. Il cristiano deve rivolgere a tutti l’invito: «Venite e vedete», non solo con la parola ma soprattutto con una vita coerente con il vangelo, e quindi luminosa e attraente perché ispirata dall’amore verso chi è povero, solo, anziano, sofferente, straniero, malato e umiliato.

d.G.

Sabato 24 Dicembre
Vigilia di Natale

Ca’ Cappellino: ore 21.00 Santa Messa della Notte Santa
San Bartolomeo: ore 23.30 Veglia di Natale con Canti e Letture

ore 24.00 Santa Messa della Notte di Natale

Domenica 25 dicembre
SANTO NATALE

San Bartolomeo ore 8.30; 10.30; 18.00

Mea ore 9.00   Ca’ Cappellino  ore 11.00

Lunedì 26 dicembre
Santo Stefano

S.S. San Bartolomeo ore 10,30;  18.00

Sabato 31 dicembre

San Bartolomeo ore 18,00
Santa Messa di ringraziamento
con il canto del Te Deum

Domenica 1 gennaio 2023
Maria SS.ma Madre di Dio

Sante Messe: San Bartolomeo
ore 8.30; 10.30;

18.00 con il Veni Creator

Mea ore 9.00 – Ca’Cappellino ore 11.00

Venerdì 6 gennaio
Epifania del Signore

Sante Messe: San Bartolomeo
ore 8.30; 10.30; 18.00

Mea ore 9.00 –  Ca’ Cappellino ore 11.0


DOMENICA IV^ DI AVVENTO

Domenica IV^ di Avvento

18 dicembre 2022

NATALE 2022

Carissimi,

mi permetto di entrare nelle vostre case per porgervi gli auguri di Buon Natale.
Tra le tante notizie che ci turbano e ci rattristano,  l’annuncio della nascita di Gesù, Principe della pace, ci fa sussultare di  gioia perché ci rivela quanto Dio ci ama ed è interessato a noi.
Questo ci permette di uscire dalle nostre paure, e ci spinge a manifestare con le opere e con la vita questa speranza che non delude.
Saluto con affetto gli ammalati e gli anziani, le persone segnate da prove e difficoltà, le famiglie, i giovani e i bambini.
Possiate incontrare il volto di Gesù, nel volto di tanti fratelli.

Don Alfonso con don Gastone e le Suore

PER RICONOSCERE E ACCOGLIERE GESU’

Il Figlio di Dio non cade improvvisamente dal cielo, ma si introduce nella vita di chi lo attende, lo accoglie e lo presenta al mondo.
E’ il compito di Maria e Giuseppe, dei primi discepoli e di tanti uomini e donne nel mondo.
Apriamo gli occhi a riconoscere Gesù e il cuore ad accoglierlo.
Quando Gesù vive in noi e noi viviamo di Lui, attraverso noi Egli può incontrare altre persone, donando consolazione e salvezza.
Prepariamo il Natale in famiglia, nel lavoro, tra gli amici, con la liturgia, la testimonianza, la carità, e tutti i segni del Natale.

CONFESSIONE NATALIZIA

“..Lo scorso 22 novembre ci siamo incontrati con i vescovi del Triveneto. Tutti i vescovi si sono trovati concordi nell’affermare che è terminato quel tempo eccezionale che giustificava  la scelta di celebrazioni penitenziali con l’assoluzione generale. Torniamo quindi alla prassi della confessione individuale già da questo Avvento.
Resta in vigore l’attenzione prudenziale di confessare in luoghi spaziosi. Vorrei raccomandare a voi sacerdoti la disponibilità per le confessioni indicando anche degli orari che favoriscano i fedeli soprattutto con l’avvicinarsi delle feste natalizie”  

Vescovo Giampaolo

Celebrazione penitenziale
Giovedì 22  ore 18.30

Parrocchia
San Bartolomeo

Nelle celebrazioni penitenziali
saranno presenti diversi sacerdoti


I sacerdoti sono disponibili
anche nella Vigilia di Natale.

* * *

Nella Chiesa di Scalon
Celebrazione penitenziale
martedì 20 ore 20.45

Il cammino dell’Avvento

“E il Verbo si è fatto carne”

Incontro del Vangelo

Ogni venerdì
alle ore 20,45,

in canonica,

Perché la Parola del Signore
diventi carne anche nella nostra vita.

* * *

Novena di Natale

da Venerdì 16 dicembre
è iniziata la Novena di Natale.

Sono i nove giorni che aiutano,
attraverso il canto e le letture,
a preparare il Natale del Signore.
Ci diamo appuntamento alla messa
delle 18,00 per vivere insieme
questo grande momento.

