1^ Domenica di Avvento
1^ Domenica di Avvento
28 novembre 2021
La Bella Attesa di Colui che ci viene incontro
La fine del mondo.
Non sappiamo quando avverrà, ma constatiamo la fragilità del nostro mondo personale e di quanto ci circonda: persone e cose franano, e che cosa ci resta?
Di fronte ai drammi e alle difficoltà, l’Avvento ci ricorda che la vita rinasce sulla promessa di Gesù: alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
La nostra attesa si volge a Colui che ci viene incontro.
Manteniamo questa speranza certa, grati di essere accompagnati da una comunità, una Chiesa, un Papa.
Non disperdiamoci in attese vuote e in dissipazioni, ubriachezze, affanni della vita.
Mercatino di Natale
È allestito in Chiesa, è opera delle catechiste e di diverse signore che
sono state coinvolte, è il desiderio di compiere un atto di carità.
Le ringraziamo per la testimonianza, mentre rivolgiamo
alle loro opere tutta la nostra attenzione.
Il cammino dell’Avvento
giovedì 2 dicembre ore 20,30
chiesa Santa Chiara
“Pregate dunque il Signore della messe,
perché mandi operai nella sua messe”
Gesù passa e chiama
“E il Verbo si è fatto carne”
Incontro del Vangelo
Ogni venerdì alle ore 20,45 in canonica
Perché la Parola del Signore
diventi carne anche nella nostra vita.
“Egli è qui come il primo giorno”
17 dicembre, ore 20,45,
nella Chiesa di Rosolina incontro con
Stefano Vitali
miracolato dalla Beata Sandra Sabatini
proclamata Beata il 24 ottobre 2021
nella cattedrale di Rimini.
Messa nei giorni feriali
Da lunedì 29 dicembre,
la S. Messa viene celebrata
alle ore 18 nella sala maggiore
delle opere parrocchiali.
L’accesso è dal cortile dietro la canonica
MARIA BERTILLA BOSCARDIN
Anna Francesca Boscardin nasce il 6 ottobre 1888 a Brendola (VI) da famiglia di agricoltori. L’8 aprile del 1905, a sedici anni Annetta entra nell’Istituto delle Suore Maestre di Santa Dorotea a Vicenza nonostante le ritrosie e perplessità del parroco, al quale pare che quella ragazza non sia molto dotata per inserirsi in una comunità religiosa. Invece l’8 dicembre 1907 diventa suora con il nome di Maria Bertilla: E’ destinata all’ospedale di Treviso dove – a parte la parentesi della prima guerra mondiale, durante la quale con infinita tenerezza assiste i soldati feriti – rimane al servizio degli ammalati, vivendo la carità eroica come concretizzazione del carisma trasmesso dal fondatore, San Giovanni Antonio Farina.
Nei primi anni di servizio ospedaliero S.Berilla lavora nel reparto dei bambini difterici, dove sofferenza e paura sono di casa, ma lei, con il cuore di mamma e la fermezza dell’infermiera, notte e giorno, senza riposo è accanto ai piccoli pazienti mantenendo la calma e regalando serenità, affiancando i medici nella tempestività dell’atto operatorio.
E poi sempre di reparto in reparto, con nella mente un punto chiaro e fermo: essere in ogni momento uguale a se stessa, facendo affidamento alla forza derivante dal contatto vivo con Gesù.
Pur accostando un numero interminabile di sofferenti, riesce a non inaridirsi nell’abitudine, conservando un cuore palpitante e chinandosi su tutti senza distinzione fra ricchi e poveri, giovani e vecchi, incurante del male che la sta divorando, si dona ai suoi ammalati fino a pochi giorni prima della sua morte, a 34 anni, il 20 ottobre 1922.
Vegliate!
