Ecco il Natale

Ecco il Natale

25 dicembre 2021

Ecco, è Natale. E’ esploso nelle luci delle strade e nelle vetrine dei negozi; s’è acceso nel desiderio di buona salute e di libertà.
L’abbiamo atteso in un filo di ansiosa speranza che ci ha condotto a questo giorno, il giorno di Natale.

Ma lui, il Natale, cos’è? L’annuncio misterioso che sorprende una ragazza di Nazaret e sconvolge la vita del promesso sposo Giuseppe; germoglia nel grembo della giovane sposa, e nasce nella periferia di Betlemme. Un avvenimento che tocca la vita di chi lo incontra come maestro, medico, amico, e lo riconosce come Figlio di Dio.
Una Presenza che attraversa la storia, e arriva fino ad oggi, raggiunge me, te e tante persone con noi.

Non viviamo solo dei riflessi della sua luce, non respiriamo appena la dolcezza dell’aria natalizia, non ci riscalda soltanto l’emozione di un buon sentimento. “In manibus nostris sunt codices, in oculis nostris facta”, scrive Sant’Agostino: abbiamo in mano i libri dei Vangeli che raccontano, abbiamo negli occhi i fatti, il fatto della sua Presenza, della sua Persona.
Come Maria e Giuseppe, i pastori e i magi, gli apostoli e le donne, i santi e poveri, i peccatori e i malati, anche noi oggi lo incontriamo. Più che in un presepio vivente, Egli è un fatto che accade e tocca oggi la nostra vita. Diventa un Amico, un Amore, una Compagnia, nel volto di nostra madre e di nostro padre, nella comunità chiamata Chiesa, nella mano tesa del povero e nel sospiro dell’anziano.
Egli è qui, come il primo giorno, come il primo Natale.
Dentro gli avvenimenti della vita, Egli è l’Avvenimento che ci incontra e ci salva. Egli è il Natale, Natale è Gesù.

BUON NATALE!!!!

Ringraziamento

Ringrazio tutte le persone che, in un periodo di difficoltà come quello
che stiamo attraversando, collaborano in diversi modi
alle necessità della nostra Chiesa.

FESTE  del
Santo  NATALE
Venerdì 24 Dicembre
Vigilia di Natale

Ca’ Cappellino:
ore 21.00 S. Messa della Notte Santa
San Bartolomeo:
ore 23.30 Veglia di Natale
con Canti e Letture
ore 24.00 Santa Messa
della Notte di Natale

Sabato 25 dicembre
SANTO NATALE

San Bartolomeo ore 8.30; 10.30; 18.00
Mea ore 9.00  Ca’ Cappellino  ore 11.00

Domenica 26 dicembre
Santo Stefano

L’orario delle S.S. Messe è quello festivo

Venerdì 31 dicembre

San Bartolomeo ore 18.00
S. Messa di ringraziamento
con il canto del Te Deum

Sabato 1 gennaio 202
Maria SS.ma Madre di Dio

SS. Messe: San Bartolomeo
ore 10.30; 18.00 con il Veni Creator
Mea ore 9.00 – Ca’Cappellino ore 11.0

Giovedì 6 gennaio
Epifania del Signore

SS. Messe: San Bartolomeo
ore 8,30; 10,30; 18.00
Mea ore 9.00; Ca’ Cappellino ore 11.00


4^ Domenica di Avvento

4^ Domenica di Avvento

19 dicembre 2021

GESU’ ACCOLTO E
TESTIMONIATO

Gesù accolto da Maria, viene portato a incontrare Elisabetta e Giovanni: è il primo annuncio della presenza del Salvatore nel mondo. Oggi Gesù si dona per essere accolto da ciascun cristiano e dalla Chiesa intera e annunciato e portato agli uomini e alle donne di oggi. Gesù riconosciuto e manifestato nella casa di Zaccaria ad opera di due donne, oggi può essere accolto nella nostra casa e nella casa del mondo: ai nostri familiari, amici, colleghi. La più grande carità è portare Cristo. Cominciamo con il dare al Natale del Signore il suo vero nome.

