Domenica di Pasqua

GESU' RISORTO, PRINCIPIO DI VITA NUOVA

La risurrezione di Gesù è un fatto accaduto alla nostra storia umana, un fatto da riconoscere. Chi è partito dal sepolcro vuoto, chi è stato incontrato dal Signore risorto, ha iniziato un nuovo modo di vivere, e l’ha comunicato con l’annuncio, la vita, le opere, a tutto il mondo. La Pasqua è un nuovo principio per la vita di ogni persona: dentro la storia dell’umanità questo fatto nuovo è sorgente di speranza, di vita, di energia, di dignità di ogni uomo e ogni donna, di un nuovo modo di stare al mondo, di vivere la salute e la malattia, la vita e la morte, la famiglia e il lavoro, l’amore e la carità. Ogni giorno domandiamo di vivere come “figli della risurrezione”, facendoci “edificare” da tutti coloro che portano nel volto, nella vita, nelle opere, la luce della Pasqua.

L'angolo dell'Amministrazione

Il Giovedì Santo, di fronte allo stile dettato da Gesù, quello di lavare i piedi ai suoi apostoli, lo stile della carità, ci siamo detti che la carità non è un optional della vita cristiana, ma il cuore.

Desideriamo ringraziare tutte le persone che ci mostrano questo cuore nel sostenere le opere di carità della nostra comunità.

Martedì 30 Marzo

abbiamo vissuto nella nostra Comunità un momento di grazia. Alle 19 abbiamo concluso l’adorazione eucaristica delle Quarantore celebrando il Sacramento della Confessione con l’assoluzione pubblica; al termine l’esecuzione dello STABAT MATER di G.B. Pergolesi ci ha introdotto in modo straordinario nella Settimana Santa. Ci ha colpito la partecipazione seria e convinta di molte persone a tutto il gesto. La bellezza del gesto stesso che ha coinvolto la nostra fede nell’Eucarestia e la dolce esperienza del perdono, fino allo stupore dell’arte che è diventato ascolto e preghiera attraverso il canto. Un grazie a Paolo Sottovia per l’accompagnamento artistico dell’organo, al soprano Giovanna Manzato e al Mezzosoprano Elisabetta Fantinati che ci hanno fatto dono della loro voce e della loro fede.

La risurrezione di Gesù, cuore del cristianesimo 

Dopo due millenni di cristianesimo ci troviamo ancora stupefatti e un po’ increduli dinanzi a una tomba vuota e ci chiediamo cosa significa la risurrezione di Gesù. Da questo stupore e dalla risposta a questa domanda dipende la nostra fede e il nostro essere cristiani. La Chiesa ha vissuto e si è radicata nel mondo giudaico e pagano per alcune generazioni prima di avere a disposizione i quattro libretti che raccolgono la predicazione dei testimoni di Gesù. La Chiesa non aveva i vangeli, aveva però “il Vangelo”, cioè la buona notizia da annunciare al mondo in esclusiva: un uomo come noi aveva travolto le barriere della morte ed era tornato alla vita in una condizione che non era più la nostra, altrimenti sarebbe morto un’altra volta e la sua risurrezione non avrebbe significato nulla. 

Per il cristiano credere in Cristo risorto implica non solo l’accettazione di un fatto del passato (Cristo è risorto!) e di un avvenimento futuro (anche noi risorgeremo!), la risurrezione di Gesù riguarda il presente. Non si tratta solo di credere a un supermiracolo che rende ragionevole la fede e fa aderire a una serie di verità e dogmi della Chiesa. Questo atteggiamento passivo è insufficiente, non è questa la fede che salva. La fede che salva è quella che coinvolge tutta la persona nella vicenda di Gesù, quella che testimonia che anche in noi va morendo e risorgendo qualcosa: noi sappiamo di essere passati dalla morte alla vita perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte (1Gv 3,14). A ogni cristiano il compito di testimoniare questa fede che opera mediante la carità (= amore) (Gal 5,6), una carità con la quale non si è mai “a posto”. Una carità che chiede di inventare modi sempre nuovi per tradursi in gesti concreti e non alienarsi in astrazioni, una carità che è dono di sé, come lo è stato Gesù. 

L’evangelista Luca, nel racconto dei discepoli di Emmaus (24,13-35), indica come avviene concretamente oggi l’incontro con Cristo Risorto: nella parola di Dio, nel fratello che cammina al nostro fianco, nello «spezzare il pane». Oggi Gesù risorto cammina con noi, opera in noi e per noi con potere immenso, ed è presente e vivo dove la vita trionfa sulla morte, il perdono vince l’offesa, l’amore vince l’odio, … e il luogo privilegiato della sua presenza è la comunità cristiana, la Chiesa.

Patris Corde

con cuore di padre

Papa Francesco ha dedicato quest’anno a San Giuseppe, per ricordare i 150 anni della dichiarazione di San Giuseppe quale Patrono della Chiesa universale.

Per ricordare questo avvenimento abbiamo riprodotto l’artistica statua di San Giuseppe che si trova nella nostra Chiesa, perché entri nelle nostre case e benedica le famiglie che vi abitano.

A lui rivolgiamo la nostra preghiera:

Salve, custode del Redentore, e sposo della Vergine Maria. A te Dio affidò il suo Figlio; in te Maria ripose la sua fiducia; con te Cristo diventò uomo.

O Beato Giuseppe, mostrati padre anche per noi, e guidaci nel cammino della vita. Ottienici grazia, misericordia e coraggio, e difendici da ogni male. Amen