XIII^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

XIII^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

30 giugno 2024

GESU’ IN MEZZO A NOI

Ci è caro questo Vangelo, con Gesù tirato qua e là dalla gente, toccato e quasi strattonato, e poi chiamato in una casa a salvare una ragazzina…
E’ un’immagine vera e concreta della fede: Gesù in mezzo a noi, una presenza che ci accompagna a vivere ogni giorno. Impariamo a riconoscerlo, pas-sando attraverso i sacramenti, la parola, l’eucaristia. Lui ci chiama a collaborare con la sua azione, come fa con Pietro Giacomo e Giovanni. La salvezza inizia già dal riconoscerlo e dalla nostra unità con Lui.

Domenica 30 giugno 2024

Giornata per la Carità
del Papa

Aiutiamo il Papa ad aiutare in
ogni momento con un piccolo
gesto.

Martedì 2 luglio
convocazione
Consiglio Pastorale
alle ore 18.30 dopo la Messa.
Ordine de giorno:
* festa di San Bartolomeo e
* breve introduzione alla festa
della Patrona di ottobre.

MONASTERO CUORE IMMACOLATO di MARIA
I Giovedì di santa Chiara dell’anno 2024

1° Giovedì di santa Chiara
4 Luglio alle ore 21
Vita di S. Chiara
alternando brani letti e musicali
con la Banda Musicale Cittadina

Altri appuntamenti nei Giovedì

11 Luglio
Chiara e il Crocefisso
18 Luglio
Come Chiara pregava
25 Luglio
Preghiera di lode in Chiara e Francesco
1 Agosto
Va’, ripara la mia casa…
8 Agosto
Poni la tua mente nello specchio dell’eternità

Gesù ci prende per mano e ci dice: alzati! 


Il vangelo presenta due miracoli: la risurrezione di una ragazzina e la guarigione di una donna. Non è la loro straordinarietà che deve attirare l’attenzione, ma «chi» essi vogliono rivelare e «che cosa» essi vogliono indicare. Essi manifestano la fragilità della condizione umana soggetta alle malattie e alla inesorabilità della morte e, allo stesso tempo, parlano della potenza di Dio posta in Gesù a servizio della liberazione e guarigione dell’uomo. Lo scopo dei miracoli è svelare «chi» si nasconde dietro la persona che li compie.
Gesù cammina verso la casa di Giairo dove la figlia di dodici anni è agli estremi, cammina accanto al dolore del padre. Ed ecco una donna si avvicina a Gesù e sceglie come strumento di guarigione un gesto commovente: un tocco della mano. L’emorroissa scardina la regola che gli imponeva di non avvicinarsi e toccare nessuno con il gesto più tenero e umano per dire: ci sono anch’io! Gesù approva il gesto trasgressivo della donna e le rivolge parole che valgono anche per ciascuno di noi: Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male. Gesù le dona non solo guarigione fisica ma anche salvezza e la tenerezza di sentirsi amata. Mentre stanno per giungere alla casa del capo della sinagoga, vengono a riferire che la ragazzina è morta. Gesù invita però Giairo ad aver fede, e alla gente che piangeva dice: Perché piangete? Questa ragazzina non è morta, ma dorme. Lo deridono con la stessa derisione con cui talvolta dicono anche a noi: Tu credi nella vita dopo la morte? Sei un illuso: Finito io, finito tutto. E Gesù a ripetere: Tu abbi fede, Dio è il Dio dei vivi e non dei morti. Gesù caccia fuori tutti, prende per mano la ragazza e le dice: Talità kum, ragazzina alzati! E la ragazzina si alza e si mette a camminare.
Chi è dunque Gesù? È colui che intreccia la sua vita con la nostra vita, il suo respiro con il nostro, le sue forze con le nostre. È una mano che ci prende per mano. A ciascuno di noi qualunque siano i problemi, le sofferenze o il dolore che portiamo dentro, Gesù rivolge quelle stesse antiche parole: Talità kum, cioè alzati, riprendi la forza, la lotta, la vita, torna a ricevere e a restituire amore.

d.G.