“Il presepe è l’immagine del paradiso:
La nascita di questo bambino cambia il destino di tutti noi:
la nostra vita è destinata, all’eternità, alla pienezza”

Buon Natale
Don Alfonso, Don Gastone, le Suore

 FESTE  del  Santo  NATALE
Venerdì 24 Dicembre Vigilia di Natale

Ca’ Cappellino: ore 21.00 S. Messa della Notte Santa
San Bartolomeo: ore 23.30 Veglia di Natale con Canti e Letture
ore 24.00 Santa Messa della Notte di Natale

Sabato 25 dicembre SANTO NATALE

San Bartolomeo ore 8.30; 10.30; 18.00
Mea ore 9.00  Ca’ Cappellino  ore 11.00

Domenica 26 dicembre, Santo Stefano

L’orario delle S.S. Messe è quello festivo

Venerdì 31 dicembre

San Bartolomeo ore 18.00
S. Messa di ringraziamento con il canto del Te Deum

Sabato 1 gennaio 202 Maria SS.ma Madre di Dio

SS. Messe: San Bartolomeo ore 10.30; 18.00 con il Veni Creator
Mea ore 9.00 – Ca’Cappellino ore 11.0

Giovedì 6 gennaio, Epifania del Signore

SS. Messe: San Bartolomeo ore 8,30; 10,30; 18.00
Mea ore 9.00; Ca’ Cappellino ore 11.00

Novena di Natale

da Giovedì 16 è iniziata
la Novena di Natale.

Sono i nove giorni che aiutano,
attraverso il canto e le letture,
a preparare il Natale del Signore.
Ci diamo appuntamento alla messa delle 18
per vivere insieme questo grande momento.

CONFESSIONE NATALIZIA

“… anche in occasione di questo Natale, rinnovo l’opportunità e l’invito a celebrare il Sacramento della Riconciliazione nella forma della celebrazione della Parola e dell’Assoluzione pubblica. E’ un atto comunitario nel quale ciascuno di noi, celebra l’amore misericordioso del Signore, riconosce gli atteggiamenti e le azioni che allontanano da Dio e dai fratelli (peccato) ed esprime il serio impegno a ‘ritornare’ all’obbedienza a Lui e all’amore ai fratelli (conversione). Rimane sempre la possibilità, per chi lo desidera, di richiedere la confessione individuale ai propri sacerdoti, compatibilmente con la situazione di pandemia”. (Vescovo Adriano)

Nella Chiesa di San Bartolomeo:

preparazione comunitaria
martedì 21 dicembre ore 18,45

celebrazione pubblica con Assoluzione
giovedì 23 dicembre ore 18,45

Ringraziamento

Ringrazio tutte le persone che,
in un periodo di difficoltà come quello
che stiamo attraversando,
collaborano in diversi modi
alle necessità della nostra Chiesa.

François Xavier Van Thuan

François Xavier Van Thuan nacque a Ph Cam in Vietnam, il 17 aprile 1928, da una famiglia cattolica. Entrato adolescente in Seminario, venne ordinato sacerdote nel 1953 e proseguì gli studi a Roma.
Una volta tornato in patria, divenne docente in Seminario, poi Vicario generale della diocesi di Huè e nel 1967 vescovo titolare della diocesi di Nha Trang. Il 15 agosto 1975, poco dopo essere stato nominato da papa Paolo VI arcivescovo coadiutore di Saigon, venne convocato con un pretesto dalle autorità comuniste e accusato di essere una spia al servizio del Vaticano e delle potenze straniere. Iniziò così il suo travagliato percorso, durato 13 anni, tra domicili coatti, celle d’isolamento, campi di prigionia  e torture di ogni sorta, costantemente illuminato da un’incrollabile  speranza.
Il 21 novembre 1988 venne finalmente liberato; espulso dal paese, riparò a Roma, dove papa Giovanni Paolo II lo nominò Presidente della Commissione Giustizia e Pace della Santa Sede. Fu voluto dallo stesso Pontefice come predicatore degli Esercizi spirituali per la Curia Romana nella Quaresima del 2000 e venne creato cardinale nel Concistoro del 21 febbraio 2001. Proprio mentre si preparava alla cerimonia, ricevette gli esiti di alcuni esami; aveva un cancro molto raro che lo portò alla morte il 16 settembre 2002.
La sua causa di beatificazione, ottenuto il nulla osta l’8 marzo 2010, si è svolta nel Vicariato di Roma dal 22 ottobre 2010 al 5 luglio 2013 ed è stata convalidata il 22 novembre dello stesso anno.
Il 4 maggio 2017 papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui è stato dichiarato Venerabile.
I suoi resti mortali riposano dall’8 giugno 2012 nella chiesa di Santa Maria della Scala a Roma

