XXV^ del Tempo Ordinario
18 settembre 2022
SCALTREZZA E DECISIONE
Di quanta intelligenza e scaltrezza c’è bisogno per vivere?
Gesù ci mette in paragone con chi usa intelligenza e scaltrezza per salvarsi da situazioni difficili anche attraverso l’imbroglio.
Usiamo per il bene quello che altri usano per il male!
Uno spunto di intelligenza, un lampo di decisione, una presa di iniziativa che smuova noi e il mondo attorno.
Non basta stare al balcone (balconear, direbbe papa Francesco).
E’ necessario che ciascuno osservi e si muova in base alla propria vocazione e alle proprie capacità.
Il Vangelo dice: “Sveglia cristiani”.
Nessuno può servire due padroni
Gesù, con parabola dell’amministratore infedele, non intende giustificare nessun tipo di disonestà e truffa. L’attenzione è posta sull’abilità dell’amministratore non sulla sua disonestà, sulla sua furbizia non sul suo imbroglio. È come se Gesù dicesse: sarebbe bello che l’astuzia e abilità, che quell’amministratore ha usato nel male, i discepoli la usassero nel bene. Perché – si domanda Gesù – l’abilità e l’intraprendenza che molti dimostrano nella gestione dei beni di questo mondo non viene esercitata con uguale impegno anche per quanto riguarda la fede e la vita cristiana? Con questa parabola Gesù raccomanda ai discepoli maggiore spirito di iniziativa e una dose più alta di coraggio e sana furbizia nell’agire. Quell’amministratore, davanti a una situazione d’emergenza che metteva in gioco tutto il suo avvenire, ha dato prova di due cose: di estrema decisione e di grande scaltrezza. Ha agito prontamente e con intelligenza per mettersi al sicuro. Questo – dice Gesù – è ciò che dovete fare anche voi per mettere al sicuro non l’avvenire terreno, che dura qualche anno, ma l’avvenire eterno.
La parabola è accompagnata da tre detti di Gesù. Nel primo Gesù invita a farci amici coloro che un giorno possano accoglierci e aiutarci. Questi amici sono i poveri, dal momento che Gesù considera fatto a lui stesso quello che viene fatto al povero. “I poveri – scrive sant’Agostino – sono i nostri corrieri e i nostri facchini, ci permettono di trasferire fin d’ora i nostri beni nella casa che si sta costruendo per noi nell’aldilà”. Il secondo detto invita alla fedeltà e all’onestà nell’amministrare i beni che ci vengono affidati. Chi non è capace di muoversi con onestà e giustizia tra le cose di questo mondo, non potrà essere fedele nelle cose più impegnative che si riferiscono al Regno. Il terzo detto afferma che è impossibile servire a Dio e alla ricchezza, perché sia l’uno che l’altra pretendono una dedizione totale. E per ricchezza non dobbiamo intendere il necessario per vivere o quel gruzzolo che si tiene come riserva per gli imprevisti. Il vangelo, quando parla di ricchezza, fa riferimento all’abbondanza sfacciata, ai grandi capitali, agli ingordi che accumulano possesso a possesso, casa a casa. Non si può amare Dio e nello stesso tempo avere come scopo della vita quello di accumulare ricchezze
Diocesi di Chioggia
Vicaria di Loreo
Percorso di formazione
per catechisti
dell’Iniziazione Cristiana
LA PREGHIERA
2° incontro
LA CATECHESI COME
INIZIAZIONE ALLA
PREGHIERA
Don Giorgio Scatto
presbitero della
diocesi di Vicenza
fondatore della comunità
monastica di Marango
Martedì 20 settembre
dalle 18,30 alle 20,00
presso le
Opere Parrocchiali