Domenica II del tempo ordinario

15 gennaio 2022

Il Vangelo di questa domenica sviluppa quello
della festa del Battesimo del Signore, domenica scorsa.
Il Battista riconosce in Gesù il ‘Figlio di Dio’.
Egli è colui che ‘è avanti’ rispetto al Battista:
porta a compimento la storia della salvezza;
ed è colui che ‘era prima’, fin dal principio, dall’eternità.
Lo Spirito di Dio che ha creato il mondo e lo rinnova,
ci rigenera a vita nuova ‘nell’acqua e nello Spirito’.
Il Battesimo permane in noi come fonte di vita nuova,
principio di fede e di amore per ogni giornata.

Dovendo, in questi giorni, riordinare la
nuova agenda per la celebrazione delle
S.S. Messe in suffragio dei defunti,
e persone che desiderano o sono abituate a
far celebrare mensilmente la S. Messa,
sono pregate di riconfermarlo quanto prima

Settimana di preghiera
per l’Unità dei Cristiani
18-25 gennaio

“Imparate a fare il bene, cercate la giustizia” (Isaia 1,17)

* * *

Adorazione Eucaristica
presso le Clarisse

giovedì 19 gennaio ore 20,30

* * *

Consiglio Pastorale Parrocchiale
venerdì 20 ore 20,40

Una cosa sola è
necessaria

Secondo anno
del Cammino Sinodale
2022- 2023

° ° °

Incontro diocesano
per catechisti,
animatori della liturgia,
e operatori della carità

Domenica 12 febbraio 2023
alle ore 15,30
presso le opere parrocchiali
della parrocchia
B.M.V. della Navicella

Ecco l’agnello di Dio!

Il vangelo presenta Giovanni come colui che è stato inviato da Dio per rendere testimonianza a Gesù. In un mondo che ha rifiutato la «luce» per rimanere nelle «tenebre» dell’ignoranza, Giovanni è il dito puntato verso la «luce». È lui che vede lo Spirito discendere su Gesù, è lui che lo riconosce come il Figlio di Dio. Nel Quarto Vangelo, Giovanni, più che precursore profeta e battezzatore (non viene mai chiamato Battista), è «il testimone». Egli è colui che ha la gioia di sentire che lo «sposo» è arrivato e, obbediente alla voce di Dio, gli rende testimonianza. Giovanni, incontrando Gesù, lo indica a tutti dicendo: Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!
Presentando Gesù come «agnello», Giovanni richiama un altro agnello significativo nella storia del popolo di Israele: l’«agnello pasquale». Il sangue dell’agnello pasquale salvò gli israeliti dall’angelo sterminatore, il sangue del nuovo agnello pasquale (= Gesù) donerà la salvezza a tutta l’umanità. L’immagine dell’agnello rievoca anche la profezia di Isaia sul misterioso «servo di Jhwh», obbediente fino alla morte, fedele alla sua missione fino a prendere su di sé i peccati del popolo (cfr. Is 53).
Giovanni Battista si presenta a noi come modello di ogni credente, chiamato a essere testimone convinto della propria fede. Perché questo divenga realtà, ci è chiesto di approfondire sempre più la nostra conoscenza di Gesù, non stancandoci di ascoltare con attenzione la sua Parola. Questo significa leggere e meditare la Parola di Dio, partecipare ai momenti di formazione cristiana che vengono offerti, intensificare il rapporto con il Signore attraverso la preghiera. Ci è chiesto inoltre di vivere con coerenza e profondità la nostra fede, non per metterci in mostra, non per essere lo­dati, ma perché Dio sia lodato attraverso di noi. Siamo chiamati a vivere ogni giorno come veri figli di Dio, facendo nostre le parole e i gesti di Gesù, condividendo i suoi sentimenti, imitando il suo stile di vita. Così sarà possibile continuare a rendere presente Gesù nel mondo di oggi, così sarà possibile far capire al mondo quale è la vita nuova che Gesù ha lasciato in dono a tutta l’umanità.

d.G.

