XXIII domenica del tempo ordinario

8 settembre 2024

Fa udire i sordi e parlare i muti

L’episodio della guarigione di un sordomuto si inserisce nella cornice dei viaggi di Gesù in territorio pagano. Questa ambientazione geografica non ha solo un significato narrativo, ha anche lo scopo di mettere in luce che l’annuncio del vangelo è per tutti i popoli. In secondo luogo, la guarigione del sordomuto è un «segno» evidente che in Gesù si compiono le profezie messianiche (cfr. prima lettura) e diventa un invito rivolto ai discepoli a riflettere sulle parole e azioni del loro maestro.
Il sordomuto che viene portato a Gesù diventa il simbolo di una umanità chiusa alla voce di Dio, incapace di comunicare con lui. Le orecchie che si aprono diventano segno di disponibilità all’ascolto della Parola di Dio e alla fede che ne scaturisce. La lingua che si scioglie indica la capacità di parlare con Dio, di lodarne le meraviglie, di pregare. Al popolo di Israele era stato più volte rimproverato di essere sordo di fronte alla Parola di Dio. Per mettersi in ascolto della voce di Dio c’è un passo importante da compiere, e ce lo rivela il profeta Osea: Ti condurrò nel deserto, e parlerò al tuo cuore (2,16). Si tratta di creare in sé il «silenzio», che diventa capacità di ascolto della Parola. Ed è ciò che Gesù fa compiere al sordomuto allontanandolo dalla folla. Dio parla per primo, ma per ascoltarlo bisogna tacere. Un proverbio rabbinico dice: «Apri la bocca solo se sei sicuro che ciò che stai per dire è più bello del silenzio».
Quanti cristiani sono colpiti da sordità e mutismo, chiusi all’ascolto della parola di Dio, incapaci di professarla e di viverla! Tutti ne siamo più o meno colpiti. Siamo «sordi» perché prestiamo un ascolto distratto o nessun ascolto alla Parola di Dio, presi unicamente dai nostri interessi e dalle nostre preoccupazioni. Siamo «muti» perché le nostre labbra restano chiuse, quando invece dovrebbero aprirsi per ringraziare il Signore, per proclamare il suo amore e professare con coraggio la nostra fede. Dovremmo essere i portavoce del Signore di fronte ai fratelli e invece, per indifferenza o per paura, ce ne stiamo in silenzio. Il Signore pronunci anche su di noi il suo effatà, in modo che i nostri orecchi si aprano alla sua parola e la nostra lingua proclami le sue meraviglie.