Inizia un nuovo anno liturgico: un cammino che ci farà rivivere i grandi eventi della vita di Gesù. Il tempo di Avvento ci prepara a rivivere il Natale del Signore, la sua «prima venuta» fra noi nell’umiltà della nostra condizione umana. Noi però stiamo aspettando anche la sua «seconda venuta», ossia il suo ritorno glorioso alla fine dei tempi. Così, all’inizio di un nuovo anno, siamo invitati a guardare già alla fine, alla mèta del nostro cammino, a Colui che già ora dà senso e valore alla vita dell’uomo e del mondo. In questa prospettiva, si capisce il significato del brano evangelico che sembra suscitare solo paura e terrore. Gesù, infatti, ha descritto la sua seconda venuta, quella finale, gloriosa. Quello sarà un giorno di sconvolgimenti nel sole, nelle stelle, nel mare, segni di morte ma anche di vita, segni della fine del mondo esistente e, al tempo stesso, segni dell’inizio di un mondo nuovo, senza fine, eterno.
Nella seconda parte del vangelo, Gesù esorta alla vigilanza, una vigilanza attenta e operosa che deve caratterizzare tutta la nostra vita, che è attesa della sua venuta, del nostro incontro con Lui. Non sappiamo quando verrà la fine del mondo, forse la sentiamo come una realtà lontana, che non ci toccherà mai. E’ forte allora il rischio che l’attesa divenga rilassatezza, superficialità, indifferenza, una vita che si trascina per forza d’inerzia, nella monotonia e nella ripetitività. Gesù, invece, ci esorta a non lasciar appesantire i nostri cuori in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita: ci invita cioè a fuggire la leggerezza nell’affrontare la vita, smarrendosi in cose inutili e futili; ci invita a fuggire l’uso smodato dei beni di questo mondo; ci invita a non lasciarci vincere dalle difficoltà, quasi incapaci di affidarci a Lui, Signore e Salvatore.
L’apostolo Paolo invita i cristiani di Tessalonica (seconda lettura) a essere fedeli al Signore e a condurre una vita santa e irreprensibile, perché fedeli all’insegnamento ricevuto e irreprensibili nella carità, attendano con speranza la venuta del Signore. Questo invito vale anche per noi. Esso racchiude in sé il nostro programma per l’Avvento: per l’Avvento di quattro settimane e per l’Avvento della vita.
d.G.
Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo
Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo
21 Novembre 2021
QUALE RE
Gesù e Pilato, l’uno di fronte all’altro. Una scena imponente, che fa venire a mente il Racconto dell’Anticristo di Soloviev:
l’Imperatore di fronte allo staretz Giovanni che gli dice:
”Quello che abbiamo di più caro è Cristo…”.
Due ‘regni’, due modi di concepire la vita e di viverla.
A conclusione dell’anno liturgico, e mentre celebriamo la Giornata diocesana dei Giovani, ci poniamo di fronte a Cristo, perché la sua signoria ci liberi dal potere del mondo.
Con lo sguardo fisso su Gesù che ci ha amato donando se stesso sulla croce, possiamo ritrovare la verità di noi stessi e del nostro compito nel mondo.
Giornata del Ringraziamento
Domenica 21 novembre con la Messa delle ore 10,30
ognuno è invitato a parteciparvi come gesto
di ringraziamento e di carità.
Al termine della Messa benedizione
dei mezzi agricoli
e degli automezzi.
I fiori della preghiera e della carità
in tutti i mercoledì di novembre
incominciando dal 10 novembre
alle 18,00 recita del Vespro
e S. Messa in suffragio
dei nostri defunti con catechesi su
S. Giuseppe “Patris corde”.
Si ripropone l’iniziativa: “I fiori della carità”
Sul foglio per aderire all’iniziativa
possiamo scrivere i nomi dei defunti
che desideriamo ricordare nella S. Messa
La Giornata Nazionale
della Colletta Alimentare
torna in presenza
sabato 27 novembre 2021.
Saremo presenti in diversi
supermercati della zona.
Urge la disponibilità di volontari.
