XII^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

23 giugno 2024

UN MARE GRANDE

Sullo sfondo del libro di Giobbe vediamo la grande opera della Creazione, che nel tempo dell’estate abbiamo più occasione di scoprire e contemplare. Percorriamo il mare della vita, con i problemi e le fatiche personali, con la gioia dell’amicizia e il conforto della fede. In un mondo complesso e difficile, sappiamo che Gesù ci accompagna nella traversata della vita. Egli si rende concreto nella compagnia della Chiesa, che è sempre da ricercare e costruire attraverso le amicizie cristiane. Il senso della Provvidenza ci sostenga in ogni occasione.

Martedì 25 giugno
Ore 21 Santa Messa solenne
presieduta dal nostro
Vescovo Giampaolo
in Santuario, nel giorno della
Madonna della Navicella

Pranzo comunitario
Domenica 30 giugno
la Pro Loco di Contarina,
la cui sede si trova nei locali della
Parrocchia di Ca’Cappellino,
propone ai parrocchiani della frazione
e alle persone dell’Unità parrocchiale
che lo desiderano,
un pranzo comunitario.
Ottima occasione, da non perdere!!!
E’ necessario iscriversi

San Luigi Gonzaga (21 giugno)I Santi pensano prima di tutto ad amare!

“È pazzo! È pazzo!” gridava l’inserviente del piccolo ospedaletto. Vedeva quel giovane minuto, Luigi Gonzaga, con la sua tonaca nera, mentre trasportava in braccio un povero appestato. “Se la prenderà pure lui quella malattia!” continuava a gridare. Si affacciò un vecchio gesuita che stava amministrando sacramenti ai moribondi. Fece tacere l’inserviente dicendogli: “Amico mio sai cos’è la santità? Ecco cos’è. Ce l’hai davanti ai tuoi occhi” disse indicando Luigi. “La santità è anche sapersi sporcare le mani quando c’è bisogno. La santità è saper morire per qualcuno che non vale nulla agli occhi del mondo. Ma per un puro di cuore, come quel ragazzo, quel povero appestato è come il Sacramento. Non lo vedi come se l’abbraccia?”. “Ma si ammalerà anche lui così?” disse quasi piagnucolando l’inserviente. “Che ci vuoi fare, i santi sono così, non hanno misura, non si sanno regolare perché pensano prima di tutto ad amare” rispose il vecchio gesuita sorridendo. “Che spreco, il figlio primogenito dei Gonzaga ridotto a far questo” proseguì l’inserviente. “Non bestemmiare” gli intimò il vecchio gesuita, “quel ragazzo vede più lontano di tutti. È più ambizioso di tutti. Ha capito fino in fondo quello che ci ha insegnato Nostro Signore: ‘Chi vuole essere il primo si faccia servo di tutti’. I Gonzaga con il tempo se li dimenticheranno tutti. Que-sto ragazzo no, perché si è scelta la parte migliore che non gli sarà tolta.

Signore salvaci!

Il vangelo presenta il miracolo della tempesta sedata che, nel vangelo di Marco, da’ inizio a una serie di azioni prodigiose che hanno lo scopo di sottolineare la potenza di Gesù che domina le forze del male nell’uomo e nella natura. Colpisce in questa pagina evangelica il fatto che, nel bel mezzo di una tempesta, Gesù dorma tranquillo nella barca. Questa presentazione di Gesù è immagine e simbolo di un’esperienza che non raramente si prova nella vita: di fronte alla malattia, al dolore, alla sofferenza, ai problemi di ogni giorno ci sta il «silenzio di Dio», abbiamo quasi l’impressione che Dio dorma, che non ci sia. È lo scandalo che sta sempre in agguato nella vita di ogni uomo. Gesù, come per i discepoli, fa appello alla nostra fede: dobbiamo prendere atto che Dio, anche quando sembra dormire, è lì con noi; che egli, anche se sembra tacere, ha parlato e vuole ancora parlarci. Ogni situazione di male, di dolore, di prova è sempre ambivalente: è aperta a una straordinaria purificazione e rafforzamento della fede, ma è anche aperta alla disperazione, alla maledizione o all’indifferenza. Il grande comandamento, dopo averci detto di amare Dio con tutto il cuore, ci esorta anche ad amarci gli uni gli altri come fratelli. Se la comunità cristiana saprà vivere la propria fede in un clima di amore e sostegno reciproco, le persone che stanno attraversando momenti difficili, anche grazie alla nostra vicinanza e al nostro sostegno, saranno aiutate a essere più certe dell’amore di Dio e della sua costante presenza nel cammino della vita.
Fin dai tempi più antichi, la barca sul mare in tempesta è stata vista come una immagine della chiesa nel mondo, assalita dalle persecuzioni e sconvolta da dubbi, ma protetta dal suo Signore che può salvarla da tutti i pericoli. La comunità cristiana non è abbandonata a sé stessa e non ha motivo di lasciarsi andare alla poca fede, perché il Signore è sempre al fianco dei suoi e, dietro loro richiesta, li aiuterà a uscire dalle difficoltà. Ai discepoli di ogni luogo e tempo, questo brano evangelico dice che la vita cristiana non è una crociera in un mare piatto e tranquillo, le difficoltà e le burrasche fanno parte della vita e quando sopraggiungono non bisogna avere paura ma confidare nel Signore, e avere la certezza che egli è presente e pronto ad aiutare.

d.G.