Domenica II^ di Pasqua o della Divina Misericordia

24 Aprile 2022

INCONTRARE E CONOSCEREATTRAVERSO LE PERSONE

Gli apostoli riconoscono il Signore:
la fede nasce da un fatto guardato, riconosciuto, accolto.
La fede nasce dalla testimonianza di coloro che hanno visto e udito, come gli Apostoli verso Tommaso.
La grazia è un avvenimento che accade sotto i nostri occhi.
E’ una grazia presente, che si trasmette oggi nella Parola, nella comunità riunita, nel pane condiviso.
Una presenza che ci apre alla vigilanza per scoprire i segni della Sua presenza, e ci sospinge a testimoniarla.

Pace e ogni bene

Nel tempo pasquale desideriamo celebrare con voi l’Ufficio divino,
per gustare insieme ed entrare sempre più nella via nuova dello Spirito.

Ogni sabato sera alle 20,45

Le Sorelle Clarisse

Nel giorno della Divina Misericordia
celebriamo il Sacramento
della 1^ Confessione per:

Mantovani Benedetta
Dan Giovanni
Pedon Sofya
Maglito Ryan
Odoardi Francesco
Mescalchin Achille
Pozzati Mia
Ravazzolo Alessio
Cavallari Anna
Caverni Alessandro
Mazzocco Barbara
Zanellato Francesco
Curri Lavinia

“La Sorpresa”

Il film sulla vita del Beato Padre Marella

Giovedì 28 aprile ore 21
Cinema teatro don Bosco
Chioggia

Signore mio e Dio mio!

Il brano evangelico presenta il nascere della fede in Gesù e l’edificarsi della Chiesa dopo gli eventi pasquali. La sera di Pasqua, quando Gesù appare per la prima volta, Tommaso non è presente. Egli probabilmente aveva sentito più degli altri la delusione per la fine in croce di Gesù e, messo di fronte al fatto della risurrezione, non vuole credere, teme di dover provare altre frustrazioni. L’intenzione dell’evangelista è chiara: aiutare il lettore a capire che bisogna credere in Gesù anche senza avere la fortuna di vederlo; credere nella sua presenza invisibile ma reale nella vita della Chiesa; credere nell’azione liberante e salvante che continua a esercitare nella e attraverso la Chiesa.
L’apparizione, presente Tommaso, avviene «otto giorni dopo». Gesù si rivolge a Tommaso, riprende le parole che il discepolo dubbioso aveva detto otto giorni prima, e si mostra pronto a esaudire le richieste alle quali aveva condizionato il suo credere. Ma l’apostolo Tommaso, dinanzi a Gesù che entra a porte chiuse, che mostra di conoscere per filo e per segno tutte le sue pretese, non può far altro che aprire il cuore e la mente alla fede. Tommaso riconosce nel Gesù che gli è apparso il Gesù terreno, ma capisce anche che qualcosa è cambiato in lui e si rivolge a lui dicendo: Signore mio e Dio mio. Questa confessione di fede si ricollega all’affermazione iniziale del prologo: il Verbo era Dio (1,1) e si aggiunge alle tante altre che ricorrono nel quarto vangelo.
Gesù accetta la confessione di fede di Tommaso ma non si esime dal rimproverarlo. Si tratta però di un rimprovero formulato in vista della beatitudine successiva: Perché mi hai veduto, hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto. Con questa beatitudine l’evangelista volge lo sguardo ai cristiani del futuro che, pur non avendo la fortuna di Tommaso e degli altri discepoli, credono in lui. Questa beatitudine è scritta per noi ed è motivo di fiducia e speranza. Chi crede senza vedere è detto da Gesù «beato». Ogni domenica risuona anche per noi questa beatitudine della fede e ci invita a rendere sempre più viva a forte la nostra adesione a Gesù. Il nostro credere e sperare in lui non è un’illusione o un’alienazione, ha come fondamento colui al quale ognuno di noi può dire con verità: Signore mio e Dio mio!

d.G.

“Voi avete il fiuto della verità”

Lunedì 18, lunedì dell’Angelo, di buon mattino, siamo partiti per Roma. Eravamo in 42, 20 adulti e 22 ragazzi che si stanno preparando alla celebrazione dei Sacramenti dell’Iniziazione cristiana.
Il Papa aveva espresso il desiderio di incontrare gli adolescenti italiani, e noi abbiamo accolto volentieri l’invito.
Tutto è stato un incanto,  le inevitabili difficoltà quasi non le abbiamo colte.
Blanco che doveva essere presente in piazza San Pietro per animare l’attesa del Papa, mandava in visibilio le nostre ragazze.
…ma il Papa, gli amici, l’esperienza vissuta han fatto sbiadire la presenza del cantante, tanto che al ritorno, in corriera, nessuno più si è ricordato di Blanco.
Siamo stati in compagnia di più di 70 mila ragazzi, abbiamo ascoltato il Papa che ci ha invitato ad usare il fiuto tipico dei ragazzi, abbiamo anche visitato, martedì 19, i monumenti più significativi di Roma, abbiamo concluso il nostro viaggio nella Chiesa di Santa Croce in Gerusalemme, e poi siamo tornati a casa.
Che cosa potevamo desiderare di più?

d.A.