5^ Domenica del tempo ordinario

4 febbraio 2024

46^ Giornata Nazionale per la Vita

Il Vangelo di Marco presenta Gesù che entra nella nostra vita, nelle nostre case, e ci incontra anche nella condizione di bisogno e di malattia. Gesù viene a consolarci con la Sua Presenza nella Chiesa, attraverso la Parola e i Sacramenti, attraverso la carità e la fede delle persone. Questo ci salva dall’oppressione che vive Giobbe (I°a lettura) e ci apre alla missione come Paolo (II°a lettura). Scopriamo il senso e il valore della vita, nostra e altrui, da proteggere e sostenere.

VISITA AD LIMINA APOSTOLORUM

(Visita alle soglie – alle tombe – degli Apostoli)
E’ l’incontro che, ogni cinque anni, i vescovi di tutto il mondo hanno in Vaticano con il Papa
per illustrare quali siano le particolarità che contraddistinguono la loro Regione ecclesiastica dal punto di
vista religioso, sociale e culturale, quali siano i nodi maggiormente problematici dal punto di vista pastorale
e culturale e come interviene la Chiesa “particolare” su questi problemi. In questa settimana,
dal 5 al 10 febbraio, i 15 Vescovi delle Diocesi inserite nella Regione Ecclesiastica del Triveneto
sono a Roma per la Visita ad Limina.

Oggi la marcia della Pace
Si svolge questa domenica
4 febbraio a Chioggia la
Marcia della Pace
organizzata
dall’Azione Cattolica Ragazzi
Appuntamento alle ore 14,30
in piazzetta Vigo

Percorso di
preparazione al matrimonio
Parrocchia San Bartolomeo
giovedì sera alle ore 20,45
presso le opere parrocchiali
22 e 29 febbraio 2024
7, 14, 21 marzo 2024

La vita, ogni vita, è un dono prezioso

Tante sono le “vite negate”, cui la nostra società preclude di fatto la possibilità di esistere o la pari dignità con quelle delle altre persone.
La vita, ogni vita, se la guardiamo con occhi limpidi e sinceri, si rivela un dono prezioso e possiede una stupefacente capacità di resilienza per fronteggiare limiti e problemi.
Papa Francesco ricorda che «il grado di progresso di una civiltà si misura dalla capacità di custodire la vita, soprattutto nelle sue fasi più fragili» (Discorso all’associazione Scienza & Vita, 30 maggio 2015). La drammatica crisi demografica attuale dovrebbe costituire uno sprone a tutelare la vita nascente.
Per i credenti, che guardano il mistero della vita riconoscendo in essa un dono del Creatore, la sua difesa e la sua promozione, in ogni circostanza, sono un inderogabile impegno di fede e di amore.

Una giornata di Gesù

Il vangelo ci fa rivivere una giornata tipo di Gesù. Dopo la preghiera nella sinagoga, Gesù guarisce la suocera di Simone; tramontato il sole, guarisce molti malati; il mattino seguente, si porta in un «luogo deserto» a pregare. Il rabbi di Nazareth nella casa di Pietro compie uno dei primi miracoli, uno di quei gesti che parlano della vicinanza di Dio a chi si trova in stato di bisogno e necessità. In un ambiente che considerava la malattia come conseguenza del peccato, la guarigione istantanea della suocera di Pietro diventa segno della vittoria di Gesù sul potere del peccato e della morte. È una nuova rivelazione dell’identità di Gesù e della sua misericordia per i peccatori.
La gente non aveva potuto condurre a Gesù i malati durante il sabato, ma appena tramontato il sole, la piccola piazza davanti alla casa di Simone si riempie di persone che chiedono guarigione e aiuto. È l’intera città che si raduna davanti alla porta, che si presenta con i suoi malati a testimoniare la drammaticità dell’esistenza quotidiana. Gesù è venuto a instaurare il regno di Dio, un regno di misericordia e salvezza, provato proprio dalle guarigioni e dal potere di cacciare i demoni. Ebbene, il cristiano è chiamato a percorrere la stessa strada di Gesù, è chiamato a farsi carico di chi si trova in stato di necessità, perché è nel prossimo in difficoltà che si rende presente il volto di Gesù: ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto … (cfr. Mt 25,35-36).
Gesù, al mattino presto, si ritira in un luogo solitario a pregare: Al mattino presto si alzò … si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Il verbo all’imperfetto: «pregava», dice che si tratta di una preghiera prolungata, e sappiamo dai vangeli che questa era un’abitudine di Gesù. Questo insegna che l’annuncio del vangelo senza la preghiera rischia di diventare solo attivismo. La preghiera non è un accessorio della missione, ma il cuore stesso della missione. Attività e preghiera non sono tempi in opposizione o staccati tra loro, ma si illuminano a vicenda e aprono nuovi percorsi al cammino della vita.

d.G.