6^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

11 febbraio 2024

ACCOGLIENZA E CARITA’

Gesù accoglie il grido del lebbroso e lo risana toccandolo con la mano. E’ l’abolizione di ogni tabù e distanza, che è distanza del cuore e indifferenza, egoismo e solitudine. Il gesto di Gesù si sviluppa nella carità e nell’accoglienza di tanti cristiani, con ospedali, opere educative e assistenziali. Il cuore di tante persone si ridesta in tanti modi: in questi giorni con la raccolta del farmaco. Il cambiamento del mondo e la costruzione della pace comincia dal nostro cuore e dalle nostre mani.

Inizia
il tempo della Quaresima
14 febbraio
Mercoledì delle Ceneri

Percorso di
preparazione al matrimonio
Parrocchia San Bartolomeo
giovedì sera alle ore 20,45
presso le opere parrocchiali
22 e 29 febbraio 2024
7, 14, 21 marzo 2024

Un rendiconto

In ogni famiglia che si rispetta c’è sempre il momento in cui ci si siede a
tavola e ci si chiede come va.
Non è detto che tutto deva filare dritto; il lavoro, i figli, qualche malattia,
qualche imprevisto possono frenare a volte l’entusiasmo.
L’unità comunque, la corresponsabilità e la fede nella Provvidenza divina
diventano una sponda sicura.
A noi è dato di vivere in questo tempo e in questo luogo l’esaltante esperienza
della vita cristiana.
Ci sostiene la certezza della presenza di Gesù che ha detto: “dove due o
tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro (Mt. 18,20).
Ci è chiesto di costruire la Chiesa qui, nella parrocchia di San Bartolomeo.
Da dove ripartire allora? Da Uno, da Gesù!
Questa ripartenza diventa straordinaria per ciascuno, non possiamo darla
per scontata.
Ripartire da Gesù presente vuol dire ripartire dalla preghiera, dai sacramenti,
dalla messa domenicale e dalla catechesi,, dai bambini e dai giovani,
dalle famiglie, dai malati, dagli anziani, dai poveri.
Una ripartenza così ci rende liberi e creativi!
Coraggio, dunque, e nessuno stia fermo!
Nello sfondo dei numeri che vedete riportati in questo foglietto parrocchiale,
cercate di intravedere il compito e la speranza che ognuno è chiamato ad avere.

don Alfonso

 

RENDICONTO ANAGRAFICO
BATTESIMI:        2023 – 9         2022 – 3       2021 – 14           2020 – 7
MATRIMONI      2023 – 3         2022 – 5        2021 – 6            2020 – 0
MORTI                  2023 – 36      2022 – 44      2021 – 47        2020 – 45

La compassione di Gesù

Il vangelo racconta la guarigione di un lebbroso. Il miracolo per il suo carattere di fatto straordinario suscita sempre stupore. Si tratta però di uno stupore che non è fine a sé stesso. Il miracolo è una freccia scoccata dall’arco che orienta lo sguardo sul bersaglio, è un dito puntato che attira l’attenzione non su sé stesso, ma sulla cosa indicata. I miracoli di Gesù raggiungono il loro scopo se diventano dei «segni». Infatti, dinanzi a essi la gente si interroga. Proprio il carattere di «segno» diventa l’elemento caratteristico dei miracoli di Gesù, se il miracolo non rimanda alla persona di Gesù, rimane vuoto e inefficace. Tante persone furono testimoni dei miracoli compiuti da Gesù ma non si convertirono!
Nel mondo ebraico era convinzione diffusa che la lebbra fosse un castigo di Dio per un grave peccato commesso e che solo il Messia avrebbe avuto il potere di guarirla. Un lebbroso, dunque, si avvicina a Gesù rivolgendogli la sua supplica: Se vuoi, puoi purificarmi! Il fatto stesso di avvicinarsi rende evidente la fede e speranza che il lebbroso ripone in Gesù. Gesù si muove a compassione, scavalca il legalismo giudaico che vietava il contatto con i lebbrosi, lo tocca e gli ridona la salute fisica. Le parole di Gesù: Lo voglio, sii purificato! evidenziano ancora una volta la sua potenza. Basta una sola parola e il semplice gesto di toccare e il lebbroso è guarito e restituito alla vita sociale.
Gesù, nell’accommiatare il lebbroso, gli ordina di non parlare con nessuno e di presentarsi ai sacerdoti. Siccome la malattia era ritenuta conseguenza di un peccato commesso, spettava alla classe sacerdotale ratificare l’avvenuta guarigione. L’espressione come testimonianza per loro, da un lato è un invito alla conversione rivolto ai capi del popolo, dall’altro annuncia il conflitto che opporrà Gesù alle autorità giudaiche. Il lebbroso, nonostante il divieto di Gesù, si mise a proclamare e a divulgare il fatto. Chi sperimenta la bontà di Gesù non può tenere la gioia che ne deriva solo per sé, ma è spinto a comunicarla a tutti!

d.G.