V^ domenica di Pasqua
V^ domenica di Pasqua
28 aprile 2024
UNA VITE VIVA
Cristo vive. Come una vite rigogliosa estende i suoi rami nel tempo e nello spazio.
Si diventa cristiani perché Egli ci unisce a sé nel Battesimo e negli altri sacramenti.
Partecipiamo alla vita della Chiesa con la famiglia, gli amici, la comunità. Qui scorre la linfa della Grazia, chiarita dalla Parola e alimentata dalla fede dei fratelli.
Qui siamo uniti a Cristo come i tralci alla vite.
Il cristianesimo è stare attaccati a Lui nella vita della Chiesa, come hanno fatto Paolo e tanti fratelli cristiani.
Oggi il Papa è a Venezia:
un cuore che guarda e ama
Il Fioretto del mese
di Maggio
Il mese di Maggio ci mette insieme
a pregare con il Rosario
per chiedere a Maria il dono della pace.
Si recita il Rosario ogni sera:
– in Chiesa, alle 17,30, prima della Messa
– Sant’Antunin da Po ogni sera ore 20,30
– In Parrocchia dal lunedì al venerdì
alle ore 20,45
I SANTI
DELLA SETTIMANA
Domenica 28 aprile:
Santa Gianna Beretta Molla
la santità quotidiana
di una madre martire
Lunedì 29 aprile:
Santa Caterina da Siena
Patrona d’Italia e d’Europa
Mercoledì 1 maggio
San Giuseppe lavoratore
e San Riccardo Pampuri
Giovedì 2 maggio:
Beata Sandra Sabbattini
la santa fidanzata
Venerdì 3 maggio
Ss. Filippo e Giacomo apostoli
Io sono la vera vite
Gesù, dopo aver lavato i piedi ai discepoli e dopo aver richiamato la necessità di essere gli uni servitori degli altri, utilizza l’immagine della vite e dei tralci per esortarli a «rimanere» uniti a lui, perché solo scegliendo di stare con lui si può portare frutto nell’annuncio del vangelo. Il verbo «rimanere» è ripetuto sette volte proprio per far capire ai discepoli quanto sia essenziale stabilire un rapporto profondo e duraturo con lui.
Io sono la vite vera. Il Quarto evangelista usa il termine «vite» e non «vigna» perché non c’è una pluralità di ceppi (come nel caso di una vigna) ma si tratta di un’unica pianta, di un unico ceppo, al quale sono collegati tutti i tralci, e questo ceppo è Gesù. Di questa vite si dice che è quella «vera», e Gesù è la «vera vite» perché è la piena rivelazione di Dio, è la Parola incarnata. Gesù è la «vera vite» perché uniti a lui le persone possono produrre frutto, il frutto di una vita vera, autentica, lontana da ogni falsità. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto: il «rimanere» in Gesù si attua nell’ascolto e nella messa in pratica delle sue parole che sono la linfa che passa dal tronco della vite nei tralci e fa nascere il frutto. Le sue parole sono vive e portatrici di vita. «Rimanere» in Gesù vuol dire lasciare agire in sé stessi le sue parole, perché queste hanno il potere di plasmare un modo di pensare e sentire la vita secondo il disegno di Dio.
Il discepolato nel Quarto vangelo era partito da una domanda: Maestro, dove dimori? (Gv 1,38). Ora Gesù invita i discepoli a dimorare in lui, lo dice con un imperativo: «rimanete», perché in questa casa (= l’adesione alla persona di Gesù) bisogna volerci entrare e stare con la fede, scegliendo di non rimanere fuori della porta, ma di riconoscere questa dimora come la propria. Le parole di Gesù alla fine assumono anche un tono di minaccia: chi non sta dentro diventa «secco» come il tralcio che staccato dalla vite è destinato ad essere gettato nel fuoco e bruciato.
d.G.
