IV domenica di Pasqua

30 aprile 2023

60^ giornata di preghiera per le vocazioni

LA PORTA, L’OVILE, IL PASTORE

Un luogo a cui riferirsi, una casa in cui abitare, un popolo a cui appartenere, un pastore a cui guardare: a questo ci chiama Gesù.
Chi è solo e guarda solo se stesso, è una pecora solitaria che si perde.
Gesù è la porta per entrare nell’ovile della Chiesa.
Gesù è il pastore che custodisce, conduce al pascolo, ha cura di ciascuno.
Questa non solo un’immagine, ma una realtà.
Scopriamo l’ovile e seguiamo il pastore.
Senza questo, finiamo in balia del disorientamento e del nulla.

 FESTIVAL BIBLICO

CHIOGGIA 19 – 21 maggio

Sarà il libro biblico della Genesi – e in particolare i capitoli dall’1 all’11 – il filone tematico attorno al quale si articolerà la proposta culturale della 19° edizione del Festival Biblico, il festival promosso da Diocesi di Vicenza e Società San Paolo per stimolare una riflessione sulla contemporaneità alla luce delle Sacre Scritture ebraico-cristiane. Al progetto aderiscono le Diocesi di Verona, Padova, Adria-Rovigo, Vittorio Veneto, Treviso, Chioggia – quest’ultima alla sua prima edizione.

In preparazione al Festival Biblico incontro di preparazione presso le nostre opere parrocchiali
venerdì 5 maggio alle ore 20,45

Il Fioretto

del mese di  Maggio

 Il mese di Maggio
ci mette insieme
a pregare con il Rosario
per chiedere alla Madonna di Fatima
il dono della pace.

Si recita il Rosario ogni sera

in Chiesa
alle 17,30, prima della Messa.

A Sant’Antunin da Po
ogni sera alle ore 20,30

In Parrocchia
dal lunedì al venerdì
alle ore 20,45

Con i ragazzi e i genitori il Fioretto si terrà
al mercoledì alle ore 20,45, in Chiesa

Festa dell’Oratorio
San Giusto

30 aprile – 1° maggio

Martedì 2 maggio
ore 21,00

presso le opere parrocchiali
presentazione de

“Il Senso Religioso”

Io sono la porta

Il vangelo presenta la similitudine del «pastore». Il tema del pastore e del gregge percorre tutta la Bibbia. Il Salmo 23 ed Ezechiele 34 mettono in luce l’amore di Dio per il suo popolo, la conoscenza reciproca, la comunione di vita, la condanna dei falsi pastori, l’impegno di Dio a radunare il suo popolo. Raccontando la similitudine su questo sfondo biblico, Gesù si presenta come il vero pastore perché, a differenza del mercenario, non viene per rubare le pecore, ma per donare la vita. Il falso pastore pensa a sé stesso e sfrutta le pecore; il vero pastore, invece, pensa alle pecore ed è disposto a dare per loro la vita.
Gesù applica a sé stesso anche l’immagine della «porta»: Io sono la porta delle pecore. Questa similitudine può avere due significati: in riferimento ai capi, Gesù è la porta per la quale si deve passare per essere legittimi pastori; in riferimento ai fedeli, Gesù è la porta per la quale si entra nel Regno e si raggiunge la salvezza. In entrambi i casi si afferma la centralità di Gesù. Solo in Lui vi è salvezza e vita, solo Lui è la porta che conduce alla libertà. Per attraversare questa porta, però, bisogna convertirsi, perché entra solo chi ascolta la voce del pastore.
Il brano evangelico parla anche del comportamento delle pecore e fa’ emergere un terzo tema: la sequela. La sequela è frutto di una chiamata (egli chiama le pecore ciascuna per nome), implica un’appartenenza (le sue pecore), esige ascolto (ascoltano la sua voce). La sequela è comunione di vita, è camminare insieme (cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono), richiede il rifiuto di ogni altro pastore e maestro (un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui). Solo Gesù è il «pastore» e la «porta» dell’ovile, affidarsi a lui significa scegliere la guida sicura che conduce alla vita. Gesù «pastore» si rende visibile nella Chiesa attraverso i suoi ministri. Oggi siamo invitati a pregare il signore della messe perché mandi operai nella sua messe (Lc 10,2). Preghiamo perché coloro che sono chiamati rispondano con un sì generoso al suo amore.

d.G.

Giornata mondiale delle vocazioni

30 aprile 2023

 Messaggio del vescovo

La giornata mondiale delle vocazioni non mette a tema solo le vocazioni al presbiterato o alla vita consacrata, anche se queste particolari chiamate ci stanno tanto a cuore. La Chiesa in questa giornata invita tutti i cristiani a rileggere la loro vita come risposta a una chiamata del Signore. Preti, consacrati e consacrate, sposi e missionari, battezzati impegnati nella vita pubblica. Quest’anno papa Francesco nel suo messaggio per questa giornata ha voluto richiamare l’attenzione sulla reciprocità delle diverse vocazioni nella Chiesa. Così scrive nell’Esortazione Apostolica post-sinodale rivolta ai giovani e a tutto il popolo di Dio: «La pastorale [giovanile] non può che essere sinodale, vale a dire capace di dar forma a un “camminare insieme” che implica una valorizzazione dei carismi che lo Spirito dona secondo la vocazione e il ruolo di ciascuno dei membri della Chiesa attraverso un dinamismo di corresponsabilità […]. In questo modo, imparando gli uni dagli altri, potremo riflettere meglio quel meraviglioso poliedro che dev’essere la Chiesa di Gesù Cristo. Essa può attrarre i giovani proprio perché non è un’unità monolitica, ma una rete di svariati doni che lo Spirito riversa incessantemente in essa, rendendola sempre nuova nonostante le sue miserie» (Christus vivit, 206-207). La figura geometrica del poliedro è cara a papa Francesco che ce l’ha presentata fin dall’inizio del suo ministero e sta ispirando e provocando tutti noi che operiamo nella pastorale (EG 236). Mentre la sfera richiama, in questo contesto, le ricche e feconde riflessioni sul tema della vocazione, il poliedro ci invita a contemplare la pluralità delle vocazioni nella Chiesa. Mentre la sfera richiama la perfezione e il ricco pensiero teologico e pastorale sulla vocazione, un essenziale quadro di riferimento ma troppo perfetto e inevitabilmente un po’ statico, il poliedro rappresenta la complessità, la ricchezza e anche le relazioni e le interazioni tra le vocazioni.

+ Giampaolo Dianin