Giuseppe, uomo giusto

Giuseppe, protagonista della pagina evangelica di questa domenica, accoglie il compito che Dio gli affida nella storia della salvezza e diviene esempio di servizio umile e disinteressato. La sua figura aiuta a capire che l’intervento di Dio nella vita dell’uomo non sempre è compreso. Dio entra nella vita di Giuseppe e la sconvolge. La sua prudenza e saggezza non bastano più, non sa cosa fare e sceglie la soluzione che in quel momento gli appare più logica, licenziare Maria in segreto. Ma Dio interviene, chiarisce la situazione e, come conseguenza, Giuseppe prende con sé Maria. È il tipico esempio di come la grandezza di Dio, quando tocca l’uomo da vicino, lo obbliga a lasciare che piani, progetti e valutazioni siano rifatte secondo il criterio di Dio. Certo l’intervento di Dio porta a Giuseppe dolore, perplessità e dramma. Quando però ci si lascia guidare da Dio si comprende che il suo disegno è di gran lunga migliore del nostro. Anche a noi è chiesto di essere disponibili e pronti ad accogliere la volontà del Signore, capaci di leggere alla luce della fede ogni momento della nostra vita, anche quelli duri e difficili, avendo la certezza che Dio vuole solo il nostro bene.
E come per Giuseppe, anche a noi, è chiesto di collaborare alla realizzazione del progetto salvifico di Dio, in modo che ogni persona possa sperimentare che Gesù è davvero l’Emmanuele, il Dio con noi. Le nostre parole e azioni possono rendere viva ed efficace la parola di Dio che, se lasciata «chiusa» nella Bibbia, può diventare lettera morta.
Oggi il Signore parla con la nostra voce, aiuta con le nostre mani, ama con il nostro cuore. Il Signore ha bisogno della nostra collaborazione anche in compiti di secondo piano, anche in compiti da svolgere nell’ombra, come avvenne per Giuseppe. La disponibilità e umiltà di Giuseppe è una grande lezione per l’uomo di oggi spesso malato di protagonismo, orgoglio e superbia. Ognuno di noi può rendere viva e visibile la persona di Gesù, testimoniando con semplicità e umiltà il suo stile di vita contrassegnato dall’obbedienza al Padre e dall’amore verso ogni uomo.

d.G.

FESTE  del  Santo  NATALE

Sabato 24 Dicembre
Vigilia di Natale

Ca’ Cappellino: ore 21.00 Santa Messa della Notte Santa
San Bartolomeo: ore 23.30 Veglia di Natale con Canti e Letture

ore 24.00 Santa Messa della Notte di Natale

Domenica 25 dicembre
SANTO NATALE

San Bartolomeo ore 8.30; 10.30; 18.00

Mea ore 9.00   Ca’ Cappellino  ore 11.00

Lunedì 26 dicembre
Santo Stefano

S.S. San Bartolomeo ore 10,30;  18.00

Sabato 31 dicembre

 San Bartolomeo ore 18,00
Santa Messa di ringraziamento
con il canto del Te Deum

Domenica 1 gennaio 2023
Maria SS.ma Madre di Dio

Sante Messe: San Bartolomeo
ore 8.30; 10.30;

18.00 con il Veni Creator

Mea ore 9.00 – Ca’Cappellino ore 11.00

Venerdì 6 gennaio
Epifania del Signore

Sante Messe: San Bartolomeo
ore 8.30; 10.30; 18.00

Mea ore 9.00 –  Ca’ Cappellino ore 11.0


DOMENICA III^ DI AVVENTO

Domenica III^ di Avvento

11 dicembre 2022

Sei tu colui che deve venire?

Una domanda che ci prende “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”
E’ Gesù il Salvatore che attendiamo?
E’ di Lui che abbiamo bisogno, mentre desideriamo la pace, la stabilità della speranza, la bellezza e la felicità della vita?
Nel dramma e nel deserto del mondo, Gesù è venuto, Gesù viene.
Scrutiamo ogni giorno i segni della sua presenza e della salvezza che egli opera.
Domandiamo l’umiltà di riconoscerlo.
Partecipiamo al cammino di Avvento nella preghiera, nella parola di Dio, nella carità, nella fedeltà alla nostra vocazione, con la compagnia della Chiesa.

Novena di Natale

 Venerdì 16 iniziamo la Novena di Natale.

Sono i nove giorni che aiutano, attraverso il canto e le letture, a preparare il Natale del Signore.
Ci diamo appuntamento alla messa delle 18 per vivere insieme questo grande momento.

Il cammino dell’Avvento

“E il Verbo si è fatto carne”

Incontro del Vangelo

Ogni venerdì
alle ore 20,45,

in canonica,

Perché la Parola del Signore
diventi carne anche nella nostra vita.

* * *

Nella Chiesa del Monastero

Domenica 18 Dicembre
ore 20,30
viviamo nell’Avvento
un tempo in adorazione

Domenica 18 dicembre

 Pranzo con i ragazzi
e i genitori del catechismo

ore 10,30
S. Messa

ore 12,30
pranzo presso la
Corte S.S. Angeli – Ca’Cappello

* * *

Ringraziamento
Ringraziamo tutte le persone che collaborano
in diversi modi alle necessità
della nostra Chiesa

Dio viene a salvarci

Il vangelo ripropone – anche questa domenica – la figura di Giovanni Battista. I profeti e lo stesso Giovanni Battista avevano descritto i tempi messianici come giorni d’ira e giudizio. Gesù si presenta invece come portatore di bontà e perdono, pieno di misericordia verso tutti. Di fronte a questo comportamento sorgono delle perplessità. Giovanni Battista, che è in prigione, sente parlare dell’attività di Gesù e si domanda se sia lui il Messia atteso. Gli invia quindi i discepoli a chiedergli: Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro? I discepoli non devono rispondere con un sì o un no, ma raccontare al loro maestro le parole e azioni di Gesù. Giovanni sarà allora in grado di trarre le sue conclusioni. Le opere che Gesù compie sono le opere che Dio aveva annunciato per mezzo dei profeti. Esse testimoniano che Gesù è il Messia e che non occorre aspettarne un altro.
Il comportamento di Gesù, caratterizzato da bontà e misericordia, sembrava – almeno in apparenza – non accordarsi con la predicazione austera del Battista, che aveva presentato il Messia come colui che avrebbe tagliato gli alberi infruttuosi e bruciato la pula con il fuoco della collera divina. Di fronte all’agire di Gesù, Giovanni deve riconoscere che il disegno di Dio è diverso da quello che aveva immaginato. L’agire di Dio sorprende e va oltre gli schemi dentro i quali si tenta di fissarlo e rinchiuderlo. La Parola di Dio è dinamica, ha sempre qualcosa di nuovo da dire. Beato, quindi, colui che non si scandalizza per l’agire di Dio, anche se va al di là dei nostri schemi.
Dopo aver indicato i termini in base ai quali è possibile dare un giudizio su di lui (i miracoli, le Scritture), Gesù esprime il suo giudizio sul Battista. La grandezza di Giovanni sta nell’aver accettato il compito di rendere testimonianza a Gesù. Sta qui tutto il significato dell’eccezionale grandezza di Giovanni, ma questo è anche il compito di ogni credente, di ciascuno di noi: rendere testimonianza a Gesù con la nostra vita.

d.G.

