XI^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

16 giugno 2024

IL SEME CHE CRESCE

Questo Vangelo ci sorprende, perché dice una verità alla quale non badiamo: l’opera che Dio svolge nel mondo. E’ la vita nostra e degli altri, è il Battesimo e la vita della Chiesa: un gran campo, con tante piante che crescono, a nostra disposizione. Prima di domandarci che cosa possiamo fare noi, impariamo a riconoscere quello che Dio realizza, nella natura, nelle persone, nei santi e in tanti che fanno del bene. Siamo collaboratori dell’opera di Dio senza ostacolarla o sostituirla con le nostre invenzioni.

Pranzo comunitario
Domenica 30 giugno
la Pro Loco di Contarina,
la cui sede si trova nei locali della
Parrocchia di Ca’Cappellino,
propone ai parrocchiani della frazione
e alle persone dell’Unità parrocchiale
che lo desiderano,
un pranzo comunitario.
Ottima occasione, da non perdere!!!
E’ necessario iscriversi

La Confraternita della SS.ma
Trinità di Loreo
ospita
dal 16 al 23 giugno
l’icona di
Maria Madre della
Speranza e delle Confraternite.
Giovedì 20 giugno
le parrocchie del Vicariato
di Loreo sono invitate
alle ore 21,00
per la Messa per le vocazioni

Il regno di Dio è come un seme

Il vangelo presenta la parabola del seme che cresce da solo e la parabola del granello di senape. La prima parabola pone l’accento sul contrasto tra l’inerzia del contadino e il misterioso germogliare del seme. Il seme germoglia e cresce grazie all’azione misteriosa di Dio, così anche il Regno annunciato da Gesù cresce grazie all’azione incessante e misteriosa di Dio. Avviato il cammino del Regno con l’annuncio, esso giungerà sicuramente a compimento per la forza di Dio che lo sostiene. La parabola, tuttavia, non è un invito al quietismo o alla pigrizia, ma un invito alla speranza che si fonda sulla promessa di Dio. Se il seme è gettato, il raccolto è garantito. Il regno di Dio non è una realtà da «forzare», come facevano gli zeloti al tempo di Gesù o come sono tentati di fare i tanti malati di attivismo e/o protagonismo di ogni tempo. Il regno di Dio non è questione di organizzazione e neppure di efficienza, ma semplicemente di accoglienza.
Nella parabola del granello di senape l’aspetto su cui verte la comparazione è il rapporto tra la piccolezza iniziale del seme e la grandezza finale della pianta, rapporto che è, al tempo stesso, di assoluto contrasto e indissolubile continuità. Non è il confronto statico tra la piccolezza di una cosa e la grandezza di un’altra, ma fra la piccolezza e la grandezza della medesima cosa nel momento iniziale e nel momento finale del suo divenire. Il grande arbusto viene fuori dal piccolo seme; il piccolo seme si trasforma in un grande arbusto. Con questa parabola Gesù vuol comunicare la certezza che negli umili inizi si può già scorgere e intravedere il Regno di Dio che viene.
Entrambe le parabole sono un invito alla pazienza e all’attesa fiduciosa. Il seme del vangelo deve germogliare e crescere anche in ciascuno di noi, quindi pazienza anche con noi stessi. Diventare dei buoni cristiani è impegnativo. Ci saranno progressi seguiti talvolta da cedimenti e cadute ma non bisogna perdersi d’animo. Dio non abbandona mai e premia sempre la buona volontà: «Là dove abbonda il peccato, sovrabbonda la grazia» (cfr. Rm 5,20).

d.G.

PELLEGRINAGGIO MACERATA-LORETO

Il pellegrinaggio come metafora della vita.
Oltre sessantamila persone in cammino

Assieme ad un bel gruppo di persone della diocesi di Chioggia ho partecipato al 46° Pellegrinaggio Macerata-Loreto. Nella notte tra sabato 8 e domenica 9 giugno durante il pellegrinaggio a piedi da Macerata a Loreto ho pregato per la nostra diocesi e l’ho affidata alla Madonna di Loreto. Abbiamo camminato assieme a 60.000 persone (adulti, ragazzi ed anziani) per tutta la notte. Ho partecipato altre volte a questo pellegrinaggio e mi colpisce sempre questo popolo che si muove in preghiera verso l’unica meta che dona sollievo al cuore: l’affetto della Madonna che si prende cura di noi. La fatica è niente rispetto alle grazie che si ottengono da Lei. Prima di partire, sabato sera, abbiamo celebrato la messa, presieduta dal Vescovo Rino Fisichella insieme con altri vescovi e sacerdoti e durante il cammino abbiamo pregato i quattro rosari, fatto l’adorazione eucaristica, il rinnovo delle promesse battesimali, l’accensione delle fiaccole, insieme con tanti canti e testimonianze… una fatica che è stata ben sostenuta ed accompagnata: 28 km di cammino senza neanche sentirli! Partiti verso le 22 da Macerata, siamo arrivati verso le 7 a Loreto. Ad ogni passo una preghiera. Questo mi educa perché è proprio vero che il pellegrinaggio è una metafora della vita. Camminando avevo nel cuore la pace per il mondo, il bene della mia famiglia, il bene della nostra diocesi e di tutta la Chiesa. L’unità della Chiesa, non per un dovere ma per Amore verso Colui che