5^ domenica di Quaresima
26 marzo 2023
GESU’, VITA NUOVA
Samaritana, cieco nato, Lazzaro: acqua, luce, vita. Fatti e racconti che ci svelano il senso della vita, mettendoci in contatto con Gesù Salvatore.
Nasce un nuovo sguardo su cose e persone, una nuova speranza, un nuovo modo di vivere in famiglia e in società, nella salute e nella malattia, nella prova e nella gioia.
Il vangelo ci mostra che Gesù c’entra con tutto.
Impariamo a riconoscerlo, perché rinasca in noi una vita nuova, come nelle persone che il Vangelo di queste settimane ci presenta.
Sabato 25 e domenica 26 Marzo 2023
Colletta Nazionale
pro Terremotati Siria e Turchia
In preparazione alla Settimana Santa
Sabato 1 aprile ore 21.00
Stabat Mater
di G. B. Pergole
presso il Monastero delle Clarisse
Soprano: Giovanna Manzato
Mezzosoprano: Elisabetta Fantinati
Maestro Accompagnatore: Paolo Sottovia
Domenica prossima
2 aprile
Domenica delle Palme
La celebrazione inizia
alle 9,00 a Mea
alle 10,30 a San Bartolomeo
alle 11,00 a Ca’ Cappellino.
Benedizione dell’olivo, processione,
Messa con lettura della Passione.
Viene preparato l’olivo benedetto
da portare nelle proprie famiglie.
SACRAMENTO
DELLA CONFESSIONE
Nei prossimi giorni
in preparazione alla Pasqua,
si offre la possibilità del
Sacramento della Confessione
con la presenza di alcuni sacerdoti:
Martedì 28 marzo
ore 18,30 a Taglio di Donada
ore 21.00 a Donada
Lunedì 3 aprile
ore 21.00 a Scalon
Martedì 4 aprile
ore 18,30 a San Bartolomeo
Io sono la risurrezione e la vita
Il vangelo in queste ultime domeniche ci ha aiutato a riflettere sul mistero della persona di Gesù con alcune immagini significative: Gesù è l’«acqua» che disseta e purifica (samaritana), Gesù è la «luce» che illumina il cammino (cieco nato). L’immagine di questa domenica riassume e contiene in sé tutte le altre: Gesù è la «Vita» (Lazzaro), è venuto nel mondo perché quanti credono in lui abbiano la vita eterna. La risurrezione di Lazzaro è l’ultimo e il più grande dei sette «segni» che scandiscono il quarto vangelo e costituisce il culmine dell’autorivelazione di Gesù.
Il ritorno alla vita di Lazzaro annuncia che Gesù vincerà la morte e assicurerà la risurrezione a tutti coloro che credono in lui. Gesù dice a Marta: Se crederai, vedrai la gloria di Dio. Tra questi due verbi, «credere» e «vedere», si colloca la speranza cristiana. «Se crederai, vedrai», cioè: la realtà imprevedibile, addirittura impossibile, si concede esclusivamente alla fede. Dio non chiede la fede come conseguenza e ricompensa per il miracolo compiuto, ma come condizione necessaria perché lui possa agire da Dio. Lui non è «la risurrezione e la vita» dopo che ha fatto risorgere Lazzaro (lo era già prima!), ma Lazzaro è uscito dalla tomba perché qualcuno prima ha proclamato con convinzione: Io credo.
Non sappiamo che cosa fece Lazzaro di quel supplemento di vita che si trovò a trascorrere. C’è da supporre che l’abbia utilizzato al meglio, considerandolo un dono meraviglioso ricevuto dal suo amico Gesù. Così dovrebbe essere anche per noi. Dobbiamo considerare la vita come un dono prezioso che Dio ha fatto a ciascuno di noi e aprirci alla speranza della risurrezione. La fede nella risurrezione non toglie nulla alla durezza della vita, alla sua sofferenza, alla sua fatica. Tuttavia, ciò che crediamo e speriamo è che nella morte si realizza una nascita. Dobbiamo credere che tutto conduce alla «Vita» non alla morte. Dobbiamo vivere nella certezza che il Dio dell’inizio è anche il Dio della fine, che il Dio creatore del mondo e dell’uomo è anche il Dio che porta a compimento e a realizzazione la nostra vita.
d.G.
Vicariato di Loreo
STAZIONI QUARESIMALI
In Cammino verso la Pasqua
di cantiere in cantiere secondo il cammino sinodale
Sabato 25 e domenica 26 Marzo 2023
Colletta Nazionale pro Terremotati Siria e Turchia
Venerdì 31 marzo 2023
Scalon ore 21.00
Quarto cantiere: Il cantiere delle “parrocchie sinodali”
con la testimonianza di due Collaboratori Pastorali
della Parrocchia di Piove di Sacco
Mercoledì 10 maggio 2023
Donada ore 21.00
Terzo cantiere: Il cantiere della formazione e del servizio
con la testimonianza di Gianluca Bergamaschi
delle “Case della Carità” di Modena