Rivolgersi a Marco Tiengo
Tu lo dici, io sono re
Siamo alla conclusione dell’anno liturgico e la liturgia pone a coronamento del cammino annuale la solennità di Cristo Re dell’universo. Celebrare la festa di Cristo Re significa porre Gesù Cristo in cima alla scala dei valori della vita, prendere coscienza che deve essere Lui a guidare e orientare il nostro cammino. Papa Paolo VI aprendo la seconda sessione del Concilio Vaticano II descriveva con queste parole il primato di Cristo: «Cristo da cui veniamo, per cui viviamo e a cui andiamo. Nessun’altra luce […] che non sia Cristo, luce del mondo; nessun’altra verità interessi le nostre anime che non sia la parola del Signore, unico nostro Maestro; nessun’altra aspirazione ci guidi che non sia il desiderio di essere a Lui assolutamente fedeli; nessun’altra fiducia ci sostenga se non la certezza che egli è con noi» (EV 145). Nella nostra vita siamo chiamati a dare a Cristo questo primato: sull’intelligenza per mezzo della fede, sul cuore per mezzo dell’amore, sulla volontà e sulla vita con l’accettazione del suo volere, cosicché egli diventi «l’Alfa e l’Omèga» di quello che pensiamo, amiamo e siamo.
Gesù è re, ma non di questo mondo. La sua regalità non entra in competizione con i poteri di questo mondo, consiste invece nel dono della vita per salvare l’umanità. Gesù sarà un re deriso e torturato, avrà come scettro una canna, per diadema una corona di spine, per trono una croce. Tuttavia, questa regalità gli assicurerà un trionfo universale ed eterno. Iniziata quaggiù nelle lacrime e nel sangue, sarà instaurata definitivamente con il suo ritorno glorioso alla fine dei tempi.
La domanda che oggi ognuno si deve porre non è se Gesù Cristo regni o no nel mondo, ma se egli regni o no dentro di me; non se la sua regalità sia riconosciuta dagli stati e dai governi, ma se è riconosciuta e vissuta da me. Chi regna dentro di me, chi fissa gli scopi e stabilisce le priorità: Cristo o qualcun altro? Secondo l’apostolo Paolo esistono due possibili modi di vivere: per sé stessi o per il Signore (cfr. Rom 14,7-9). Vivere «per sé stessi» significa vivere un’esistenza tesa solo alla propria soddisfazione e alla propria gloria. Vivere «per il Signore» significa vivere in vista di lui, per la sua gloria, per il suo regno. In una delle invocazioni del Padre nostro preghiamo: Venga il tuo regno! Ebbene la festa di oggi sia per noi un invito a costruirlo con la vita, la santità, la grazia, la giustizia, l’amore e la pace (cfr. prefazio di Cristo Re)
d.G.
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA XXXVI GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ
21 novembre 2021
Alzati! Ti costituisco testimone di quel che hai visto vsto!(cfr. At 26,16)
Carissimi giovani!
Vorrei ancora una volta prendervi per mano per proseguire insieme nel pellegrinaggio spirituale che ci conduce verso la Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona nel 2023.
L’anno scorso, poco prima che si diffondesse la pandemia, firmavo il messaggio il cui tema era “Giovane, dico a te, alzati!” (cfr Lc 7,14). Nella sua provvidenza, il Signore già ci voleva preparare per la durissima sfida che stavamo per vivere.
Nel mondo intero si è dovuta affrontare la sofferenza per la perdita di tante persone care e per l’isolamento sociale. L’emergenza sanitaria ha impedito anche a voi giovani – per natura proiettati verso l’esterno – di uscire per andare a scuola, all’università, al lavoro, per incontrarvi… Vi siete trovati in situazioni difficili, che non eravate abituati a gestire. Coloro che erano meno preparati e privi di sostegno si sono sentiti disorientati. Sono emersi in molti casi problemi familiari, come pure disoccupazione, depressione, solitudine e dipendenze. Senza parlare dello stress accumulato, delle tensioni ed esplosioni di rabbia, dell’aumento della violenza.
Ma grazie a Dio questo non è l’unico lato della medaglia. Se la prova ci ha mostrato le nostre fragilità, ha fatto emergere anche le nostre virtù, tra cui la predisposizione alla solidarietà. In ogni parte del mondo abbiamo visto molte persone, tra cui tanti giovani, lottare per la vita, seminare speranza, difendere la libertà e la giustizia, essere artefici di pace e costruttori di ponti.
Quando un giovane cade, in un certo senso cade l’umanità. Ma è anche vero che quando un giovane si rialza, è come se si risollevasse il mondo intero. Cari giovani, quale grande potenzialità c’è nelle vostre mani! Quale forza portate nei vostri cuori!