Testamento spirituale di Benedetto XVI

Se in quest’ora tarda della mia vita guardo indietro ai decenni che ho percorso, per prima cosa vedo quante ragioni abbia per ringraziare. Ringrazio prima di ogni altro Dio stesso, il dispensatore di ogni buon dono, che mi ha donato la vita e mi ha guidato attraverso vari momenti di confusione; rialzandomi sempre ogni volta che incominciavo a scivolare e donandomi sempre di nuovo la luce del suo volto. Retrospettivamente vedo e capisco che anche i tratti bui e faticosi di questo cammino sono stati per la mia salvezza e che proprio in essi Egli mi ha guidato bene.
Ringrazio i miei genitori, che mi hanno donato la vita in un tempo difficile e che, a costo di grandi sacrifici, con il loro amore mi hanno preparato una magnifica dimora che, come chiara luce, illumina tutti i miei giorni fino a oggi. La lucida fede di mio padre ha insegnato a noi figli a credere, e come segnavia è stata sempre salda in mezzo a tutte le mie acquisizioni scientifiche; la profonda devozione e la grande bontà di mia madre rappresentano un’eredità per la quale non potrò mai ringraziare abbastanza. Mia sorella mi ha assistito per decenni disinteressatamente e con affettuosa premura; mio fratello, con la lucidità dei suoi giudizi, la sua vigorosa risolutezza e la serenità del cuore, mi ha sempre spianato il cammino; senza questo suo continuo precedermi e accompagnarmi non avrei potuto trovare la via giusta.
Di cuore ringrazio Dio per i tanti amici, uomini e donne, che Egli mi ha sempre posto a fianco; per i collaboratori in tutte le tappe del mio cammino; per i maestri e gli allievi che Egli mi ha dato. Tutti li affido grato alla Sua bontà. E voglio ringraziare il Signore per la mia bella patria nelle Prealpi bavaresi, nella quale sempre ho visto trasparire lo splendore del Creatore stesso.
Ringrazio la gente della mia patria perché in loro ho potuto sempre di nuovo sperimentare la bellezza della fede. Prego affinché la nostra terra resti una terra di fede e vi prego, cari compatrioti: non lasciatevi distogliere dalla fede. E finalmente ringrazio Dio per tutto il bello che ho potuto sperimentare in tutte le tappe del mio cammino, specialmente però a Roma e in Italia che è diventata la mia seconda patria.
A tutti quelli a cui abbia in qualche modo fatto torto, chiedo di cuore perdono.
Quello che prima ho detto ai miei compatrioti, lo dico ora a tutti quelli che nella Chiesa sono stati affidati al mio servizio: rimanete saldi nella fede! Non lasciatevi confondere! Spesso sembra che la scienza — le scienze naturali da un lato e la ricerca storica (in particolare l’esegesi della Sacra Scrittura) dall’altro — siano in grado di offrire risultati inconfutabili in contrasto con la fede cattolica. Ho vissuto le trasformazioni delle scienze naturali sin da tempi lontani e ho potuto constatare come, al contrario, siano svanite apparenti certezze contro la fede, dimostrandosi essere non scienza, ma interpretazioni filosofiche solo apparentemente spettanti alla scienza; così come, d’altronde, è nel dialogo con le scienze naturali che anche la fede ha imparato a comprendere meglio il limite della portata delle sue affermazioni, e dunque la sua specificità. Sono ormai sessant’anni che accompagno il cammino della Teologia, in particolare delle Scienze bibliche, e con il susseguirsi delle diverse generazioni ho visto crollare tesi che sembravano incrollabili, dimostrandosi essere semplici ipotesi: la generazione liberale (Harnack, Jülicher ecc.), la generazione esistenzialista (Bultmann ecc.), la generazione marxista. Ho visto e vedo come dal groviglio delle ipotesi sia emersa ed emerga nuovamente la ragionevolezza della fede. Gesù Cristo è veramente la via, la verità e la vita — e la Chiesa, con tutte le sue insufficienze, è veramente il Suo corpo.
Infine, chiedo umilmente: pregate per me, così che il Signore, nonostante tutti i miei peccati e insufficienze, mi accolga nelle dimore eterne. A tutti quelli che mi sono affidati, giorno per giorno va di cuore la mia preghiera.
Benedictus PP XVI