XII^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

XII^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

23 giugno 2024

UN MARE GRANDE

Sullo sfondo del libro di Giobbe vediamo la grande opera della Creazione, che nel tempo dell’estate abbiamo più occasione di scoprire e contemplare. Percorriamo il mare della vita, con i problemi e le fatiche personali, con la gioia dell’amicizia e il conforto della fede. In un mondo complesso e difficile, sappiamo che Gesù ci accompagna nella traversata della vita. Egli si rende concreto nella compagnia della Chiesa, che è sempre da ricercare e costruire attraverso le amicizie cristiane. Il senso della Provvidenza ci sostenga in ogni occasione.

Martedì 25 giugno
Ore 21 Santa Messa solenne
presieduta dal nostro
Vescovo Giampaolo
in Santuario, nel giorno della
Madonna della Navicella

Pranzo comunitario
Domenica 30 giugno
la Pro Loco di Contarina,
la cui sede si trova nei locali della
Parrocchia di Ca’Cappellino,
propone ai parrocchiani della frazione
e alle persone dell’Unità parrocchiale
che lo desiderano,
un pranzo comunitario.
Ottima occasione, da non perdere!!!
E’ necessario iscriversi

San Luigi Gonzaga (21 giugno)
I Santi pensano prima di tutto ad amare!

“È pazzo! È pazzo!” gridava l’inserviente del piccolo ospedaletto. Vedeva quel giovane minuto, Luigi Gonzaga, con la sua tonaca nera, mentre trasportava in braccio un povero appestato. “Se la prenderà pure lui quella malattia!” continuava a gridare. Si affacciò un vecchio gesuita che stava amministrando sacramenti ai moribondi. Fece tacere l’inserviente dicendogli: “Amico mio sai cos’è la santità? Ecco cos’è. Ce l’hai davanti ai tuoi occhi” disse indicando Luigi. “La santità è anche sapersi sporcare le mani quando c’è bisogno. La santità è saper morire per qualcuno che non vale nulla agli occhi del mondo. Ma per un puro di cuore, come quel ragazzo, quel povero appestato è come il Sacramento. Non lo vedi come se l’abbraccia?”. “Ma si ammalerà anche lui così?” disse quasi piagnucolando l’inserviente. “Che ci vuoi fare, i santi sono così, non hanno misura, non si sanno regolare perché pensano prima di tutto ad amare” rispose il vecchio gesuita sorridendo. “Che spreco, il figlio primogenito dei Gonzaga ridotto a far questo” proseguì l’inserviente. “Non bestemmiare” gli intimò il vecchio gesuita, “quel ragazzo vede più lontano di tutti. È più ambizioso di tutti. Ha capito fino in fondo quello che ci ha insegnato Nostro Signore: ‘Chi vuole essere il primo si faccia servo di tutti’. I Gonzaga con il tempo se li dimenticheranno tutti. Que-sto ragazzo no, perché si è scelta la parte migliore che non gli sarà tolta.

Signore salvaci!

Il vangelo presenta il miracolo della tempesta sedata che, nel vangelo di Marco, da’ inizio a una serie di azioni prodigiose che hanno lo scopo di sottolineare la potenza di Gesù che domina le forze del male nell’uomo e nella natura. Colpisce in questa pagina evangelica il fatto che, nel bel mezzo di una tempesta, Gesù dorma tranquillo nella barca. Questa presentazione di Gesù è immagine e simbolo di un’esperienza che non raramente si prova nella vita: di fronte alla malattia, al dolore, alla sofferenza, ai problemi di ogni giorno ci sta il «silenzio di Dio», abbiamo quasi l’impressione che Dio dorma, che non ci sia. È lo scandalo che sta sempre in agguato nella vita di ogni uomo. Gesù, come per i discepoli, fa appello alla nostra fede: dobbiamo prendere atto che Dio, anche quando sembra dormire, è lì con noi; che egli, anche se sembra tacere, ha parlato e vuole ancora parlarci. Ogni situazione di male, di dolore, di prova è sempre ambivalente: è aperta a una straordinaria purificazione e rafforzamento della fede, ma è anche aperta alla disperazione, alla maledizione o all’indifferenza. Il grande comandamento, dopo averci detto di amare Dio con tutto il cuore, ci esorta anche ad amarci gli uni gli altri come fratelli. Se la comunità cristiana saprà vivere la propria fede in un clima di amore e sostegno reciproco, le persone che stanno attraversando momenti difficili, anche grazie alla nostra vicinanza e al nostro sostegno, saranno aiutate a essere più certe dell’amore di Dio e della sua costante presenza nel cammino della vita.
Fin dai tempi più antichi, la barca sul mare in tempesta è stata vista come una immagine della chiesa nel mondo, assalita dalle persecuzioni e sconvolta da dubbi, ma protetta dal suo Signore che può salvarla da tutti i pericoli. La comunità cristiana non è abbandonata a sé stessa e non ha motivo di lasciarsi andare alla poca fede, perché il Signore è sempre al fianco dei suoi e, dietro loro richiesta, li aiuterà a uscire dalle difficoltà. Ai discepoli di ogni luogo e tempo, questo brano evangelico dice che la vita cristiana non è una crociera in un mare piatto e tranquillo, le difficoltà e le burrasche fanno parte della vita e quando sopraggiungono non bisogna avere paura ma confidare nel Signore, e avere la certezza che egli è presente e pronto ad aiutare.