Catechisti: formarsi per formare

Il Corso di formazione per i catechisti è stato un’occasione proficua sia dal punto di vista della riflessione personale che da quello del servizio che siamo chiamati a svolgere come catechisti e come cristiani. Il porci di fronte al tema della vita spirituale e in particolare della preghiera, ci ha fatto molto riflettere, tanto da far mettere in discussione il nostro modo di concepire questo dialogo con Dio. Infatti, presi dai molti impegni, ci troviamo spesso a pregare frettolosamente, senza dare il giusto peso a questo rapporto col Signore. Per quanto concerne il servizio ai nostri ragazzi siamo invitati a trasmettere loro la bellezza di rivolgersi a Dio sempre: nei momenti belli, in quelli tristi, per ringraziare e per chiedere perdono. In altre parole, usando un’espressione di papa Francesco, “la preghiera è il respiro della vita” senza la quale non saremmo in grado di far nulla e che amplifica la propria forza se condivisa con la comunità intera. A conclusione del cammino di formazione, abbiamo celebrato il rito del mandato, presieduto dal nostro vescovo Giampaolo, che ci ha fatto gustare la preghiera del Padre Nostro sotto una luce intensa; le sue parole ci hanno fatto comprendere la profondità di questa preghiera insegnataci da Gesù. Mi sento di rivolgere un grazie di cuore al nostro Pastore e ai nostri sacerdoti per l’opportunità che ci hanno donato. Ora tocca a noi catechisti far tesoro di quello che abbiamo ricevuto e far fiorire nei nostri bambini e ragazzi la gioia di pregare.


DOMENICA II^ DI AVVENTO

Domenica II^ di Avvento

4 dicembre 2022

UN NUOVO GERMOGLIO

Veniamo richiamati e stimolati da un ‘profeta’ come Giovanni Battista, con decisione e asprezza, per raddrizzare il nostro desiderio e la nostra domanda.
Che cosa possiamo desiderare e domandare se non Cristo e la sua presenza nella nostra vita?
Senza farci vincere dalla presunzione di essere cristiani già a posto (Abbiamo Abramo per padre…); e senza rassegnarci a vivere al ribasso.
La nostra fede può rifiorire con un nuovo germoglio nella preghiera, nella familiarità con la parola di Dio, nella compagnia cristiana della Chiesa, nella carità e nella missione.

Mercatino di Natale 

È allestito in Chiesa, è opera delle catechiste dei ragazzi e di diverse mamme
che sono state coinvolte, è il desiderio di compiere un atto di carità.
Le ringraziamo per la testimonianza, mentre rivolgiamo alle loro opere tutta la nostra attenzione.

Giovedì 8 dicembre

 Solennità
dell’ IMMACOLATA

L’orario delle S.S. Messe
è quello festivo

Il cammino dell’Avvento

“E il Verbo si è fatto carne”

Incontro del Vangelo

Ogni venerdì
alle ore 20,45,

in canonica,

Perché la Parola del Signore
diventi carne anche nella nostra vita.

* * *

Nella Chiesa del Monastero

Sabato 10 dicembre
ore 20,30

serata in ascolto
di testi e brani musicali

Convertitevi, il regno dei cieli è vicino

Il forte appello di Giovanni Battista alla conversione caratterizza questa seconda domenica di Avvento: Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino! Il Messia promesso e annunciato dai profeti è vicino ma, perché la sua venuta sia fonte di salvezza, occorre convertirsi, ritornare al Signore. Un esempio di conversione, prima ancora che dalle sue parole, viene dalla persona stessa del Battista. Egli insegna a trasformare la propria vita in un «deserto», cioè in un luogo libero e disponibile nel quale Dio possa incontrarsi con noi. Nel deserto, il Battista predica e battezza; nel deserto, le folle accorrono confessando i propri peccati e ricevendo il suo battesimo, segno di penitenza e conversione. Il deserto, durante il cammino dell’esodo, è stato per Israele il luogo della fatica, della tentazione, dell’infedeltà, ma anche il luogo della scoperta di Dio, del dono dell’alleanza.
Il Battista, inoltre, insegna a «vivere con sobrietà», a mantenere un certo distacco dalle cose. Per lui, questo voleva dire vestire pelli di cammello e nutrirsi di cavallette e miele selvatico; per noi questo è un invito a compiere scelte di vita un po’ meno condizionate dal consumismo, per dire di chi veramente ci fidiamo, e che si può vivere bene e sereni anche con poche cose, condividendo con i fratelli quello che abbiamo.
Per spingere alla conversione, il Battista insiste sul tema del giudizio, parla di ira imminente e afferma che la scure è già posta alla radice degli alberi. Conversione significa mettersi in linea con il messaggio del vangelo, significa rientrare in noi stessi e verificare, con sincerità e verità, se siamo sulla strada giusta o se dobbiamo portare variazioni di rotta al cammino della nostra vita. Convertirsi significa imparare a fare un po’ di silenzio in noi stessi, mettersi davanti al Signore e of­frirgli, ogni giorno, la nostra vita; significa dare un’anima alle cose che facciamo, affinché siano gesti ricchi di vero amore cristiano, tappe significative del cammino verso la pienezza della Vita.

 d.G.

