Ca' Cappellino
Chiesa “Santa Maria Nascente”
Ca’ Cappellino appartiene al territorio di Porto Viro: territorio che si è venuto dilatando nel 1500, in seguito alle alluvioni del Po delle Fornaci. Era quest’ultimo il ramo settentrionale del Delta che, sfociando vicino all’Adige, faceva presagire l’interramento della laguna di Venezia per la veemenza e l’abbondanza nel trasporto dei detriti. Dopo la deviazione del Po Grande (1604) e l’intestatura del ramo delle Fornaci (1648), si rallentò la possibilità di colmare le vaste zone umide del territorio. Perciò dalla fine del Seicento si tennero interventi idraulici nel comprensorio tra il Po Grande e il Canalbianco per rendere possibile l’assestamento dei terreni coltivabili. Nel 1894-1904 Il Consorzio di Bonifica Polesana scavò il Collettore Padano per facilitare il deflusso e il prosciugamento dei terreni del comparto, sia nella zona padana (nord) sia in quella polesana (sud). Ma il bradisismo, determinatosi nell’intero comprensorio tra il 1935 e il 1960, causa l’estrazione del metano, mise il Collettore a rischio permanente di tracimazioni. Si rimediò a questo, creando l’impianto idraulico di Cavanella Po, atto a scaricare direttamente nel Canalbianco le piene dello stesso Collettore.
Nella zona prossima alla sponda sinistra del Po Grande – tra Contarina e Villaregia – i patrizi Cappello avevano fatto erigere sul loro fondo, intorno al 1707, un oratorio intitolato a Sant’Andrea, per facilitare l’adempimento del precetto festivo ai braccianti residenti. Tale oratorio, benché bersagliato a più riprese dalle alluvioni, rimase parzialmente visibile fino agli inizi del Duemila. La comunità di Ca’ Cappellino faceva parte della parrocchia di Contarina, ricevendo il servizio liturgico domenicale dai sacerdoti della parrocchia. Ma già in seguito all’alluvione del 1951 l’oratorio era quasi impraticabile.
Il vescovo Piasentini intuì la necessità di una nuova chiesa per quella comunità: l’arch. Silvio Malatesta tracciò il disegno dell’edificio e il vescovo pose la prima pietra l’8 settembre 1954, decidendo d’intitolarla alla Natività di Maria. Su un appezzamento di terreno, donato dal commendator Ettore Fregnan, sorse l’intero complesso parrocchiale: chiesa, canonica, asilo e Centro Sociale. Il 23 e 24 aprile 1956 avvenne la consacrazione dell’altare e della chiesa, come recita una lapide murata in controfacciata: Il 24 aprile 1956, il vescovo di Chioggia Giovanni Battista Piasentini consacrò questa chiesa a Dio Ottimo e Massimo in onore della Vergine “Santa Maria Nascente”
Il 25 aprile 1956 il vescovo istituì la curazia con la presenza di un sacerdote stabile; e il 2 luglio 1959 la curazia fu elevata a rango di parrocchia. I fondi per la costruzione furono offerti dalla Banca Cattolica del Veneto.
Come si può costatare, la chiesa a doppio spiovente presenta una facciata sopraelevata da una modesta gradinata. È segnata da tre porte: due di accesso immediato all’aula sacra, la terza – a sinistra – d’ingresso al battistero. L’interno, a unica navata rettangolare con pareti in muratura a mattoni pieni e mattoni faccia-vista, evidenzia il presbiterio – rialzato da un paio di gradini – sul quale è piazzato l’altare, addossato a un pannello in marmo e vetro a mosaico dorato. Sopra l’altare domina il grande dipinto rettangolare della Natività di Maria. Completa l’edificio il campaniletto dotato di tre campane, chiuso alla sommità della cella da soletta orizzontale in cemento armato.
Opera notevole è appunto la grande tela dipinta a olio, raffigurante la Natività di Maria (m. 5,50 x 3 h): scena movimentata, ispirata al gusto rinascimentale; in basso a sinistra, il nome del pittore e la datazione ‘P. Cassiano Cella Gemmy 1976’. La statua lignea dell’Immacolata, su ripiano alla parete destra, si rifà all’ambito trentino e risale al 1956. Tra il presbiterio e la sacrestia, un’acquasantiera ottocentesca a ciotola. Parte della suppellettile liturgica è arrivata nella chiesa nuova dall’oratorio settecentesco di S. Andrea.
Vi hanno prestato servizio pastorale il sacerdote Servo di Dio don Pietro Balzi bergamasco (curato 1956-1959) per il quale è in corso la causa di beatificazione, quindi i parroci del clero diocesano d. Riccardo Boscolo (1959-61), d. Erminio Marzola (1961-65), d. Armando Rizzioli (1965-79), d. Amedeo Cesaretto (1979-87), d. Marino Callegari (1987-89) e d. Oscar Voltolina (1990-2018). Nel 1998 il paese è stato arricchito di una struttura notevole sul piano agroalimentare: di fatto, nell’ex ambiente della scuola elementare è stato costruito il Museo delle Api e del Miele, dove sono esposti i frutti delle fragranze dei campi a ridosso dell’argine del Po.