XXIV^ Domenica del Tempo Ordinario

11 settembre 2022

La misericordia che fa vivere

La misericordia è l’esperienza umana più viva e più pacificante.
Chi si vede accolto e perdonato ricomincia a vivere e riprende le sue energie.
Come nella Chiesa facciamo questa esperienza?
Accolti come figli, senza discriminazioni; messi accanto alle persone da considerare fratelli e sorelle, e lanciati nel mondo con lo stesso sguardo e lo stesso cuore.
Occorre  ritrovare anche personalmente il gesto di Dio che ci abbraccia nel sacramento della Confessione.
Occorre sperimentare la gioia del perdono ricevuto e di quello donato.
Domandiamo la grazia di vivere questo a cominciare dalla nostra famiglia e dalla nostra comunità cristiana

 Domenica 11 settembre
celebriamo a Ca’ Cappellino
la festa patronale della

Natività della Beata
Vergine Maria
.

Il Consiglio delle Conferenze Episcopali
d’Europa propone un gesto comunitario
di solidarietà per l’Ucraina.

La CEI, aderendo all’iniziativa,
invita ad un
momento di adorazione eucaristica
per invocare il dono della pace
in terra Ucraina
nel pomeriggio del giorno
14 settembre
festa dell’Esaltazione della Croce.

Mercoledì 14 settembre
alle ore 17,30
vogliamo vivere insieme
questo momento
di adorazione e di preghiera.

La bontà di Dio

Parabole della misericordia è la denominazione con cui sono comunemente note le tre parabole che l’evangelista Luca presenta nel c. 15: la pecora smarrita, la dramma smarrita e il padre buono. Di fronte a scribi e farisei che si scandalizzavano della sua eccessiva familiarità con i peccatori, Gesù difende il suo comportamento raccontando queste parabole. Dio è un padre buono, ricco di amore e sensibilità verso tutti, soprattutto verso i poveri, i peccatori, gli esclusi, i lontani; Dio è padre di tutti, non fa preferenza di persone, a tutti vuole donare una speranza per la propria vita nel segno dell’accoglienza, della comunione, della salvezza. Se Dio è così, ne segue che anche i suoi figli (= i cristiani) sono chiamati a imitare il suo modo di pensare e agire, coscienti che lui non è un Dio lontano, ma vicino, attento e premuroso.
Dio non chiude mai la porta in faccia al peccatore, la lascia sempre socchiusa e attende con pazienza il suo ritorno. Come Dio è sempre pronto e disposto a perdonare e a ridare nuova fiducia a chi ha sbagliato, così deve comportarsi ogni cristiano nei confronti del prossimo. E non solo nei confronti di quanti ci sono amici, ma anche nei confronti di quanti consideriamo come nemici e/o avversari. Anzi, soprattutto a questi ultimi si è chiamati a manifestare il proprio perdono, cercando di non coltivare sentimenti di odio e propositi di vendetta, ma invocando per tutti la forza dello Spirito dell’amore. Dio ci chiede, infine, di imitare la sua ricerca della pecora perduta. Nelle nostre comunità non mancano certo i «lontani», persone che si sono allontanate dalla fede e gestiscono la loro vita come se Gesù non fosse mai venuto e non avesse mai parlato. Non si può fingere di non vederli, non ci si può consolare guardando a quanti ancora partecipano alla vita della comunità. Occorre invece darsi da fare perché coloro che si sono allontanati da Dio e dalla vita cristiana possano tornare alla piena comunione con Dio e con noi.

d.G.

Percorso di formazione