Fede e servizio

La protagonista di questa ultima domenica di Avvento è Maria. È lei che ha preparato la nascita storica di Gesù, ed è lei che può insegnarci a passare dall’attesa all’accoglienza di Colui che ancora una volta torna in mezzo a noi. Nell’episodio della visita di Maria alla cugina Elisabetta è bello cogliere il bisogno di Maria di fare qualcosa per rendere operante la sua fede. Maria, appena uscita dal dialogo dell’annunciazione, si ritrova la gioia di chi ha incontrato Dio ed è impaziente di comunicare la sua gioia. Il suo è un gesto di servizio ma nello stesso tempo anche di testimonianza. La «fretta» di Maria è la fretta di chi ha intuito la necessità di una occasione da non perdere, e agisce con spirito di disponibilità e servizio. Spesso l’occasione di fare il bene ci passa accanto in modo inatteso; perciò, certe decisioni bisogna prenderle in un attimo. Un «sì» generoso può orientare in modo esaltante tutta la vita, un «no» detto oggi può chiudere il nostro cuore a tante altre esperienze positive.
L’incontro di Maria con Elisabetta mette in rilievo la grandezza dell’atto di fede che Maria ha com­piuto, si è fidata della Parola di Dio, non si è fermata neanche davanti all’inspiegabile. Prima ancora di accogliere Gesù nel suo seno, Maria lo ha accolto nella fede. Di qui la beatitudine che Elisabetta le rivolge: Beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto. La grandezza di Maria è legata alla sua fede: è beata perché ha creduto. Come Abramo si è fidata di Dio. Il brano evangelico si chiude con i primi versetti del «Magnificat»: L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. Maria è stupita e ammirata che proprio su di lei, giovane donna di un umile villaggio della Galilea, sia caduta la scelta di Dio che la rende madre del Messia, ed è per questo che canta la bontà e grandezza di Dio.
Questa pagina evangelica mette in luce tre importanti atteggiamenti di Maria: la fede, il servizio e la preghiera, atteggiamenti che devono caratterizzare anche il cammino della nostra vita. Poniamoci alla scuola di Maria!

d.G.


3^ Domenica di Avvento

3^ Domenica di Avvento

12 dicembre 2021

INCONTRO AL SIGNORE

Giovanni Battista ci invita ad attendere la venuta del Signore con le opere della giustizia e della carità.
Egli riconosce che Colui che deve venire è più grande di lui.
Non basteranno dunque le nostre pur necessarie buone opere a salvarci.
Occorre aprire il cuore e la mente per accogliere il Signore che viene.
La vera conversione comincia dagli occhi e dal cuore, riconoscendo il Signore che ci viene incontro nelle occasioni della vita e si manifesta in coloro che lo annunciano e lo testimoniano.

