XV^ domenica del Tempo Ordinario

11 luglio 2021 - S. Benedetto patrono d’Europa

SCELTI E CHIAMATI PER LA MISSIONE

Siamo figli di Dio e non del caso, siamo scelti e benedetti da Dio.
Il disegno di Dio si è fatto visibile nella nostra storia personale con il battesimo, gli altri sacramenti, e tutta la vita della Chiesa.
L’opera di Gesù prosegue attraverso coloro che egli ha chiamato ad essere partecipi della sua azione: scelti dal nulla e dalla vita normale, come i profeta Amos e gli apostoli.
Come tante persone che conosciamo: il papa, il nostro vescovo, i sacerdoti.
Tutti noi, ciascuno con il proprio compito: sacerdote, genitore, educatore. La vita è una chiamata per la missione.

I Giovedì di Santa Chiaradell’anno 2021

15 luglio alle ore 21

restiamo in compagnia di S. Caterina
ascoltando alcune sue Laudi
e altre Laudi cantate.

Migranti:

Cei, tutta la Chiesa italiana
in preghiera  l’11 luglio
per le vittime del mare

 Li mandò due a due

Gesù invia i Dodici ad annunciare «la Parola». Sono mandati due a due al fine di dare più valore alla loro testimonianza. Gesù li invita a uno stile di vita povero per far risaltare che la vera ricchezza è Lui e la sua Parola. I discepoli non portano avanti un loro progetto personale, ma il progetto di Gesù; essi non rappresentano sé stessi, ma un «Altro». Gesù fa’ capire agli apostoli che devono mettere in conto anche l’eventualità dell’insuccesso; egli stesso l’ha sperimentato più volte, e con amarezza. Essi non devono scomporsi di fronte al rifiuto, il vangelo non si può imporre con la forza, l’uomo dinanzi alla «Parola» rimane libero di scegliere. Il compito del missionario è seminare «la Parola», non gli è garantito il successo. Il comando riguardante la polvere dei calzari da scuotere, laddove non è accolto il vangelo, non va inteso come una forma di maledizione o di condanna, ma serve a rilevare la gravità del rifiuto, l’occasione sprecata…

Secondo l’Organizzazione mondiale per le migrazioni (Oim), nei primi cinque mesi dell’anno sono morte nel Mediterraneo centrale 632 persone (+200% rispetto allo scorso anno), di cui 173 accertate e 459 disperse. Sono più di quattro al giorno, a cui vanno aggiunte le vittime di altre rotte del mare, tra cui quella delle Canarie che ha avuto una tremenda escalation nell’ultimo anno, e i tanti morti lungo il deserto del Sahara, in Libia o nei Balcani.

La CEI: in tutte le parrocchie preghiera per i migranti morti.

La Presidenza della Conferenza episcopale italiana ha invitato le comunità ecclesiali a pregare per le persone migranti, in particolare per quelle che hanno perso la vita nella traversata nel Mar Mediterraneo.
La proposta è quella di leggere in tutte le parrocchie la seguente preghiera dei fedeli, domenica 11 luglio, in occasione della festa di san Benedetto, patrono d’Europa:

«Per tutti i migranti e, in particolare, per quanti tra loro hanno perso la vita in mare, naviganti alla ricerca di un futuro di speranza. Risplenda per loro il tuo volto, o Padre, al di là delle nostre umane appartenenze e la tua benedizione accompagni tutti in mezzo ai flutti dell’esistenza terrena verso il porto del tuo Regno. Al cuore delle loro famiglie, che non avranno mai la certezza di ciò che è successo ai loro cari, Dio sussurri parole di consolazione e conforto. Lo Spirito Santo aleggi sulle acque, affinché siano fonte di vita e non luogo di sepoltura, e illumini le menti dei governanti perché, mediante leggi giuste e solidali, il Mare Nostrum, per intercessione di san Benedetto, patrono d’Europa, sia ponte tra le sponde della terra, oceano di pace, arco di fratellanza di popoli e culture. Preghiamo».

L’iniziativa di preghiera è ispirata dalle parole di papa Francesco, pronunciate nelle domeniche del 13 giugno e del 20 giugno, durante la preghiera dell’Angelus, che ci richiamano a guardare con lucidità alle tragedie che continuano a verificarsi nel Mare Nostrum. «Il Mediterraneo – ha detto il Papa il 13 giugno – è diventato il cimitero più grande dell’Europa». Aggiungendo nella domenica successiva (20 giugno): «Apriamo il nostro cuore ai rifugiati; facciamo nostre le loro tristezze e le loro gioie; impariamo dalla loro coraggiosa resilienza!».