Intelligenza artificiale e mondo del lavoro:
luci ed ombre
Mai come oggi la festa del lavoro (san Giuseppe lavoratore per la Chiesa) viene commemorata in un momento cruciale della storia umana. È ormai sotto gli occhi di tutti come l’avvento dell’Intelligenza arti-ficiale (IA) impatterà sul mondo del lavoro forse anche più della prima rivo-luzione industriale. La stessa ChatGPT (una chatbot, cioè un software che simula la conversazione umana) alla domanda su come l’IA influenzerà il mondo del lavoro così risponde: «Automatizzando compiti ripetitivi e noiosi, consentirebbe alle persone di concentrarsi su mansioni più creative e significative. Inoltre, potrebbe migliorare l’efficienza e la precisione nelle attività quotidiane, aumentando la produttività complessiva». Quanto sopra ci riporta perciò alla domanda fondamentale: Cos’è il lavoro e come si definisce in relazione all’essere umano? È il la-voro che definisce l’uomo o viceversa? Nel primo caso è il lavoro a sovrastare l’uomo. In quest’ottica l’IA viene vista come l’occasione per migliorare quali-tà ed efficienza nel lavoro, sostituendo la componente umana, considerata imprevedibile e perciò difettosa ai fini produttivi. Il Fondo Monetario Internazionale ha dichiarato con preoccupa-zione come l’introduzione dell’IA in vari settori comporterebbe una riduzione dei posti di lavoro che, nei paesi con economie più avanzate, potrebbe arrivare sino al 60% con crescita delle diseguaglianze sociali, riduzione degli stipendi e meno assunzioni tra i lavoratori più vulne-rabili. Invece, una concezione del lavoro in cui l’uomo venisse considera-to il valore aggiunto per eccellenza, e quindi imprescindibile da qualunque riflessione, potrebbe consentire di riportare il discorso nel giusto solco. Permetterebbe di non disgiungere gli indubbi vantaggi offerti dall’IA dalle ricadute etiche che ogni innovazione porta con sé. Un tema ben presente, ad esempio, nel discorso di Papa France-sco per la 57a Giornata per la pace, ma che speriamo di trovare anche in altri leaders mondiali, come è già avvenuto con il richiamo del primo ministro cinese Li Qiang sui rischi etici dell’IA. Un fatto inatteso su un rischio vero, oltre tutto pronunciato a Davos!
Giornata di preghiera per le vocazioni
Giornata di preghiera per le vocazioni
21 aprile 2024
SALVATI COME PECORE, AMATI COME FIGLI
Il tempo di Pasqua ci accompagna a riconoscere Gesù risorto e presente, Pastore che sostiene e guida la sua Chiesa. E’ bello sapere che ci cono-sce per nome e ci ama uno ad uno. E’ bello sapere che ha anche ‘altre pecore’. E’ bello sapere che ci vuole non dispersi e isolati, ma uniti nella Chiesa, nella comunità e nell’amicizia cristiana: “Vi ho chiamati amici”. Guardiamo con questi occhi e amiamo con questo cuore i nostri pastori, i nostri fratelli e sorelle cristiani, e tutti coloro che incontriamo nella vita.
Celebrazione dei Sacramenti della Iniziazione Cristiana
21 aprile 2024
con la messa delle ore 18,00
18 ragazzi della nostra Comunità
ricevono per le mani del nostro Vescovo,
il Sacramento della Cresima e
si accostano per la 1^ volta all’Eucaristia.
I ragazzi che ricevono i Sacramenti
dell’Iniziazione Cristiana:
Bergo Raffaella
Burgato Davide
Cavallari Anna
Caverni Alessandro
Gaia Anna
Grandi Mya Martina
Ifem David
Luppi Giulia
Marangon Flavia
Marangon Marilena
Pregnolato Sebastiano
Quadretti Tommaso
Ravazzolo Alessio
Ruzza Arianna
Stabellini Marco
Veronese Greta
Zanellato Giacomo
Gesù buon pastore
Gesù ci introduce nel mistero della sua persona con una immagine
presente nella predicazione dei profeti e nei salmi: quella del pastore.
Nel vangelo si sente il linguaggio del profeta Ezechiele che esprime il
severo giudizio di Dio nei confronti dei pastori d’Israele che, invece di
prendersi cura del gregge, curavano i propri affari. Il profeta annuncia che
il Signore stesso si prenderà cura del suo popolo: Ecco, io stesso cercherò
le mie pecore e ne avrò cura … Io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò
da tutti i luoghi dove erano disperse (Ez 34,11-12).
La promessa fatta da Ezechiele trova realizzazione nella persona di Gesù,
è lui il pastore buono che
conosce una ad una le sue pecore. Mediante questa immagine si sottolinea
il profondo legame esistente tra Gesù e i discepoli. Lo scopo di questa
conoscenza è portare i discepoli alla comunione tra di loro, comunione
che si fonda nella loro unione con Gesù e con il Padre. Le parole Gesù: Ho
altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo
guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, introducono
il tema della missione e faranno comprendere alle prime comunità
cristiane la necessità di estendere l’annuncio del vangelo all’intera umanità.