CONFESSIONE NATALIZIA

“… anche in occasione di questo Natale, rinnovo l’opportunità e l’invito a celebrare il Sacramento della Riconciliazione nella forma della celebrazione della Parola e dell’Assoluzione pubblica. E’ un atto comunitario nel quale ciascuno di noi, celebra l’amore misericordioso del Signore, riconosce gli atteggiamenti e le azioni che allontanano da Dio e dai fratelli (peccato) ed esprime il serio impegno a ‘ritornare’ all’obbedienza a Lui e all’amore ai fratelli (conversione). Rimane sempre la possibilità, per chi lo desidera, di richiedere la confessione individuale ai propri sacerdoti, compatibilmente con la situazione di pandemia”. (Vescovo Adriano)

 Nella Chiesa di San Bartolomeo:

preparazione comunitaria martedì 21 dicembre ore 18,45
celebrazione pubblica con Assoluzione giovedì 23 dicembre ore 18,45

Il cammino dell’Avvento

Egli è qui come il primo giorno”

16 dicembre, ore 20,45
Chiesa di Rosolina

Incontro con
Stefano Vitali

miracolato dalla Beata Sandra Sabatini
proclamata Beata il 24 ottobre 2021
nella cattedrale di Rimini.

Novena di Natale

Giovedì 16 iniziamo
la Novena di Natale.

Sono i nove giorni che aiutano,
attraverso il canto e le letture,
a preparare il Natale del Signore.
Ci diamo appuntamento alla messa delle 18
per vivere insieme questo grande momento.

UNA CARITAS CITTADINA:
A PORTO VIRO SI PUO’?

 17 dicembre, ore 20,30
presso l’Oratorio di San Giusto

Benedizione del
Bambinello

Domenica 19 dicembre

alla messa delle ore 10,30
a san Bartolomeo,
alle ore 9 a Mea
alle ore 11 a Ca’ Cappellino
che verrà posto nel presepio o in qualche
posto dignitoso della propria casa.

Il Signore è vicino

Varie categorie di persone si rivolgono al Battista e gli chiedono: Che cosa dobbiamo fare? Coloro che avevano accolto l’invito alla conversione ora chiedono cosa significhi convertirsi, cosa fare per trasformare la Parola di Dio in vita nuova che manifesti la volontà di cambiamento. Giovanni invita folle, pubblicani e soldati a cambiare atteggiamento nei confronti del prossimo, a vedere negli altri non persone da sfruttare o nemici da vincere, ma fratelli da amare e con i quali camminare insieme. Permettere al Signore di entrare nella propria vita significa condividere le necessità dei fratelli, spezzare il pane con l’affamato, aiutare chi soffre, vivere la giustizia, vedere l’autorità come servizio e non come esercizio di potere. Giovanni Battista non chiede di imitare la sua vita austera e ritirata nel deserto, chiede invece di dare valore e significato alla propria vita, riconoscendo in essa un dono di Dio, un segno del suo amore, una opportunità per migliorare se stessi e il mondo in cui si vive.
Nella parte finale del vangelo si passa dal livello dell’azione (Che cosa dobbiamo fare?) a ciò che è più fondamentale: Giovanni Battista è il Messia o no? E’ la «Parola» o è soltanto la «voce»? Il dito del Battista puntato verso Gesù – così come lo presenta l’iconografia cristiana – indica l’«Unico» al quale vale la pena di guardare per scommettere su di lui il senso della vita, e ci dice anche i motivi per cui dobbiamo fare questo: Gesù è il più forte, in lui risiede la potenza di quel Dio che è sempre più grande dell’uomo e delle sue attese; solo lui battezza in Spirito Santo, solo lui immerge nella vita di Dio, perché lui stesso è Dio. L’azione di Gesù però è anche giudizio, egli agisce come il fuoco che brucia ambiguità, compromessi e falsità e che è insostenibile per chi ha la leggerezza della paglia.
I contemporanei del Battista si misero in crisi e si chiesero cosa dovessero fare. Anche a noi è rivolta la sua parola, e anche noi dobbiamo domandarci cosa dobbiamo fare. C’è purtroppo il pericolo di fare orecchio da mercante e non aprire la porta al Signore che passa e bussa. Il Signore sta per venire, è vicino: accogliamolo, facciamogli spazio potenziando la nostra capacità di amore, solo a questa condizione lo incontreremo e riceveremo in dono la vera gioia.

d.G.

