VI^ domenica di Pasqua

5 maggio 2024

L'AMORE DI DIO ACCOLTO E VISSUTO

Una cascata di amore, come un torrente benefico viene da Dio e si riversa nell’umanità. Quasi a compimento del tempo pasquale Gesù ci dice: “Come il Padre ha amato me, così io ho amato voi. Rimanete nel mio amore”. Questa è la storia di Dio con noi, il nostro tracciato di vita. Il cuore dell’uomo e della donna rinasce da questa fonte: verso il coniuge, figli, genitori, familiari, colleghi e quanti incontriamo nella vita di ogni giorno. Un atteggiamento nuovo, aperto al mondo.
Un Vangelo che vive.

Si svolgerà dal 16 al 19 maggio Festival Biblico a Chioggia
L’evento quest’anno comincerà da Porto Viro
giovedì 16 maggio con un dialogo sul tema:
“Il corpo tra eros e agape”
che si terrà nella Sala Eracle
moderatore il nostro vescovo mons. Giampaolo Dianin.
Nel pomeriggio di sabato 18 maggio nel Parco dell’Amicizia
si terrà un’attività multidisciplinare per bambini di 9-10 anni:
“Dall’Io al Noi – Il Cuore dei Bambini cambierà il Mondo.

Il Fioretto del mese
di
Maggio
Il mese di Maggio ci mette insieme
a pregare con il Rosario
per chiedere a Maria il dono della pace.
Si recita il Rosario ogni sera:
 – in Chiesa, alle 17,30, prima della Messa
– Sant’Antunin da Po ogni sera ore 20,30
– In Parrocchia dal lunedì al venerdì

alle ore 20,45

Giovedì 9 maggio alle 21
il seminarista
Daniele Mozzato
farà la sua
domanda pubblica di ammissione
tra i candidati agli Ordini Sacri
presso la parrocchia di Rosolina

Amatevi come io ho amato voi

Gesù propone ai discepoli come modello di comunità la sua comunione con il Padre: Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Gesù si è sempre sentito profondamente amato dal Padre. Ciò che il Padre gli chiedeva non è stato per lui una imposizione, ma una condivisione di vita e progetti. Egli ha fatto suo il progetto del Padre e ha liberamente messo a disposizione la sua vita come segno profondo di corrispondenza al suo amore. Gesù ha fatto la stessa cosa con i discepoli: i suoi comandamenti sono un invito a partecipare alla sua missione, un invito che parte da colui che ha offerto loro un amore che è giunto fino alla croce.
Il vangelo di questa domenica mette a fuoco il primato della fraternità come stile di vita della comunità. Ciò che fa la differenza e distingue il discepolo dal “mondo” è l’amore fraterno: da qui tutto parte e qui tutto si verifica. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. La caratteristica del discepolo è quella di lasciarsi amare dal Signore e costruire relazioni fraterne dentro la comunità. E l’amore non consiste solo nel dare delle cose a chi ha bisogno, ma nel fargli sentire l’amore del Signore che vive nella comunità cristiana.
Infine, non si sta con Gesù per qualche convergenza di idee o reciproca utilità, all’origine di tutto c’è una scelta libera del Signore: Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi. La Chiesa non è una società costituita da persone che si mettono insieme per interessi comuni, ma dipende totalmente dall’iniziativa del Signore e dal rimanere in comunione con lui. L’elezione comporta la dedizione totale per la missione di Gesù: Vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto. Accettare di essere eletti e aderire a Gesù vuol dire riconoscere che, anche nella missione, il primato dipende da lui e i frutti ci saranno nella misura in cui si opera con e insieme a lui.

d.G.

Custodiscimi. Proteggimi da ogni male

In ventotto anni abbiamo percorso strade irte e scoscese; terreni inquinati dal “sistematico male” che attraverso l’abuso sui bambi-ni è stato perpetrato, lacerandone l’innocente vita, coi suoi sogni e attese. Quanto grido di dolore è stato ascoltato, accolto, accompagnato, sostenuto! Quante volte, insieme alle vittime, abbiamo alzato le mani verso il Cielo e «alzando gli occhi verso i monti» abbiamo supplicato ed elevato un grido: da dove mi verrà l’aiuto? (cf. Salmo 121) Quanta sofferenza è stata lenita con il balsamo della consolazione e con le “attrezzature” della guarigione! Dentro questo abisso “infernale”, la presenza dei “diaconi dell’infanzia” (chi custodisce e si occupa delle ferite degli abusi sui minori e sulle persone vulnerabili) non solo ha fatto la differenza, ma ha manifestato la possibilità della guarigione e della speranza. Dobbiamo continuare a fare di più e insieme. Questo operare insieme è una vera e propria sfida per l’oggi, che ci proietta a un domani maggiormente caratterizzato dalla tutela e dalla protezione dei bambini. L’abuso è un trauma permanente; è una ferita invisibile con la quale si sopravvive, ma spesso anche visibile a causa delle autodifese che ogni persona mette in atto. Di qui la necessità di comprenderle, di accoglierle, di condividerle per permettere a quanti siano stati feriti di uscire e di rivedere la luce della vita. Perché la vita, ogni vita, non merita alcuna violenza, in alcun modo e in alcun caso. Non esiste una violenza sui bambini, fin dal concepimento, che possa essere giustificata. Non è possibile sostenere, anche ideologicamente, l’ipersessualizzazione e l’erotizzazione dei bambini per fini assolutamente inaccettabili, quali il relativismo del corpo e la sua commercializzazione, anche attraverso il digitale. La pedofilia online rappresenta una gamma di delitti, fra i più efferati, che si inquadrano nell’ambito della criminalità transnazionale e che non deve essere, come ancora accade, minimizzata e sottostimata. La Giornata dei Bambini Vittime, ideata dall’Associazione Meter, è pertanto un appuntamento che offre, a quanti stanno dalla parte dei minori, l’occasione per richiamare a un impegno imprescindibile e non delegabile. Insieme.