3^ Domenica di Quaresima

20 Marzo 2022

CAMMINO DI CONVERSIONE E DI PACE

Dio si rivela come salvatore.
Prende l’iniziativa chiamando Mosè a liberare il suo popolo.
Manda a noi il Figlio Gesù, con tutta pazienza e misericordia.
Ogni giorno il Signore ci accompagna nel cammino della conversione.
Viviamo senza lasciarci opprimere dalle cattive notizie di mali e di guerre, ma accogliendo il dono della speranza, fedeli al nostro compito quotidiano, aperti alla carità e accoglienza.
Per ricominciare nuovamente, lasciamoci abbracciare dalla sua misericordia nel sacramento della confessione.
Il mondo nuovo comincia con la nostra conversione.

Nelle domeniche di Quaresima, alle ore 20,30 ci diamo ancora appuntamento
presso le Clarisse, per chiedere e supplicare il dono della pace.
Confidiamo nella potente intercessione della Vergine Maria,
Regina della pace, Madre di Gesù, nostra pace e nostra vita!
Pregheremo a volte con i Salmi a volte con il Rosario, facendoci voce
di ogni fratello e sorella che in ogni parte della terra sperimenta odio e violenza.

Il cammino della Quaresima 

A livello Vicariale vengono proposte le
Stazioni Quaresimali

Martedì 22 marzo
ore 21,00 a Scalon
“Siate di  quelli che mettono in pratica
la Parola, e non ascoltatori soltanto,
illudendo voi stessi”
Vescovo Giampaolo Dianin.

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Martedì 5 aprile
ore 21,00 a Rosolina Mare

“Chiamati alla pienezza dell’Amore”
preparazione alla celebrazione
della Riconciliazione.

Incontro con genitori dei ragazzi
di 1^ media e 5^ elementare

Martedì 22 Marzo
dalle ore 18,30 alle ore 19,30
nella sala maggiore
delle opere parrocchiali.

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Al venerdì, prima della messa, alle 17,30
celebriamo in Chiesa, la Via Crucis.

Venerdì 25 Marzo
festa della Annunciazione del Signore,
faremo anche la
consacrazione al
Cuore Immacolato di Maria.

Padrone, lascialo ancora quest’anno

Il vangelo ricorda due fatti di cronaca. Alcuni Galilei avevano organizzato una rivolta contro i romani e per sfuggire alla cattura si erano rifugiati nel Tempio. I soldati romani, su ordine di Pilato, li avevano inseguiti, catturati e uccisi nei piazzali del Tempio, mescolando il loro sangue con quello degli animali offerti in sacrificio. Qualche tempo prima nei pressi della piscina di Siloe era crollata improvvisamente una torre e aveva ucciso diciotto operai. La gente ragionava così: se questi uomini sono morti in modo così violento e/o improvviso, significa che erano dei peccatori, per questo Dio li ha puniti. Gesù invece afferma che questi fatti non sono un castigo per i morti, ma un appello alla vigilanza e alla conversione per i vivi: Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. Non è vero che quegli uomini fossero particolarmente meritevoli di essere puniti, né è certo che Dio abbia voluto colpirli direttamente. Ciò che non lascia spazio a dubbi è che queste disgrazie improvvise possono capitare, e che l’unico atteggiamento intelligente, per chi ha fede, è vivere nella vigilanza, perché la vita è appesa a un filo che si può spezzare un qualunque momento.
Questo invito alla vigilanza e alla conversione è ribadito dalla parabola del fico sterile. Il centro della parabola è costituito dal dialogo tra il padrone e il contadino. Il padrone è convinto che ormai quell’albero occupi inutilmente dello spazio utile; il contadino al contrario pensa alla fatica che ha fatto e alla speranza che ha riposto su quella pianta, e chiede ancora un anno di tempo per vedere se darà frutti. Il fico è immagine dell’uomo, il contadino rappresenta invece il Signore che ci dona ancora un po’ di tempo; quel tempo che è l’intero arco della nostra vita, che va vissuta come momento favorevole per la nostra conversione, come momento propizio per una rinnovata adesione a Dio e alla sua volontà. Il tempo concesso, un solo anno, sottolinea l’urgenza della conversione e la necessità che la decisione non venga ulteriormente rimandata. Dio è paziente, ma non dobbiamo abusare della sua pazienza.
La Quaresima è il tempo adatto per una revisione profonda della nostra vita, per verificare la mèta verso la quale siamo diretti e, se necessario, per cambiare direzione.

d.G.

Venerdì 25 marzo, durante la celebrazione della Penitenza che presiederà alle 17 nella Basilica di San Pietro, Papa Francesco consacrerà al Cuore immacolato di Maria la Russia e l’Ucraina.

A Vatican News l’arcivescovo dell’arcidiocesi della Madre di Dio a Mosca, monsignor Paolo Pezzi, sottolinea che questo atto di consacrazione è un invito ad accendere la fiammella della speranza in un momento buio. Il significato di questa consacrazione, aggiunge monsignor Pezzi, è quello “di convertire i nostri cuori a Cristo”.

Il Papa ha deciso di rimettere tutto nelle mani di Maria. Cosa significa questo     affidamento alla Madonna?

È un periodo buio. Di cosa c’è bisogno quando c’è il buio? C’è bisogno di luci, almeno di fiammelle. La consacrazione è un invito ad accendere questa fiammella di speranza che non si è mai sopita nel nostro cuore, che non è mai sopita. Questo è anche il significato per cui il Papa può, con libertà e con forza, rivolgersi a tutta la Chiesa e chiedere, in particolare, che queste fiammelle di speranza si riaccendano nei popoli di Russia e Ucraina.

Quale è il senso e il significato di questo atto che Francesco compirà il 25 marzo a Roma, mentre a Fatima farà altrettanto il cardinale Krajewski?

Penso che sia un significato molto simbolico ed esortativo. Intanto, mi sembra significativo di per sé che il Papa abbia scelto di fare questa consacrazione sia a Roma sia a Fatima. Sappiamo benissimo che nel quarto messaggio, quello di luglio del 1917, Maria parlò esplicitamente della conversione della Russia. Il significato di questa consacrazione è proprio quello di convertire i nostri cuori a Cristo, di tornare a dare il posto a Cristo nella nostra vita. Cristo è il Principe della pace, Colui che – come dice San Paolo – ha riunito i popoli divisi, li ha riuniti in sé. E sappiamo che il Cuore immacolato di Maria è esattamente il modo attraverso cui la Madonna partecipa a queste sofferenze di Cristo che continuano a vivere laddove non c’è pace, laddove non c’è amicizia tra gli uomini. In un certo senso, è come il voler consegnare questi popoli, in particolare, a ciò che di più intimo c’è nella Vergine e come specchio della Trinità potremmo dire nel cuore stesso di Dio. È come un invito a essere anche noi presi dentro questo magnete d’amore che è la croce.