Domenica III^ di Avvento
11 dicembre 2022
Sei tu colui che deve venire?
Una domanda che ci prende “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”
E’ Gesù il Salvatore che attendiamo?
E’ di Lui che abbiamo bisogno, mentre desideriamo la pace, la stabilità della speranza, la bellezza e la felicità della vita?
Nel dramma e nel deserto del mondo, Gesù è venuto, Gesù viene.
Scrutiamo ogni giorno i segni della sua presenza e della salvezza che egli opera.
Domandiamo l’umiltà di riconoscerlo.
Partecipiamo al cammino di Avvento nella preghiera, nella parola di Dio, nella carità, nella fedeltà alla nostra vocazione, con la compagnia della Chiesa.
Novena di Natale
Venerdì 16 iniziamo la Novena di Natale.
Sono i nove giorni che aiutano, attraverso il canto e le letture, a preparare il Natale del Signore.
Ci diamo appuntamento alla messa delle 18 per vivere insieme questo grande momento.
Il cammino dell’Avvento
“E il Verbo si è fatto carne”
Incontro del Vangelo
Ogni venerdì
alle ore 20,45,
in canonica,
Perché la Parola del Signore
diventi carne anche nella nostra vita.
* * *
Nella Chiesa del Monastero
Domenica 18 Dicembre
ore 20,30
viviamo nell’Avvento
un tempo in adorazione
Domenica 18 dicembre
Pranzo con i ragazzi
e i genitori del catechismo
ore 10,30
S. Messa
ore 12,30
pranzo presso la
Corte S.S. Angeli – Ca’Cappello
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Ringraziamento
Ringraziamo tutte le persone che collaborano
in diversi modi alle necessità
della nostra Chiesa
Dio viene a salvarci
Il vangelo ripropone – anche questa domenica – la figura di Giovanni Battista. I profeti e lo stesso Giovanni Battista avevano descritto i tempi messianici come giorni d’ira e giudizio. Gesù si presenta invece come portatore di bontà e perdono, pieno di misericordia verso tutti. Di fronte a questo comportamento sorgono delle perplessità. Giovanni Battista, che è in prigione, sente parlare dell’attività di Gesù e si domanda se sia lui il Messia atteso. Gli invia quindi i discepoli a chiedergli: Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro? I discepoli non devono rispondere con un sì o un no, ma raccontare al loro maestro le parole e azioni di Gesù. Giovanni sarà allora in grado di trarre le sue conclusioni. Le opere che Gesù compie sono le opere che Dio aveva annunciato per mezzo dei profeti. Esse testimoniano che Gesù è il Messia e che non occorre aspettarne un altro.
Il comportamento di Gesù, caratterizzato da bontà e misericordia, sembrava – almeno in apparenza – non accordarsi con la predicazione austera del Battista, che aveva presentato il Messia come colui che avrebbe tagliato gli alberi infruttuosi e bruciato la pula con il fuoco della collera divina. Di fronte all’agire di Gesù, Giovanni deve riconoscere che il disegno di Dio è diverso da quello che aveva immaginato. L’agire di Dio sorprende e va oltre gli schemi dentro i quali si tenta di fissarlo e rinchiuderlo. La Parola di Dio è dinamica, ha sempre qualcosa di nuovo da dire. Beato, quindi, colui che non si scandalizza per l’agire di Dio, anche se va al di là dei nostri schemi.
Dopo aver indicato i termini in base ai quali è possibile dare un giudizio su di lui (i miracoli, le Scritture), Gesù esprime il suo giudizio sul Battista. La grandezza di Giovanni sta nell’aver accettato il compito di rendere testimonianza a Gesù. Sta qui tutto il significato dell’eccezionale grandezza di Giovanni, ma questo è anche il compito di ogni credente, di ciascuno di noi: rendere testimonianza a Gesù con la nostra vita.
d.G.
Catechisti: formarsi per formare
Il Corso di formazione per i catechisti è stato un’occasione proficua sia dal punto di vista della riflessione personale che da quello del servizio che siamo chiamati a svolgere come catechisti e come cristiani. Il porci di fronte al tema della vita spirituale e in particolare della preghiera, ci ha fatto molto riflettere, tanto da far mettere in discussione il nostro modo di concepire questo dialogo con Dio. Infatti, presi dai molti impegni, ci troviamo spesso a pregare frettolosamente, senza dare il giusto peso a questo rapporto col Signore. Per quanto concerne il servizio ai nostri ragazzi siamo invitati a trasmettere loro la bellezza di rivolgersi a Dio sempre: nei momenti belli, in quelli tristi, per ringraziare e per chiedere perdono. In altre parole, usando un’espressione di papa Francesco, “la preghiera è il respiro della vita” senza la quale non saremmo in grado di far nulla e che amplifica la propria forza se condivisa con la comunità intera. A conclusione del cammino di formazione, abbiamo celebrato il rito del mandato, presieduto dal nostro vescovo Giampaolo, che ci ha fatto gustare la preghiera del Padre Nostro sotto una luce intensa; le sue parole ci hanno fatto comprendere la profondità di questa preghiera insegnataci da Gesù. Mi sento di rivolgere un grazie di cuore al nostro Pastore e ai nostri sacerdoti per l’opportunità che ci hanno donato. Ora tocca a noi catechisti far tesoro di quello che abbiamo ricevuto e far fiorire nei nostri bambini e ragazzi la gioia di pregare.