1^ DOMENICA DI QUARESIMA

18 febbraio 2022

IL TUO VOLTO SIGNORE IO CERCO

QUARESIMA CON GESU’, NELLA CHIESA

Gesù in lotta contro Satana ci rappresenta tutti e ci apre la via per la vittoria sulle tentazioni che ci spingono al male.
Si rinnova per noi la speranza che il bene spenga i fuochi di cattiveria e di male che infiammano il mondo e bruciano il nostro cuore.
La vita cristiana si rinnova con la grazia del Battesimo, richiamata dal sacramento della confessione e rinvigorita dalla preghiera e dalle opere di carità.
Fedeli alle proposte della nostra comunità percorriamo il cammino della Quaresima verso Pasqua.

Invitiamo a porre particolare attenzione al programma “Quaresima 2024”
della nostra Parrocchia che ha come titolo:
“incontriamo i testimoni della fede”.
Tutti sono invitati a partecipare, in particolare
ci rivolgiamo ai genitori dei ragazzi del catechismo.

Colletta nazionale
18 febbraio 2024
a sostegno degli interventi
umanitari e per i progetti di pace
e di riconciliazione in Terra Santa

In ogni venerdì di Quaresima
fino al Venerdì Santo, ogni fedele
è tenuto all’astinenza delle carni.
Ogni venerdì in Chiesa
alle ore 17,30 si tiene la Via Crucis

Domenica 25 febbraio
alla messa delle 10,30
celebriamo la memoria del Battesimo
Invitiamo i genitori che in questi ultimi
anni hanno chiesto il Battesimo
per i loro figli ad essere presenti
con i loro bambini.

Il percorso di preparazione al matrimonio
inizia giovedì 22 febbraio
alle ore 20,45 presso
le nostre Opere Parrocchiali

Su Nuova Scintilla di questa
settimana invitiamo a leggere
a pag. 13 lo speciale
Visita ad Limina narrata
dal nostro Vescovo Giampaolo

Il Centro Missionario Diocesano
ci invita all’Adorazione presso le
Clarisse giovedì 7 marzo alle ore 21.

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCOPER LA QUARESIMA 2024

Attraverso il deserto Dio ci guida alla libertà

Cari fratelli e sorelle!
Quando il nostro Dio si rivela, comunica libertà: «Io sono il Signore,
tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile
» (Es 20,2). Così si apre il Decalogo dato a Mosè sul monte Sinai. Il
popolo sa bene di quale esodo Dio parli: l’esperienza della schiavitù è
ancora impressa nella sua carne. Riceve le dieci parole nel deserto come
via di libertà. Noi li chiamiamo “comandamenti”, accentuando la
forza d’amore con cui Dio educa il suo popolo. È infatti una chiamata
vigorosa, quella alla libertà. Non si esaurisce in un singolo evento, perché
matura in un cammino. Come Israele nel deserto ha ancora
l’Egitto dentro di sé – infatti spesso rimpiange il passato e mormora
contro il cielo e contro Mosè –, così anche oggi il popolo di Dio porta in
sé dei legami oppressivi che deve scegliere di abbandonare. Ce ne accorgiamo
quando ci manca la speranza e vaghiamo nella vita come in
una landa desolata, senza una terra promessa verso cui tendere insieme.
La Quaresima è il tempo di grazia in cui il deserto torna a essere –
come annuncia il profeta Osea – il luogo del primo amore (cfr Os 2,16-
17). Dio educa il suo popolo, perché esca dalle sue schiavitù e sperimenti
il passaggio dalla morte alla vita. Come uno sposo ci attira nuovamente
a sé e sussurra parole d’amore al nostro cuore. (continua)

Quaresima: tempo di conversione

Ogni anno la prima domenica di Quaresima presenta il vangelo delle tentazioni per dirci che la vita è una prova e che, come ogni prova, può avere un esito positivo o negativo. La Parola di Dio presentandoci Gesù che riesce a vincere le tentazioni del demonio diventa un invito a entrare con lui in questa lotta per poter partecipare alla sua vittoria.
Subito dopo l’episodio delle tentazioni, l’evangelista Marco riassume la predicazione di Gesù con le parole: Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel vangelo. Per ottenere la salvezza siamo chiamati a un radicale cambiamento di vita, siamo chiamati a vivere una vita nuova. La salvezza è dono di Dio, è grazia, ma nello stesso tempo è anche vocazione, chiamata. Al dono di Dio deve fare riscontro l’impegno dell’uomo, all’iniziativa di Dio deve seguire la risposta dell’uomo. Siamo quindi chiamati a vivere questo tempo di grazia lasciandoci smuovere (convertitevi) e coinvolgere in questo annuncio (credete al vangelo).
Il cristiano vive tra il «già e il non ancora». Gesù ci ha già salvati, ma la salvezza che è venuto a portare non è ancora nostro possesso definitivo. Siamo in attesa del suo ritorno e proprio per questo chiamati a preparare l’incontro con lui. Il «passato» non ci appartiene più: quello che è stato rimane come memoria, ma non è più trattabile. Il «futuro» non ci appartiene se non come attesa e speranza. Ciò che è nelle nostre mani, ciò su cui possiamo qualcosa è il «presente», l’«oggi» che dobbiamo vivere con impegno. E proprio per questo la Quaresima ci invita alla preghiera, al digiuno e all’elemosina. La «preghiera» non è un moltiplicare le parole, ma sforzo paziente di rientrare in sé stessi per aprire il cuore al Signore e poterci incontrare con lui. Il «digiuno» non è dietetica, né simbolo della religione che proibisce, ma affermazione della provvisorietà della vita e segno di un’altra fame: la fame di Dio e della salvezza. L’«elemosina» infine manifesta la volontà di uscire da sé per incontrare l’altro, ed è vera non quando offre ciò che avanza, ma quando spartisce quello che c’è sopra il piatto.

d.G.