XXVI^ Domenica del Tempo Ordinario

25 settembre 2022

TORNIAMO AL GUSTO DEL PANE

Un pranzo sontuoso.
Alla porta, un uomo povero malato e affamato.
Ciascuno può colmare un poco il dislivello soccorrendo il vicino e il lontano.
La carità trova le sue vie, e sa incontrare sempre una (almeno una!) persona da soccorrere.
Nel pane dell’Eucarestia, Gesù dona se stesso, per nutrirci con la sua presenza, il suo amore, la sua parola: una condivisione che diventa fraternità e dona gioia per la vita altrui e nostra.
Non una vita da spensierati e buontemponi – profeta Amos – ma una strada di vita buona – Paolo a Timoteo.
Il pane sulla tavola e il pane eucaristico sono il segno di questa condivisione.

Il ricco e il povero

Il vangelo presenta la parabola di Epulone e Lazzaro. Epulone è un ricco gaudente e soddisfatto, così concentrato su sé stesso da non accorgersi del povero Lazzaro che giace affamato e malato alla porta di casa sua. Ciò che lo condanna è la sua concentrazione su sé stesso che non gli fa vedere il prossimo che gli sta accanto. Il destino di condanna in cui viene a trovarsi nell’aldilà è conseguenza del profondo egoismo che ha segnato tutta la sua vita e che lo rende, ancora oggi, un’icona dell’uomo egoista. L’egoista è colui che si preoccupa solo di sé stesso, è colui che, ignorando gli altri, dimentica le esigenze della solidarietà che impegna a darsi da fare per il bene di tutti. La vicenda narrata da Gesù si ripete anche oggi. A livello mondiale il ricco e il povero sono il nord e il sud del mondo: il ricco epulone rappresenta l’emisfero nord (Europa occidentale, America, Giappone), il povero Lazzaro, con poche eccezioni, l’emisfero sud (Africa, America latina, l’Asia meridionale). Due personaggi, due mondi: il «primo mondo» ricco gaudente e sprecone, il «terzo mondo» povero e affamato. Lo stesso contrasto si ripete all’interno di ognuno dei due raggruppamenti. Ci sono ricchi epuloni che vivono gomito a gomito con poveri Lazzaro nei paesi del terzo mondo, e il loro lusso solitario risulta ancora più stridente in mezzo alla generale miseria delle masse. E ci sono poveri Lazzaro che vivono gomito a gomito con i ricchi epuloni nei paesi del primo mondo. Nelle cosiddette «società del benessere» persone dello spettacolo, dello sport, della finanza, della grande industria, contano i loro contratti di lavoro a milioni di euro, e tutto questo davanti a milioni di persone che con il loro magro stipendio o la cassa integrazione non sanno come arrivare a pagare l’affitto, i medicinali, gli studi per i loro figli.
Questa denuncia del pericolo che la ricchezza porta in sé conserva intatta la sua carica dirompente. Il cristiano deve guardarsi dal pericolo che la ricchezza lo renda «sazio», cioè dal pericolo che la ricchezza renda il suo cuore duro e insensibile verso i fratelli che si trovano in situazione di bisogno. La parabola non è suggerita da astio verso i ricchi, ma dalla preoccupazione sincera per la loro salvezza. Dio vuole salvare i ricchi dalla loro ricchezza.

Diocesi di Chioggia
Vicaria di Loreo

Percorso di formazione
per catechisti
dell’Iniziazione Cristiana

LA PREGHIERA

3° incontro

EDUCARE
ALLA PREGHIERA
Laboratorio

Don Maurizio Botta

presbitero dei preti
dell’Oratorio

Martedì 27 settembre
dalle 18,30 alle 20,00
presso le
Opere Parrocchiali