Domenica delle Palme
Domenica di Pasqua
Risurrezione del Signore31 marzo 2024
Gesu ci invita a percorrere le ore della sua passione e del suo silenzio per condurci a gustare la gioia della rissurrezione.
Il racconto della Passione del Signore che la liturgia presenta oggi e il Venerdì santo è una grande omelia.
In questa settimana siamo chiamati a porre i nostri piedi sui passi del Signore: Ultima Cena del Giovedì Santo, Passione-Morte del Venerdì Santo, Veglia pasquale del Sabato Santo.
Il Signore cammina dentro la nostra vita salvandola: noi camminiamo dentro la sua.
Liturgia della Settimana Santa
Giovedì Santo
Ultima Cena del Signore
ore 20,45 Celebrazione della Messa dell’ultima Cena e Lavanda dei piedi – San Bartolomeo
Venerdì Santo 29 marzo
Passione e morte del Signore
(giornata di digiuno e astinenza)
ore 15 Celebrazione della Croce
ore 20,45 Via Crucis lungo via Contarini partendo dalle Clarisse
Sabato Santo 30 marzo
Confessione adulti ore 9 – 12 e 15 – 19
Grande Veglia Pasquale e Messa di Risurrezione
ore 21,00 – San Bartolomeo
Domenica di Pasqua – 31 marzo
Risurrezione del Signore
SS Messe Mea ore 9,00 – San Bartolomeo ore 8,30 – 10,30 – 18,00 – Ca’ Cappellino ore 11,00
Lunedì di Pasqua – 1 aprile
San Bartolomeo SS :esse ore 10,30 e 18,00
Adorazione Eucaristica
QUARANTORE
Lunedì 25 marzo
ore 8,30 S.Messa e recita Lodi
Ore 15,00 Esposizione del SS Sacramento
Ore 18,00 S.Messa
Martedì 26 marzo
ore 8,30 S.Messa e recita Lodi
Ore 18,00 S.Messa
ore 18,45 Conclusione e celebraziobe
del Sacramento della Confessione
Mercoledì 27 marzo
ore 18,00 S.Messa
ore 21 S.Messa del Crisma
in Cattedrale a Chioggia
Il crocifisso è risorto, non è qui!
Il vangelo di Marco inizia il racconto della scoperta del sepolcro vuoto con due indicazioni di tempo: passato il sabato e al levare del sole. Entrambe queste indicazioni segnalano che sta nascendo qualcosa di nuovo: il sabato, pilastro del giudaismo, è ormai superato da ciò che avviene il primo giorno dopo il sabato; il sole che sorge allude invece al sorgere di un nuovo sole: Gesù Risorto. Mentre per la passione una folla di personaggi aveva assistito all’umiliazione di Gesù, ora l’annuncio della risurrezione è affidato come segreto prezioso ad alcune donne, segno anche questo di uno stile di Dio che non smette di essere quello della «potenza nella debolezza» (cfr. 2Cor 12,9; 13,4). Le donne, diversamente dai discepoli, non hanno abbandonato Gesù neanche nel momento della morte, hanno condiviso la sua sofferenza e hanno manifestato la loro vicinanza attraverso l’ultimo gesto che era loro possibile: la cura del suo corpo. È proprio grazie al compimento di questo gesto che hanno il dono di conoscere, per prime, l’annuncio di Pasqua. Giunte al sepolcro vedono la pietra ribaltata, e un giovane vestito di bianco si rivolge loro dicendo: Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Questa frase contiene il fondamento della fede cristiana: Gesù non è più prigioniero della morte, è entrato nella Vita, una vita che non è la semplice riedizione di quella precedente, ma inizio di qualcosa di totalmente nuovo. Le donne ora devono partire come testimoni: andate, dite.
