VI domenica di Pasqua

14 maggio 2023

UNA SPERANZA CERTA

Sempre nell’ultima cena Gesù promette la continuazione della sua presenza e della sua opera attraverso il dono dello Spirito Santo che fa vivere la Chiesa.
Egli ci affida il comandamento dell’amore verso Dio e verso il prossimo, come inizio del mondo nuovo.
Nella prima e seconda lettura vediamo come si espande la fede, ad opera degli apostoli, dei diaconi, dei semplici cristiani: un popolo nuovo, un corpo vivo, una speranza certa per il mondo.

FESTIVAL BIBLICO

CHIOGGIA 19 – 21 maggio

Sarà il libro biblico della Genesi – e in particolare i capitoli dall’1 all’11 – il filone tematico attorno al quale si articolerà la proposta culturale della 19° edizione del Festival Biblico, il festival promosso da Diocesi di Vicenza e Società San Paolo per stimolare una riflessione sulla contemporaneità alla luce delle Sacre Scritture ebraico-cristiane. Al progetto aderiscono le Diocesi di Verona, Padova, Adria-Rovigo, Vittorio Veneto, Treviso, Chioggia – quest’ultima alla sua prima edizione.

Vi invitiamo a seguire il ricco programma proposto nel volantino

Il Fioretto
del mese di Maggio

Il mese di Maggio ci mette
insieme
a pregare con
il Rosario
per chiedere alla
Madonna di Fatima
il dono della pace.

Si recita il Rosario ogni sera

in Chiesa
alle 17,30, prima della Messa.

A Sant’Antunin da Po
ogni sera alle ore 20,30

In Parrocchia
dal lunedì al venerdì
alle ore 20,45

Con i ragazzi e i genitori il Fioretto si terrà
al mercoledì alle ore 20,45, in Chiesa

Gesù risorto testimoniato dall’amore

Il vangelo si apre e chiude con un invito di Gesù ad amarlo e a dimostrare questo amore mettendo in pratica i suoi comandamenti. Gesù afferma che ciò che verifica la realtà dell’amore verso di lui è l’obbedienza alla sua parola, l’osservanza concreta dei comandamenti che si riassumono in quello dell’amore. Per quanto riguarda il comandamento l’amore viene sottolineata la concretezza: non parole ma fatti. È nella concretezza della carità, del dono di sé, che si incontra la presenza del Signore risorto: Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Gesù sa che questo comandamento non è facile da vivere e per questo promette il dono dello Spirito, il “Paraclito” (= consolatore), che continuerà il compito svolto da lui e che accompagnerà l’uomo nel cammino verso la casa del Padre.
Dio mantiene le sue promesse e continua a donare alla Chiesa il suo Spirito. Dio non ci promette un mondo o una Chiesa libera da problemi. Non ci promette nemmeno dei fratelli sempre con la bontà nel cuore e il sorriso sulle labbra. Non ci promette neppure una vita libera da difficoltà e persecuzioni. Ci promette il suo Spirito. Forse a noi sembra poco, invece è tutto. Lo Spirito ci dona la forza di tradurre in pratica il messaggio del vangelo, ci fa dono della capacità di camminare incontro a lui pur in mezzo alle difficoltà e ai problemi della vita.
Oggi come e dove avvertiamo la presenza dello Spirito “consolatore”? La avvertiamo nell’essere arrivati alla fede, nell’accogliere i comandamenti del Signore e nel cercare di viverli. La sperimentiamo nella luce di verità che spesso intuiamo nell’ascolto attento e aperto della Parola di Dio, che ci raggiunge, ci interroga, a volte ci mette in crisi e giudica la nostra vita per farla crescere e maturare. La sperimentiamo nella gioia e nello stupore che viviamo quando siamo capaci di amare in modo autentico e disinteressato, quando la vediamo operare nei fratelli, alcuni dei quali ancora oggi donano la loro vita per Cristo. È esperienza viva nei Sacramenti, segni di Dio nei quali egli opera in noi e nel mondo. La ritroviamo nella Chiesa animata sorretta e guidata dallo Spirito perché sia sposa fedele del suo Signore.

d.G.

Il racconto di Papa Francesco

Il Pontefice è intervenuto durante la terza edizione degli Stati Generali della Natalità, l’evento che mira a raccogliere idee e proposte per combattere il trend demografico negativo in atto nel nostro Paese.

Durante il suo intervento, avvenuto dal palco dell’Auditorium della Conciliazione, Papa Francesco ha raccontato di come, circa una quindicina di giorni fa, durante l’udienza del mercoledì, mentre salutava i fedeli si trova davanti a una signora, che gli chiede “Me lo benedice il mio bambino?”.

Fin qui tutto normale, se non fosse che il “bambino” era in realtà, come raccontato dal Papa, “un cagnolino. Lì non ho avuto pazienza e ho sgridato la signora: ‘Signora, tanti bambini hanno fame e lei col cagnolino’.”.

Le paure del Pontefice per il futuro

“Queste sono scene del presente, ma se le cose vanno così sarà l’abitudine del futuro, stiamo attenti” ha poi continuato Papa Francesco, rimarcando la paura per un futuro nel quale vede probabilmente più animali che bambini.

E guardando indietro possiamo trovare altre occasioni nelle quali il Papa ha espresso preoccupazione verso le persone che hanno animali e non bambini, per quella che a volte viene vista, forse con un po’ di superficialità, quasi come una preferenza.

Lo scorso 26 agosto ad esempio (neanche a farlo apposta, giornata mondiale del cane), il Pontefice aveva espresso preoccupazione per “l’inverno demografico”, puntando il dito contro le persone che “preferiscono avere cani, gatti, che è un po’ l’affetto programmato: io programmo l’affetto, mi danno l’affetto senza problemi. E se c’è dolore? Beh, c’è il medico veterinario che interviene, punto. E questa è una cosa brutta. Per favore, aiutate le famiglie ad avere dei figli. È un problema umano, e anche un problema patriottico”.