Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo

21 Novembre 2021

QUALE RE

Gesù e Pilato, l’uno di fronte all’altro. Una scena imponente, che fa venire a mente il Racconto dell’Anticristo di Soloviev:
l’Imperatore di fronte allo staretz Giovanni che gli dice:
”Quello che abbiamo di più caro è Cristo…”.
Due ‘regni’, due modi di concepire la vita e di viverla.
A conclusione dell’anno liturgico, e mentre celebriamo la Giornata diocesana dei Giovani, ci poniamo di fronte a Cristo, perché la sua signoria ci liberi dal potere del mondo.
Con lo sguardo fisso su Gesù che ci ha amato donando se stesso sulla croce, possiamo ritrovare la verità di noi stessi e del nostro compito nel mondo.

Giornata del Ringraziamento
Domenica 21 novembre con la Messa delle ore 10,30

ognuno è invitato a parteciparvi come gesto
di ringraziamento e di carità.
Al termine della Messa benedizione
dei mezzi agricoli
e degli automezzi.

 

 

 

I fiori della preghiera e della carità
in tutti i mercoledì di novembre
incominciando dal 10 novembre
alle 18,00 recita del Vespro

e S. Messa in suffragio
dei nostri defunti con catechesi su
S. Giuseppe “Patris corde”.
Si ripropone l’iniziativa: “I fiori della carità”
Sul foglio per aderire all’iniziativa
possiamo scrivere i nomi dei defunti
che desideriamo ricordare nella S. Messa

La Giornata Nazionale
della Colletta Alimentare

torna in presenza
sabato 27 novembre 2021.
Saremo presenti in diversi
supermercati della zona.
Urge la disponibilità di volontari.

Rivolgersi a Marco Tiengo

Tu lo dici, io sono re

Siamo alla conclusione dell’anno liturgico e la liturgia pone a coronamento del cammino annuale la solennità di Cristo Re dell’universo. Celebrare la festa di Cristo Re significa porre Gesù Cristo in cima alla scala dei valori della vita, prendere coscienza che deve essere Lui a guidare e orientare il nostro cammino. Papa Paolo VI aprendo la seconda sessione del Concilio Vaticano II descriveva con queste parole il primato di Cristo: «Cristo da cui veniamo, per cui viviamo e a cui andiamo. Nessun’altra luce […] che non sia Cristo, luce del mondo; nessun’altra verità interessi le nostre anime che non sia la parola del Signore, unico nostro Maestro; nessun’altra aspirazione ci guidi che non sia il desiderio di essere a Lui assolutamente fedeli; nessun’altra fiducia ci sostenga se non la certezza che egli è con noi» (EV 145). Nella nostra vita siamo chiamati a dare a Cristo questo primato: sull’intelligenza per mezzo della fede, sul cuore per mezzo dell’amore, sulla volontà e sulla vita con l’accettazione del suo volere, cosicché egli diventi «l’Alfa e l’Omèga» di quello che pensiamo, amiamo e siamo.
Gesù è re, ma non di questo mondo. La sua regalità non entra in competizione con i poteri di questo mondo, consiste invece nel dono della vita per salvare l’umanità. Gesù sarà un re deriso e torturato, avrà come scettro una canna, per diadema una corona di spine, per trono una croce. Tuttavia, questa regalità gli assicurerà un trionfo universale ed eterno. Iniziata quaggiù nelle lacrime e nel sangue, sarà instaurata definitivamente con il suo ritorno glorioso alla fine dei tempi.
La domanda che oggi ognuno si deve porre non è se Gesù Cristo regni o no nel mondo, ma se egli regni o no dentro di me; non se la sua regalità sia riconosciuta dagli stati e dai governi, ma se è riconosciuta e vissuta da me. Chi regna dentro di me, chi fissa gli scopi e stabilisce le priorità: Cristo o qualcun altro? Secondo l’apostolo Paolo esistono due possibili modi di vivere: per sé stessi o per il Signore (cfr. Rom 14,7-9). Vivere «per sé stessi» significa vivere un’esistenza tesa solo alla propria soddisfazione e alla propria gloria. Vivere «per il Signore» significa vivere in vista di lui, per la sua gloria, per il suo regno. In una delle invocazioni del Padre nostro preghiamo: Venga il tuo regno! Ebbene la festa di oggi sia per noi un invito a costruirlo con la vita, la santità, la grazia, la giustizia, l’amore e la pace (cfr. prefazio di Cristo Re)

d.G.

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCOPER LA XXXVI GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ21 novembre 2021

Alzati! Ti costituisco testimone di quel che hai visto vsto!(cfr. At 26,16)

Carissimi giovani!
Vorrei ancora una volta prendervi per mano per proseguire insieme nel pellegrinaggio spirituale che ci conduce verso la Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona nel 2023.
L’anno scorso, poco prima che si diffondesse la pandemia, firmavo il messaggio il cui tema era “Giovane, dico a te, alzati!” (cfr Lc 7,14). Nella sua provvidenza, il Signore già ci voleva preparare per la durissima sfida che stavamo per vivere.
Nel mondo intero si è dovuta affrontare la sofferenza per la perdita di tante persone care e per l’isolamento sociale. L’emergenza sanitaria ha impedito anche a voi giovani – per natura proiettati verso l’esterno – di uscire per andare a scuola, all’università, al lavoro, per incontrarvi… Vi siete trovati in situazioni difficili, che non eravate abituati a gestire. Coloro che erano meno preparati e privi di sostegno si sono sentiti disorientati. Sono emersi in molti casi problemi familiari, come pure disoccupazione, depressione, solitudine e dipendenze. Senza parlare dello stress accumulato, delle tensioni ed esplosioni di rabbia, dell’aumento della violenza.
Ma grazie a Dio questo non è l’unico lato della medaglia. Se la prova ci ha mostrato le nostre fragilità, ha fatto emergere anche le nostre virtù, tra cui la predisposizione alla solidarietà. In ogni parte del mondo abbiamo visto molte persone, tra cui tanti giovani, lottare per la vita, seminare speranza, difendere la libertà e la giustizia, essere artefici di pace e costruttori di ponti.
Quando un giovane cade, in un certo senso cade l’umanità. Ma è anche vero che quando un giovane si rialza, è come se si risollevasse il mondo intero. Cari giovani, quale grande potenzialità c’è nelle vostre mani! Quale forza portate nei vostri cuori!
Così oggi, ancora una volta, Dio dice a ciascuno di voi: “Alzati!”. Spero con tutto il cuore che questo messaggio ci aiuti a prepararci a tempi nuovi, a una nuova pagina nella storia dell’umanità. Ma non c’è possibilità di ricominciare senza di voi, cari giovani. Per rialzarsi, il mondo ha bisogno della vostra forza, del vostro entusiasmo, della vostra passione. È in questo senso che insieme a voi vorrei meditare sul brano degli Atti degli Apostoli in cui Gesù dice a Paolo: “Alzati! Ti costituisco testimone di quel che hai visto” (cfr At 26,16).