Le sorprese però non sono finite perché, secondo il racconto di Marco, le donne non dicono niente a nessuno. Strana finale, soprattutto se si tiene conto che il vangelo termina con questo silenzio. Le spiegazioni possono essere molte, ma una cosa è certa: poiché l’annuncio è arrivato, anche questo silenzio diventa paradossalmente un segno della potenza dell’annuncio pasquale che si diffonde superando tutti gli ostacoli, compresi i timori dei testimoni. Proprio da qui viene a noi l’invito a non temere, ad annunciare con coraggio la parola della croce e della risurrezione, perché in essa si manifestano la potenza e la sapienza di Dio. L’incarico trasmesso alle donne riflette la convinzione che con l’annuncio pasquale è connesso un «compito». Chi ha la possibilità di sperimentare che il crocifisso vive non può trattenere per sé la gioia che questa esperienza reca con sé. Chi accoglie con fede l’annuncio del Risorto riceve allo stesso tempo l’incarico di raccontarlo ad altri.
d.G.
Pasqua 2024
Ecco allora che cosa fa la Pasqua del Signore: ci spinge ad andare avanti, a uscire dal senso di sconfitta, a rotolare via la pietra dei sepolcri in cui spesso confiniamo la speranza, a guardare con fiducia al futuro, perché Cristo è risorto e ha cambiato la direzione della storia.
Papa Francesco
L’avvenimento cristiano è Dio che entra nella vita dell’uomo e nella storia. E io sono cristiano perché Egli, Dio, è presente tra noi e sarà presente tutti i giorni fino alla fine del mondo. Quel bambino diventa grande, muore e risorge, e risorgendo investe la storia irresistibilmente, attraendo a sé gente, la cui unità costituisce il Suo Corpo, Corpo misterioso, o popolo di Dio.
Luigi Giussani
5^ DOMENICA DI QUARESIMA
5^ DOMENICA DI QUARESIMA
17 MARZO 2024
VOGLIAMO VEDERE GESÙ!
Vogliamo vedere Gesù!”:
esiste desiderio più vero e domanda più bella?
Ogni azione ci porta a desiderare incontri belli e veri:
al fondo di ogni attesa e desiderio ‘è Gesù che noi cerchiamo’ diceva Giovanni
Paolo II ai giovani.
Con discrezione e decisione non perdiamo
l’opportunità di testimoniare Cristo.
Forse qualcuno chiederà anche a noi:
Vogliamo vedere Gesù. Gesù ci apre la via, che attraverso la croce
conduce alla risurrezione di una vita nuova.
Anche le difficoltà, gli ostacoli, le sofferenze che incontriamo ogni giorno, aprono all’urgenza di incontrare il Signore che salva.
IL RITORNO
Martedì 12 marzo ultimo scorso sono ritornati nella chiesa di San Bartolomeo
gli antichi inginocchiatoi del coro, i quali, fatti disinfestare dai
tarli e solidificare a spese personali dal vescovo emerito Adriano Tessarollo,
poi erano stati trasferiti nella chiesetta dei Ss. Pietro e Paolo in
Chioggia il I° aprile 2020, con il consenso del Consiglio pastorale parrocchiale,
mentre la Curia si faceva garante che gli stessi sarebbero
rimasti di proprietà di San Bartolomeo. A Chioggia sono serviti durante
il lungo periodo della pandemia da Covid, dal momento che la suddetta
chiesa era l’unico luogo sacro accessibile ai fedeli della Città,
essendo facilmente disinfestabile; in essa il vescovo Tessarollo aveva
presieduto anche ad alcune brevi liturgie penitenziali. Ora, passato il
contagio, la Soprintendenza ha pensato che i due manufatti lignei dovessero
essere riconsegnati alla chiesa d’origine, per evitare dispersioni
di opere d’arte. Si conclude così, dopo qualche anno, il faticoso esilio
dei due inginocchiatoi del secolo XVIII
don Giuliano Marangon
CONFESSIONI PASQUALI
Martedì 26 Marzo
ore 18,45
Parrocchia
S.Bartolomeo Ap.
VENERDI’ 22 MARZO
alle ore 21
Chiesa della Mea
Il Comitato pro Sandro Dordi
racconta la vita del
BEATO SANDRO DORDI
Martire della carità e della fede
* * *
Domenica prossima, 24 marzo
Domenica delle Palme
La celebrazione inizia
alle ore 9,00 Mea
alle ore 10,30 San Bartolomeo,
alle ore 11,00 Ca’ Cappellino.