Percorso Fidanzati

in preparazione alla celebrazione
del Sacramento del Matrimonio
nel nostro vicariato di Loreo:

di venerdì sera, alle ore 21,

4, 11, 18, 25 novembre 2022
nella parrocchia di Scalon;

di sabato sera ore 21

14, 21, 28 gennaio
4, 11, 18, 25 febbraio 2023
nella parrocchia di Taglio di Po;

al mercoledì sera ore 21

1, 8, 15, 22, 29, marzo
19, 26 aprile 2023
nella Parrocchia di Loreo.

Cari presbiteri e diaconi,
oggi inizia li tempo di Avvento, una nuova tappa del nostro santo viaggio alla sequela di Gesù e nel servizio come pastori e servi del gregge che Dio ci ha affidato.

Buon viaggio a ciascuno di voi e a tutto il presbiterio, in particolare ai confratelli anziani e a quelli malati.
Ho pensato che potrebbe essere utile attivare un piccolo collegamento tra noi che chiamo semplicemente “lettera diocesana”.

Vorrei ogni tanto scrivervi per condividere alcune notizie, sottolineare aspetti della vita pastorale che sento importanti, rinforzare la comunione tra noi.
Non voglio sostituire le comunicazioni che vi arrivano dal vicario generale dal delegato della pastorale, ma mettere in evidenza alcuni temi che mi stanno a cuore. Mi rendo conto che il Vescovo da solo non può andare da nessuna parte se i preti e i diaconi non sono con lui, o meglio se non andiamo insieme sulla stessa strada.
Ecco quanto oggi vorrei condividere con voi.

1. IL CAMMINO SINODALE.

La prossima settimana ci incontreremo con l’équipe che già loscorsoanno ha accompagnato il cammino sinodale e metteremo insieme alcune indicazioni operative. Nel frattempo ricordo che siamo tutti impegnati nella tappa dell’ascoltoattorno ai quattro “cantieri di Betania” indicati nella mia Lettera pastorale.
In particolare ricordo l’incontro del Vescovo con i Consigli pastorali e gli altri operatori che vorrei fare in ogni unità pastorale (CP e operatori di tutte le parrocchie insieme) e in ogni parrocchia che non fosse parte di una unità pastorale. Le indicazioni e le domande per prepararsi all’incontro sono scritte nella Lettera. Ricordo che quest’anno non ci sono decisioni da prendere, ma siamo chiamati ad attivare un ascolto che aiuti noi e i nostri operatori pastorali a diventare consapevoli delle questioni che sono in gioco e camminare versodelle scelte che siano sinodali.
Benché parte del cammino della Chiesa italiana, i cantieri di Betania sembrano pensati proprio per noi e sono strettamente collegati tra loro: 1) l’ascolto di chi si è allontanato; 2) le relazioni; 3) al formazione e il servizio. Il quarto cantiere sulle “parrocchie sinodali” è la logica conseguenza dei primi tre ed è proprio mettendo a fuoco i primi tre che sorge la domanda sulle strutture pastorali che dovrebbero essere ripensate per realizzare meglio i primi tre cantieri.
Quando siete pronti potete chiedere l’incontro col Vescovo e così lo mettiamo in agenda.

2. IL SACRAMENTODELLA PENITENZA NELLA TERZA FORMA.

Lo scorso 2 novembre ci siamo incontrati a Zelarino con i vescovi del Triveneto. Tutti i vescovi si sono trovati concordi nell’affermare che è terminato quel tempo eccezionale che giustificava la scelta di celebrazioni penitenziali con l’assoluzione generale. Torniamo quindi alla prassi della confessione individuale già da questo Avvento.
Resta in vigore l’attenzione prudenziale di confessare in luoghi spaziosi oppure, nel caso si usasse il confessionale, di usare la mascherina e di tenere aperte le porte per favorire il ricambio dell’aria.
Vorrei raccomandare a tutti voi qualcosa che sono certo già fate: la disponibilità per le confessioni indicando anche degli orari che favoriscano i fedeli soprattutto con l’avvicinarsi delle feste natalizie.

3. INDICAZIONI PER PREVENIRE LI CONTAGIO DA COVID- 19.

Come sapete la Chiesa italiana nei mesi scorsi non ha consegnato decreti ma solo indicazioni prudenziali. Ecco alcune indicazioni condivise anche con gli altri vescovi del Triveneto:

– Le mascherine in chiesa non sono più obbligatorie. Il presbitero e i ministri dell’ Eucaristia si igienizzino le mani e la indossino per la distribuzione dell’Eucaristia;
– Continuiamo a dare la comunione in mano. Coloro che chiedono di riceverla in bocca possono riceverla purché si mettano al termine della fila dopo che tutti gli altri si sono comunicati:
– È bene lasciare ancora alle porte della chiesa i dispenser per igienizzare le mani. Non è più necessario igienizzare i banchi al termine di ogni celebrazione;
– È possibile riprendere a usare le acquasantiere con l’acqua benedetta;
– Per la catechesi e gli incontri formativi possiamo seguire le indicazioni delle scuole. Se, per esempio, in una scuola del paese scatta l’obbligo della mascherina a motivo della crescita dei contagi, è bene che anche in parrocchia ci sia la stessa attenzione.

 

 


DOMENICA I^ DI AVVENTO

Domenica I^ di Avvento

27 novembre 2022

UN’ATTESA FIDUCIOSA

Questa prima domenica del nuovo anno liturgico – inizio del triennio, anno A – ci lancia verso l’ultima venuta del Signore, che sarà manifesta e gloriosa e coinvolgerà tutti gli uomini.
Ritroviamo lo scopo della nostra vita e di tutta la storia.
Il mondo in cui viviamo è fragile, così come la nostra vita.
Solo il Signore che viene porta a compimento il nostro destino e quello di tutta la creazione.
L’Avvento rinnova la fiducia: “Alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina”.
Non disperdiamoci in ciò che è vano, ma ogni giorno volgiamo il desiderio e lo sguardo verso Colui che ci viene incontro.