Rosario Livatino

Rosario Livatino è nato a Canicattì il 3 ottobre 1952. Laureato in giurisprudenza all’Università di Palermo il 9 luglio 1975 a 22 anni col massimo dei voti e la lode. Entra giovanissimo nel mondo del lavoro presso la sede dell’Ufficio del Registro di Agrigento dove vi restò dal 1° dicembre1977 al 17 luglio 1978. Nel frattempo partecipa con successo al concorso in magistratura e lavora dapprima a Caltanissetta poi al tribunale di Agrigento, dove dal 29 settembre ‘79 al 20 agosto ‘89, come Sostituto Procuratore della Repubblica, si occupa delle più delicate indagini antimafia, di criminalità comune, ma anche di quella che poi sarebbe scoppiata come la ‘Tangentopoli siciliana’. Fu proprio Rosario Livatino, assieme ad altri colleghi, ad interrogare per primo un ministro dello Stato.
Fu ucciso in un agguato mafioso la mattina del 21 settembre ‘90, mentre senza scorta e con la sua auto, si recava in Tribunale. Per la sua morte sono stati individuati, grazie al supertestimone Pietro Ivano Nava, i componenti del commando omicida e i mandanti che sono stati tutti condannati.
Il 9 maggio 1993, Papa Giovanni Paolo II, in occasione della sua visita pastorale in Sicilia, dopo aver incontrato ad Agrigento i genitori di Livatino, dirà degli uccisi dalla mafia: “Sono martiri della giustizia e indirettamente della fede”. Nella Messa di commiato, il suo Vescovo lo descrisse come giovane “impegnato nell’Azione Cattolica, assiduo all’Eucarestia domenicale, discepolo fedele del Crocifisso”.
Nel periodo in cui lavorava ad Agrigento, prima di entrare in tribunale, andava a pregare nella vicina chiesa di San Giuseppe.


2^ Domenica di Avvento

2^ Domenica di Avvento

5 dicembre 2021

GESU’ AL CENTRO

Il Vangelo di Luca colloca Cristo al centro della storia umana.
Attraverso la presenza della Chiesa e la testimonianza dei cristiani, Cristo diventa speranza per tutto il mondo.
Nell’attesa di Lui il cuore si ridesta alla gioia.
Il racconto del Natale, la preparazione del Presepio e dell’albero, la disponibilità alla preghiera e alla carità sono la strada aperta di cui parla il Battista.
Camminiamo verso il Natale cristiano perché non si spenga la speranza nel nostro cuore, nel corso delle giornate e nelle circostanze più laboriose e difficili, e perché Cristo venga riconosciuto da tutti come vera salvezza per tutti.

Mercatino di Natale 

È allestito in Chiesa, è opera delle catechiste e di diverse signore che
sono state coinvolte, è il desiderio di compiere un atto di carità.

Le ringraziamo per la testimonianza, mentre rivolgiamo
alle loro opere tutta la nostra attenzione.

Il cammino dell’Avvento

Incontro del Vangelo

“E il Verbo si è fatto carne”
Perché la Parola del Signore
diventi carne anche nella nostra vita.

Ogni venerdì alle ore 20,45
in canonica

“Egli è qui come il primo giorno”

Incontro con

Stefano Vitali

miracolato dalla Beata Sandra Sabatini
proclamata Beata il 24 ottobre 2021
nella cattedrale di Rimini.