Benedizione dell’olivo, processione e
Messa con lettura della Passione.
Viene preparato l’olivo benedetto da
portare nelle proprie famiglie.
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
QUARESIMA 2024Attraverso il deserto Dio ci guida alla libertà
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
Attraverso il deserto Dio ci guida alla libertà
Cari fratelli e sorelle!
La forma sinodale della Chiesa, che in questi anni stiamo riscoprendo e
coltivando, suggerisce che la Quaresima sia anche tempo di decisioni
comunitarie, di piccole e grandi scelte controcorrente, capaci di modificare
la quotidianità delle persone e la vita di un quartiere: le abitudini
negli acquisti, la cura del creato, l’inclusione di chi non è visto o è disprezzato.
Invito ogni comunità cristiana a fare questo: offrire ai propri
fedeli momenti in cui ripensare gli stili di vita; darsi il tempo per verificare
la propria presenza nel territorio e il contributo a renderlo migliore.
Guai se la penitenza cristiana fosse come quella che rattristava Gesù.
Egli dice anche a noi: «Non diventate malinconici come gli ipocriti,
che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano
» (Mt 6,16). Si veda piuttosto la gioia sui volti, si senta il profumo
della libertà, si sprigioni quell’amore che fa nuove tutte le cose, cominciando
dalle più piccole e vicine. In ogni comunità cristiana questo può
avvenire.
Nella misura in cui questa Quaresima sarà di conversione, allora,
l’umanità smarrita avvertirà un sussulto di creatività: il balenare di una
nuova speranza. Vorrei dirvi, come ai giovani che ho incontrato a
Lisbona la scorsa estate: «Cercate e rischiate, cercate e rischiate. In
questo frangente storico le sfide sono enormi, gemiti dolorosi. Stiamo
vedendo una terza guerra mondiale a pezzi. Ma abbracciamo il rischio
di pensare che non siamo in un’agonia, bensì in un parto; non alla fine,
ma all’inizio di un grande spettacolo. Ci vuole coraggio per pensare
questo» È il coraggio della conversione, dell’uscita dalla schiavitù. La
fede e la carità tengono per mano questa bambina speranza. Le insegnano
a camminare e, nello stesso tempo, lei le tira in avanti. [1]
Benedico tutti voi e il vostro cammino quaresimale.
FRANCESCO
Vogliamo vedere Gesù
La risurrezione di Lazzaro e l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme avevano destato la curiosità di molti pellegrini che si trovavano in città per la festa di Pasqua. La gente voleva vedere con i propri occhi chi era questo personaggio che suscitava tante attese e contrasti. Vogliamo vedere Gesù, chiedono alcuni greci a Filippo. Non si tratta solo di vedere la persona fisica di Gesù, ma del desiderio di conoscerlo per quello che è. Gesù aveva detto: Io sono la luce del mondo (Gv 8,12), perciò il suo messaggio interessa tutti. Ecco, quindi, che due greci vogliono vederlo. Per l’evangelista è un momento importante: alla croce di Gesù sono convocati tutti, anche i pagani. E Gesù, proprio in questa domanda, vede un segno che l’ora è giunta.
Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Queste parole sembrano non rispondere alla domanda dei Greci, ma in realtà Gesù risponde proprio a quella domanda. La venuta dei pagani a Gesù sarà resa possibile solo dalla morte del chicco di frumento, cioè dalla morte di Gesù che per il suo dono d’amore diventerà il primogenito di una moltitudine di fratelli (Rm 8,29). La risposta alla richiesta dei greci è contenuta in questa frase e in quella che chiude il discorso di Gesù: quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me. La croce sarà il punto di attrazione di tutti, perché l’amore donato da Gesù crocifisso è l’amore stesso di Dio che non può non aprire il cuore alla fede e alla conversione.
Gesù è giunto al culmine della sua azione salvifica nel momento della croce, così anche il cristiano, ogni volta che accetta difficoltà e sofferenze per non cedere al compromesso e rimanere fedele a Dio, continua l’azione iniziata da Gesù: Se il chicco di frumento non muore, non porta frutto. Essere discepoli di Gesù significa seguire il suo stile di vita, fare le sue scelte, accettare la logica del vangelo, rimanere fedeli a Lui e alla sua parola anche a costo di camminare contro corrente!
d.G.