d.G.


XI^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

XI^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

16 giugno 2024

IL SEME CHE CRESCE

Questo Vangelo ci sorprende, perché dice una verità alla quale non badiamo: l’opera che Dio svolge nel mondo. E’ la vita nostra e degli altri, è il Battesimo e la vita della Chiesa: un gran campo, con tante piante che crescono, a nostra disposizione. Prima di domandarci che cosa possiamo fare noi, impariamo a riconoscere quello che Dio realizza, nella natura, nelle persone, nei santi e in tanti che fanno del bene. Siamo collaboratori dell’opera di Dio senza ostacolarla o sostituirla con le nostre invenzioni.

Pranzo comunitario
Domenica 30 giugno
la Pro Loco di Contarina,
la cui sede si trova nei locali della
Parrocchia di Ca’Cappellino,
propone ai parrocchiani della frazione
e alle persone dell’Unità parrocchiale
che lo desiderano,
un pranzo comunitario.
Ottima occasione, da non perdere!!!
E’ necessario iscriversi

La Confraternita della SS.ma
Trinità di Loreo
ospita
dal 16 al 23 giugno
l’icona di
Maria Madre della
Speranza e delle Confraternite.
Giovedì 20 giugno
le parrocchie del Vicariato
di Loreo sono invitate
alle ore 21,00
per la Messa per le vocazioni

Il regno di Dio è come un seme

Il vangelo presenta la parabola del seme che cresce da solo e la parabola del granello di senape. La prima parabola pone l’accento sul contrasto tra l’inerzia del contadino e il misterioso germogliare del seme. Il seme germoglia e cresce grazie all’azione misteriosa di Dio, così anche il Regno annunciato da Gesù cresce grazie all’azione incessante e misteriosa di Dio. Avviato il cammino del Regno con l’annuncio, esso giungerà sicuramente a compimento per la forza di Dio che lo sostiene. La parabola, tuttavia, non è un invito al quietismo o alla pigrizia, ma un invito alla speranza che si fonda sulla promessa di Dio. Se il seme è gettato, il raccolto è garantito. Il regno di Dio non è una realtà da «forzare», come facevano gli zeloti al tempo di Gesù o come sono tentati di fare i tanti malati di attivismo e/o protagonismo di ogni tempo. Il regno di Dio non è questione di organizzazione e neppure di efficienza, ma semplicemente di accoglienza.
Nella parabola del granello di senape l’aspetto su cui verte la comparazione è il rapporto tra la piccolezza iniziale del seme e la grandezza finale della pianta, rapporto che è, al tempo stesso, di assoluto contrasto e indissolubile continuità. Non è il confronto statico tra la piccolezza di una cosa e la grandezza di un’altra, ma fra la piccolezza e la grandezza della medesima cosa nel momento iniziale e nel momento finale del suo divenire. Il grande arbusto viene fuori dal piccolo seme; il piccolo seme si trasforma in un grande arbusto. Con questa parabola Gesù vuol comunicare la certezza che negli umili inizi si può già scorgere e intravedere il Regno di Dio che viene.
Entrambe le parabole sono un invito alla pazienza e all’attesa fiduciosa. Il seme del vangelo deve germogliare e crescere anche in ciascuno di noi, quindi pazienza anche con noi stessi. Diventare dei buoni cristiani è impegnativo. Ci saranno progressi seguiti talvolta da cedimenti e cadute ma non bisogna perdersi d’animo. Dio non abbandona mai e premia sempre la buona volontà: «Là dove abbonda il peccato, sovrabbonda la grazia» (cfr. Rm 5,20).

d.G.