Venerdì 2 dicembre

In occasione del centenario della nascita di don Luigi Giussani presso la sala dell’Eracle
alle ore 21.00

Presentazione del libro
“Il Gius” Una vita appassionante

Nel corso della serata saranno eseguiti
brani della musicali cari a Don Giussani.

I fiori della preghiera e della carità

In tutti i mercoledì di novembre

Alle 18,00 recita del Vespro e S. Messa con Catechesi sulla lettera del Vescovo:
“Di una cosa sola c’è bisogno”.

Si ripropone l’iniziativa:

“I Fiori della carità”.

Sul foglio, per aderire all’iniziativa, possiamo scrivere i nomi dei defunti che desideriamo ricordare nella S. Messa

Consiglio Pastorale Parrocchiale

 Si raduna
martedì 29 novembre
alle ore 20,45
presso la Casa Canonica.
All’Odg:
il cammino della nostra
Comunità verso il Natale,
la visita del Vescovo per
rilanciare il lavoro sul Sinodo,
la catechesi,
il riscaldamento degli
ambienti parrocchiali.

Percorso Fidanzati

in preparazione alla celebrazione
del Sacramento del Matrimonio
nel nostro vicariato di Loreo:

di venerdì sera, alle ore 21,

4, 11, 18, 25 novembre 2022
nella parrocchia di Scalon;

di sabato sera ore 21

14, 21, 28 gennaio
4, 11, 18, 25 febbraio 2023
nella parrocchia di Taglio di Po;

al mercoledì sera ore 21

1, 8, 15, 22, 29, marzo
19, 26 aprile 2023
nella Parrocchia di Loreo.

Vegliate e tenetevi pronti

Il brano del vangelo è tratto dal discorso escatologico di Matteo, il cui tema centrale è il ritorno glorioso del Signore (cc. 24-25). L’evangelista Matteo – più di Marco e Luca – sente il bisogno di ricordare che la venuta del Signore sarà un momento di giudizio, dunque richiede attesa e vigilanza. Il ritorno del Signore è certo, ma il tempo della sua venuta è imprevedibile, bisogna quindi essere vigilanti e pronti.
L’invito a vegliare è un invito a riflettere sulla provvisorietà e precarietà della vita. La stessa stagione autunnale che stiamo vivendo invita a riflettere sul tempo che passa. Un celebre detto, attribuito al filosofo Eraclito, suona così: «tutto scorre» (panta rei). Nella vita succede come sullo schermo televisivo: i programmi si susseguono rapidamente e ognuno cancella il precedente. Lo schermo resta lo stesso, ma le immagini cambiano. Così è di noi: il mondo rimane, ma noi ce ne andiamo uno dopo l’altro. Dei nomi, volti e notizie che riempiono i giornali e telegiornali di oggi che cosa resterà da qui a qualche anno o decennio? L’uomo è come un disegno creato dall’onda sul bagnasciuga della spiaggia, un disegno che l’onda successiva cancella. Il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno! (1Gv 2,17). Dunque, c’è qualcuno che non passa, Dio, e c’è un modo per non passare del tutto neanche noi: fare la volontà di Dio, credere e aderire a lui, preparare giorno dopo giorno il nostro incontro con lui non rimandando a domani ciò che possiamo fare oggi. Il nostro futuro si gioca tutto nel tempo presente.
Siamo quindi invitati ad attendere la venuta di Gesù vigilando nella speranza, certi che il Figlio dell’Uomo verrà e manifesterà la sua signoria su tutto il creato, la sua vittoria sul male e la morte; vigilando nella fede, perché il Signore verrà all’improvviso non per farci paura ma per darci la nuova vita, promessa a chi lo attende nella fedeltà e nella fiducia; vigilando nella carità, perché Gesù è già presente fra noi, nascosto nelle persone più povere e bisognose, attraverso le quali ci dice: Ogni volta che fai qualcosa di bene a uno di loro, lo fai a me (cfr. Mt 25,40).

