Domenica XII^ del Tempo Ordinario
25 giugno 2023
UNA STRADA NELLA TEMPESTA
Il Signore ci mette a vivere nel mondo con il dono della fede e della speranza.
Ci chiama ad essere testimoni di vita, di pace, di fraternità, di fiducia e di speranza in mezzo alla confusione che attraversa il cuore e la vita delle persone:
ciascuno con la propria personalità, la propria vocazione, il proprio compito, non in modo solitario ma insieme.
Ci sostengono la compagnia della Chiesa, la parola del Vangelo e i sacramenti di vita: una strada aperta nella tempesta.
Campo Scuola estivo 17 – 20 luglio
Lorenzago di Cadore
Trenta persone, tra ragazzi e animatori, sono in gioco per organizzare e vivere insieme
un momento tanto bello e importante per la vita dei ragazzi e degli adulti.
Tema del Campo:
“Come è bello il mondo, e come è grande Dio!”
Giovedì 29 giugno
Santi Pietro e Paolo, apostoli
Pietro, il primo a riconoscere
in Gesù il Messia, e Paolo,
l’apostoplo delle genti,
sono chiamati dal Signore
a edificare la sua Chiesa.
A sostegno degli alluvionati
dell’Emila Romagna
Domenica 11 giugno,
in occasione della
festa dei Santi Felice
e Fortunato, la Comunità di Mea
ha raccolto a favore degli
alluvionati, € 336,00.
Il 13 giugno, in occasione della
festa di Sant’Antonin da Po
con l’iniziativa
“Il pane di Sant’Antonio”
per lo stesso scopo sono
stati raccolti € 400,00.
Il tutto è stato devoluto all’opera
“Casa Novella”
di Castel Bolognese,
gravemente danneggiata dall’alluvione.
“Casa Novella” ospita bambini,
mamme e persone con disabilità o
disagio in case di accoglienza
Non abbiate paura
È normale che di fronte alle difficoltà il discepolo abbia paura e sperimenti tutta la sua debolezza, e proprio per questo il vangelo di questa domenica lo esorta a non avere paura. Questa esortazione al coraggio
ritorna per tre volte ed è accompagnata da alcune motivazioni. La prima motivazione si basa sulla presenza e assistenza di Dio nell’annuncio del vangelo, nessuna forza umana potrà arrestarlo. Il vero
discepoli deve quindi proclamare senza paura quanto ha appreso da Gesù, deve avere il coraggio di parlar chiaro, non deve vergognarsi di
Cristo di fronte agli uomini. Gesù offre un secondo motivo di coraggio: non bisogna temere gli uomini perché essi possono togliere solo la vita terrena non la vita eterna. Bisogna invece temere Dio perché è Lui il padrone della vita, Lui solo ha il potere di far perire il corpo e l’anima, Lui solo ha il potere di escludere l’uomo dalla vita presente e futura consegnandolo alla morte eterna. Il terzo invito a non avere paura poggia sulla
provvidenza divina: se all’attenzione del Dio della vita non sfugge nemmeno un passero, se Dio ha presente persino il numero dei capelli del nostro capo, a maggior ragione si prenderà cura e si preoccuperà
dei suoi discepoli. L’evangelista Matteo con questo triplice invito al coraggio
intendeva infondere fiducia alla comunità cristiana post-pasquale che viveva in situazione di persecuzione. La comunità di allora e la comunità
cristiana di oggi deve essere certa che il Signore è vicino e segue i suoi passi, la sostiene e difende anche e soprattutto nei momenti difficili. Il coraggio e la fedeltà a Cristo sono importanti anche perché sono il
criterio sulla base del quale si sarà giudicati. Viene infatti stabilita una relazione di causa/effetto tra l’atteggiamento di fedeltà a Cristo e l’atteggiamento di fedeltà di Cristo nei riguardi del cristiano al momento
del giudizio. La costanza sarà ricompensata e l’apostasia punita. Riconoscere e rinnegare significa affermare o negare concretamente e nei fatti di appartenere a Gesù, di essere suoi discepoli. La decisione sta nelle mani dell’uomo che è libero di scegliere. Si tratta però di una decisione carica di conseguenze perché da questa decisione dipende la vera vita, la salvezza eterna.
d.G.
Cos'è l'Obolo di San Pietro?
È un’offerta che può essere di piccola entità, ma è di grande valore simbolico:
manifesta il senso di appartenenza alla Chiesa e amore e fiducia per il Santo Padre. È un segno concreto di comunione con Lui, come successore di Pietro, e anche di attenzione alle necessità dei più biso-gnosi, di cui il Papa ha sempre cura.
Questa partecipazione concreta ai bisogni della comunità ha preso forme diverse lungo la storia, facendo emergere la consapevolezza che tutti i battezzati sono chiamati a soste-nere anche materialmente, con ciò che si può, l’opera di evangelizzazione e al tempo stesso a soccorrere i più bi-sognosi ovunque nel mondo.
Gesù nella vita pubblica, dedicata all’annuncio della Buona Novella, accolse aiuti materiali per sostentarsi con il gruppo dei dodici Apostoli (Lc 8, 1-3). Con tali aiuti si soccorrevano anche i più bisognosi (Gv 12,4-7). Dopo la Pentecoste, nel tempo della Chiesa, si sentì l’esigenza di sostenere chi si dedicava totalmente all’annuncio del Vangelo (1 Tim 5, 17-18). San Paolo, nelle Chiese da lui fondate, motiva la colletta a favore della Chiesa Madre di Gerusalemme che affrontava gravi difficoltà economiche. Così scrisse nella Prima lettera ai Corinzi (16, 1-4): “Riguardo poi alla colletta in favore dei fratelli, fate anche voi come ho ordinato alle Chiese della Ga-lazia. Ogni primo giorno della settimana ciascuno di voi met-ta da parte ciò che è riuscito a risparmiare, perché le collette non si facciano quando verrò. Quando arriverò, quelli che avrete scelto li manderò io con una mia lettera per portare il dono della vostra generosità a Gerusalemme. E se converrà che vada anch’io, essi verranno con me”.