PELLEGRINAGGIO MACERATA-LORETO

Il pellegrinaggio come metafora della vita.
Oltre sessantamila persone in cammino

Assieme ad un bel gruppo di persone della diocesi di Chioggia ho partecipato al 46° Pellegrinaggio Macerata-Loreto. Nella notte tra sabato 8 e domenica 9 giugno durante il pellegrinaggio a piedi da Macerata a Loreto ho pregato per la nostra diocesi e l’ho affidata alla Madonna di Loreto. Abbiamo camminato assieme a 60.000 persone (adulti, ragazzi ed anziani) per tutta la notte. Ho partecipato altre volte a questo pellegrinaggio e mi colpisce sempre questo popolo che si muove in preghiera verso l’unica meta che dona sollievo al cuore: l’affetto della Madonna che si prende cura di noi. La fatica è niente rispetto alle grazie che si ottengono da Lei. Prima di partire, sabato sera, abbiamo celebrato la messa, presieduta dal Vescovo Rino Fisichella insieme con altri vescovi e sacerdoti e durante il cammino abbiamo pregato i quattro rosari, fatto l’adorazione eucaristica, il rinnovo delle promesse battesimali, l’accensione delle fiaccole, insieme con tanti canti e testimonianze… una fatica che è stata ben sostenuta ed accompagnata: 28 km di cammino senza neanche sentirli! Partiti verso le 22 da Macerata, siamo arrivati verso le 7 a Loreto. Ad ogni passo una preghiera. Questo mi educa perché è proprio vero che il pellegrinaggio è una metafora della vita. Camminando avevo nel cuore la pace per il mondo, il bene della mia famiglia, il bene della nostra diocesi e di tutta la Chiesa. L’unità della Chiesa, non per un dovere ma per Amore verso Colui che


X DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Domenica X del tempo ordinario

9 giugno 2024

Chiunque fa la volontà di Dio, questi è per me fratello, sorella e madre

Il vangelo presenta tre momenti: nel primo i parenti di Gesù vogliono condurlo a una vita più «normale»; il secondo riferisce le calunnie degli scribi contro Gesù; il terzo indica chi sono i veri parenti di Gesù. Il giudizio della gente su Gesù: È fuori di sé, è motivato dal suo modo di comportarsi che esce dagli schemi comuni. I parenti temono che questo modo di fare di Gesù comprometta il buon nome del clan familiare, per questo decidono di intervenire e portarlo via. Se i parenti cercano di neutralizzare l’azione di Gesù in nome della normalità, gli scribi, più raffinati, lo accusano di essere «posseduto da Beelzebul» e di cacciare i demoni con l’aiuto di Satana. La risposta di Gesù alle loro accuse è precisa. Con le immagini del regno diviso e della casa divisa, mostra che non può essere un agente di Satana, perché sarebbe autolesivo scacciare i demoni in nome del principe dei demoni. Se Gesù caccia i demoni è perché lo Spirito di Dio opera in lui. Gli scribi, rifiutando di accettare il potere dello Spirito di Dio che agisce in Gesù, si macchiano di un peccato imperdonabile: Chiunque bestemmierà contro lo Spirito Santo non otterrà mai il perdono. Dire che Gesù è posseduto da un demonio è bestemmiare contro lo Spirito Santo. Il peccato contro lo Spirito consiste, quindi, nel rifiutare l’azione salvifica di Dio, nell’escludere volontariamente se stessi dalla salvezza, nell’ostinarsi a combattere contro l’inviato di Dio e contro lo Spirito che opera in lui.
Dopo che Gesù ha risposto all’accusa di agire per conto di Beelzebul, l’evangelista presenta il giusto modo di rapportarsi a Gesù. La madre e i «fratelli» di Gesù vengono a fargli visita. Gesù si era allontanato da loro per eseguire la missione che il Padre gli aveva affidato. Ora mostra di essersi separato da loro anche interiormente, non per disprezzo dei legami familiari, ma per appartenere completamente a Dio. Gesù si è scelto una famiglia «spirituale» e volgendo lo sguardo sulle persone sedute accanto e attorno a lui dice: Chiunque fa la volontà di Dio, questi è per me fratello, sorella e madre. Gesù insegna che l’amore a Dio e a Gesù Cristo è il valore assoluto. La vera famiglia di Gesù è costituita da coloro che fanno la volontà di Dio e ascoltano la sua parola. Chi ascolta e compie la volontà di Dio fa crescere e approfondisce la sua amicizia con Dio e diviene suo familiare.