Tutta la vita di Gesù testimonia che lui è il «buon pastore» promesso da
Dio. La misericordia che ha mostrato nelle varie situazioni umane nelle
quali è venuto a trovarsi manifesta il suo desiderio di donare la salvezza a
tutti. Come il pastore non abbandona il gregge, ma lo difende dai pericoli
e lo conduce a pascoli ricchi e a sorgenti di acqua pura, così Gesù Cristo è
sempre presente nella nostra vita: lo è per mezzo della Chiesa e dei pastori
che ha suscitato, lo è nell’Eucaristia e mediante il suo Spirito. Come il
pastore conosce le sue pecore, così anche Gesù conosce le nostre difficoltà
e preoccupazioni. Egli continua a posare su di noi il suo sguardo di tenerezza,
e questa certezza diventa motivo di fiducia e serenità. Come il
pastore ha cura delle sue pecore e parte per cercare quella che si è smarrita,
così non c’è uomo al mondo, qualunque sia la sua condizione, che
non sia amato da Gesù, e che Gesù non voglia far entrare nella sua amicizia.
d.G.
Testimonianza vocazionale
Sono Elena Salvagnin, missionaria della Comunità Missionaria di Villaregia, e condivido con voi volentieri questa mia bella notizia della professione definitiva domenica 28 aprile alle 17 nella mia parrocchia di origine: Ss. Felice e Fortunato – Campolongo Maggiore (VE). Per chi non mi conoscesse, racconto anche qualcosa in più su di me. Forse qualcuno si starà chiedendo, che cos’è la professione definitiva? In questo periodo mi sto preparando per il mio sì per sempre, per la mia consacrazione definitiva a Dio, nella Comunità Missionaria, scegliendo appunto una vita di donazione agli altri e soprattutto ai più poveri. Ecco che cos’è la professione definitiva, il sì per sempre a Dio attraverso i voti di povertà, castità, obbedienza e (nel mio caso) anche di Comunità per la missione. Come sono arrivata fino a qua? Faccio qualche passo indietro per chi non mi conoscesse. Sono originaria di Campolongo Maggiore (VE), paesino nella pianura padana non lontano da Padova; ho 35 anni, e faccio parte della Comunità Missionaria di Villaregia da dicembre 2010. Ho conosciuto questa realtà proprio a Campolongo Maggiore in seno alla mia parrocchia d’origine nel 2008 grazie ad alcuni giorni di animazione missionaria proposti in paese; a quel tempo avevo 19 anni ed ero al primo anno di università, ho studiato lingue moderne a Padova. Dopo due anni di conoscenza, servizio e formazione missionaria come giovane, ho sentito forte il desiderio di intraprendere un percorso di consacrazione missionaria (cambiando progetto di vita rispetto a quello pensato nella gioventù fino a quel momento), per essere 24 ore su 24 a servizio di Dio, degli altri, e dei poveri. Ho intrapreso questo cammino a dicembre 2010, dopo la conclusione della laurea triennale, e in questi anni ho avuto anche il bel dono di trascorrere una tappa missionaria di 5 anni nella periferia sud di Lima, capitale del Perù, dove ho vissuto a stretto contatto con la povertà, ma anche con uno stile diverso di umanità.
(continua su Nuova Scintilla a pag. 13)
3^ DOMENICA DI PASQUA
3^ DOMENICA DI PASQUA
14 aprile 2024
GESU’ RISORTO,
UN AVVENIMENTO
PRESENTE
Gesù si presenta agli apostoli nella concreta umanità del suo corpo risorto: mostra le mani e i piedi trafitti e mangia con loro. Cristo risorto sta ancora accadendo nella vita della Chiesa: lo scopriamo nella liturgia, nella comunione fraterna, nella carità verso il prossimo. Gesù risorto vive in mezzo a noi. Egli dona vita e dignità a ogni uomo e ogni donna, anche ai più deboli e dimenticati. Ci salva dal fondo del nostro cuore liberandoci dal male con la sua misericordia e ci lancia come suoi testimoni nel mondo.
Celebrazione dei Sacramenti della Iniziazione Cristiana
Domenica 21 aprile con la messa delle ore 18,00
17 ragazzi della nostra Comunità ricevono,
per le mani del nostro Vescovo,
il Sacramento della Cresima e si accostano per la 1^ volta all’Eucaristia.