Così oggi, ancora una volta, Dio dice a ciascuno di voi: “Alzati!”. Spero con tutto il cuore che questo messaggio ci aiuti a prepararci a tempi nuovi, a una nuova pagina nella storia dell’umanità. Ma non c’è possibilità di ricominciare senza di voi, cari giovani. Per rialzarsi, il mondo ha bisogno della vostra forza, del vostro entusiasmo, della vostra passione. È in questo senso che insieme a voi vorrei meditare sul brano degli Atti degli Apostoli in cui Gesù dice a Paolo: “Alzati! Ti costituisco testimone di quel che hai visto” (cfr At 26,16).
XXXIII^ Domenica del Tempo Ordinario
XXXIII^ Domenica del Tempo Ordinario
14 Novembre 2021
Dalla precarietà all'eternità della vita
Gli ultimi tempi segnano l’ultima venuta del Signore.
Il Vangelo comunica il senso di precarietà delle cose: sole, luna, astri che cadono…, ma anche una viva speranza: Gesù glorioso verrà a compiere la sua opera radunando gli eletti.
La vita di fede, la vita che viviamo nell’esperienza quotidiana nella comunità della Chiesa, trova compimento nell’ultimo incontro con Lui.
Un germoglio fiorisce dentro le nostre giornate, come il ramo di fico:
le nostre azioni hanno un peso eterno.
Una vita di carità è il primo germoglio di paradiso.
Dal settimanale diocesano Nuova Scintilla
* Editoriale: Uomini e donne che lavorano – editoriale –
* Giornata dei poveri pag. 1 e 2
* Il lavoro e la persona pag. 3
* “Alzati! Ti costituisco testimone di quel che hai visto”.
Dal messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Gioventù. Pag.4
* Intervista al nuovo Vescovo Giampaolo pag. 11
In questa domenica si celebra
la giornata mondiale dei poveri.
L’UNITALSI
in questi giorni organizza
una vendita di olio
per sostenere le opere di carità
Giornata del Ringraziamento
Domenica 21 novembre con la Messa delle ore 10,30
ognuno è invitato a parteciparvi come gesto
di ringraziamento e di carità.
Al termine della Messa benedizione
dei mezzi agricoli
e degli automezzi.
Missione Bontà
I missionari di Villaregia vendono una
confezione di cioccolato a
sostegno delle Missioni
I fiori della preghiera e della carità
in tutti i mercoledì di novembre
incominciando dal 10 novembre
alle 18,00 recita del Vespro
e S. Messa in suffragio
dei nostri defunti con catechesi su
S. Giuseppe “Patris corde”.
Si ripropone l’iniziativa: “I fiori della carità”
Sul foglio per aderire all’iniziativa
possiamo scrivere i nomi dei defunti
che desideriamo ricordare nella S. Messa
La Giornata Nazionale
della Colletta Alimentare
torna in presenza
sabato 27 novembre 2021.
Saremo presenti in diversi
supermercati della zona.
Urge la disponibilità di volontari.
Rivolgersi a Marco Tiengo
Il cielo e la terra passeranno
La volta stellata, la luna e il sole sono simboli di eternità, di ciò che non passa.
Eppure, il vangelo di oggi, penultima domenica dell’anno liturgico, dice che anche le grandi luci del cielo un giorno si spegneranno, tutto avrà fine. Anche ciò che sembra eterno un giorno terminerà la sua corsa: il cielo e la terra passeranno. Solo la parola di Colui verso il quale cammina l’intero universo non muterà, solo la parola di Dio rimane come «stella polare» che orienta il cammino della storia.
Gesù, nel parlare degli eventi finali, attinge alla tradizione apocalittica che ama esprimersi attraverso immagini catastrofiche e frasi enigmatiche. Lo scopo di Gesù non è di incutere paura e neppure di soddisfare la curiosità su come e quando avverrà la fine del mondo.