Il “colore” dei tempi liturgici

Ci capita più volte, quando con mio marito andiamo a trovare la famiglia di nostro figlio a Milano, di partecipare alla messa domenicale nella loro parrocchia lombarda. Mi scopro sempre un po’ scombinata nei tempi e nei momenti della celebrazione della messa, ancor più se la visita avviene verso metà novembre: l’Avvento lì è già iniziato, mentre le candele della mia “corona d’Avvento” sono ancora spente e non inizieranno a brillare una ad una che a fine mese. E il presepio… mio figlio lo sta già progettando per bene, mentre il mio è ancora imballato nello scatolone. Allora ho cercato di capire. Ho scoperto che a Milano e dintorni seguono il rito ambrosiano, mentre il resto della Chiesa segue il rito romano. E’ la storia che ci spiega le ragioni della diversità, che peraltro è solo formale. Nelle terre in cui si estendeva l’Impero Romano d’Occidente, dall’antichità si è diffusa la così detta Chiesa Latina, che si distingue da quella delle terre dell’Impero Orientale, più variegata nelle tradizioni rituali (bizantina, caldea, copta, maronita, armena). Anche la Chiesa Latina nel tempo ha sviluppato sfaccettature diverse aderendo alla cultura e alle tradizioni dei popoli tra cui si diffondeva. Oggi il rito latino si differenzia in tre rami ufficiali: il rito romano (il più diffuso, discendendo direttamente dalla chiesa romana), il rito ambrosiano (chiesa di Milano e dintorni) e il rito ispano-mozarabico (alcune regioni della Spagna). Durante il Concilio di Trento (1545-63) Da allora il rito ambrosiano è mantenuto nel territorio urbano e rurale della storica arcidiocesi di Milano. Le differenze fra i due riti sono riscontrabili in particolare nel calendario ambrosiano, nel messale e nelle letture. Ci sono poi differenze relative ai paramenti sacri e agli abiti talari per quanto riguarda i colori e gli accessori (ad esempio, per le celebrazioni del Santissimo Sacramento si usa il rosso e non il bianco come nel rito romano). Il rito ambrosiano è fortemente legato alla figura di Cristo ed ha tratti in comune con le liturgie orientali. Veniamo all’Avvento. Il rito romano inizia ai primi vespri dell’ultima domenica di novembre (o della prima di dicembre) e termina prima dei primi vespri di Natale, durando circa 4 settimane. Per la liturgia si usa il colore viola, tranne che per la terza domenica (“Gaudete”) nella quale si usa il rosaceo. Nel rito ambrosiano l’Avvento dura 6 settimane: inizia la prima domenica dopo il giorno di S. Martino e prevede 6 domeniche. Il colore dei paramenti è il morello (viola molto scuro, come le more); solo la sesta domenica si usa il bianco (domenica “dell’Incarnazione”). E’ chiaro che le differenze non sono sostanziali: l’Avvento è sempre l’attesa della venuta di Gesù, ricordando la nascita a Betlemme più di 2000 anni fa, protési alla Sua seconda venuta alla fine dei tempi. Finalmente non mi sento più in ritardo nei preparativi per il Natale.

Laura Zadra


SOLENNITA’ DI NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO RE DELL’UNIVERSO

Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo

20 novembre 2022

GUARDANDO CRISTO RE IN CROCE

Gesù sulla croce rivela la potenza del suo amore che si consegna al Padre e ci abbraccia con misericordia.
Come per il buon ladrone, anche per noi il gesto più importante è riconoscere Gesù come Signore della vita, mentre viviamo e mentre invochiamo la sua accoglienza in Paradiso.
Guardando Gesù e seguendolo nella Chiesa, impariamo un modo di vivere più umano, più rispondente alle attese del nostro cuore e più fraterno.

Lasciamoci accompagnare dalla memoria di questo Vangelo nella nostra giornata.

Venerdì 2 dicembre

In occasione del centenario della nascita di don Luigi Giussani presso la sala dell’Eracle
alle ore 21.00

Presentazione del libro
“Il Gius” Una vita appassionante

Nel corso della serata saranno eseguiti
brani della musicali cari a Don Giussani.

I fiori della preghiera e della carità

In tutti i mercoledì di novembre

Alle 18,00 recita del Vespro e S. Messa con Catechesi sulla lettera del Vescovo:
“Di una cosa sola c’è bisogno”.

Si ripropone l’iniziativa:

“I Fiori della carità”.

Sul foglio, per aderire all’iniziativa, possiamo scrivere i nomi dei defunti che desideriamo ricordare nella S. Messa

Lunedì 21 novembre

Nel giorno in cui si celebra la
festa della Presentazione al Tempio
di Maria SS.ma, nel Veneto si celebra la
festa della Madonna della Salute a cui è
intitolata la Casa di Cura di Porto Viro.
in tale circostanza alle ore 16,00
il Vescovo Giampaolo celebrerà la Messa
(saletta al 2° piano)

In parrocchia viene sospesa
la Messa delle ore 18,00

Giornata Nazionale della
Colletta Alimentare
 

“Davanti ai poveri non si fa retorica, ma ci si rimbocca le maniche, attraverso il coinvolgimento diretto, che non può essere delegato a nessuno. Non è l’attivismo che salva, ma l’attenzione sincera e generosa. Nessuno può sentirsi esonerato dalla preoccupazione per i poveri e per la giustizia sociale”.
(Papa Francesco)

La Giornata Nazionale della Colletta Alimentare si svolgerà
sabato 26 novembre
in 10 Supermercati del Basso Polesine

È possibile segnalare la propria disponibilità per i turni nei supermercati cittadini direttamente a Sandro Naia 388 8953277

* * * * *

Percorso Fidanzati

in preparazione alla celebrazione
del Sacramento del Matrimonio
nel nostro vicariato di Loreo:

di venerdì sera, alle ore 21,

4, 11, 18, 25 novembre 2022
nella parrocchia di Scalon;

di sabato sera ore 21

14, 21, 28 gennaio
4, 11, 18, 25 febbraio 2023
nella parrocchia di Taglio di Po;

al mercoledì sera ore 21

1, 8, 15, 22, 29, marzo
19, 26 aprile 2023
nella Parrocchia di Loreo.