Domenica prossima 14 aprile, alle ore 17,30, presso le opere parrocchiali,
il Vescovo desidera incontrare i ragazzi e i genitori per un saluto e una
prima conoscenza.
Venerdì 19 aprile alle ore 21,00
i genitori con i padrini e le madrine, se possibile, si trovano in Chiesa
per la preparazione alla celebrazione dei Sacramenti;
ci sarà la possibilità di celebrare il Sacramento della Confessione.
I ragazzi che ricevono i Sacramenti
dell’Iniziazione Cristiana:
Bergo Raffaella
Burgato Davide
Cavallari Anna
Caverni Alessandro
Gaia Anna
Grandi Mya Martina
Ifem David
Luppi Giulia
Marangon Flavia
Marangon Marilena
Pregnolato Sebastiano
Quadretti Tommaso
Ravazzolo Alessio
Ruzza Arianna
Stabellini Marco
Veronese Greta
Zanellato Giacomo
L’intelligenza delle Scritture
Il brano del vangelo, tratto da Luca, racconta una nuova apparizione di Gesù ai discepoli ed è parallelo al racconto di Giovanni di domenica scorsa. I discepoli sono talmente lontani dall’idea della risurrezione che «sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma». Gesù, per superare la loro incredulità, mostra i segni della passione, come fece con Tommaso, chiede di mangiare con loro e lentamente la paura e lo stupore si trasformano in gioia profonda. I particolari ai quali l’evangelista accenna («guardare, toccare, mangiare») intendono essere una risposta alle difficoltà suscitate negli ascoltatori dall’annuncio della risurrezione di Gesù, ascoltatori che rimanevano perplessi di fronte al racconto dei discepoli. Il Cristo risorto non era un fantasma, ma lo stesso Gesù che i discepoli avevano conosciuto e con il quale avevano camminato per le strade della Palestina.
Gesù, dopo essersi mostrato ai loro occhi, si rivolge ai loro orecchi: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi». Di Gesù a restano le parole, sono le parole scritte nei vangeli, parole che hanno segnato l’amicizia tra Gesù e i discepoli, parole che hanno cambiato la loro vita e sono rimaste nella loro memoria perché fossero consegnate alla storia futura. Si tratta di parole che hanno il potere di creare vita nuova ed eterna, capaci di realizzare comunione e amicizia profonda con colui che è l’unico e vero Maestro. Dopo aver aperto le loro menti alla comprensione delle Scritture («Aprì loro la mente per comprendere le Scritture»), Gesù li invia in missione. A loro è affidato il compito di partire non solo per le strade della Palestina, ma per le strade del mondo. Si tratta di un annuncio di salvezza per tutte le genti: dalla stanza dell’amicizia ritrovata agli orizzonti mondiali di tutta l’umanità, chiamata a questa comunione mediante la conversione e il perdono. Anche ogni discepolo di Gesù (= ciascuno di noi) ha il compito di continuare la missione di Gesù. La Pasqua di Gesù rimane vana se non c’è chi la renda operante suscitando la fede con la parola e la testimonianza.
d.G.
61a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni:
"Creare casa" (Christus vivit, 217)
Domenica 21 aprile 2024, quarta domenica di Pasqua, la Chiesa ci invita a celebrare la 61a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni: ecco perché giovedì 28 aprile, alle ore 21,00 nel Santuario della Beata Vergine della Navicella a Chioggia ci sarà la Veglia Diocesana di preghiera per tutte le vocazioni presieduta dal nostro Vescovo Mons. Giampaolo Dianin.
Chiamati a seminare la speranza e a costruire la pace
Cari fratelli e sorelle!
La Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni ci invita, ogni anno, a con-siderare il dono prezioso della chiamata che il Signore rivolge a ciascuno di noi, suo popolo fedele in cammino, perché possiamo prendere parte al suo progetto d’amore e incarnare la bellezza del Vangelo nei diversi stati di vita. Ascoltare la chiamata divina, lungi dall’essere un dovere imposto dall’esterno, magari in nome di un’ideale religioso; è invece il modo più sicuro che abbiamo di alimentare il desiderio di felicità che ci portiamo dentro: la nostra vita si rea-lizza e si compie quando scopriamo chi siamo, quali sono le nostre qualità, in quale campo possiamo metterle a frutto, quale strada possiamo percorrere per diventare segno e strumento di amore, di accoglienza, di bellezza e di pace, nei contesti in cui viviamo…
(dal messaggio del Santo Padre)
2^ DOMENICA DI PASQUA O DELLA DIVINA MISERICORDIA
2^ DOMENICA DI PASQUA O DELLA DIVINA MISERICORDIA
7 aprile 2024
UN INCONTRO CHE ACCOGLIE
Gesù risorto ci incontra nella vita e ci abbraccia nel sacramento della misericordia che abbiamo celebrato nei giorni di Pasqua, e dell’Eucaristia che lo dona nella parola e nel pane spezzato. Il cuore di Dio, in Gesù morto e risorto, e la comunità della Chiesa, sempre ci accolgono e ci testimoniano la fede, come gli apostoli con Tommaso nel cenacolo. La fede è un incontro personale, un’esperienzavissuta insieme, un cammino di testimonianza della fede, della carità, della misericordia, mentre percorriamo le strade del mondo.
Celebrazione dei Sacramenti della Iniziazione Cristiana
Domenica 21 aprile con la messa delle ore 18,00
17 ragazzi della nostra Comunità ricevono,
per le mani del nostro Vescovo,
il Sacramento della Cresima e si accostano per la 1^ volta all’Eucaristia.
Domenica prossima 14 aprile, alle ore 17,00, presso le opere parrocchiali,
il Vescovo desidera incontrare i ragazzi e i genitori per un saluto e una
prima conoscenza.
Gesù in una apparizione a
Suor Faustina Kowalska
(Polonia inizio 1900)
“Voglio che l’immagine, che dipingerai
con il pennello, venga solennemente
benedetta nella prima domenica
dopo Pasqua; questa domenica
deve essere la festa della Misericordia”.
Acqua benedetta
Nella Messa della Veglia Pasquale è
stata benedetta l’acqua lustrale.
Ora l’acqua benedetta si trova in
una vaschetta accanto all’altare
della celebrazione vicino
al Cero Pasquale.
Chi desidera avere in casa
dell’acqua benedetta può
liberamente prendersela.
L’angolo dell’amministrazione
In occasione della Pasqua sono state
offerti alla Chiesa, per sostenere le
sue diverse necessità, € 1.222,00.
Ringraziamo di cuore!
Mio Signore e mio Dio!
Il vangelo riporta le prime due apparizioni di Gesù risorto ai discepoli. La prima avviene la sera stessa del giorno di Pasqua. Tommaso non è presente a questa prima apparizione e non vuol credere alla testimonianza degli altri discepoli. Otto giorni dopo, presente Tommaso, Gesù appare nuovamente e da’ soddisfazione alle richieste di Tommaso: Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente! Tommaso non può fare altro che proclamare la sua fede: Mio Signore e mio Dio! Gesù apprezza questo atto di fede, ma aggiunge: Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto! La beatitudine afferma che chi non ha la possibilità di «vedere» Gesù fisicamente non è meno fortunato di chi questa possibilità ha avuto. Per tutti infatti è disponibile la Parola che rende possibile il cammino di fede, una Parola che può portare a dire con verità le stesse parole di Tommaso: Mio Signore e mio Dio.
Oggi questa beatitudine il Signore è rivolta anche a noi e ci ricorda che la vera fede non nasce dagli occhi ma dal cuore. Ciò che gli occhi non vedono può essere percepito da un cuore che è aperto all’amore di Dio. La vera fede nasce dal profondo di noi stessi, dalla nostra disponibilità a lasciarci illuminare dai «segni» che sono stati scritti nel Vangelo affinché, credendo in Gesù, abbiamo la vita nel suo nome. Solo attraverso la mediazione della Scrittura, infatti, potremo capire la figura di Gesù, credere in Lui, vivere in modo autentico la nostra vita di figli di Dio. Nei versetti conclusivi, l’autore del Quarto vangelo chiarisce il fine che lo ha spinto a scrivere il vangelo: Questi segni sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome. Il suo lavoro non è stato quello dello storico che si limita a riportare i fatti, ma quello di un testimone che desidera convincere a partire dalla descrizione di «segni», che però chiedono di essere letti e interpretati. Noi, lettori di oggi, siamo rimandati alla nostra responsabilità e fatica di accogliere e lasciar parlare questi segni, perché ci guidino alla conoscenza concreta e vitale del Signore Gesù.
d.G.