4^ DOMENICA DI QUARESIMA
4^ DOMENICA DI QUARESIMA
10 marzo 2024
SALVATI, PER GRAZIA
Un invito di gioia nel mezzo della Quaresima: Laetare-Rallegrati.
Nel nostro mondo trafitto da tanti mali, Gesù dice a Nicodemo che il Padre lo ha mandato non per condannare il mondo ma per salvarlo.
Dietro a Lui, il nostro è un cammino verso la vita e la gioia.
Gesù ci accoglie, di notte e di giorno, come Nicodemo in ricerca, e ci rilancia.
Egli è ‘il serpente innalzato che salva il mondo’.
Gesù ci conduce a vivere una fede certa, una speranza attiva, una carità attenta.
VENERDI’ 15 MARZO ALLE ORE 21
presso la sala delle Opere parrocchiali
Padre Tiboni
Intrverrà il Dott. Filippo Ciantia autore di un libro sulla vita del
missionario comboniano in Sud Sudan e Uganda
L’aborto francese
Sulla torre Eiffel a Parigi
campeggia la scritta:
Mon corps, mon choix
(mio è il corpo, mia la scelta)
= inno esasperato all’egoismo.
Grazie Signore
per le nostre mamme,
grazie per tutte le donne
che amano e rispettano la vita|
In ogni venerdì di Quaresima
fino al Venerdì Santo, ogni fedele
è tenuto all’astinenza delle carni.
Ogni venerdì in Chiesa
alle ore 17,30 si tiene la Via Crucis
Giovedì 14 marzo alle ore 20,45
presso la Chiesa delle Clarisse
veglia di preghiera per i missionari
martiri, guidata dalla Comunità
Missionaria di Villaregia.
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA QUARESIMA 2024Attraverso il deserto Dio ci guida alla libertà
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
Attraverso il deserto Dio ci guida alla libertà
Cari fratelli e sorelle!
Questo comporta una lotta: ce lo raccontano chiaramente il libro
dell’Esodo e le tentazioni di Gesù nel deserto. Alla voce di Dio, che dice:
«Tu sei il Figlio mio, l’amato» (Mc 1,11) e «Non avrai altri dèi di
fronte a me» (Es 20,3), si oppongono infatti le menzogne del nemico.
Più temibili del Faraone sono gli idoli: potremmo considerarli come la
sua voce in noi. Potere tutto, essere riconosciuti da tutti, avere la meglio
su tutti: ogni essere umano avverte la seduzione di questa menzogna
dentro di sé. È una vecchia strada. Possiamo attaccarci così al denaro,
a certi progetti, idee, obiettivi, alla nostra posizione, a una tradizione,
persino ad alcune persone. Invece di muoverci, ci paralizzeranno.
Invece di farci incontrare, ci contrapporranno. Esiste però una
nuova umanità, il popolo dei piccoli e degli umili che non hanno ceduto
al fascino della menzogna. Mentre gli idoli rendono muti, ciechi, sordi,
immobili quelli che li servono (cfr Sal 114,4), i poveri di spirito sono
subito aperti e pronti: una silenziosa forza di bene che cura e sostiene
il mondo.
È tempo di agire, e in Quaresima agire è anche fermarsi. Fermarsi in
preghiera, per accogliere la Parola di Dio, e fermarsi come il Samaritano,
in presenza del fratello ferito. L’amore di Dio e del prossimo è un
unico amore. Non avere altri dèi è fermarsi alla presenza di Dio, presso
la carne del prossimo. Per questo preghiera, elemosina e digiuno
non sono tre esercizi indipendenti, ma un unico movimento di apertura,
di svuotamento: fuori gli idoli che ci appesantiscono, via gli attaccamenti
che ci imprigionano. Allora il cuore atrofizzato e isolato si risveglierà.
Rallentare e sostare, dunque. La dimensione contemplativa
della vita, che la Quaresima ci farà così ritrovare, mobiliterà nuove energie.
