2^ Domenica di Quaresima
13 Marzo 2022
UNA GRANDE PROMESSA
Questa seconda domenica di Quaresima ci dona una grande promessa.
Come ad Abramo, la promessa del futuro.
Come agli apostoli, la presenza del Signore piena di bellezza anche nella vita presente; la promessa della gloria finale con il Signore (2.a lettura).
Possiamo scendere dal monte e percorrere i sentieri accidentati della vita con uno sguardo illuminato e un cuore consolato.
Con questo sguardo e questo cuore viviamo le nostre giornate, aprendoci con generosità e fiducia ai fratelli vicini e a quelli che ci raggiungono da lontano.
Nelle domeniche di Quaresima, alle ore 20,30 ci diamo ancora appuntamento
presso le Clarisse, per chiedere e supplicare il dono della pace.
Confidiamo nella potente intercessione della Vergine Maria,
Regina della pace, Madre di Gesù, nostra pace e nostra vita!
Pregheremo a volte con i Salmi a volte con il Rosario, facendoci voce
di ogni fratello e sorella che in ogni parte della terra sperimenta odio e violenza.
Il cammino della Quaresima
A livello Vicariale vengono proposte le
Stazioni Quaresimali
Martedì 22 marzo
ore 21,00 a Scalon
“Siate di quelli che mettono in pratica
la Parola, e non ascoltatori soltanto,
illudendo voi stessi”
Vescovo Giampaolo Dianin.
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Martedì 5 aprile
ore 21,00 a Rosolina Mare
“Chiamati alla pienezza dell’Amore”
preparazione alla celebrazione
della Riconciliazione.
Quaresima di Carità 2022
Su Nuova Scintilla di questa settimana
ci sono diverse indicazioni di carità
in favore dei profughi ucraini
Celebrazione dei sacramenti
dell’iniziazione cristiana
domenica 8 maggio alle ore 18
Il suo volto cambiò d’aspetto
La trasfigurazione di Gesù avviene pochi giorni dopo il primo annuncio della passione. I discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni, scoraggiati e delusi di fronte alla prospettiva della morte violenta di Gesù, vengono sostenuti e incoraggiati da questa esperienza eccezionale, che mostra loro chi è veramente Gesù e qual è il suo vero e ultimo destino. Accanto a Gesù appaiono Mosè ed Elia, per indicare che in Gesù si realizza quanto annunciato nella Legge (Mosè) e nei profeti (Elia). Al culmine della trasfigurazione risuona la voce di Dio: Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo! La voce dalla nube invita a porsi in ascolto di Gesù, perché in lui è Dio che parla, è Dio che fa conoscere la sua volontà. La sua è una Parola che rischiara il cammino e dà senso alla vita. È una Parola che dona la vera sapienza, la capacità di cogliere il senso vero e profondo delle realtà che ci circondano.
Gesù prima della trasfigurazione si raccoglie in preghiera. È un momento di incontro con il Padre e di ricarica spirituale per ricevere la forza di portare a compimento la missione ricevuta. Questa esperienza di incontro con Dio è possibile anche per noi, se ci impegniamo a crearne le condizioni: Dio non lo si incontra nella confusione, nel rumore, nel caos, nell’attivismo frenetico delle nostre giornate, ma nel silenzio, nella quiete, nella preghiera. Il silenzio, il rientrare in noi stessi ci pone nella condizione ideale per vivere l’esperienza dell’incontro con Dio. La preghiera è un’esperienza di incontro con il Signore ma non dispensa dallo sforzo e non pone nella beata speranza dell’intervento di Dio. La preghiera – come l’episodio della trasfigurazione – ci ricarica e rimanda più agguerriti alle cose di ogni giorno, perché grazie a essa la nostra debolezza sposa la forza stessa di Dio. Gli ostacoli restano, siamo noi che grazie a Dio siamo cambiati e messi in grado di affrontare le difficoltà e vincerle.
Il racconto della trasfigurazione ha sullo sfondo la croce: alla gloria si arriva passando attraverso la sofferenza e la croce. Questo è stato il progetto di Dio sulla vita di Gesù, ed è anche il progetto di Dio sulla nostra vita: senza la croce, senza affrontare la vita in modo che diventi obbedienza a Dio non ci sarà trasfigurazione né risurrezione.
d.G.
Percorso di preparazione
al matrimonio:
Contarina – San Bartolomeo
Mercoledì 16, 23, 30 marzo ore 20,45
Mercoledì 6 aprile ore 20,45
Maria
Colei che è tutta speranza
Ci sono dei giorni in cui i patroni e i santi
non bastano,
i più grandi patroni e i più grandi santi.
I patroni ordinari, i santi ordinari.
E in cui bisogna salire, salire ancora, salire sempre;
sempre più in alto, e andare e andare.
Fino all’ultima santità, l’ultima purezza,
l’ultima bellezza, il patronato ultimo.
Allora bisogna prendere il coraggio a due mani.
E rivolgersi direttamente a colei
che è al di sopra di tutto.
Essere arditi. Una volta.
Rivolgersi direttamente a colei che è infinitamente bella.
Perché anche infinitamente buona.
A colei che intercede.
La sola che possa parlare con l’autorità di una madre.
A colei che è tutta Fede e tutta Carità: perché è anche tutta Speranza.
A colei che è infinitamente celeste:
perché è anche infinitamente tra di noi.
A colei che è la madre e la regina degli angeli.
Perché è anche la madre e la regina degli uomini.
A tutte le creature manca qualcosa,
e non soltanto di non essere Creatore.
A quelle che sono carnali, lo sappiamo, manca di essere pure.
ma a quelle che sono pure, bisogna saperlo, manca d’essere carnali.
Una sola è pura essendo carnale.
Una sola è carnale insieme essendo pura.
E’ per questo che la santa vergine
non è solo la più grande benedizione
che sia caduta sulla terra.
Ma la più grande benedizione stessa
che sia scesa in tutta la creazione.
Lei non è solo la prima tra tutte le donne.
Benedetta fra tutte le donne,
lei non è solo la prima fra tutte le creature,
lei è una creatura unica,
infinitamente rara.
Charles Pèguy