Oggi sarai con me in paradiso

Il vangelo invita a contemplare Gesù crocifisso, ossia l’esatto contrario di quella che è la concezione comune della regalità. La croce, strumento di una condanna infamante, è lo strumento mediante il quale Gesù rivela il senso autentico della sua regalità. Agli occhi dei capi di Israele, dei soldati e di uno dei malfattori appesi alla croce, Gesù dovrebbe salvare sé stesso, scendere dalla croce e rivelare a tutti che è il Messia. Gesù, però, si era presentato come colui che era venuto per servire e dare la vita; aveva speso la sua vita a favore degli altri. Così, anche in questo momento di sofferenza, continua a pensare agli altri e non a sé stesso. In risposta ai crocifissori, Gesù prega: Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno; in risposta a coloro che gli dicono di salvare sé stesso scendendo dalla croce, Gesù rimane sulla croce per donare la salvezza a loro e a tutta l’umanità. In particolare, Gesù dona la salvezza al ladrone pentito, che riconosce le proprie colpe e si apre alla fede in lui: Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno. Gesù, accogliendo la sua supplica, si rivela come l’unico vero re e salvatore, che chiama a far parte del suo regno quanti confidano in lui, donando loro la salvezza, oggi, subito.
In questa prospettiva, la domanda più importante da porsi nella festa di Cristo Re non è se egli regni nel mondo, ma se regna dentro di me; non se la sua regalità è riconosciuta dagli stati e dai governi, ma se è riconosciuta e vissuta da me. Cristo è Re e Signore della mia vita? Chi regna dentro di me, chi fissa gli scopi, le priorità: Cristo o qualcun altro? Secondo l’apostolo Paolo esistono due possibili modi di vivere: per sé stessi o per il Signore (Rom 14,7-9). Vivere «per sé stessi» significa vivere un’esistenza chiusa in sé stessa, tesa solo alla propria soddisfazione personale e alla propria gloria. Vivere «per il Signore», invece, significa vivere in vista di lui, per la sua gloria, per il suo regno.
Gesù regna dalla croce, rimane sulla croce per donare la salvezza a tutti, e la salvezza consisterà nel sentirsi dire da lui alla fine della vita: «Oggi sarai con me nel paradiso».

d.G.

Viva Cristo Re

Canto composto durante la guerra contro i cristiani in Messico (1926-1929)

Martedì mi fucileranno
Alle sei del mattino
Perché credo in un Dio eterno
e alla Madonna Guadalupana.

Mi hanno trovato un santino
di Gesù nel cappello
Per questo mi hanno condannato
Perché sono un cristiano

E per questo mi fucileranno
Martedì mattina.
Uccideranno il mio inutile corpo
Ma mai e poi mai la mia anima!

Dirò ai miei giustizieri
che voglio che mi crocifiggano
E una volta crocifisso,
allora, che usino i loro fucili

Addio Sierra di Jalisco
Michoacán e Guanajuato.
Dove ho combattuto il Governo
Che è sempre scappato correndo.

Mi hanno preso in ginocchio
mentre adoravo Gesù Cristo.
Sapevano che non c’era difesa
in quel santo luogo.

Sono contadino per tradizione
Jaliscano di nascita
Non ho altro Dio che Cristo
perché mi ha dato la vita.

Addio Sierra di Jalisco
Michoacán e Guanajuato.
Dove ho combattuto il Governo
Che è sempre scappato correndo.

Mi hanno preso in ginocchio
mentre adoravo Gesù Cristo.
Sapevano che non c’era difesa
in quel santo luogo.

Sono contadino per tradizione
Jaliscano di nascita
Non ho altro Dio che Cristo
perché mi ha dato la vita.

Uccidendomi non finisce
la credenza in Dio eterno30
Molti ci restano lottando,
e altri, ne nascono.

E per questo mi fucileranno
Martedì mattina
Plotone! Pronti! Mirate!

Viva Cristo Re! e Fuoco!


XXXIII^ domenica del tempo ordinario C

XXXIII^ domenica del tempo ordinario

13 novembre 2022

Con la perseveranza salverete la vostra vita

L’anno liturgico volge al termine e il vangelo ci propone la parte iniziale del «discorso escatologico» di Luca (c. 21). Questo discorso, e i testi apocalittici in genere, non intendono offrire un’antici­pazione filmata degli eventi della fine del mondo. Lo scopo di questa letteratura è far riflettere sulla potenza del male e sul senso della vita; è dare conforto ai credenti mediante la promessa della salvezza; è esortare a vivere seguendo la strada che Dio indica per essere suoi testimoni. Gesù, nella pagina evangelica di questa domenica, preannuncia la persecuzione a causa del suo nome, ma al tempo stesso rassicura e incoraggia: Io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Gesù promette il suo aiuto, ma chiede l’impegno a essere perseveranti nella fede. È una perseveranza che riguarda i momenti difficili, ma anche la normale vita quotidiana, che scorre spesso nell’ordinarietà e nella ripetitività. A indebolire la fede e a spegnere l’entusiasmo può bastare il semplice succedersi dei giorni, la monotonia quotidiana. Essere perseveranti significa vivere ogni momento in modo coerente con la propria fede, intesa come adesione al Signore e alla sua Parola; significa concretizzare il comandamento dell’amore nella disponibilità, nel servizio, nel dono di sé.
Gesù con il discorso escatologico non intende terrorizzare, ma scuotere le coscienze e indicare quale è il fine della storia e del mondo. Diversamente da quanto predicano certe sette apocalittiche, Gesù non si è interessato alla fine del mondo, che resta un mistero nascosto nella mente di Dio, si è invece preoccupato di dirci che Dio è «il porto verso cui dobbiamo veleggiare mentre la nostra nave è agitata dai marosi, mentre le ore della notte sembrano non finire mai e i prepotenti vogliono scaraventarci in mare» (R. Guardini). In mezzo all’oscurità e ai marosi della vita risuonano le parole di Gesù: Nemmeno un capello del vostro capo perirà. Gesù ha promesso di rimanere con noi tutti i giorni fino alla fine del mondo e ci invita a non perderci d’animo, a non cedere perché con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.

Adorazione Eucaristica

E’ ripresa , nella Chiesa di San Bartolomeo,
l’Adorazione Eucaristica settimanale
alla domenica alle ore 17,00.

* * *

Percorso Fidanzati

in preparazione alla celebrazione
del Sacramento del Matrimonio
nel nostro vicariato di Loreo:

di venerdì sera, alle ore 21,

 14, 21, 28 ottobre
4, 11, 18, 25 novembre 2022
nella parrocchia di Scalon;

di sabato sera ore 21

14, 21, 28 gennaio
4, 11, 18, 25 febbraio 2023
nella parrocchia di Taglio di Po;

al mercoledì sera ore 21

1, 8, 15, 22, 29, marzo
19, 26 aprile 2023
nella Parrocchia
di 
Loreo.