Giovedì 13 giugno

Festa di S. Antonin da Po

ore 20,30 S.Messa
presieduta dal nostro Vescovo
Mons. Giampaolo Dianin
segue la processione

Frazione Mea
Domenica 9 giugno
la frazione Mea celebra la festa dei
Santi Patroni Felice e Fortunato
alle ore 18,00 Mons. Vescovo
celebra la Messa nella
piazzetta antistante la Chiesa.
Nella Chiesa di San Bartolomeo
viene sospesa la Messa delle 18,00
e tutti siamo invitati ad unirci a questo
momento di fede e di festa.

Il Vescovo ha inviato a tutte le
parrocchie della Diocesi una
nota pastorale sulla
Celebrazione delle Esequie.
Avremo modo di leggerla e di
applicarla.

Il pellegrinaggio
MACERATA – LORETO

Il Gesto

Il Pellegrinaggio è un gesto di fede popolare a cui partecipano ogni anno migliaia di persone, soprattutto giovani. Il cammino notturno verso la Santa Casa di Loreto si snoda per 28 chilometri tra le colline marchigiane: la Santa Messa, le testimonianze, i flambeaux per illuminare la notte, la benedizione eucaristica, i fuochi d’artificio, i canti, la recita del Rosario accompagnano il cammino
aiutando tutti a domandare e ringraziare.

Il cammino è occasione di incontro e di conoscenza, di aiuto reciproco, di condivisione, e la preghiera diventa il tessuto connettivo di un popolo, che si scopre mendicante e, dando voce al bisogno che vive in ogni uomo, chiede aiuto e sostegno alla Vergine per sé e per tutto il mondo.

Il Pellegrinaggio è nato e tenuto vivo dal carisma di don Giussani che nel 2000 scriveva: “Tra i meriti grandi della vostra amicizia semplice e fedele c’è quello di avere reinventato per tutto il popolo il Pellegrinaggio come esempio della vita cristiana, un cammino come di notte verso l’alba della soddisfazione finale, che vive nei passi di ogni ora l’anticipo sicuro della meta”.

Carlo Acutis sarà proclamato santo

Questa la decisione presa da Papa Francesco che ha riconosciuto un miracolo attribuito al giovanissimo beato nato a Monza e che ora riposa in pace ad Assisi, terra cara alla famiglia Acutis e al beato
patrono di Internet.
Dire che Carlo Acutis era un adolescente come tanti sarebbe corretto: amava il calcio, i Pokemon, i film d’azione e gli animali, ma il suo amore più grande era il Eucaristia.
È nato a Londra nel 1991 da genitori italiani, con la famiglia poi si è trasferito a Milano, in Italia, dove è cresciuto. Carlo è stato un esempio di santità e continua a ispirare i giovani di tutto il mondo. Durante la sua breve vita, Carlo ha amato e venerato profondamente l’Eucaristia. Diceva spesso: “L’Eucaristia è la mia autostrada per il Paradiso”, e “Se stiamo davanti al sole, diventiamo marroni, ma quando stiamo davanti a Gesù nell’Eucaristia, diventiamo santi”.


CORPUS DOMINI

SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO - CORPUS DOMINI

2 giugno 2024

L’EUCARISTIA CENTRO DI VITA

Nella festa del Corpus Domini si concentra tutto il mistero cristiano, tutto quello che Gesù è e quello fa per noi: Figlio di Dio fatto uomo, donato per noi in sacrificio sulla croce, centro di unità della Chiesa e di ogni comunità, alimento di vita nel pane e nel vino. Attorno a Gesù presente nell’Eucaristia si edifica e cresce la Chiesa: anche la nostra comunità, anche le nostre persone. Ricominciamo a vivere ripartendo dall’Eucaristia celebrata insieme e adorata personalmente. E’ un cammino di vita.

Giovedì 13 giugno

Festa di S. Antonin da Po

ore 20,30 S.Messa
presieduta dal nostro Vescovo
Mons. Giampaolo Dianin
segue la processione

Corpus Domini
Il 2 giugno
celebreremo la
Solennità del Corpus Domini
con il seguente programma:
Ore 9,30 unica celebrazione del
mattino in San Bartolomeo
viene sospesa la Messa anche a Mea e
Ca’Cappellino segue la processione
fino alla Chiesa delle Clarisse
I bambini potranno spargere lungo il
cammino petali di fiori.

