Solennità della SS.ma Trinità

4 giugno 2023

TRINITA’: IL MISTERO CHE CI FA VIVERE

Trinità: un Mistero che avvolge la nostra vita e l’universo.
Dio Padre è all’origine del mondo e della vita di ogni persona;
Dio Figlio entra nella storia, vivendo la nostra vita e portandola alla pienezza della risurrezione;
Dio Spirito Santo abita nel profondo del nostro essere e ci apre ai fratelli.
Un solo Dio in tre persone: la vastità e profondità del Mistero di Dio si rivela e si consegna a noi.
Amati per il tempo e per l’eternità, desideriamo far conoscere ed amare questo Dio ad ogni uomo, per vivere come figli e fratelli.

Corpus Domini

Domenica 11 giugno ore 9,30
Solennità del Corpus Domini
unica celebrazione in San Bartolomeo
(sospese le Messe a Mea e Ca’Cappellino)
segue la processione fino
alla Chiesa delle Clarisse.
I bambini potranno spargere
lungo il cammino petali di fiori.

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Domenica 11 giugno
ricorre anche la festa
dei Santi Felice e Fortunato

Patroni della nostra Diocesi.
Sono anche i Patroni di Mea.
 nel pomeriggio in
località Mea alle ore 18,00

ci sarà la S.Messa
e una breve processione

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Martedì
13 giugno 2023

Festa di S. Antonino da Po

ore 20,30 S. Messa
presieduta da

Mons. Francesco Zenna

Vicario generale della nostra Diocesi
segue la Processione

Macerata – Loreto

45° Pellegrinaggio a piedi

Sabato
10 giugno 2023 ore 20,30

C’è ancora qualche posto disponibile
tel. 347 0878919

Dio è amore

Nelle ultime domeniche abbiamo ricordato alcuni avvenimenti importanti della storia della salvezza: la Pasqua, l’Ascensione, la Pentecoste. Oggi non ricordiamo un avvenimento ma il mistero dal quale è scaturita tutta la storia della salvezza e che distingue la religione cristiana da tutte le altre. Il popolo ebraico adorava un solo Dio; i popoli pagani adoravano più divinità; il cristianesimo si è fatto nel mondo portatore della fede in un Dio in tre persone: Padre, Figlio e Spirito Santo.
La nostra vita è profondamente legata alle tre persone divine. Ci sono senza dubbio persone che nella vita ci sono più familiari (i genitori, i figli, gli amici…), ci sembra quasi di non poter concepire la nostra vita senza di loro, sono come rami della nostra vita, e ce ne accorgiamo quando qualcuno di loro viene a mancare. Nessuna persona però è radicata in noi come le tre persone divine: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Nel loro nome e in dialogo con loro si svolge tutta la nostra vita dalla culla alla tomba. Alla soglia della nostra vita fummo battezzati «nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo», al tramonto di essa partiremo ancora «nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo». Segnandoci con il segno della croce, dichiariamo ogni volta la nostra volontà di appartenere alla Trinità.
Camminiamo con le tre persone divine, ma spesso senza riconoscerle, come i due discepoli di Emmaus che fecero la strada con Gesù senza accorgersi che era lui. Dovremmo, invece, avere la capacità di scorgere il volto di Dio dappertutto, un volto amico che ci accompagna, aiuta e sostiene. Questo Dio trinitario che ha intessuto una storia d’amore con l’uomo ci attende accanto a sé. La Trinità è «il grande oceano di pace verso il quale sta scorrendo il piccolo ruscello della nostra vita» (Sant’Agostino). Il cristiano è chiamato a prepararsi giorno dopo giorno a questo incontro, a questa speranza che non delude, proprio perché basata sull’amore fedele di Dio.

d.G.

La Confraternita della SS.ma Trinità di Loreo

La confraternita, istituita nel 1608, in breve crebbe talmente di numero, erano 10mila gli iscritti durante l’800 e sono 2mila attualmente, che ben presto i fradèi ebbero necessità di un proprio oratorio, quello attuale a fianco della chiesa parrocchiale, che si iniziò a costruire nel 1613, in seguito ampliato e restaurato varie volte. Ai confratelli si imponevano l’obbedienza al priore e al padre guardiano, il dovere della penitenza, dell’assistenza e dell’elemosina, l’osservanza di una condotta moralmente retta .

“Fratelli, che dimandate?”, chiede il priore. “La misericordia di Dio e la pace di questa compagnia?”, rispondono i novizi che, presentati da un fratello anziano, chiedono di essere iscritti alla confraternita. E così, dopo il canto del Miserere,  ormai da quasi cinque secoli ha inizio la cerimonia che si celebra la notte della SS. Trinità.  Da 496 anni, alla data prescritta, gli aderenti alla Confraternita dei flagellanti o dei battuti della SS. Trinità, con i loro suggestivo saio e cappuccio rossi,  convengono a Loreo.  La cerimonia inizia verso la mezzanotte nell’oratorio della Scuola, con la vestizione dei nuovi fratelli. Dopo questa prima parte pubblica alla presenza anche delle sorelle, inizia la parte segreta del rito cui possono assistere solo gli iscritti: “Avvertiti tutti i fratelli d’un perfetto silenzio, chiuse tutte le porte e conoscendo il priore essere i tutti fratelli al loro posto e bene preparati.” Alle tre di notte circa, i fradèi escono e si recano processionalmente alla chiesa del Pilastro per la veglia cimiteriale. All’alba tutto è concluso ed ognuno ritorna al suo paese. Da precisare soltanto che il lungo tragitto verso il  Pilastro è innovazione ottocentesca, quando cioè i cimiteri vennero spostati fuori dai luoghi abitati; prima di allora, la processione si esauriva attorno alla parrocchiale, accanto alla quale come ovunque si tumulavano i defunti. La fantasia popolare si è da sempre sbizzarrita sui fradèi dla Scuola d’ Loré. Tante cose si dicevano e si dicono ancora: che è assai difficile essere ammessi e che  si deve subire una ispezione fisica per dimostrare di essere maschi,  dal momento che le donne non sono ammesse al rito segreto; che al momento della morte, si deve porre un mattone sotto il capo e provvedere subito alla cancellazione dall’elenco altrimenti il fratello non troverà pace e apparirà di notte; che durante la parte segreta, se estraneo si nascondesse in chiesa, la cerimonia sarebbe impossibilitata a proseguire. E via dicendo.  In realtà niente di negromantico o di strane iniziazioni, nessun occultismo o formule esoteriche. Tutto si svolge nel segno della più rigorosa ortodossia.