XXXI^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

XXXI^ Domenica del Tempo Ordinario

6 novembre 2022

IL DIO DELLA VITA

La domanda dei Sadducei sembra furba.
Gesù la scavalca con una bellissima risposta:
il nostro Dio è il Dio che fa vivere, il Dio dei vivi.
Gesù risorto ne è promessa e anticipo.
La morte non è l’ultimo confine, né un abisso nel quale sprofondiamo.
Dio ci fa vivere oltre la morte, per sempre e ci attende per renderci partecipi della sua felicità, fino alla risurrezione dai morti.
Questo orizzonte aperto sostiene la speranza nel cammino di ogni giorno con impegno e dedizione, in comunione con tutti i nostri fratelli e sorelle del tempo e dell’eternità.

I fiori della preghiera e della carità

In tutti i mercoledì di novembre

Alle 18,00 recita del Vespro e S. Messa con Catechesi sulla lettera del Vescovo:
“Di una cosa sola c’è bisogno”.

Si ripropone l’iniziativa:

“I Fiori della carità”.

Sul foglio, per aderire all’iniziativa, possiamo scrivere i nomi dei defunti che desideriamo ricordare nella S. Messa

In questa domenica,
con la messa delle 10,30
inizia l’anno catechistico;
sono invitati tutti i ragazzi
con i loro genitori.
Dopo la Messa, insieme per un momento
di festa e di presentazione.

 

Mercoledì 9 novembre

dalle 19,00 alle 19,30
incontro con i genitori
presso la sala
delle opere parrocchiali

Adorazione Eucaristica

E’ ripresa , nella Chiesa di San Bartolomeo,
l’Adorazione Eucaristica settimanale
alla domenica alle ore 17,00.

* * *

Percorso Fidanzati

in preparazione alla celebrazione
del Sacramento del Matrimonio
nel nostro vicariato di Loreo:

di venerdì sera, alle ore 21,

 14, 21, 28 ottobre
4, 11, 18, 25 novembre 2022
nella parrocchia di Scalon;

di sabato sera ore 21

14, 21, 28 gennaio
4, 11, 18, 25 febbraio 2023
nella parrocchia di Taglio di Po;

al mercoledì sera ore 21

1, 8, 15, 22, 29, marzo
19, 26 aprile 2023
nella Parrocchia
di 
Loreo.

Il Dio dei vivi

La disputa fra i sadducei e Gesù, di cui parla il brano evangelico, riguarda la risurrezione. L’esempio portato dai sadducei – che chiedono a Gesù di chi sarà moglie, nell’aldilà, una donna che sulla terra aveva avuto sette mariti – rivela una mentalità che si può incontrare anche oggi in tante persone, che credono sì in Dio, ma fanno fatica ad accettare la risurrezione e la vita eterna, convinte che tutto si concluda con la morte. Questo è il modo di pensare di chi si affida solo alla luce della ragione e dell’esperienza, trasformandole in sorgenti di norme assolute e indiscutibili. Così, tutto ciò che non va d’accordo o non può essere spiegato con esse, viene considerato assurdo; e chi accetta queste verità «strane» è considerato un credulone, incapace di ragionare con la sua testa.
La fede, però, non è una scelta dell’uomo, non è una costruzione razionale, ma dono di Dio, che nasce da lui e dalla sua Parola. Per questo Gesù invita i sadducei e noi, oggi, a guardare con serietà alla realtà della risurrezione e della vita eterna. Gesù ci assicura che la vita terrena non finisce con la morte, ma si prolunga nella vita eterna, in cui giungeranno a maturazione i semi di bene che abbiamo diffuso in questa vita, che hanno dato valore alle nostre giornate, che hanno reso più bello il mondo in cui viviamo.
Nella disputa con i sadducei, Gesù rinuncia a «descrivere» il mondo futuro e la condizione dei risorti. Egli rimanda alla potenza e fedeltà di Dio che preparano per l’uomo un futuro diverso rispetto alla condizione presente. Ne segue che tutte le parole della Scrittura che parlano della risurrezione o del mondo che verrà non sono «descrizioni» di come sarà l’aldilà. Le parole di Gesù non hanno l’intenzione di «descrivere e informare», ma di «sostenere e animare la speranza». Siamo in attesa di un mondo nuovo in cui Dio non cesserà di sorprenderci e rendere gioiosa la nostra vita. Un mondo che non possiamo descrivere, proprio perché legato all’infinita capacità di Dio di sorprenderci.

d.G.

72a Giornata Nazionale del Ringraziamento

 «Coltiveranno giardini e ne mangeranno il frutto» (Am 9,14)

È la festa più importante delle nostre campagne. Le sue radici sono antiche. È il capodanno delle campagne. La celebrazione della giornata del ringraziamento è un anello di una storia straordinaria che ha coinvolto una catena di generazioni di agricoltori che hanno preso coscienza non solo della loro dignità, ma anche del peso della loro presenza organizzata. La giornata del ringraziamento è una festa che è rimasta così come gli agricoltori l’hanno voluta, facendola crescere come una pianta che oggi stende i suoi rami su tutto il territorio nazionale. E’ una giornata in cui fare memoria riconoscente dell’opera buona della creazione, dono di Dio all’umanità, per continuare a vegliare su di essa e per amministrarla con saggezza senza stravolgerla. Ci sono voluti millenni per ricamare le nostre campagne e le nostre colline. Tanti passi misurati dei contadini con le spalle piegate sotto il peso del duro lavoro. Ringraziare perché la terra è dono benedetto: gratitudine a Dio e ai contadini per il loro sapiente lavoro.