V° Domenica di Pasqua

CHE COS’E’
IL CRISTIANESIMO

Che cos’è il cristianesimo? Cosa vuol dire vivere da cristiani? Gesù lo dice con una immagine semplice e luminosa, quella della vite. Il cristianesimo è stare attaccati a Lui come i tralci alla vite. Come rimanere ‘concretamente’ e non solo con l’intenzione e con il cuore? La grazia della sua amicizia diventa concreta nella Chiesa, come accade per Paolo che, avendo incontrato il Signore e proprio per questo, è andato a cercare gli altri discepoli. Così si porta frutto, come Paolo, come tanti missionari, come tanti cristiani. Così si realizza il comandamento della fede: credere nel Figlio di Dio; e il comandamento della carità: amarci gli uni gli altri.

Fioretto del mese di Maggio

Recita del Rosario

In Chiesa
ogni sera
alle 17,30

 

Al Capitello di
Sant’Antunin da Po
ogni sera
alle 20,30

Maratona di preghiera

lanciata da Papa Francesco

Trenta Santuari sparsi in tutto il mondo guidano la preghiera mariana,
trasmessa in diretta alle ore 18 ogni giorno, per invocare la fine della pandemia.

Per connettersi:
www.vaticannews.it

Io sono la vite, voi i tralci

Nel vangelo di oggi Gesù, utilizzando l’immagine della «vite e dei tralci», esorta a rimanere uniti a lui, perché solo così si porterà frutto. Il tralcio per dare uva più bella e gustosa è sottoposto a potatura, cosa che impedisce lo spreco della linfa vitale. Anche la vita cristiana ha queste esigenze, perché senza spirito di rinuncia, senza prova, essa non può che indebolirsi e languire: Ogni tralcio che in me non porta frutto, (il Padre) lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Questa promessa di un frutto più ricco deve aiutare ad accettare la volontà di Dio, anche quando a lui piacerà tagliare proprio nel vivo della nostra carne e del nostro cuore.

Io sono la vite, voi i tralci, con queste parole Gesù esplicita il rapporto vitale che lo lega a ciascuno di noi: se vogliamo portare frutto dobbiamo rimanere strettamente uniti a lui come i tralci alla vite. La fecondità della nostra vita cristiana dipende da questa unione con lui. Senza di me non potete far nulla, cioè nulla di ciò che dà veramente significato alla vita, perché solo Gesù è la vera sorgente della vita ed è inutile cercarla altrove. Il tralcio tagliato dalla vite si secca, a null’altro serve se non a essere gettato nel fuoco. Così è per il cristiano: non può vivere la sua fede e produrre frutto se non restando unito a Cristo. Così, vivendo per lui con lui e in lui, il discepolo è posto nella condizione di produrre quei frutti evangelici che si chiamano pazienza, perdono, misericordia, amore del prossimo. 

Il «rimanere» in Gesù si esprime nell’ascolto e nella messa in pratica delle sue parole che sono la linfa che passa dal tronco della vite ai tralci e fa nascere il frutto. Le sue parole sono vive e portatrici di vita. «Rimanere» in Gesù vuol dire lasciare agire dentro di sé le sue parole, perché queste hanno il potere di plasmare un modo di pensare e sentire la vita secondo il disegno di Dio. Se i discepoli si manterranno fedeli e uniti a Gesù ascoltando la sua parola porteranno frutti abbondanti e renderanno gloria al Padre.

d.G.

Sposi novelli… sotto San Giuseppe

Sabato 10 aprile, nonostante tutto, abbiamo scelto di sposarci. I giorni prima tante sono state le persone che ci sono state vicine con la preghiera. In particolare, un caro amico ci ha mostrato che custodiva il nostro invito sotto una statuetta di San Giuseppe dormiente affidando il nostro matrimonio e le nostre vite a lui. É stato per noi un gesto di grande tenerezza e amore. Abbiamo così scoperto che anche Papa Francesco ha l’abitudine di infilare sotto la statuetta del santo addormentato biglietti che contengono problemi, richieste di grazie, preghiere. É come se invitasse San Giuseppe a “dormirci su”, e magari mettere una buona parola davanti a Dio per risolvere situazioni difficili, ritrovando così il suo ruolo di padre misericordioso e proteso verso coloro che ama. Ora non ci resta che tornare al lavoro, a scuola – siamo entrambi insegnanti – con il cuore carico della gioia vissuta in questi giorni. La nostra vocazione di insegnanti la vogliamo vivere con tutto noi stessi puntando ad essere educatori. Desideriamo quindi affidare la nostra nuova famiglia a San Giuseppe che, in quanto sposo di Maria e padre di Gesù, ha il ruolo di custode delle famiglie.   

Mattia e Lucia

La catechesi

che svolgeremo in questo periodo con i ragazzi e i genitori presenti, seguirà questo percorso:

“La fede e le sue immagini”
LO SPIRITO SANTO

Al sabato alle ore 14,30 in Chiesa

“La colomba”Segno di comunicazione


“L’olio”Segno di ristoro


“L’acqua”Segno di vita perenne


“Il fuoco”Segno di carità