Alla presenza di Dio diventiamo sorelle e fratelli, sentiamo gli
altri con intensità nuova: invece di minacce e di nemici troviamo compagne
e compagni di viaggio. È questo il sogno di Dio, la terra promessa
verso cui tendiamo, quando usciamo dalla schiavitù. (continua)
Chi crede in Gesù ha la vita eterna
Il vangelo di questa domenica presenta uno stralcio del dialogo notturno di Gesù con Nicodemo. Al vecchio maestro di Israele che voleva sapere come si fa a rinascere per entrare nel regno di Dio, Gesù rispose: Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Il serpente innalzato da Mosè nel deserto è simbolo di Gesù innalzato sulla croce. Con questa immagine il quarto evangelista sviluppa uno dei motivi più affascinanti di tutto il vangelo: la morte di Gesù non è il luogo del «buio», ma il momento in cui si manifesta la «luce» che dà vita all’uomo. Leggendo la morte in croce nell’ottica della risurrezione, l’evangelista vede in essa il momento della manifestazione della gloria di Gesù, la croce è il trono dal quale Gesù regna. Gesù crocifisso diventa la sorgente da cui zampilla la vita per tutti coloro che credono il lui.
Come l’israelita guardando al serpente innalzato da Mosè nel deserto otteneva salvezza, così la morte di Gesù in croce diventa fonte di salvezza per chiunque riconosce in essa la rivelazione suprema dell’amore di Dio per l’uomo; un Dio che ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Di fronte alla grandezza di questa rivelazione, l’uomo è chiamato alla fede. Questo è il forte e urgente appello di questa pagina evangelica: accogliere con fede Gesù, affidarsi a lui e seguire il suo insegnamento per entrare nella vita. Per il Quarto evangelista il giudizio finale non sarà altro che la constatazione della situazione originata dall’uomo stesso, dalla sua decisione di accogliere o meno l’offerta della vita che Dio ha fatto per mezzo di Gesù Cristo. Di fronte alla rivelazione di Gesù («la luce è venuta»), gli uomini si trovano nell’alternativa di accoglierla («seguire la luce») o di rifiutarla («preferire le tenebre»). È vero che spesso l’uomo preferisce rimanere nelle tenebre perché le sue opere non vengano riprovate, ma la luce è sempre lì che splende nelle tenebre come offerta di vita.
d.G.
3^ DOMENICA DI QUARESIMA
3^ DOMENICA DI QUARESIMA
3 marzo 2024
RADUNATI INSIEME
In questa domenica di Quaresima, riconosciamo la grazia di radunarci insieme in una Chiesa per celebrare l’Eucaristia. Chiediamo questa grazia per tante comunità desolate e deserte. Non veniamo in chiesa per offrire al Signore animali o cose, ma per presentare noi stessi, il nostro corpo e la nostra anima, il tempo e il lavoro, la salute e la malattia e tutto il mondo, perché vengano uniti a Cristo che offre il suo corpo e il suo sangue, e diventino con Lui strada di salvezza per noi e per tutti.
VENERDI’ 8 MARZO ALLE ORE 21
VIA CRUCIS CITTADINA
Partenza da Piazza Alcide De Gasperi (Chiesa di Scalon)
con arrivo presso il Monastero delle Clarisse
In ogni venerdì di Quaresima
fino al Venerdì Santo, ogni fedele
è tenuto all’astinenza delle carni.
Ogni venerdì in Chiesa
alle ore 17,30 si tiene la Via Crucis
Il Centro Missionario Diocesano
ci invita
all’Adorazione presso le Clarisse
giovedì 7 marzo alle ore 21
* * *
E’ iniziato il percorso di
preparazione al matrimonio
giovedì 7 marzo alle ore 20,45
presso le Opere Parrocchiali
* * *
Consiglio Pastorale Vicariale:
martedì 5 marzo
alle ore 20,45 presso le opere
parrocchiali di Donada
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA QUARESIMA 2024
Attraverso il deserto Dio ci guida alla libertà
Cari fratelli e sorelle!