Il «quando» verrà la fine rimane misterioso e segreto, l’attenzione viene spostata sul «come» prepararsi e sul «cosa» fare nell’attesa del grande evento. L’immagine che Gesù utilizza è evocativa: una pianta che si risveglia dal letargo invernale e vive la sua primavera (Dalla pianta di fico imparate…). Le prime gemme non hanno solo la bellezza di una nuova fioritura, sono il segno della stagione che cambia, della primavera che arriva con il suo carico di luce e calore. La storia che viviamo è una pianta che giunge a maturazione. Il destino dell’universo è quello di giungere alla sua fioritura. E la nostra primavera ha un nome solo: Gesù Cristo. Così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, alle porte. Dio non usa effetti speciali, ci chiede di percepire la sua azione discreta e continua. Forse troppe volte la routine quotidiana fa dimenticare il passare lento ma costante del tempo, e fa dimenticare che siamo pellegrini in cammino. La solidità apparente del mondo che ci circonda non ci deve far dimenticare che siamo su un treno in corsa … di qui la necessità nell’impegno cristiano. Nessuno conosce quando sarà la fine del mondo, ma essa potrebbe essere questa notte stessa o domani. Per questo Gesù dice: Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento!
d.G.
Il nuovo Vescovo: primo incontro
La delegazione che sabato 6 novembre ha incontrato Mons. Dianin era composta dai membri del Collegio dei Consultori, accompagnati dal vescovo Adriano e dal suo segretario (sette persone in tutto). L’incontro, avvenuto presso il Seminario di Padova, di cui Mons. Dianin è Rettore, si è svolto in maniera estremamente cordiale.
L’incontro aveva carattere informale, tuttavia si è arrivati a concordare la data dell’ingresso del nuovo vescovo in diocesi di Chioggia, che sarà nel pomeriggio di domenica 30 gennaio.
Abbiamo portato il saluto della Diocesi, in particolare del Presbiterio; abbiamo espresso la nostra soddisfazione per la sua nomina; ci siamo soffermati a descrivere alcune peculiarità del territorio e della storia della nostra Chiesa locale. Egli, dopo aver raccontato come gli è stata comunicata la nomina da parte del Santo Padre, ha ribadito di aver accettato con gioia e spirito di servizio, di essere molto sereno e desideroso di esprimere tutto l’amore che sente già di avere verso la nostra realtà ecclesiale e civile. Ci ha parlato della sua mamma, che vive ancora a Teolo, suo paese natale; e del fratello qualche mese più vecchio di lui, che vive a Praglia con la famiglia composta dalla moglie e da due figli già laureati.
Siamo già famiglia! Ha ribadito chiaramente che non viene con programmi precostituiti, ma col desidero di mettersi in ascolto di tutto e di tutti, a cominciare dai confratelli. Verrà presto a fare una prima visita anch’egli informale alla nostra diocesi, accostando le realtà più significative, tra cui il monastero di Porto Viro. Ci siamo lasciati con l’impegno di approfondire la reciproca conoscenza e di pregare gli uni per gli altri.
Don Francesco Zenna
Le date da ricordare:
L’ordinazione episcopale di Mons. Giampaolo Dianin avverrà domenica 16 gennaio 2022 nella Cattedrale di Padova.
La Diocesi di Chioggia saluterà Mons. Adriano Tessarollo domenica 23 gennaio 2022 nella Cattedrale di Chioggia.
Il nuovo Vescovo farà il suo ingresso nella Diocesi di Chioggia domenica 30 gennaio 2022.
XXXII^ Domenica del Tempo Ordinario
XXXII^ Domenica del Tempo Ordinario
7 Novembre 2021
I COMANDAMENTI CHE FANNO VIVERE
Gesù porta in vetta i precetti fondamentali dell’antica Legge.
La religione non è una esecuzione di pratiche legali o liturgiche, ma un cammino che apre una vita buona.
Gesù conduce a riconoscerci come figli di Dio, che è nostra origine e nostro punto di arrivo.
Ci conduce a considerare ogni persona come un fratello e una sorella, da amare e aiutare.
Con il Vangelo, una nuova corrente di vita è cominciata a scorrere dentro l’umanità.
Una famiglia cristiana, una comunità cristiana diventano l’ambito educativo che accompagna a ricordare e a vivere come figli e come fratelli.