Giampaolo Dianin
Vescovo di Chioggia

Chioggia, 31 agosto 2024

Ai fedeli
della Comunità Cristiana Sinodale
di Porto Viro
Cari fratelli e sorelle,
proprio ieri è terminata una due giorni che ho vissuto con tutti i preti che operano nelle parrocchie di Porto Viro. Un tempo per stare insieme, condividere la vita delle parrocchie, programmare, pensare al futuro e soprattutto pregare per tutti voi. Vi scrivo per parlarvi del cammino che abbiamo intrapreso in tutta la diocesi e che potrete conoscere in tutti i suoi aspetti nella Lettera Pastorale che sarà consegnata a tutte le parrocchie il prossimo ottobre.
Tutto parte dal forte invito di papa Francesco per una Chiesa missionaria che non si limiti a gestire l’esistente e a custodire le tradizioni, ma si apra a un nuovo annuncio del Vangelo, formi cristiani adulti nella fede e diventi significativa in una società che si allontana sempre più dalla vita cristiana.
Un po’ alla volta è maturata la volontà di fare il possibile per salvaguardare ciascuna parrocchia anche piccola, ma nello stesso tempo di rilanciare forme di collaborazione, scambio di risorse, cammini formativi condivisi, celebrazioni più ricche e significative.
Tutto questo non è legato solo alla forte diminuzione del clero e dei cristiani che frequentano le parrocchie, ma al desiderio di intraprendere un nuovo cammino di vita cristiana. Non vogliamo restare inerti di fronte alle sfide che ci attendono né vogliamo subire il futuro che sta dietro l’angolo, ma coglierlo
come una chiamata di Dio a ripensarci e rinnovarci; parte da qui il cammino pastorale che ci impegnerà nei prossimi anni.
Per quanto riguarda il clero, oggi riusciamo a coprire le necessità di tutte le piccole parrocchie e anche di alcune chiese amate dalla gente, ma nel giro di qualche anno saranno inevitabili dei tagli.
La realtà di Porto Viro, all’indomani della nascita di un unico comune, è lentamente cambiata a livello sociale e ha favorito la mobilità delle persone. Parrocchie che prima erano centrali si sono ritrovate alla periferia, l’oratorio salesiano è diventato sempre più centrale per tutta la città, le piccole parrocchie si sono sempre più impoverite di abitanti.
Anche per Porto Viro ci sono dei cambiamenti che provo brevemente a descrivervi, ma di cui potremo parlare con più tranquillità in qualche incontro che organizzeremo prossimamente.
1. Porto Viro diventa una delle 17 “Comunità cristiane sinodali” della nostra diocesi. Si Tratta di un passo ulteriore rispetto alle attuali unità pastorali. L’idea centrale è questa: nessuna delle attuali 8 parrocchie viene chiusa ma tutte entrano in un progetto pastorale condiviso.
2. Ciascuna parrocchia mantiene la propria identità e tutto quello che si può fare continua ad essere fatto purché sia all’altezza delle sfide di oggi che chiedono per i cristiani una formazione seria, celebrazioni significative, risorse di persone e di strutture condivise.
3. Porto Viro avrà due “co-parroci” – don Gianluca Brisotto e don Carlo Beorchia – di cui uno, don Gianluca, sarà il parroco moderatore e responsabile ultimo. Ci saranno altri presbiteri che diventano collaboratori: don Alfonso Boscolo, don Corrado Cester, don Vanni Ghion, don Gianantonio Trenti e don Gastone Boscolo.
4. Tutti i presbiteri lavoreranno in equipe: si incontreranno settimanalmente e programmeranno la vita dell’intera Comunità cristiana sinodale. Dell’equipe faranno parte anche le due
comunità religiose: le suore Figlie di Maria Ausiliatrice e le Ancelle parrocchiali dello Spirito Santo.
5. Pur lavorando insieme e potendosi interscambiare, ciascun presbitero seguirà in modo particolare una parrocchia e sarà il diretto riferimento per i cristiani di quella parrocchia. In particolare:
– don Gianluca e don Carlo cureranno le parrocchie di Donada e Fornaci;
– don Gianantonio la parrocchia di Taglio di Donada;
– don Alfonso la parrocchia di San Bartolomeo;
– don Corrado la parrocchia di Scalon e le parrocchie di Porto Levante, Ca’ Cappello e Ca’ Cappellino con l’aiuto degli altri presbiteri.
– don Vanni, assieme a suor Marcella, seguirà in particolare la realtà dell’oratorio salesiano.
6. I presbiteri, le suore e alcuni laici avranno ciascuno la responsabilità di un ambito della vita pastorale coordinando la rispettiva equipe: la catechesi, la liturgia, la carità, i malati e l’ospedale, i giovani, gli adulti e le famiglie …
7. Verrà costituito un unico Consiglio pastorale della Comunità cristiana sinodale che per ora unirà i vari Consigli pastorali in attesa che vengano rinnovati tutti i Consigli pastorali secondo le indicazioni della diocesi. I Consigli per gli affari economici resteranno distinti per ciascuna parrocchia.
8. Le Messe continueranno ad esserci in tutte le parrocchie, ma verranno ripensati gli orari in modo da venire il più possibile incontro alle esigenze delle persone che se non possono in quell’orario partecipare nella propria parrocchia lo possono fare in un’altra.
9. L’oratorio diventa, come di fatto già succede, risorsa di tutta la città senza che questo debba azzerare iniziative e attività di ciascuna parrocchia.
10. Per mettere in evidenza il cammino comune ci sarà un unico foglietto parrocchiale settimanale che conterrà le iniziative e proposte di tutte le parrocchie e gli orari delle Messe.
Quanto descritto, a grandi linee, è solo l’aspetto esteriore; quello che ci sta a cuore e per cui vorremmo lavorare è un nuovo avvio delle proposte formative, la qualità delle celebrazioni, un servizio qualificato ai più poveri. Gesù ci ricorda che servono “otri nuovi” per custodire e far fermentare il Vangelo, un “vino sempre nuovo”. Questo ci sta a cuore prima di tutto: che il Vangelo sia il centro delle nostre parrocchie, che nelle nostre comunità sia possibile incontrare Cristo, celebrare i misteri della nostra fede e nutrire la nostra testimonianza nel mondo.
Sono consapevole che i cambiamenti sono sempre difficili e possono creare disorientamento, ma confido che tutti possiate accogliere questo nuovo percorso che si apre ed entrarci col cuore e col desiderio di mettersi in gioco per far crescere la propria fede e l’appartenenza alla Chiesa. Credo che la fatica più grande, che papa Francesco richiama spesso, possa essere quella di barricarsi attorno al proprio campanile o difendersi dicendo: «Noi abbiamo sempre fatto così».
L’inizio ufficiale della Comunità cristiana sinodale di Porto Viro è fissato per l’11 ottobre, festa di Maria Madre della Chiesa, patrona di Porto Viro.
Offro al Signore e a Maria madre della Chiesa la Comunità cristiana sinodale di Porto Viro; ringrazio i presbiteri che hanno abbracciato questo progetto pieni di speranza per un rinnovato cammino cristiano ed ecclesiale e benedico tutti voi.
+ Giampaolo Dianin
Vescovo di Chioggia

Le Parrocchie
di Porto Viro
vi invitano
nell’ambito dei festeggiamenti
della Patrona,
Maria Madre della Chiesa
a partecipare
a un pellegrinaggio presso
il Santuario di
MONTE BERICO (Vicenza)
domenica 29 settembre 2024.
Quota di iscrizione
€ 15.00 adulti
€ 5,00 i ragazzi.
Iscriversi in Parrocchia

Percorso di formazione
per catechisti
Centro Pastorale
“S. Bartolomeo”

dalle ore 18 alle ore 20
16 settembre 2024
La Creazione
30 settembre 2024
Arte e annuncio del Vangelo
21 ottobre 2024
Laboratorio:
Dall’antica alla
Nuova Alleanza “La Pasqua”
27 ottobre 2024
Mandato ai Catechisti ore 15,30
Madonna della Navicella