16 dicembre, ore 20,45
nella Chiesa di Rosolina

Messa nei giorni feriali

 Da lunedì 29 novembre
la S. Messa viene celebrata
alle ore 18 nella sala maggiore
delle opere parrocchiali.
L’accesso è dal cortile dietro la canonica

Mercoledì 8 dicembre

Solennità dell’ IMMACOLATA

L’orario delle S.S. Messe è quello festivo

Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio

Il vangelo presenta la figura di Giovanni Battista, colui che ha preparato il suo popolo ad accogliere Gesù che sarebbe venuto di lì a poco. Giovanni Battista non si mette a predicare di sua iniziativa, è la Parola di Dio che scende su di lui e che lo spinge a predicare. Dio fa nuovamente scendere la sua parola su un uomo che si è reso disponibile, e tramite lui annuncia la salvezza prossima a venire. La salvezza è un dono di Dio che viene a noi attraverso persone e strumenti che agiscono a nome di Dio e con la sua forza (il sacerdote, la Parola, i sacramenti). La data, i nomi di persona, le indicazioni geografiche con cui si apre il vangelo indicano che ciò che succede con la predicazione del Battista riguarda il mondo intero: i rappresentanti di Roma e del giudaismo, della politica e della religione, vengono presi a testimoni del dono di Dio che cambia la storia. La parola di Dio che scende su Giovanni dice che ogni frammento di storia umana può diventare “storia di salvezza”.
Le parole del Battista esortano alla conversione, a fare in modo che la nostra persona diventi una strada piana, diritta, che possa essere percorsa facilmente dal Signore che viene in mezzo a noi. Ci è chiesto di riempire i burroni, che rappresentano l’indifferenza, il vivere alla giornata, la lontananza da Dio e dai fratelli. Ci è chiesto di abbassare monti e colli, simboli della superbia, dell’egoismo, della presunzione che ci fanno sentire più grandi degli altri e, magari, ci spingono a contrapporci a Dio fino a prenderne il posto. Ci è chiesto di raddrizzare le vie tortuose e spianare quelle impervie, segno delle prove, sofferenze e delusioni vissute nella chiusura verso gli altri e nella ribellione verso Dio. In una parola, un invito a cambiare il nostro modo di vivere per ritornare al Signore.
Accogliamo le parole del Battista, raddrizziamo nei nostri cuori i sentieri che conducono a Dio, così da accogliere e vivere con fede la venuta del nostro salvatore Gesù Cristo.

 d.G

Charles de Foucauld

Charles de Foucauld nasce a Strasburgo il 15 settembre 1858 e muore a Tamanrasset (Algeria) il 1 dicembre 1916. Figlio del suo tempo, partecipa all’impresa coloniale francese prima come militare in Algeria, poi come esploratore del Marocco. Durante il pericoloso viaggio, il contatto con i musulmani risveglia in lui quella fede che aveva perduto a quindici anni.
Conquistato da Dio, mentre cerca di capire quale sia la Sua volontà su di lui, è illuminato durante un viaggio in Terra Santa. Intravede nell’esistenza umile e nascosta di Gesù a Nazareth la misura dell’amore di Dio che vuol imitare. Da quel momento in poi la sua vita sarà una ricerca incessante di riprodurre la vita del divino operaio. Prima facendosi monaco in una poverissima Trappa in Siria, poi diventando il domestico delle clarisse di Nazareth, infine tornando in Algeria, dopo aver ricevuto gli ordini sacri, come monaco missionario.
All’inizio a Beni-Abbès, sul confine marocchino, poi a Tamanrasset, nel profondo Sahara algerino. Charles si immerge sempre più profondamente nella vita degli abitanti del luogo, in particolare i Tuareg. Ne impara la lingua, le usanze, le tradizioni, fino a comporre un monumentale lessico tuareg-francese, una vera e propria enciclopedia dell’universo tuareg.
“Seppellito” in mezzo a loro, solo, pur desiderando dei compagni, vuole essere segno della presenza di Gesù, il Fratello universale, attraverso l’ospitalità e l’amicizia offerta a tutti, il lavoro e la preghiera silenziosa davanti al Santissimo. La sua vita sarà offerta fino al sangue, seme dal quale nasceranno numerose famiglie spirituali che si ispireranno al suo carisma.