Dal settimanale diocesano di questa settimana:
* Testo della lettera del Vescovo Giampaolo e Adriano
* Ascoltare i bambini pag. 3
* I santi della settimana p. 10
* Novità alla Corte degli Angeli pag. 12
* Quelli che la domenica p.19
Il Santo Padre Francesco ha nominato nuovo Vescovo di Chioggia
mons. GIAMPAOLO DIANIN
presbitero della Diocesi di Padova, finora rettore del Seminario vescovile e membro della Segreteria del Sinodo diocesano della Chiesa di Padova.
L’annuncio è stato dato mercoledì 3 novembre, alle ore 12, dalla Sala Stampa Vaticana e in contemporanea nelle Diocesi di Chioggia e di Padova.
I fiori della preghiera e della carità
in tutti i mercoledì di novembre
incominciando dal 10 novembre
alle 18,00 recita del Vespro
e S. Messa in suffragio
dei nostri defunti con catechesi su
S. Giuseppe “Patris corde”.
Si ripropone l’iniziativa: “I fiori della carità”
Sul foglio per aderire all’iniziativa
possiamo scrivere i nomi dei defunti
che desideriamo ricordare nella S. Messa
Consiglio Pastorale Parrocchiale
si incontra venerdì 12 novembre
alle ore 20,45, in canonica
Genitori dei ragazzi del catechismo
si incontrano in Chiesa,
mercoledì 10 novembre
alle ore 18,45
Lettera che mons. Giampaolo Dianin
ha scritto alla nostra Diocesi
Caro Vescovo Adriano,
Cara Chiesa di Chioggia,
nel giorno in cui viene annunciata la mia nomina a Vescovo della Chiesa di Dio che è in Chioggia, condivido con voi alcuni pensieri e lo stato d’animo che mi stanno accompagnando dallo scorso 22 ottobre, quando mi è stata comunicata la decisione di papa Francesco. Tutto è successo così in fretta senza avere il tempo di elaborare un passaggio della vita così particolare, ma forse è bene così perché in questo “cambiamento d’epoca”, come lo definisce papa Francesco, accettare di diventare Vescovo è perlomeno azzardato ed è possibile solo nell’orizzonte della fede e dell’obbedienza.
…Condivido qualcosa di quanto sto vivendo in questi giorni.
Da un anno mi trovo spesso a commentare il testo biblico della chiamata di Abramo che sta accompagnando la Chiesa di Padova nel cammino di preparazione al Sinodo diocesano: «Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela verso la terra che ti indicherò […] Ti benedirò […]. Abramo partì» (Gen 12,1-3).
Non pensavo che queste parole sarebbero state rivolte direttamente a me per intraprendere un altro santo viaggio carico di incognite.
…Dio fa tre promesse ad Abramo: una terra, una discendenza e la benedizione. Chiedo a Dio di mantenere le sue promesse per la nostra Chiesa e ho già cominciato a bussare con insistenza; fatelo anche voi con me e per me. Dio benedica ciascuno di voi, benedica la nostra Diocesi, la terra dei tre fiumi dove siamo chiamati a vivere e testimoniare il Vangelo, ci doni una discendenza di figli consapevoli di essere amati dal Padre celeste. Vi ringrazio già da ora se avrete la bontà di accogliermi, e giunga a tutti l’abbraccio del mio affetto e la promessa della mia fedeltà.
don Giampaolo Dianin
Lettera di benvenuto di mons. Adriano Tessarollo
Carissimo don Giampaolo,
mi faccio portavoce dell’intera Diocesi di Chioggia per darti il nostro più cordiale “Benvenuto” quale nuovo Pastore di questa porzione del Popolo di Dio.
Ti ringrazio per aver accettato “il dono e l’impegno” di essere nostro vescovo.
Ti accogliamo quale dono di Gesù Pastore e Maestro, per compiere un tratto di strada insieme, in fedeltà a Lui e al suo Vangelo, e in comunione con tutta la Chiesa.
Mentre ti attendiamo con gioia e trepidazione, come è sempre l’incontro con una ‘persona nuova’ che entra nella storia nostra e della nostra Chiesa, ti accompagniamo in questo tempo di attesa con la nostra preghiera.
Auguri e preghiere quindi in attesa “della tua venuta” tra di noi.
+ Adriano Tessarollo