XXVIII^ Domenica del Tempo Ordinario
9 ottobre 2022
UN’ESPERIENZA DI SALVEZZA
Dieci persone vengono liberate dalla lebbra, ma una sola viene realmente salvata, perché accoglie non solo il miracolo compiuto da Gesù, ma la sua persona:
‘La tua fede ti ha salvato’.
Il Battesimo, evocato dal gesto di Naaman che si lava nel fiume, ci introduce nel fiume della Chiesa.
Non più estranei e ‘tenuti fuori’ come i lebbrosi, ma veniamo introdotti nella Chiesa, per diventare comunicatori della fede e della speranza cristiana, nella garanzia che viene dal rapporto con l’autorità, Papa con vescovi e sacerdoti uniti con lui. (‘Presentatevi ai sacerdoti’).
Monastero delle Clarisse
Adorazione Eucaristica
giovedì 13 ottobre ore 20,30
“Torniamo al gusto del pane…”
Diocesi di Chioggia
Vicariato di Loreo
Mercoledì 12 ottobre,
alle ore 18.30
nella nostra Chiesa
il Vescovo compie la
Celebrazione del mandato
ai catechisti del nostro Vicariato
Percorso Fidanzati
in preparazione alla celebrazione
del Sacramento del Matrimonio
nel nostro vicariato di Loreo:
di venerdì sera, alle ore 21,
14, 21, 28 ottobre
4, 11, 18, 25 novembre 2022
nella parrocchia di Scalon;
di sabato sera ore 21
14, 21, 28 gennaio
4, 11, 18, 25 febbraio 2023
nella parrocchia di Taglio di Po;
al mercoledì sera ore 21
1, 8, 15, 22, 29, marzo
19, 26 aprile 2023
nella Parrocchia
di Loreo.
Fate arrivare la proposta
nelle vostre famiglie,
ai giovani, alle coppie,
a chi magari già convive
e crede che la vocazione
al Sacramento del Matrimonio
possa essere una cosa bella,
importante e da valutare seriamente.
La tua fede ti ha salvato
Dieci lebbrosi si avvicinano a Gesù e implorano la guarigione. Gesù mette alla prova la loro fede inviandoli ancora prima di guarirli ai sacerdoti e, lungo la strada, si accorgono improvvisamente che la lebbra è scomparsa, ma uno solo – uno straniero, un samaritano – ritorna sui suoi passi per ringraziare il Signore e rendere gloria a Dio, e solo a questo straniero Gesù dice: La tua fede ti ha salvato. Tutti sono stati guariti, ma uno solo è dichiarato «salvato». La salvezza giunge solo quando il cuore si apre alla fede in Gesù. Il punto centrale di questo episodio sta proprio nell’atteggiamento riconoscente del samaritano, che non è solo un gesto di cortesia, le sue parole e i suoi gesti mostrano che è maturata in lui una nuova e più piena conoscenza di Gesù: si prostra infatti con la faccia a terra in gesto di adorazione, e da gloria a Dio che in Gesù si è reso presente per salvare. Ringraziarlo non è tanto pronunciare la parola «grazie», quanto riconoscerlo per quello che lui è per noi.
All’uomo torna sempre difficile dire «grazie», anche quando il dono ricevuto è grande; l’uomo preferisce dimenticare, è così diventa un ingrato. Per questo Gesù mostra di gradire il gesto del samaritano che torna a dare gloria a Dio, mentre gli reca dispiacere l’ingratitudine dei suoi connazionali. La riconoscenza testimoniata dal samaritano diventa una «ri-conoscenza», ossia una «nuova conoscenza» che lo porta a vedere non solo il miracolo di guarigione che è stato compiuto, ma anche a riconoscere in colui che lo ha compiuto il Salvatore, l’inviato di Dio.
Anche noi dobbiamo imparare a dire «grazie». Dire «grazie» a Dio per il nuovo giorno che ci offre ogni mattina; dire «grazie» in famiglia per i tanti gesti di attenzione e di premura nei nostri confronti; dire «grazie» a chi, nelle varie realtà sociali, si impegna a promuovere il bene comune in modo autentico e disinteressato. Dire «grazie» con la nostra persona, facendo della nostra vita un «rendimento di grazie».
d.G.