Frazione Mea
Domenica prossima, 9 giugno
la frazione Mea celebra la festa dei
Santi Patroni Felice e Fortunato
alle ore 18,00 Mons. Vescovo
celebra la Messa nella
piazzetta antistante la Chiesa.
Nella Chiesa di San Bartolomeo
viene sospesa la Messa delle 18,00
e tutti siamo invitati ad unirci a questo
momento di fede e di festa.

Giovedì 6 giugno,
In occasione della giornata
mondiale di santificazione sacerdotale,
tutti i sacerdoti della
diocesi trascorrono la giornata
assieme al Vescovo.
Per questo motivo nelle parrocchie
non si celebra la S. Messa.

* * *

Il Vescovo ha inviato a tutte le
parrocchie della Diocesi una
nota pastorale sulla
Celebrazione delle Esequie.
Avremo modo di leggerla e di
applicarla.

Carlo Acutis sarà proclamato santo

Questa la decisione presa da Papa Francesco che ha riconosciuto un miracolo attribuito al giovanissimo beato nato a Monza e che ora riposa in pace ad Assisi, terra cara alla famiglia Acutis e al beato
patrono di Internet.
Dire che Carlo Acutis era un adolescente come tanti sarebbe corretto: amava il calcio, i Pokemon, i film d’azione e gli animali, ma il suo amore più grande era il Eucaristia.
È nato a Londra nel 1991 da genitori italiani, con la famiglia poi si è trasferito a Milano, in Italia, dove è cresciuto. Carlo è stato un esempio di santità e continua a ispirare i giovani di tutto il mondo. Durante la sua breve vita, Carlo ha amato e venerato profondamente l’Eucaristia. Diceva spesso: “L’Eucaristia è la mia autostrada per il Paradiso”, e “Se stiamo davanti al sole, diventiamo marroni, ma quando stiamo davanti a Gesù nell’Eucaristia, diventiamo santi”.

Pane spezzato per un mondo nuovo

L’istituzione dell’Eucarestia viene celebrata il Giovedì Santo, nel cuore della Settimana Santa, ma la Chiesa la ricorda nuovamente dopo la domenica della Santissima Trinità, perché il mistero eucaristico è un invito a fare memoria di tutti i prodigi di Dio, culminati nel dono del Figlio, Verbo fatto carne, morto in croce e risorto per la nostra salvezza, per renderci partecipi della vita eterna, della vita d’amore trinitaria.
Gesù, accompagnando il dono del pane ai discepoli con le parole: Prendete, questo è il mio corpo, vuol dirci: questo sono io, questo è un segno vivo della mia persona, è un segno efficace della mia presenza. Donando sé stesso nel segno del pane, Gesù entra nella vita dell’uomo come sostegno, aiuto del corpo e dello spirito, compagno di viaggio nel cammino della vita. Ricevendolo come cibo nell’Eucaristia, il cristiano riceve la forza e la capacità per vivere non una vita chiusa in sé stessa ma aperta a tutti, una vita che cerca di testimoniare Gesù Cristo in tutti gli ambienti, anche in quelli che sembrano più lontani e ostili a lui e al vangelo. Con il calice del vino e con le parole che pronuncia su di esso: Questo è il mio sangue, il sangue dell’alleanza, versato per molti, Gesù parla della sua vita donata fino alla fine. Le parole di Gesù interpretano la sua morte in croce come sangue versato per tutta l’umanità, egli è morto per tutti, si è fatto vittima di espiazione per i peccati dell’intera umanità, rinnovando il vincolo di amore fra Dio e l’uomo.
Il cristiano, da Gesù che si dona nell’Eucaristia, riceve l’invito a imitare la sua stessa «vita donata». Vita donata è la vita offerta a Dio nella fedeltà alla sua parola e nell’obbedienza alla sua volontà. Vita donata è una vita capace di accogliere tutti, una vita che supera le barriere di razza, cultura e religione e, anzi, le trasforma in elementi di arricchimento e completamento reciproco. Cristo ha versato il suo sangue per tutti, è morto per salvare tutti, è risorto per dare inizio a una umanità nuova. Questo dovrebbe essere anche il frutto di ogni partecipazione all’Eucaristia, affinché ogni cristiano sia come Cristo pane spezzato per un mondo nuovo.

d.G.