Vorrei indicarvi, nel racconto dell’Esodo, un particolare di non poco
conto: è Dio a vedere, a commuoversi e a liberare, non è Israele a
chiederlo. Il Faraone, infatti, spegne anche i sogni, ruba il cielo, fa
sembrare immodificabile un mondo in cui la dignità è calpestata e i
legami autentici sono negati. Riesce, cioè, a legare a sé. Chiediamoci:
desidero un mondo nuovo? Sono disposto a uscire dai compromessi
col vecchio? La testimonianza di molti fratelli vescovi e di un gran numero
di operatori di pace e di giustizia mi convince sempre più che a
dover essere denunciato è un deficit di speranza. Si tratta di un impedimento
a sognare, di un grido muto che giunge fino al cielo e commuove
il cuore di Dio. Somiglia a quella nostalgia della schiavitù che
paralizza Israele nel deserto, impedendogli di avanzare. L’esodo può
interrompersi: non si spiegherebbe altrimenti come mai un’umanità
giunta alla soglia della fraternità universale e a livelli di sviluppo scientifico,
tecnico, culturale, giuridico in grado di garantire a tutti la dignità
brancoli nel buio delle diseguaglianze e dei conflitti.
Dio non si è stancato di noi. Accogliamo la Quaresima come il tempo
forte in cui la sua Parola ci viene nuovamente rivolta: «Io sono il Signore,
tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione
servile» (Es 20,2). È tempo di conversione, tempo di libertà. Gesù
stesso, come ricordiamo ogni anno la prima domenica di Quaresima,
è stato spinto dallo Spirito nel deserto per essere provato nella
libertà. Per quaranta giorni Egli sarà davanti a noi e con noi: è il Figlio
incarnato. A differenza del Faraone, Dio non vuole sudditi, ma figli. Il
deserto è lo spazio in cui la nostra libertà può maturare in una personale
decisione di non ricadere schiava. Nella Quaresima troviamo nuovi
criteri di giudizio e una comunità con cui inoltrarci su una strada mai
percorsa. (continua)
Credere in Gesù
Il vangelo presenta Gesù che caccia i mercanti dal Tempio. Gesù non era certamente contro il Tempio, né contro i riti che vi si svolgevano, anzi egli stesso frequentava abitualmente il Tempio. Gesù, con la sua azione simbolica, ne denuncia l’uso sbagliato: l’uomo è chiamato alla presenza del Signore per accogliere i suoi disegni e convertirsi. Il Tempio invece era stato strumentalizzato per motivi venali e aveva perso la sua funzione di far conoscere l’amore di Dio e la sua Legge.
Gesù con questa azione si presenta come il Messia che inaugura i tempi nuovi. È Lui il nuovo tempio, è Lui il luogo di incontro dell’umanità con Dio, è attraverso di Lui che Dio è venuto ad abitare in mezzo al suo popolo, è Lui il nuovo tempio spirituale e universale. I discepoli non compresero il significato del gesto compiuto da Gesù e neppure le sue parole ma, pur con tutte le loro debolezze, continuarono a seguire il Maestro. Anche se Gesù viene contestato dai capi, è detto che molti, vedendo i segni che compiva, credettero nel suo nome. Questo è l’invito che la terza domenica di Quaresima rivolge: credere in Gesù. Come i discepoli storici anche noi siamo invitati a seguire Gesù, ad ascoltare la sua Parola, a perseverare con lui nella prova, a credere e continuare a credere anche quando le sue parole suonano dure e difficili.
L’incontro con Dio, anche oggi, passa attraverso la pratica religiosa (la preghiera, la Messa …). Bisogna vivere questi momenti in modo che non diventino riti vuoti o abitudinari, ma occasione di vero incontro con il Signore. È chiaro che la vita religiosa si esprime nel culto, nella preghiera, in azioni che diventano espressione visibile e comunitaria dei propri sentimenti interiori. Ma – dice Gesù – c’è qualcosa che viene prima del culto e delle espressioni di religiosità personali e/o comunitarie, è l’atteggiamento interiore che anima i gesti. La stessa vita quotidiana, pur nella sua apparente banalità, può diventare preghiera, quando porta con sé il timbro della disponibilità a Dio, dell’apertura ai fratelli e del servizio.
d.G.